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Autore: Teanni    07/11/2010    5 recensioni
Piton è sopravvissuto all'attacco di Lord Voldemort, grazie ad uno sfacciato colpo di fortuna e ad un certo Signor Paciock.
Ma il fato è crudele: costretto a letto, deve sopportare la presenza di una giovane donna irritante che lo odia profondamente.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il principe felice
traduzione a cura di besemperadreamer

A/N: Questa è la fine la fine del nostro viaggio, e CHE viaggio. Grazie, anti_social_ite per avermi fornito ispirazione e incoraggiamento! Hai fatto uno straordinario lavoro di revisione.

Abigail era seduta nella comoda poltrona di cuoio davanti allo scrittorio di Severus, leggendo un libro in attesa che lui finisse di correggere dei temi. Ogni tanto, la sua attenzione veniva attratta dalle occasionali imprecazioni dell’uomo, che la portavano a guardare al di sopra del bordo del suo volume. A volte i loro occhi si incontravano e lo sguardo di lui, soffermandosi sulla sua esile figura, si ammorbidiva appena.

La scena era oscenamente familiare, ma Abby non se ne curava più di tanto, perché nella sua vita non si era mai sentita così bene. Vero, vivere nei sotterranei di un antico castello pieni di spifferi, e abitato da rumorosi adolescenti, non era esattamente l'idea di una vita perfetta, ma per lei ci si avvicinava dannatamente.

Da quando si era trasferita da lui, avevano avuto occasionalmente dei contrasti. D'accordo, avevano discussioni più che di tanto in tanto. Insorgevano ad intervalli ragionevolmente normali, ma non erano mai serie. E ruotavano spesso intorno a stupidaggini quotidiane. Lei pensava in verità che i loro battibecchi servissero a scaricare lo stress accumulato, e anche la pace che facevano sempre subito dopo, fosse molto rilassante.

La sensazione dei suoi occhi penetranti addosso la fece riemergere dalla sua fantasticheria. Abbassò il libro per guardarlo interrogativa. “Non so se sentirmi lusingata oppure preoccupata che tu mi stia fissando da almeno cinque minuti buoni."

“Non ti stavo fissando."

“Uuuu, amore! A volte mi domando perché mi sono innamorata di te. Sei così dolce."

Il suo commento ottenne in risposta un sorrisetto diabolico. “Veramente, ero più interessato al tuo libro. Sembra che tu sia determinata a non lasciar cadere l'argomento."

“Che argomento?" chiese con fare innocente, provando a procrastinare l'inevitabile.

Lui posò la penna d'oca, appoggiandosi, comodamente, sullo schienale della sedia. Era segno che quella conversazione avrebbe preso un bel po’ di tempo. “Sai perfettamente di cosa sto parlando. Stai ancora cercando di trovare una spiegazione a quello che è successo."

“Francamente, non riesco a capire perché hai lasciato stare subito l'intera questione. In particolare qualcosa di così grosso come quello che abbiamo passato. In genere, tra noi due, sei tu che non trascura mai niente."

“Legami nei sogni, l'uso della magia subcosciente, beh, tutte queste teorie suonano terribilmente costruite, non trovi?" Gli chiese, facendo scorrere il dito indice sopra il suo labbro superiore, soprappensiero.

“Sì, lo so. Ma onestamente, riesci a fornire una migliore spiegazione per… beh, per tutto quanto?" mise da parte il libro, posandolo sul pavimento vicino alla sedia. Il sostegno della vecchia poltrona stridette appena quando si lei mosse.

“Bene, te lo concedo. Quindi, cosa sei riuscita esattamente a scoprire?" la guardò con grande aspettativa, riservandole il suo migliore arrogante sguardo da professore "sono-più-intelligente-di-te".

Lei esitò un attimo, perché per quanto plausibile potesse apparire la sua spiegazione, spiegata ad alta voce, suonava stupida persino alle sue stesse orecchie.

“D'accordo," sospirò Abigail. “La teoria è molto', ripeto molto "figli dei fiori", quindi anche se pensi che sia completa spazzatura, potresti per favore ascoltarla fino in fondo prima di smontarla pezzo per pezzo?" Lui sollevò un sopracciglio, ma le fece segno di continuare.

“Ok… bene, ottimo. I babbani pensano che quando due persone sono molto vicine..." Lui stava per commentare, ma lei sollevò l'indice in segno di ammonimento per zittirlo.

“Ricordi? Avevi promesso di fare il bravo. Dove eravamo...ah, già, quando sono molto vicini, come ad esempio madre e figlia o marito e moglie, e accade qualche cosa di terribile ad una persona, l'altra, non si sa come, lo sa. Questo libro dice che è perché condividono un legame mentale."

Avendo spiegato quella parte della teoria, smise di impedirgli di esprimere la sue critiche. Se non l'avesse fatto, aveva imparato, sarebbe diventato soltanto impaziente e più acido.

“Vedi, la tua piccola teoria ha già una falla. Noi non ci conoscevamo neppure ai tempi, perciò come sarebbe potuto esserci un legame?" disse, incapace di mantenere una nota di compiacimento nella voce.

“Ottima osservazione. Anche io ci ho pensato su un bel po’. Forse perché le nostre situazioni erano molto simili, quel giorno. Cioè, beh, non so tu, ma per me non poteva andare peggio. Non credevo di uscire viva da quella situazione." fece una pausa, sentendosi vulnerabile e piuttosto ridicola nel pronunciare ad alta voce il resto della frase, ma lo fece ugualmente. “In tutta l'onestà… mi aspettavo di morire quella notte."

“Capisco," disse lui.

“Come te, presumo." Non c’era esattamente un punto interrogativo alla fine della frase.

“Sì," rispose semplicemente.

“Beh, ecco qua la tua spiegazione."

“Molto forzata," osservò sprezzante.

“Forse, ma me ne sai dare una migliore?"

“No, non me ne viene in mente nessuna," Severus concesse, “Sentiamo, quindi, il resto di questa tua insensata teoria."

“E’ molto gentile da parte tua, grazie," nei suoi occhi si poteva scorgere una scintilla pericolosa, mentre continuava. “Comunque, non ti sembra poco probabile che due persone si trovassero quasi nella medesima situazione, nello stesso istante? Non avresti voluto che io avessi desiderato un'altra possibilità allora? Io so con certezza che l'avrei fatto."

Il suo silenzio parlò più di mille parole, e così lei si astenne dall'affondare maggiormente il coltello nella piaga.

“Allora mi dica, carissima signorina Carter, come sono riuscito a sopravvivere all'attacco di Nagini."

“Magia subcosciente."

“E come esattamente il tuo subconscio magico mi hai tenuto lontano dalla morte? Con la forza del desiderio, forse?" Per allora il suo tono si era caricato d'ironia pesante.

“Sì, è esattamente quello che penso. Dicono che i Babbani possono canalizzare una forza sconosciuta in situazioni di estremo bisogno. Una madre, per esempio, è riuscita a sollevare un'intera automobile per liberare i suoi bambini che vi erano rimasti bloccati sotto. Se queste cose accadono nel mondo Babbano, perché non potrebbero, nel mondo Magico?"

Lui buttò gli occhi al cielo. “Starai scherzando, spero. Onestamente, ti stai ascoltando? Sembri proprio ridicola. Dovresti smetterla di blaterale queste assurdità prima che cominci a dubitare seriamente della tua intelligenza. Non crederai anche a Babbo Natale e al Coniglietto Pasquale, spero?"

Lei gli rivolse uno sguardo furente, sopprimendo lo stimolo di dar voce a tutte quei pensieri cattivi che aveva sulla punta della lingua. Invece, scattò in piedi e cominciò a camminare davanti al suo scrittorio per calmarsi. Avanti e indietro, avanti e indietro.

“Come puoi accettare quello che è accaduto così facilmente? Come non senti l'esigenza di scoprire la verità?"

“Forse, perché non voglio sprecare il mio tempo a leggere i libri da due soldi, riempiti di teorie campate in aria."

“Oh, ti credi così intelligente, vero? Il magnifico e lungimirante professor Piton di Serpeverde!" Le sue urla echeggiarono attraverso la pesante porta di legno del suo ufficio e fecero affrettare considerevolmente un gruppetto di studenti del secondo anno che passava lì davanti.

“Stanno litigando ancora! Meglio spicciarci prima che…" la porta dietro di loro si spalancò con un boato e Abby vi fuoriuscì infuriata pochi secondi dopo, superando il gruppo di ragazzini con un paio di falcate adirate, senza nemmeno notarli. Un gemito furioso proveniente dall'ufficio del professor Piton precedette di poco la sua persona, che si affrettò nel corridoio dietro la donna arrabbiata che era uscita qualche secondo prima.

I suoi occhi dardeggiarono il corridoio alla ricerca di Abby. Incapace di dire se avesse preso a sinistra o a destra, chiese agli unici testimoni disponibili.

“Tu!" Gli allievi si congelarono sul posto, terrorizzati, quando la voce irata di Piton tuonò nel corridoio.

“Sì, signore," rispose quello più coraggioso, un piccolo Grifondoro con i capelli castano-chiaro.

“Dimmi dove è andata quella donna infernale!" ringhiò adirato.

Il ragazzo annuì appena e indicò la destra, verso cui il professore infuriò senza rivolgere loro nemmeno una singola parola di ringraziamento. Non che gli allievi fossero stati particolarmente dispiaciuti, anzi, erano stati piuttosto sollevati nel vederlo andare via.

Raggiunse Abby prima che lei arrivasse alle scale che conducevano nei Sotterranei. Si scambiarono un paio di occhiatacce furibonde e qualche insulto sottovoce, prima di rendersi conto che, ancora una volta, stavano dando spettacolo pubblico della loro lite.

“Giardino?" le sibilò.

“Ancora? Preferirei la serra."

“Bene. Andiamo, allora?"

Fecero la strada in assoluto silenzio, camminando fianco a fianco senza degnare l’altro di un solo sguardo. Quando giunsero a destinazione, entrambi si erano calmati considerevolmente, ma non al punto di poter avere una normale, e soprattutto sensata, conversazione.

La serra davanti a loro era completamente deserta. Fortunatamente Sprout aveva programmato quasi tutte le sue lezioni di mattina, e quindi nel tardo pomeriggio la serra era calma e molto pacifica. Ad Abigail piaceva trascorrere del tempo lì, a volte portandosi un libro e una tazza di tè e godere di quel silenzio beato. Tuttavia, davanti all'entrata della serra ora, impegnata a lanciarsi sguardi furiosi con Severus, dubitava altamente che il suo soggiorno sarebbe stato piacevole almeno la metà di quanto lo fosse solitamente.

Lui aprì la porta e le fece segno di entrare con un inchino fasullo. La sua dimostrazione di buone maniere era destinata naturalmente a farla irritare di più. Lei impedì con attenzione al suo viso di mostrare rabbia per non dargli soddisfazione, e lo superò.

“Allora, perché mi hai rincorso?" chiese, il secondo stesso in cui lui chiuse la porta e scagliò un incantesimo Muffliato. “Entrambi sappiamo che è inutile parlare adesso, a meno che tu non voglia scambiare quattro insulti. Non so te, ma per me va benissimo."

“Per Merlino, un giorno giuro che ti scaglierò una di quelle belle maledizioni, donna! E pensare che stavo seriamente provando a ragionare con te, spiegarti perché non ho… oh, fai come se non avessi detto niente. Hai ragione. E' inutile parlare adesso."

La loro conversazione era cominciata con un sibilante bisbiglio, ma ora sentendosi completamente inosservati, si stavano quasi gridando in faccia.

Il rumore di un battito d'ali, sopra le loro teste, dirottò la loro attenzione verso l'alto. Era un piccolo uccello che probabilmente era stato spaventato dalle loro grida. Lei assottigliò gli occhi per vedere meglio - una rondine. Come c'era finita una rondine nella serra? Dato il cipiglio di Severus, anche lui stava pensando la stessa cosa. Il piccolo uccello si stava dirigendo verso morte certa nella forma d'una finestra di vetro.

“Che idiota uccello suicida!" sentì ringhiare al nervoso uomo che le stava accanto, mentre in maniera riluttante estraeva la sua bacchetta. “St…" L'incantesimo gli morì sulle labbra, quando vide con la coda dell'occhio che lei tirava una pietra contro la finestra, la quale si ruppe in mille pezzi, permettendo alla rondine di guadagnarsi la libertà.

“Hai appena rotto una finestra di questa dannata serra!," la guardò sorpreso, dimentico del tutto della sua rabbia ed anche del suo linguaggio.

Lei ghignò compiaciuta. “Lo so. E' stati tipo…."

“Liberatorio?" offrì lui.

“Sì," rispose con trasporto. “Vuoi provare?"

Lui contemplò brevemente la sua offerta, poi declinò educatamente. “Sai che non puoi venire qui e rompere finestre, ogni volta che litighiamo, no?"

“Naturalmente, amore. Ma non hai visto che bene ha fatto, oltre al semplice danno?" chiese sorridendo.

Lui brontolò qualcosa di incomprensibile, ma il loro scambio di battute precedente era stato la prova che lui fosse solo di cattivo umore piuttosto che seriamente arrabbiato.

“Guarda, farò pure la brava e aggiusterò tutto." Estrasse la bacchetta e la diresse alla finestra in questione. “Reparo!" Le parti frantumate di vetro si rimisero ordinatamente insieme.

“Sei felice, adesso?"

“Poco. Sembra che tu abbai finalmente imparato a ripulire da sola i disastri che combini, comunque."

“E con questo, cosa vorresti dire?"

“Niente." La guardò.

“Bene." Prese due respiri profondi. La stava di nuovo provocando di proposito, per farle dimenticare di cosa stavano parlando. “Abbiamo ancora una discussione in corso. Allora…" Lo guardò con grande aspettativa.

Lui buttò gli occhi al cielo. Perché le donne erano così ossessionate dall'idea che sviscerare i problemi, rendesse il mondo un posto migliore? “D'accordo. Bene, volevi sapere perché non ho approfondito l'argomento…" cominciò Severus riluttante.

“Sì, e ancora me lo chiedo."

“Apparentemente," mormorò lui.

“Cosa vuoi dire?" Lo guardò con disapprovazione.

“Sei diventata improvvisamente sorda? Ho detto “Apparentemente." disse alzando la voce, guardandola con aria di sfida.

"Caspita,Severus, non è che per caso oggi sei un tantino suscettibile?”

“Sono il mio abituale, affascinante me stesso." scrollò le spalle. “Forse, però, è solo la mia reazione a te che sei particolarmente fastidiosa, oggi."

“Perché? Solo perché non voglio lasciar perdere? Ci deve essere qualcos'altro se stai facendo così..."gli rivolse uno sguardo eloquente.

“Non sto facendo in nessun modo." Ogni parola venne scandita con massima precisione e separata dalla seguente da una pausa significativa mentre i suoi occhi le dardeggiavano contro.

“Naturalmente, caro." Il sorriso che accompagnò le sue parole era disarmante. Significava che, o avrebbero portato avanti la discussione adesso, o l'avrebbero lasciata inasprire per alcuni giorni in cui lei non gli avrebbe parlato né si sarebbe lasciata toccare; tra le due alternative scelse il male minore.

“D'accordo, allora facciamola breve, d’accordo?" sospirò. “Vedi, beh, forse, e lasciami enfatizzare "forse", non avrei dovuto scartare così velocemente le tue  teorie." Questa frase fece dissolvere gli ultimi residui di rabbia di Abigail.

“Già, forse."

“Spiegami solo, perché sembri così determinata a non demordere?" la guardò con fare inquisitorio.

“Beh, perché se le cose non fossero andate in quel modo, non ti avrei mai trovato. Sai che non sono una grande credente del Divino o qualunque altra cosa comandi questo pazzo universo, ma ho bisogno di una spiegazione, di qualcosa di tangibile che razionalmente possa capire… così sì, queste teorie sono spazzatura, ma almeno per me sono un punto fermo."

“Abby…" Sembrò volesse dire di più, ma non andò oltre al suo nome. Il modo in cui l'aveva pronunciato, però, con un tono caldo, affettuoso, appena restio la fece guardare verso di lui con un sorriso. Impulsivamente si avvicinò e gli prese la mano. Lui sembrò sussultare, ma un'espressione sollevata comparve brevemente sul suo volto. Non stavano più litigando

“Allora, com'è che sei così calmo sull'intera faccenda? Non dovresti essere tu, quello tra noi due, che mette sempre tutto in discussione?" gli chiese dopo un istante.

“Non lo so."

“Oh, avanti. Non fare lo gnorri."

“Non lo sto facendo."

“Invece si."

“D'accordo," All'improvviso sembrò molto a disagio. “Se proprio devi saperlo...a volte credo che potrebbe essere stato… beh… non è poi così importante, veramente."

“Oh, dai! Vuoi sbrigarti a sputare il rospo?"

“D'accordo, a volte penso che sia stato destino," disse infine. Un debole rossore gli stava colorando le guance. Se fosse per l'eco della loro lite, o perché era veramente imbarazzato dalle sue stesse parole, Abigail non lo sapeva.

“Ma chi è questo qui? Un sosia o un tizio che ha bevuto la polisucco per sembrare Severus? Oppure peggio…non è che la famosa teoria di Silente “sull'amore vince tutto'  gli è salita in testa?." pensò lei dopo la sua ammissione. Ma era ovvio che qualsiasi forma di sarcasmo era bandita al momento perché lo avrebbe fatto chiudere in se stesso. Ma cosa si aspettava dicesse? Le sue parole erano state così inattese e così poco da lui, che non sapeva che dirgli.

“Ce l'ho fatta di nuovo, sembra. A zittirti quasi del tutto. Penso che dovrei essere fiero di me stesso. Non è un obiettivo facilmente raggiungibile." le rivolse un sorrisetto. Era il solito - con un angolo della bocca leggermente arricciato. Ma sembrava del tutto fuori luogo in quella situazione. Da questo poteva dedurre quanto fosse nervoso.

“Severus, la pensi davvero così?" Non si sarebbe lasciata fuorviare dal suo commento.

“Non stai, per puro caso, chiedendoti se sono diventato matto, vero?" Lo sguardo che accompagnò la sua domanda poteva essere ben descritto come insicuro.

“No," rispose rapidamente. “E' che non sono abituata a te non…"

“Non cinico, per una volta?" offrì.

“Sì, esattamente.!

“Sarebbe veramente così brutto se per una volta stessi provando a credere che c'è realmente una ragione dietro ciò che accade in questo mondo? Che l'universo non sia controllato da una qualche forza ostile e caotica che gioca con gli esseri umani a suo piacimento?"

“No, per niente." scosse lei la testa, sorpresa. “Ma non sono sicura di aver capito. Che cosa stai cercando di dirmi?"

“Non so. Forse, che ho iniziato a sperare di nuovo?"

Gli rivolse un sorriso, uno di quelli sentiti nel profondo, genuini, prima di attirarlo in un abbraccio stretto. “Bene," gli bisbigliò all'orecchio.

Le braccia di lui ricambiarono senza esitazione, attirandola maggiormente a sé.

Abigail poteva sentire il suo caldo respiro sul suo collo, e avvertì la tensione dipanarsi. Gli sorrise dolcemente, e strofinò la guancia contro la sua con un soddisfatto mugolio. Il gesto aveva un ché di ferino che lo invogliò a baciarla. Forse perché gli aveva ricordato quanto vicina fosse la sua bocca, o forse era stato quell’attraente gemito, simile alle fusa, che lei aveva emesso.

Non volendo e non essendo più in grado di resistere alla tentazione, la baciò.

Il bacio fu lento e profondo e sembrò più intenso di tutti quelli che si erano scambiati prima, grazie alle forti emozioni che l'avevano preceduto. Alfine si separarono, principalmente perché la mancanza di ossigeno stava diventando un serio problema.

“Penso che dovremmo spostarci di sotto," disse lei, ansimando un po'. “Non vorrei turbare nel profondo eventuali ragazzini, né tantomeno qualcuno che potrebbe per sbaglio entrare qui. Dopotutto, non possiamo farci beccare mentre pomiciamo come degli adolescenti da mamma e papà.”

“Francamente, non me ne frega un accidente di poter terrorizzare quelle teste di legno..."

"Me l'aspettavo." ghignò verso di lui al di sopra della sua spalla mentre cominciava lentamente a camminare verso l'uscita della serra. Lui la seguiva,alcuni passi indietro.

FINE

 
Stay forever who you are

don't change a thing
because you're perfect
You sway gently in the breeze
In between my dreams
It kind of makes me nervous
You're storm, yeah, the lightning striking down
To only strike me once, would still be worth it
In my dreams you were perfect
when I woke you were perfect
Love, as scaring as it is
Tell me is it real,
If it ain't perfect?
I pray with the sounding of you faith
My colours bleed to one
Nothing grows when your love is gone
In my dreams you were perfect
when I woke you were perfect
Hmm, even when you run you're still worth it
Here and now, the moments perfect
You're perfect
So perfect
When you run
Baby, baby, baby, baby, baby, baby, baby
Oh run, yeah
Even when you're gone, even when you're here, even when you're not
You're still, you're still, you're still
Perfect
Vanessa Amorosi - Perfect

 

Note della traduttrice besemperadreamer: ciao a tutti^^ Ebbene siamo arrivati anche alla fine di questa traduzione. Che ne dite voi tutti che l'avete seguita di lasciare un commento ora che il viaggio è giunto al termine? 

Ringraziamenti particolari a Elly_93(Ciao bella!!!!! sono contenta che hai seguito fino alla fine anche questo mio progetto^^ E ovviamente era questo l'ultimo capitolo, anche se l'autrice ha pubblicato due drabble- contestualizzate nella storia- e una oneshot - ambientata dopo la fine. Se molti apprezzeranno la storia, forse le tradurrò...) e a ElseW che ha sempre trovato il tempo di lasciare due parole e che è stata con noi sino alla fine^^


  
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