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Autore: cupidina 4ever    30/10/2010    4 recensioni
“Oh, tranquilla. Faccio molto più esercizio di quanto tu possa credere, Mezzosangue.” “Se ne hai bisogno, sai dove trovarmi. Sono sempre disponibile per te, Granger.” Una conversazione nelle cucine può diventare qualcosa in più rispetto ad una normale conversazione nelle cucine. E le insicurezze e la rabbia di poco prima posso svanire nel nulla così come sono arrivate.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Disclaimers: Harry Potter, nomi, personaggi e luoghi sono sotto copyright della Warner Bross e appartengono interamente a J.K. Rowling. I fatti narrati sono esclusivamente frutto della mia fantasia. Non è scritta a scopo di lucro.

Il pezzo della canzone finale è "Revenge" dei 30 Secondos To Mars.

Ringrazio tutti coloro che continuano a leggere le altre due mie One Short, ossia Sotto le Stelle e Vizio del Gioco. Grazie mille. Grazie a chi continua a leggere Moon & Mars. Il capitolo arriverà entro breve.

Grazie,

B.

 

Occhi di Porcellana

 

 

- POV Draco –

 

Maledizione!

Imprecai silenziosamente nel cuore della mia fredda stanza posta nei Sotterranei di quella topaia di scuola ricordandomi solo in un secondo momento della mancata presenza del mio compagno di stanza, Blaise, perchè occupato in mansioni decisamente più appaganti. Maledetto lui che riusciva a trovare ovunque una ragazza che ci stesse alle sue avance poco velate. Non che fosse un playboy da non far dormire le fanciulle di notte ma aveva il suo bel stuolo di donzelle che lo seguivano ovunque andasse, perfino a lezione, sotto gli sguardi attoniti dei professori e quelli irritati degli altri ragazzi delle altre Case. Tutta invidia considerando che il numero uno, in assoluto, ero solo io. Modestia a parte, nessuna sapeva resistermi.

Nessuna non proprio.

C’era solo una persona che sosteneva con tutte le sue forze di non provare,se non odio alla stato puro, alcun sentimento nei miei confronti, di non sentire una forte scarica elettrica ogni qualvolta i nostri sguardi si congiungevano, di non avvertire una strana sensazione, come un nodo, alla base dello stomaco che non consentiva di spiccicare parola. No. Lei no. Sosteneva, assieme ai suoi amici Potter e Lenticchia, di esser migliore del sottoscritto in qualsiasi campo pur essendo una semplice Mezzosangue, di non dover dimostrare nulla a nessuno, tanto meno dar spiegazione sul suo sangue impuro ad uno legato proprio a quelle teorie che tanto seguiva mio padre. Non che fossi migliore di lui ma su certe cose avevo un’idea completamente differente dalla sua. Ebbene si: tutti pensano che il sottoscritto non abbia le palle per ribellarsi al suo volere ma non è affatto vero, anche perché se non avessi tirato fuori gli attributi sarei divenuto un Mangiamorte come desideravano lui e mia zia Bellatrix da molto tempo. Fortunatamente, dipende dai punti di vista, non è così. Avevo preso il suo cognome, non le loro convinzioni strampalate sul valore di un sangue ritenuto puro o poter appartenere ad una famiglia con una barca di soldi da far invidia a chiunque persona presente sulla faccia della Terra che conoscesse,anche solo di fama, la mia famiglia. Nessuno si sarebbe mai avvicinato al sottoscritto senza sapere quali potessero essere le conseguenze di una parola sbagliata.

Lei, per quanto mi costi ammetterlo, se ne fregava altamente: non aveva peli sulla lingua quando doveva esternare la sua opinione su qualcuno che non le andasse propriamente a genio; non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da boriosi Purosangue come il sottoscritto; non perdeva occasione di avere l’ultima parola in merito a qualunque argomento, come se sentisse il bisogno spasmodico di concludere solo e quando lo diceva lei una conversazione; non le importava nulla della fama del suo amato migliore amico, ossia Harry Potter, e delle voci che giravano su probabili tresche a tre con Lenticchia; non ascoltava le parole degli altri ragazzi, invidiosi della sua intelligenza e della sua innata capacità di primeggiare in qualunque campo ma si faceva bellamente i fatti suoi, adempiendo solo gli incarichi che le venivano assegnati dai professori o da adulti.  Lei era l’unica ragazza, all’interno della scuola, in grado di farmi passare quei maledetti cinque minuti d’inferno quando la incontravo per i corridoi o i nostri sguardi s’incontravano in Sala Grande. Lei era l’unica persona in grado di farmi perdere il sonno la notte. In così poco tempo aveva ottenuto sulla mia mente e sul mio corpo, soprattutto, un controllo quasi spaventoso, come se mi avesse fatto una sorta di magia per controllare ogni mio singolo gesto che fosse mirato verso di lei.

Lei mi aveva completamente stregato.

Com’era accaduto non so spiegarmelo e non voglio assolutamente saperlo, ma sta di fatto che qualcosa in me era cambiato e tutto a causa sua.

Allungando la mano destra a tentoni sul comodino in cerca del mio pacchetto di sigarette mi accorsi di possedere un oggetto che non mi apparteneva, un oggetto che ero riuscito a sottrarre proprio alla persona padrona dei miei pensieri e dei miei sogni, la stessa che non mi permetteva di compiere alcun gesto senza che pensassi a Lei in ogni momento della giornata. Era diventata una sorta di droga a cui non avevo neppure avuto  un occasione per assaggiarla.

Maledizione!

Quando serviva qualcuno con cui parlare, confidarsi un attimo non c’era mai nessuno disponibile! Che amici ingrati, veramente.

Blaise, poi!

Mi lasciava a crogiolarmi nel momento del bisogno tra i miei mille dubbi, le mie ansie da bambinetto inesperto mentre lui si rigirava tranquillamente tra le lenzuola di chissà quale sciacquetta da due soldi trovata al primo angolo di un corridoio senza pensare al suo migliore amico intento a combattere contro i miei costanti sogni, quelli che non mi permettevano di chiudere occhio la notte senza risvegliarmi con il bisogno spasmodico di correre in bagno per placare quell’insoddisfazione che mi divorava ora dopo ora. Mi sentivo peggio di un ragazzino quando dovevo sgattaiolare in bagno ad ore impensabili della mattina per non farmi beccare dal mio adorabile migliore amico ed esser sfottuto per il resto della mia vita ▬ non mi avrebbe più permesso di condurre una degna esistenza se avesse saputo cosa ero costretto a fare per soddisfare quel desiderio implacabile che avevo da ormai troppo tempo verso la famosa Mezzosangue ▬.  

Presi il cerchietto d’argento tra le mie dita, giocandoci nervosamente sperando di riacquistare il sonno perduto ma era tutto dannatamente inutile: peggio di un incantesimo lanciatomi da Potter o Lenticchia, la cosa stava diventando spaventosamente preoccupante e ne andava seriamente a rischio la mia sanità mentale! Come si poteva far finta di nulla quando un solo sguardo, un solo sorriso, seppur non rivolto al sottoscritto, una sola parola erano in grado di mandarmi nel paese dei sogni senza possibilità di ritorno? Ero davvero un caso disperato. Speravo solamente che nessuno spifferasse qualcosa in giro o la mia reputazione da inguaribile single, donnaiolo sarebbe andata a finire dritta dritta nel cesso di Mirtilla Malcontenta!

- “Cazzo” – urlai in preda alla rabbia e alla frustrazione, fregandomene altamente se qualcuno dei miei vicini avrebbe potuto sentirmi e svegliarsi: nessuno avrebbe osato venirsi a lamentare, non sapendo chi fossi e cosa potessi fare quando ero arrabbiato, o solamente irritato da qualcosa! Meglio non mettersi contro il sottoscritto. Era solo un consiglio ma era meglio tenerlo presente ogni qualvolta che sarei stato di cattivo umore.

Ormai sicuro di non poter più dormire, non almeno se avevo quel pensiero fisso in testa a negarmi qualche ora di ristoro, mi alzai dal mio letto, mi infilai pantaloni dismessi e una camicia ed uscii dalla stanza, sperando di riuscire a distrarmi un attimo e poter dormire qualche ora prima di incominciare una nuova massacrante giornata in mezzo a Gryffindor e stupide ragazzine che cercavano d’ingraziarsi la mia amicizia nella vana speranza di diventare qualcuno d’importante all’interno della scuola, magari soffiare proprio la posizione privilegiata della Granger, cosa assai impossibile poiché tutti sapevano come si fosse procurata tanto potere e quanta fatica avesse dovuto sprecare per arrivare così in alto, tutto per esser dimenticato nel giro di qualche mese, il tempo necessario prima della fine del nostro ultimo settimo anno scolastico e l’inizio della vera vita fuori da queste quattro vecchie mura.

Come un serpente che si rispetti, scivolai fuori dal mio Dormitorio, avventurandomi nel buio pesto dei corridoi della scuola, rispettosa alle regole imposte dal vecchio preside, facendo attenzione a non farmi beccare da quel gattaccio pieno di pulci di Gazza: chi avrebbe sentito mio padre se mi fossi cacciato in qualche guaio solo per distrarmi un po’ dal pensiero rivolto all’ultima persona a cui si potrebbe mai immaginare? Preferivo non sperimentarlo. Era meglio di no!

Ignorando bellamente i divieti disseminati per i corridoi di non fumare all’interno della scuola mi accesi una sigaretta, una di quelle prodotte direttamente dalle manine fatate del mio compagno di stanza, e aspirai con avarizia, beandomi della sensazione di pace e di momentanea tranquillità creatasi attorno a me, dove tutto e tutti non rappresentavano un ostacolo al mio intento ed al mio desiderio di avere ciò che mi era proibito: Lei. Non mi ero mai posto alcun problema nell’ottenere ciò che volessi, anche perché mi bastava solamente pronunciare il mio cognome che subito mille porte si aprivano davanti ai miei occhi, ma il pensiero di non poter allungare una mano verso quell’angelo venuto dal cielo solo per farmi vedere la luce, la purezza dell’animo non corrotto dal peccato, la meraviglia della perfezione assoluta mi mandava letteralmente in bestia, come se mi sentissi le mani legate con una corda stretta fino a farmi sanguinare i polsi col mio stesso sangue puro. Se solo Lei fosse consapevole dell’effetto che riusciva a scatenarmi dentro non appena varcava la soglia di un’aula o si presentava con i suoi due fidi amici, Potter e Lenticchia, al seguito, si sarebbe sicuramente trasferita in qualche altra scuola, probabilmente per la vergogna e l’infinito senso di pudore che la contraddistingueva da tutte le altre ragazze, cento volte di più rispetto ad una primina! Nessuno era come Lei e la cosa iniziava a farmi impazzire, e tutto perché mi era negato, sia per la Casa a cui appartenevo, sia al mio cognome, sia al mio sangue ed alle sue ▬ pessime,tra l’altro ▬ amicizie, anche solo il poter pensare di avvicinarmi ad una persona tanto diversa dai canoni imposti dalla legge del mio mondo, dove nessuno guarda in faccia nessuno. Il solo sentirmi tanto stretto, così impossibilitato da tante futili cose che non potevo neppure far finta di nulla e seguire,come avevo sempre fatto, il mio istinto: il mio corpo mi diceva di fare come volevo, di fregarmene altamente di ciò che avrebbe pensato il mondo intero ma la mia ragione, ciò che più odiavo da ormai qualche anno a quella parte, mi frenavano sempre ogni qualvolta mi trovassi a qualche centimetro dal suo corpo, caldo e perfetto per i miei occhi, senza nessuno che ci potesse interrompere. Tutto era così maledettamente contro di noi, contro i miei nevasti sentimenti per una ragazza maledettamente sbagliata per un ragazzo come il sottoscritto, eppure non me ne importava più di tanto, o almeno era quello che continuavo a credere nel più profondo del mio cuore di ghiaccio rivolto solo a quella ragazza dai mille boccoli color dell’ambra e quegli occhi magnetici a cui i miei occhi si andavano ad incatenare ogni qualvolta avevo la possibilità di studiarli senza subire alcuna conseguenza, ne fisica ne psicologica da parte sua o dei suoi amici strampalati.

Continuai a vagare in lungo ed in largo, come un anima in pena desiderosa di pace, quando un singhiozzo strozzato ed un epiteto poco carino ▬ forse per gli altri ma per il sottoscritto era normale routine parlare in quel modo! Al diavolo il sangue puro e la nobiltà: ero pur sempre un ragazzo,no? Tutto mi era concesso, che fossi o meno Draco Lucius Malfoy! ▬ arrivò alle mie orecchie e riconobbi subito la voce di colei che pronunciò quelle parole.

Lei.

Nessun altro poteva essere. Avrei,addirittura, messo una mano sul fuoco e scommesso che era lei, non avevo alcun dubbio. Ormai ero così assuefatto da lei, dal suo viso, dal suo sorriso, dal suo profumo che non potevo assolutamente non conoscere un particolare del genere del suo carattere.

Il problema, se così poteva esser chiamato, era il fatto che lei non aveva mai pianto, non almeno davanti a qualcuno che avesse potuto utilizzare la sua debolezza come punto a suo favore, e la cosa, da quanto potevo vedere, aveva i suoi effetti. Il suo corpo era scosso da mille singhiozzi, il viso, rigato dalle lacrime copiose ed implacabili che continuavano a scendere senza alcun remore, era stravolto dalla rabbia, dalla pena, dall’umiliazione a cui doveva dar conto. La fiera Gryffindor era stata sconfitta da qualcosa di molto più grande della sua volontà d’animo e del suo coraggio rosso-oro, non era riuscita a tener testa a quel piccolo particolare chiamato cuore. Anche lei, come il sottoscritto, non aveva mai fatto fede al proprio organo, non si era mai interessata a ragazzi o cotte adolescenziali ma si era sempre preoccupata della scuola e della propria famiglia, mettendo tutto il resto in secondo piano, del resto come avevo fatto anche io fino al momento in cui capii di star sbagliando tutto.  Non era così strano pensare alla Mezzosangue innamorata ma non era mai capitato e,sinceramente, la cosa mi dava una sicurezza in più sulla possibilità di avvicinarmi a lei non come il solito nemico etichettato anni prima senza alcun rimorso ma di esserle amico, di conquistare la sua fiducia per poi rubarle brutalmente il cuore come lei aveva fatto con me senza che me ne accorgessi. Non era una sorta di vendetta ma d’insegnamento per una ragazza che a quasi 18 anni non aveva mai baciato nessuno. Una sorta di professore sull’amore? No. A me interessava solo averla tra le mie braccia, di poterla baciare senza importarmi di ciò che potrebbe pensare la gente, di passeggiare amabilmente per i corridoi della scuola senza tener conto degli altri, dei professori e del Preside. Volevo solo fare di testa mia e nessuno, ma proprio nessuno, me lo avrebbe impedito.

Rimasi immobile dietro alla parete che mi divideva dal suo corpo per circa un’oretta, aspettando il momento adatto per poter scivolare nel suo campo visivo e renderla consapevole della mia presenza ma non feci nulla di tutto ciò: semplicemente rimasi a contemplarla, catturando ogni minimo particolare del suo carattere ed assimilando quale fosse il motivo di tanto sconforto per la Regina del mio cuore di Ghiaccio. Non che non avessi il coraggio per mostrarmi ma non volevo rompere il suo momento di solitudine, di riflessione personale per capire cosa avesse sbagliato ▬ o chi avesse sbagliato ▬ per meritarsi un simile trattamento. Aveva bisogno della sua privacy, di navigare nel suo dolore personale ed io non avrei fatto proprio nulla per impedirle di farlo. Ma se avessi avuto tra le mani quel figlio di puttana di Weasley..  era meglio per lui pregare di non incontrarmi per almeno un mese se non voleva finire in infermeria per tutto il resto della sua vita. Era solo una grandissima testa di cazzo che non aveva capito nulla del valore della Mezzosangue,del suo immenso splendore e dell’enorme possibilità che aveva avuto, e che aveva sprecato, per diventare una persona migliore. Meglio così: ne avrei approfittato io!

Gettai un sguardo verso l’orologio che portavo al polso per vedere che ora fosse quando la mia attenzione venne trattenuta da un foglio vicino all’angolo della porta. Riconobbi immediatamente la carta rosa del diario segreto della Mezzosangue, quel piccolo libricino che si portava fedelmente dietro da quando aveva messo piede in quella scuola, e, per un riflesso incondizionato, mi inginocchiai a raccogliere il foglietto, infilandolo nella tasca esterna dei jeans e, gettato un ultimo sguardo alla sua figura rannicchiata per terra e scossa dal pianto, voltai le spalle alla stanza  per andarmene da quel posto,lasciandole tutta l’intimità e il silenzio di cui aveva bisogno.

Non aveva alcuna intenzione di irrompere in alcun modo nel suo momento di pace e di tranquillità, momento di cui aveva un bisogno stremato, per farmi gli affari suoi ▬ o per meglio dire di ciò che non mi avrebbe detto dato il suo infinito orgoglio da perfetta Grifondoro ligia alle regole ▬ e per farmi dire su come se fossi stato un ladro colto in fragrante. Non aveva alcuna intenzione di rovinare tutti i passi avanti che avevo fatto, di mandare al diavolo tutto per un po’ di desiderio represso da ormai ▬ sfortunatamente ▬ troppo tempo per esser nascosto così facilmente e per un mucchio di ormoni imbizzarriti come dei cavalli selvaggi. Oh no. Non lo avrei fatto. Questo avrebbe significato tornare al punto di partenza, ricominciare tutto dall’inizio, dover ricostruire quel minimo di fiducia che ero riuscito a stabilire tra noi e non lo avrei fatto per una cavolata del genere, neanche tra mille anni se avessi dovuto aspettare tanto per averla tutta per me!

La guardai ancora, seppellendo ogni più recondo e primordiale istinto del mio essere per lasciar trapelare il mio buon senso ed il animo nobile ▬ per quanto un fottuto bastardo come il sottoscritto ne possa avere ▬ da giovane ragazzo coscienzioso, per poi abbandonare la scena, lasciandole solo un piccolo ricordo del mio passaggio: insieme al mazzo di rose gialle e bianche, poste nel vaso di porcellana sul mobiletto prima dell’entrata nella cucina della scuola, lasciai una rosa verde ed argentata,il simbolo di noi Serpeverde.  Sapevo benissimo che ogni sera, prima di ritornare nella sua stanza, si fermava ad ammirarle poiché le ricordavano la madre scomparsa durante la Grande Guerra, una famosa botanica babbana strappata rudemente dal pianeta per i sporchi piani del Lord Oscuro pensando bene di andare ad indebolire proprio quella che era considerata l’anello debole del famoso Trio dei Miracoli, perciò ero più che sicuro che avrebbe capito che l’avevo vista e che, per puro rispetto,non avevo osato avvicinarmi a lei ed al suo,innocente e profondo, dolore di una ragazza oltraggiata e presa in giro dal ragazzo che credeva di amare e per aver perso l’unico punto sicuro della sua vita. Purtroppo non avevo avuto l’occasione per conoscere che donna straordinaria e magnifica fosse sua madre per aver dato alla luce una ragazza come la Mezzosangue ma sono più che sicuro che anche lei, come il sottoscritto, è orgogliosa di avere una ragazza tanto coraggiosa,forte e determinata in ciò che fa, una ragazza pronta a dar tutta se stessa alle cause in cui crede fortemente e per cui da la pena di lottare senza esclusione di energie. Era assolutamente la gemma più preziosa tra tutte e niente e nessuno avrebbe potuto ribattere il contrario!

Non appena mi assicurai di non esser visibile dalla postazione in cui mi trovavo agli occhi della Mezzosangue, tirai fuori il foglietto di carta rosa della Gryffindor e lo lessi avidamente, imprimendomi nella mente ogni singola parola scritta con accurata precisione.

 

Umiliata. No, peggio.

Mi sembra di esser finita in un nuovo incubo in cui nessuno, neppure me stessa, può far nulla per aiutarmi a superare questo momento di estrema crisi. Harry e Ron non capiscono ciò che sto provando.

Ron tantomeno. Lui preferisce divertirsi con quella stronzetta della Brown piuttosto che starmi accanto e farmi capire quale sia realmente il valore della vita, il significato nascosto di questo infinito susseguirsi di anni,mesi,settimane,giorni, ore, minuti, secondi di cui non riesco a vederne una fine. Non ha ancora capito nulla di ciò di cui ho realmente bisogno e,sinceramente, la cosa mi risolleva. Grazie al suo comportamento ho riaperto gli occhi, ho capito chi fosse in realtà e perché, sotto al suo comportamento da bravo ragazzo, si nascondesse un vero mostro in grado di giocare con i sentimenti altrui senza avere un briciolo di decenza e compassione. Neppure per me, straziata dal dolore peggiore che un ragazzo possa mai sopportare con le sue sole forze. Non ha avuto un minimo di decenza ma è riuscito a calpestare i miei sentimenti come se fossi l’ultima delle persone che avesse bisogno d’aiuto ed io questo, sinceramente, non lo posso sopportare. Mi ha presa brutalmente in giro, giocando con il mio amore nei suoi confronti ed io, come la più stupida delle ragazzine innamorate e speranzose di esser ricambiate, mi sono lasciata trasportare senza alcun problema.  Che sia impazzita? Probabile, eppure potrò capire ed imparare molto in futuro per divenire una donna responsabile e coscienziosa. Ma con i miei errori chi riderà? Chi si sbeffeggerà delle mie sconfitte e  delle mie umiliazioni? Non che me ne importi qualcosa ma il solo fatto di esser stata presa in giro, di aver visto il mio dolore e la mia tristezza venir utilizzati contro me stessa mi strazia il cuore senza che possa far nulla per contrastare tutto ciò.

Ci sarebbe un modo? Come potrei non soffrire più il ricordo della persona più cara che avevo al mondo? Dove trovo il coraggio per far finta di nulla, per accettare la mia solitudine forzata e il dover combattere da sola contro il mondo intero? Di chi posso fidarmi e chi no? Ormai non sono più in grado di vedere la realtà con i miei occhi, ingannati da colui che ritenevo amico e confidente?

Il solo dover pensare di chi potrei continuare a fidarmi e chi no mi provoca un nodo allo stomaco di cui non riesco a conoscerne l’origine. Di chi potrei fidarmi? Nessuno in questo momento si sta dimostrando un vero amico, neppure coloro che,giorno dopo giorno,mi sono state accanto senza un minuto di sosta. Ed ora? Nel momento del bisogno si tirano indietro? Che amici sono se non sanno riconoscere i momenti di necessità da quelli quotidiani? L’unica vera persona che si sta mostrando sotto una luce completamente differente è l’ultima che avrei mai pensato: Malfoy. Non che abbia qualcosa contro di lui, se non il fatto di avermi etichettata solo per il mio sangue “non puro”, ma non mi sarei mai e poi mai aspettata un cambiamento così radicale da un ragazzo frivolo e senza obiettivi come lui. E poi, se devo dirla tutta, la prima volta che mi rivolse la parola senza offendermi ma solo per consolarmi stavo quasi per scoppiare a piangere. Era lui l’unica persona di cui avrei potuto fidarmi? Era così semplice dimenticare il passato per costruire un vero futuro con persone leali e comprensive?

Che sia un nuovo incubo? Chi mi assicura che Malfoy non voglia qualcosa in cambio per il suo essermi amico, del resto come tutti gli altri? Harry, Ron si sono dimostrati dei veri e propri bastardi, rivelandomi ciò che non avevo visto per tanti anni, col solo obiettivo di sfruttarmi per ottenere bei voti a scuola o copiare i compiti.

Ma lui? Che motivo poteva mai avere per dimostrarsi mio amico davanti a tutta la scuola, andando contro alle credenze della sua famiglia? Nessuno ignora il suo passato, le sue convinzioni e ciò che fece la sua famiglia ma ciò non vuol dire che sia uguale a loro: mi permetto di lasciare il beneficio del dubbio. Chi sono mai io per poterlo giudicare?

In fondo sono solo una stupida ragazzina che si è lasciata soggiogare come una pivella, senza che se ne accorgesse.

Il resto gusto amaro della rabbia e dell’umiliazione impastano la mia bocca, impedendomi di esprimere a parole ciò che provo nel profondo del mio cuore in tumulto. Vorrei tanto sfogarmi con coloro che più mi hanno inferto dolore ma non ci riesco perciò, con molta umiltà ed infinita rabbia, raccolgo i miei sentimenti su questo pezzo di carta, sperando di poter, un giorno, smettere di nascondermi dietro ad una maschera di falsità come tutti gli altri e mostrarmi per quella che sono.”

 

Rilessi più e più volte ciò che aveva scritto la Mezzosangue, pensando e ripensando a ciò che volesse dire in più punti. Che fosse stata tradita dai suoi amici, soprattutto Lenticchia, non era un mistero ma non immaginavo assolutamente che centrasse anche quello sfigato dello Sfregiato. Troppe persone avevano fatto soffrire la Mezzosangue senza un apparente motivo, gustandosi della sua fragilità e della sua poca forza, soprattutto dopo ciò che era accaduto a sua madre.

Strinsi con forza la mano destra fino a far sbiancare la pelle e trattenendomi a stento dall’andare a cercare quei due figli di puttana di Lenticchia e Potter e picchiargli a sangue per ciò che avevano fatto: non meritavano alcun perdono da parte della Gryffindor, neppure tra qualche anno. Loro si erano subdolamente approfittati della sua debolezza e della sua incapacità di prendere decisioni per tenderle un brutto tiro ed io, da buon bastardo Serpeverde che si rispetti, avrei trovato un modo per ricambiar loro il favore a nome e per conto della Mezzosangue. Il problema era farlo senza che lei venisse a conoscenza del mio piano: ero più che sicuro che me lo avrebbe impedito a priori, seppur non rappresentassi proprio il canone di amicizia che si aspettava, perciò dovevo farlo a sua insaputa.

Tramare nell’ombra.

 In fondo era ciò che a noi Slytherin veniva meglio perciò non doveva esser un grande problema per uno come il sottoscritto.

Che volesse o meno, lei non sarebbe venuta a conoscenza di nulla, né dalla mia bocca né da quella di Lenticchia e dello Sfregiato se non volevano finire direttamente all’altro mondo.

Da quando ti interessa la Mezzosangue?    

 

È vero. Da quando. Tutto ciò mi sembra assolutamente irreale. Mai prima d’ora mi era capitato di proteggere un ragazza, tanto meno una Mezzosangue Gryffindor ma le cose, volente o meno, dovevano subire una svolta. E che svolta!

  Da quando ti interessa la Mezzosangue?    

                                   

Da quando avevo capito di non poter continuare a vivere nella solitudine più assoluta e lasciare che il gelo del mio cuore divorasse la mia anima. Già la mia infanzia era stata costernata da violenze psicologiche da parte di mio padre e della più totale indifferenza di mia madre e il solo pensiero di poter vivere anche da adulto una situazione simile mi mandava in bestia. Non pretendevo nulla ma solo il diritto di cambiare e di farmi conoscere per ciò che ero veramente e non per come mi comportavo nei corridoi o in Sala Grande. E chi persona migliore di lei avrebbe percepito il mio reale potenziale, ciò che nascondevo con grande gelosia nel mio cuore?

Nessuno.

 

“ ...One day I'll return, the chosen one under God
The day goes on, wreaking havoc inside
Will get my
Revenge Revenge Revenge Revenge…”
  

     

 

 

Risposte alle Recensioni Precedenti:

 

 _Lethe : Grazie mille per esserti fermata a leggere la mia storia. Eh si. L'idea del tatuaggio mi ronzava da un po' per la testa perciò ho decisa di usarla qua. Per Moon&Mars.. mi dispiace esser così in ritardo ma mi farò perdonare ^^ A presto.

 

 hermione12 : Grazie per aver recensito e letto. In effetti sarebbe un ottimo prologo ma ho preferito farla sotto forma di Short. Spero che il risultato sia comunque accettabile ^^ Grazie mille per avermi messa come autore preferito. é un vero onore. A presto. 

 

  _zafry_ : Ti ringrazio per aver letto tutte le mie storie. Mi fa immensamente piacere che ti siano piaciute ^^  Spero ti sia piaciuto anche questo.A presto.

 

__PoMeLLa : Grazie per i complimenti! Ne sono lusingata. L'idea del Malfoy che consola ( e tutto a modo suo) era troppo bella per non metterla perciò.. ecco il risultato! Spero ti piaccia anche questo. A presto.

 

 Francyna93 : Grazie per aver letto e recensito. Sono contenta di esser riuscita a dare un senso a ciò che ho scritto. Spero che ciò riguardi anche questo. A presto.

   
 
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