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Autore: CUCCIOLA_83    12/11/2005    1 recensioni
Eccomi qui con una nuova ff. questa volta ho cercato d'immaginare un possibile inizio della storia tra Remus e Tonks. non ci sono Spoiler di nessun genere.
spero solo che vi piaccia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passati un paio di giorni da quella strana notte, ma entrambi continuavano a pensarci. Remus non faceva che darsi dello stupido, come aveva potuto addormentarsi nella stanza di Tonks? Per fortuna sembrava che lei non se ne fosse accorta altrimenti sarebbe finita male. Naturalmente Remus ignorava che lei sapeva tutto, ma come lui, cercava di non farlo capire. Entrambi quindi cercavano di concentrarsi il più possibile sulle varie attività della scuola.

Quella mattina, infatti, il tempo era stupendo e quindi molti ragazzi decisero di organizzare dei giochi in acqua. Tonks decise di unirsi a loro in uno strano gioco babbano chiamato “pallanuoto”. Dei ragazzi di origine babbana l’avevano insegnato agli altri e si stava diffondendo velocemente. Altri ragazzi, invece, se ne stavano tranquillamente sulla riva a chiacchierare oppure a giocare a gobbiglie e scacchi magici come Harry e Ron.

Remus, seduto all’ombra di un grande albero vicino al lago, stava discutendo con dei ragazzi del settimo anno sui loro progetti futuri «si devo dire che la carriera di Guaritore è molto interessante, Clarence, ma spero che tu sappia che hai un lungo cammino davanti a te, ci voglio anni e anni di studio e di duro lavoro» disse Remus «sì certo professore, lo so. Ma sono certo di potercela fare» rispose il ragazzo «ne sono sicuro. E tu invece Jane? Ho sentito che il corso per Auror ti ha accettata, mi fa molto piacere. Dovresti parlare con Tonks credo che ti potrà dare degli ottimi consigli» disse ancora Remus «grazie professore, lo farò».

La partita di pallanuoto era appena finita ma Tonks non aveva voglia di uscire dall’acqua, si stava così bene lì. Guardò verso la riva e vide Remus parlare con un gruppetto di ragazzi, non riuscì a resistere, prese la sua bacchetta e si mise a fare dei piccoli cerchi sulla superficie dell’acqua, pian piano si formò un piccolo vortice. Alzò la bacchetta e il vortice la seguì, con un rapido gesto spostò la bacchetta in direzione di Remus, in quel momento il vortice d’acqua si scagliò nella sua direzione. Remus lo vide, ma non fece in tempo a scansarsi. Il vortice lo colpi in pieno viso. Quando si riprese dal colpo fu troppo tardi per reagire, Tonks si era gia allontanata a nuoto, ridendo. A Remus non rimase altro da fare che asciugarsi con un rapido gesto della bacchetta, sorridendo tra sé e sé.

Al castello non c’era mai un attimo di tregua, finita un’attività ne cominciava subito un’altra, Tonks era sempre indaffarata ad accontentare i ragazzi, soprattutto quelli del primo e del secondo anno, che le chiedevano in continuazione di cambiare qualcosa nel suo aspetto «dai Tonks, fatti i capelli azzurri» «no dai falli Giallo limone» «allungati il naso», a lei non scocciava, anzi si divertiva tantissimo, quindi accontentava sempre ogni richiesta che gli veniva fatta. Remus spesso si fermava ad osservarla, era sempre così allegra, piena di energia, era una vera a propria forza della natura. Spesso si metteva a fare dei paragoni con lui che invece era introverso, solitario e silenzioso. Questo gli dava sempre più la convinzione che mai una ragazza come Tonks si sarebbe interessata a lui.

Quello che Remus non sapeva era che anche lei spesso si fermava ad osservalo. Adorava la sua aria misteriosa, i suoi modi di fare gentili e il suo metodo d’insegnamento era davvero eccezionale. Ormai erano mesi, se non anni, che provava qualcosa per lui, ma non aveva mai trovato il coraggio di confessarglielo, si limitava ad osservarlo, a punzecchiarlo e a stargli vicina il più possibile. Questo spesso la faceva stare male ma lo conosceva abbastanza bene per sapere che per lei non provava altro che un semplice affetto come quello che si prova per una sorella minore.

*****

L’aspetto di Hermione peggiorava a vista d’occhio, i lividi che la ricoprivano diventavano ogni giorno più grandi e i suoi capelli erano sempre più difficili da domare. Insospettita da tutti questi elementi Tonks, quella sera, decise di seguirla per scoprire cosa nascondeva.

Quando Hermione dopo cena si allontanò dalla tavolata al centro della sala grande, Tonks, che non aveva fatto altro che osservarla tutta la sera, fece lo stesso. Solo una persona si era accorta di tutto questo, Remus, che però preferì evitare di parlarne con Tonks, sapendo gia la risposta che gli avrebbe dato.

Fuori, nell’oscurità del giardino, alcune figure si muovevano velocemente. Dopo qualche istante anche Tonks si mosse nella loro stessa direzione, camminarono per qualche minuto poi capì dove stavano andando, al campo di Quidditch. Ma cosa ci andavano a fare? Hermione odiava volare. Appena arrivarono al campo Tonks si nascose tra le gradinate, quando vide quello che stava succedendo rimase a dir poco sorpresa, Hermione e altri ragazzi si stavano allenando sotto la guida di madama Bumb. In quel momento decise di uscire allo scoperto «ciao ragazzi, salve madama Bumb. Allora Hermione è questa la ragione dei tuoi lividi?» chiese mentre tutti la guardavano stupiti, «Tonks cosa ci fai qui? Ci hai spaventati a morte!» disse Hermione, «mi dispiace, ero solo preoccupata per te. Ok, ok lo ammetto ero anche curiosa di sapere cosa stavi nascondendo. Ma la curiosità fa parte del mio lavoro.» rispose leggermente imbarazzata «ok va bene, ti racconteremo tutto ma devi promettere di non dire niente a nessuno.» disse con aria severa Hermione, «va bene lo prometto» disse solennemente Tonks. Hermione le raccontò tutto del loro progetto di creare una squadra di Quidditch per il torneo estivo, era stanca di sentire sempre parlare Harry e Ron di quanto fossero bravi, e così con la complicità di madama Bumb aveva radunato alcuni ragazzi delle diverse case che per anni erano stati rifiutati dalla squadre “ufficiali”. Così nacquero i dilettanti alati. «devo dire che siamo migliorati molto anche se dobbiamo ancora mettere a punto alcune cosine», disse guardando due ragazzi vestiti da battitori, Colin Canon di grifondoro e Alex Jerris di corvonero, i quali dovevano ancora perfezionare la mira con cui rilanciavano i bolidi.

Tonks l’ascoltò molto attentamente ma non poté fare a meno di ammirarla per tutto quello che aveva messo in atto in così poco tempo, «capisci perché non voglio che Harry e Ron sappiano di questa cosa? Ci prenderebbero solo in giro. Come anche il resto della scuola» disse Hermione abbassando lo sguardo «sì capisco benissimo, e ti assicuro che con me il vostro segreto sarà al sicuro, ma se vi serve una mano io sono disponibile. E comunque cerca di fare qualcosa per quei lividi ok?» disse Tonks con un sorriso «Davvero vuoi darci una mano? Sarebbe fantastico! Beh si in effetti i lividi sono un pochino vistosi. Domani andrò da madama Chips per sistemarli». Così dicendo si rimisero tutti al lavoro, compresa Tonks che, preso un manico di scopa si mise a volteggiare tra i vari ragazzi della squadra per insegnare loro qualche trucco che si usavano spesso quando lei andava a scuola.

In quello stesso momento al castello, Remus andò nella sua vecchia aula di difesa contro le arti oscure, quanti ricordi in quel luogo. Passeggiando tra i banchi non poté fare a meno che ripensare a quando era stato un professore a tutti gli effetti, quante cose erano successe quell’anno. Aveva rivisto Harry, aveva avuto la conferma che Sirius non aveva affatto ucciso James e Lily. Proprio come allora dentro di sé sapeva che Sirius era innocente, ora aveva la sensazione che non fosse morto, solo non sapeva come tornare indietro, e questo era una pensiero fisso nella sua mente e nel suo cuore.

A distrarlo dai suoi pensieri furono Harry e Ron «Lupin..Professor Lupin?» disse Harry titubante «chiamami pure Lupin, non sono un vero e proprio professore. Come avete fatto a trovarmi» rispose Remus, poi si girò e vide che teneva in mando la mappa del malandrino «a capisco..» disse abbozzando un sorriso «Lupin come mai sei qui?» chiese incuriosito Ron «vecchi ricordi. Piuttosto voi perché mi cercavate?» chiese loro, i due amici si guardarono imbarazzati, poi Harry parlò «vedi, non per mettere in dubbio le tue parole ma.. ma secondo me c’è dell’altro.. perché tu e Tonks siete venuti qui? Cioè Hogwarts non mi sembra il posto ideale per trascorrere una vacanza..» disse tutto d’un fiato «sospettavo che tu non fossi ancora del tutto tranquillo su questo punto. Mi dispiace deluderti ma il motivo del nostro arrivo qui è proprio una vacanza. Non starò qui a spiegarvi i motivi per cui siamo venuti qui, vi basti sapere che una vacanza era necessaria per entrambi per evitare di compromettere il nostro lavoro per l’ordine. Non nego che la situazione fuori dalle mura del castello è preoccupante e di sicuro due paia di occhi in più anche qui sono sempre utili. Ma voi non dovete assolutamente preoccuparvi, pensate solo a divertivi, ne avete tutti i diritti dopo tutto quello che è successo…» disse voltandosi e dando loro le spalle naturalmente alludeva alla scomparsa di Sirius ma non voleva far vedere a Harry e Ron quanto gli facesse male ripensarci. «capisco Lupin. Mi dispiace d’aver dubitato delle tue parole è solo che mi sembrava così strano… vedervi qui e pensando a quello che succede fuori dal castello.. mi sembrava tutto troppo sospetto» disse Harry mortificato per aver dubitato così di lui, «lo capisco Harry, anche io avrei reagito come te. Ma ora ditemi come procedono gli allenamenti per il torneo? Siete pronti a dare battaglia alle altre squadre?» disse Remus cercando di alleggerire l’atmosfera che si era creata, «certo! Siamo davvero una grande squadra e ci sono ragazzi di tutte le case compresa serpeverde, ci avresti mai creduto?» disse Ron «dici davvero? Grifondoro e serpeverde che giocano nella stessa squadra? Wow sarà da scrivere negli annali della scuola» disse ridendo Remus «è vero ma devo ammettere che Toyron se la cava bene come cacciatore» disse a sua volta Harry, «mi fa piacere sentirti dire queste cose, devo dire che Silente ha avuto una gran bella idea» disse Remus «sì, hai ragione, ora però non ci resta che vincere il torneo» disse Ron «ben detto Ron» disse Harry «vedo che siete agguerriti allora non mi resta che dire vinca il migliore, sapete mi hanno nominato giudice di gara devo essere imparziale» disse Remus «davvero sarai tu il giudice? Io pensavo che fosse Madama Bumb» disse stupito Harry «lo pensavo anche io. Si vede che avrà da fare altre cose» rispose Remus, «già, sarà così..» disse ancora Harry.

Remus, Harry e Ron rimasero per circa due ore nell’aula di difesa contro le arti oscure a parlare di strategie di gioco e dei possibili avversari. Quando si lasciarono per andare a letto ormai si era fatto piuttosto tardi.

Mentre saliva tranquillamente le scale Remus si scontrò con Tonks che invece andava piuttosto di fretta «ehi dove corri così di fretta?» disse Remus mentre cercava di rialzarsi dopo che Tonks l’aveva urtato facendolo cadere «oddio scusami Remus non ti avevo proprio visto. Sai che io di solito vado sempre di fretta anche senza motivo» disse Tonks «sì lo so bene, peccato che poi arrivi lo stesso in ritardo..» disse sorridendo Remus, «spiritoso..» disse Tonks mentre lo aiutava a rialzarsi. Quando Remus fu di nuovo in piedi si guardarono negli occhi, in quel momento Tonks pensò che Remus avesse dei bellissimi occhi, ma resasi conto di fissarlo un pochino troppo intensamente distolse lo sguardo «bene vedo che sei ancora tutto intero. Dove stavi andando?» disse cercando di distogliere i suoi pensieri dagli occhi di Remus «veramente stavo andando in camera mia, ho appena affrontato un lungo discorso con Harry e Ron. Veramente all’inizio sembrava più un interrogatorio, sai non erano convinti che fossimo qui solo per una vacanza» disse ripensando a quello che si erano detti due ore prima, «ci avrei scommesso, ormai lo sappiamo bene com’è fatto. Ma spero che ora si sia convinto» chiese speranzosa, «sì certo. Pensa che per il resto del tempo ci siamo messi a parlare di Quidditch e del torneo estivo. Credo che abbiano buone possibilità di vincere» disse mentre insieme si dirigevano verso le rispettive camere, «non ne sarei così sicura..» disse quasi bisbigliando Tonks, «cosa vorresti dire? Hai sbirciato le altre squadre mentre eri fuori?» chiese incuriosito Remus, «no, assolutamente, è solo che in queste cose non si sa mai, il Quidditch è un gioco imprevedibile. Ma piuttosto come fai a sapere che sono uscita questa sera?» chiese sospettosa, «beh ecco, a fine cena sei sparita, non sei tornata nemmeno per i giochi serali, ho pensato che fossi uscita dal castello» disse Remus cercando di dare alla sua voce un tono convincente, «sì in effetti sono uscita per fare quattro passi, mi è sempre piaciuto girare per il parco di notte anche se era proibito» disse Tonks, anche lei cercava di dare alla sua voce un tono convincente, «sì ti capisco benissimo». Erano ormai giunti davanti alle rispettive camere ma nessuno dei due sembrava intenzionato ad entrare, In quel momento Remus si ricordò delle strane sensazioni che l’avevano assalito quando si era svegliato abbracciato a Tonks quella famosa mattina. Non si era mai sentito così bene, avrebbe voluto stringerla a sé ancora una volta, e poi un'altra ancora. D’un tratto tornò in sé, non sarebbe mai accaduta una cosa simile, doveva smettere di pensarci «beh si è fatto tardi. Domani sarà una giornata impegnativa, meglio andare a dormire» disse poco convinto, «sì hai ragione. Beh allora.. Buonanotte Remus» disse poco convinta anche lei «buonanotte Tonks» ed entrambi entrarono nelle rispettive camere.

Nessuno dei due quella notte dormì molto, i loro pensieri erano rivolti l’uno all’altra, come ormai accadeva sempre più spesso. Ormai era chiaro che non si trattava di semplici cotte, ma di qualcosa di più profondo, anche se ne Remus ne Tonks volevano ammetterlo.

   
 
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