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Autore: Emily Alexandre    09/11/2010    4 recensioni
Victoire Weasley sta per sposarsi, il suo sogno d'amore sta finalmente per coronarsi e mentre percorre la navata per unirsi a Teddy il suo sguardo si posa su tutti i membri della sua famiglia..la famiglia che ama e a cui è orgogliosa di appartenere.
"Ma forse, in fondo, tutti loro erano eroi: avevano lottato tenacemente per far si che il bene trionfasse, per donare ai propri figli un mondo migliore, in pace, in cui il sangue che scorreva nelle vene non fosse poi così importante. Per Victoire erano la miglior famiglia che potesse desiderare e ogni suo gesto era stato compiuto per renderli orgogliosi, per essere degno membro di quella marea di Weasley-Potter che adorava."
Dopo la cerimonia i neo-sposi si spostano in un lussuoso albergo di Londra dove trascorreranno la prima notte di nozze e mentre aspetta che Victoire sia pronta Teddy ripercorre gli attimi della loro vita insieme.
"Il ragazzo le prese la mano sinistra e la baciò, lì dove brillavano la fede e l’anello che le aveva donato quando l’aveva chiesta in moglie, lo stesso anello appartenuto a nonna Lupin e poi a sua madre. Era sicuro che Ninfadora avrebbe adorato la nuora, così come suo padre."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'My Hogwarts Dream'
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Chronicle of a love

Ted Lupin si era fortemente opposto a quel regalo da parte di Charlie, avrebbe preferito trascorrere la loro prima notte da sposati nella loro nuova casa, ma quando aveva visto la suite dello Sheraton Park Tower nel cuore di Londra si era dovuto ricredere: era splendida. Era l’appartamento panoramico dell’hotel e la grande e circolare camera matrimoniale era dotata di una grande vetrata proprio davanti al letto da cui si poteva ammirare tutta Londra.

Il ragazzo, liberatosi degli abiti eleganti e con solo il pantalone del pigiama addosso si era seduto sul divanetto davanti alla finestra ad aspettare che sua moglie uscisse dal bagno. Pensarla in quei termini pareva riscaldargli il cuore…era così giusto!

Non ricordava il momento esatto in cui aveva capito d’amarla. Forse dopotutto quel sentimento era sempre stato dentro il suo cuore.

Erano cresciuti insieme, Victoire e lui; i soli due anni che li separavano non parevano essere un grande ostacolo e nei primi anni di vita trascorrevano moltissimo tempo insieme…avevano imparato a conoscersi, lui sapeva esattamente cosa lei pensava solo guardando che forma assumevano le sue labbra e lei comprendeva il suo umore percependo variazioni anche impercettibili dei suoi occhi o dei suoi capelli. Quegli stessi capelli che quel giorno dal castano che aveva deciso erano diventati azzurri nel momento in cui l’aveva vista camminare lungo la navata splendida come una dea.

Poi erano cresciuti ed era subentrato il periodo delle incomprensioni, dei dispetti, dei piccoli litigi. Ma quali che fossero i rapporti tra loro vi era una costante nelle loro vite: avevano bisogno l’uno dell’altra.

Quando Teddy era andato ad Hogwarts il suo universo femminile si era decisamente allargato, ma ogni volta che incontrava una ragazza inconsciamente si ritrovava a fare paragoni con Victoire: nessuna era bella, divertente, elegante e simpatica come lei. Nessuna era alla sua altezza.

Perché la primogenita di Bill e Fleur sapeva essere la degna figlia di sua madre, splendida ed elegante, ma al tempo stesso era capace di scherzare e divertirsi come un maschiaccio senza mai perdere la sua compostezza. Era semplicemente perfetta.

Quando finalmente anche lei aveva raggiunto l’età per frequentare la scuola di Magia e Stregoneria Teddy ne fu estasiato: finalmente sarebbero tornati ad essere insieme, come i vecchi tempi. In realtà le Case differenti li portavano a non avere molto tempo per loro due, ognuno aveva il proprio giro di amicizie, ma al ragazzo bastava sapere che anche lei era tra quelle stesse mura, che mangiava il suo stesso cibo, che respirava la sua stessa aria per essere felice. Quando riuscivano a ritagliarsi momenti per loro era tutto splendidamente naturale. Victoire compì quattordici anni, i ragazzi iniziarono ad interessarsi a lei e Teddy si ritrovò a provare un sentimento fino ad allora sconosciuto: la gelosia.

Lei era sua, solo lui la conosceva davvero, solo lui sapeva che la sua incredibile bellezza non derivava dal suo sangue veela ma dall’inestinguibile fuoco che le bruciava dentro: gli amici gli dicevano di farsi avanti, ma lui non trovava il coraggio. Almeno fino a quando non la vide abbracciata ad un Grifondoro dell’ultimo anno il giorno prima di tornare a casa per Natale. Molto abbracciata. Forse fu allora che capì di amarla.

In ogni caso fu allora che glielo disse.

Lo fece nel modo più classico possibile, ma fu così istintivo che probabilmente niente di elaborato e programmato avrebbe avuto lo stesso effetto. Era la vigilia di Natale ed erano tutti alla Tana: sedevano in salone attorno al camino dove splendeva un fuoco crepitante fino a quando lui e Victoire si erano allontanati per andare a prendere i regali in cucina. Si fermarono sotto il vischio, quasi senza rendersene conto, e lui si voltò a baciarla: fu un bacio a stampo, breve e delicato, quasi impaurito, ma quando lei gli gettò le braccia al collo lui si fece più audace. Gli sembrava di essere nato per fare quello: per baciarla. Da quel Natale Teddy e Victoire erano tornati quelli di sempre: inseparabili.

Le luci di Londra brillavano sotto di lui: Westminster Abbey, il London Eye, il Big-Ben, la Cattedrale di St Paul. Niente però poteva essere paragonato alla bellezza di quella figura che si rifletteva sul vetro.

Teddy si voltò ed incrociò lo sguardo di Victoire: aveva indossato una camicia da notte di seta azzurra ed i boccoli biondi le ricadevano leggeri come nuvole sulle spalle. Ma se c’era qualcosa che lui amava era lo sguardo intimidito che assumeva ogni volta che si trovava scoperta davanti a lui: proprio lei, la Weasley più bella.

Le si avvicinò e le prese le mani, mentre la tensione diventava sempre più palpabile: non era la prima volta che facevano l’amore, da due anni consumavano la loro passione di nascosto, lontani da occhi curiosi ed indiscreti. Si conoscevano ormai. Ma quella notte non avrebbero più avuto nulla da celare, si sarebbero amati come marito e moglie e si sentivano come se fosse effettivamente la loro prima volta.

-Sei splendida, signora Lupin.-

Le guance della ragazza si imporporarono e i suoi occhi si persero in quelli di lui: erano neri con una sfumatura viola, segno che era totalmente e perfettamente felice. Gli passò una mano tra i capelli azzurri sorridendo: dopo la cerimonia, quando si era accorto che colore avessero assunto, Teddy si era mortificato ma lei aveva insistito perché li lasciasse così…lei lo amava con quel colore di capelli, perché era quello che assumeva sempre quando era con lei. La scelta del colore della camicia da notte per la loro prima notte non era stato casuale.

Era felice, Victoire, finalmente Teddy era suo marito, però c’era una cosa che la ossessionava da quando erano entrati in quella camera e prima di andare avanti e di iniziare la loro vita insieme lei doveva chiederglielo. Fece un profondo respiro, vergognandosi terribilmente –Mi amerai anche quando sarò vecchia e brutta?-

Teddy esplose in una sonora risata ignorando il broncio che lei aveva immediatamente assunto: proprio lei, la ragazza più sicura di se che avesse mai conosciuto, aveva certe folli insicurezze.-

-Vic, amore,- le rispose dopo che si fu ricomposto - io ti amerò sempre, amerò e venererò ogni singola ruga ed ogni capello bianco che avrai e sai perché? Perché sono parte di te. Amo ogni centimetro del tuo corpo, anche quelle piccole imperfezioni che tu detesti. Amo questa piccola cicatrice – continuò sfiorandole un fianco –che ti sei fatta mentre mi ricorrevi urlando che mi avresti ucciso. O questa bruciatura – la sua mano passò a toccare leggermente un segno rossiccio sul suo braccio –che ti sei procurata mentre giocavi con un cucciolo di drago nonostante Charlie ti avesse detto mille volte di non farlo. Ma soprattutto, Vic, io amo la tua anima. Non è il tuo sangue veela che ti rende splendida ai miei occhi, ma quello che c’è qui dentro.- concluse sfiorandola all’altezza del cuore –Ed è per questo che ti amerò sempre.-

Victoire si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò, mentre lacrime di felicità le pizzicavano gli occhi: Ted Lupin era un uomo splendido. Ed era suo.

Il ragazzo le prese la mano sinistra e la baciò, lì dove brillavano la fede e l’anello che le aveva donato quando l’aveva chiesta in moglie, lo stesso anello appartenuto a nonna Lupin e poi a sua madre. Era sicuro che Ninfadora avrebbe adorato la nuora, così come suo padre.

Allontanò quei pensieri che per un attimo l'avevano rabbuiato e, sorridendo a sua moglie, la condusse sull’enorme letto bianco; delicatamente spostò le bretelline e la camicia da notte scivolò a terra come una morbida onda.

E quando la mattina dopo Ted si svegliò con Victoire che dormiva tranquilla tra le sue braccia comprese cosa fosse la felicità.

 

Una one-shot, grazie ad una idea improvvisa, è diventata due. Mi sono letteralmente innamorata di questa coppia!!
Grazie per le recensioni allo scorso capitolo, ne sono stata davvero felice!!
   
 
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