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Autore: kamomilla    17/11/2005    29 recensioni
Draco ed Hermione affronteranno un viaggio inaspettato, forse da soli, forse insieme, che condurrà entrambi verso il loro destino. Destino che non sarà quello che i due avevano progettato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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PROMESSE

SCRITTO COL FUOCO

 

 

 

 

 

Si trovava in un luogo che non conosceva. Sembrava una radura o un campo. Tutt’intorno a lui si trovavano bassi arbusti e qualche cespuglio. Sopra di lui non c’era il cielo, ma il nulla: uno sfondo neutro, completamente bianco.

Era solo e non riusciva a capire cosa ci facesse lì. Si sentiva strano, come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro, come se fosse lì per un motivo preciso, come se avrebbe finalmente ricevuto risposte alle sue domande. Domande che neppure lui conosceva, che vagavano da un po’ nella sua mente e nella sua coscienza, ma di cui lui non si era mai nemmeno accorto, non vi aveva dato peso.

D’un tratto davanti e dietro di lui presero a crearsi delle sagome, i contorni di alcune figure: di fronte a lui una giovane donna dai capelli ramati, mentre alle sue spalle un uomo di una decina d’anni più di lui, i suoi stessi lineamenti marcati ed i suoi stessi occhi azzurri.

Ai suoi lati comparvero quattro pannelli, due a destra e due a sinistra, che creavano un corridoio; agli estremi l’uomo e la donna, lui in mezzo.

Sui due schermi alla sua destra un pennello invisibile prese a disegnare dei paesaggi: un cielo azzurro sul primo, una montagna sul secondo; mentre sui due schermi alla sua sinistra apparvero una cascata scintillante ed un grande falò. Tutti e quattro gli elementi.

-Dove mi trovo?- domandò Draco sottovoce, rivolgendosi alla donna davanti a lui.

-Questa è la vita di Malfoy.- rispose lei sorridendogli.

-La vita di Malfoy? Che vuol dire?-

-La ricerca dei Cinque Luoghi della Magia, una donna che non si può avere, che l’intera casata dei Malfoy non tollererebbe. La vita di Malfoy.-

Draco corrugò la fronte, scrutando con attenzione la donna.

-Tu sei Sibilla e lui…- indicò l’uomo alle sue spalle. -…lui è mio nonno?-

-Sì.-

-E allora? Cosa ci faccio qui?-

-Volevi sapere quel che è successo, giovane Malfoy. Te lo mostrerò.-

Draco annuì.

-Va bene.-

-Allora ascoltami. Intorno a te ci sono i Luoghi, il tuo presente. Ora te ne manca uno, ma non temere, lo troverai. Il tuo presente era anche il nostro presente. Le ricerche ci hanno fatto incontrare, ci hanno unito. Loro hanno alimentato il nostro amore.

Dietro di te c’è Lucifer, tuo nonno. Il tuo passato, colui che ha generato tuo padre, che a sua volta ha generato te. Siete simili. Lui è te, giovane Malfoy.

Davanti a te ci sono io, il tuo futuro. Sono stata il passato di tuo nonno, ma sono il tuo futuro. Io…

-Come fai ad essere il mio futuro? Sei… sei vecchia e non ho niente a che fare con te.-

-Influenzerò le tue scelte. Ancora non lo sai, ma sarò il tuo futuro.-

Draco la fissò confuso.

-Cosa… cosa mi farai fare?-

-Non lo so, e se lo sapessi non te lo direi. Influenzerò il tuo futuro nel futuro, giovane Malfoy, non ora. Sono qui solamente per mostrarti quello che è successo. Quindi ti prego di non fare domande alle quali sai che non risponderò.-

-Va bene, ho capito. Fammi vedere cosa è successo, allora.-

Lei annuì.

-Guarda. Questa è la mia storia, mia e di Lucifer.-

Gli sorrise, prima di iniziare ad avanzare lentamente. Dalla parte opposta, l’uomo stava facendo lo stesso. Le due figure arrivarono al centro, e si spostarono poi di lato, permettendo a Draco di poterli guardare. Si presero per mano, guardandosi negli occhi; occhi che Draco riconobbe come quelli di due persone innamorate.

L’uomo e la donna, Sibilla e Lucifer, si sorrisero e si abbracciarono. Intorno a loro i quattro pannelli si illuminarono, e presero a girare intorno a loro, mescolandosi. Si trasformarono in pergamene, fogli scritti a mano, e libri. Era tutto molto confuso e Draco faceva fatica a distinguere le immagini, che vorticavano sempre più veloce. Si sentiva sballottolato e sentiva lo stomaco contorcersi orrendamente. Stava per urlare, quando tutto si fermò nuovamente. Ogni cosa tornò al suo posto, e Draco tornò a posare lo sguardo su suo nonno e Sibilla. Si erano lasciati la mano, ma continuavano a guardarsi. Lentamente, presero ad allontanarsi, ancora gli occhi negli occhi.

Si fermarono ai limiti dei pannelli, uno da una parte e l’altra dall’altro. Draco osservò stranito il viso di Sibilla che lentamente cambiava, i capelli che diventavano più scuri, perdevano la loro lucentezza, il sorriso che diventava stanco,  gli occhi tristi.

-Stai… cambiando.- disse piano Draco. –Cosa succede?-

-È il tempo che passa, giovane Malfoy.- rispose la donna guardandolo con dolcezza. –Il tempo che passa e le persone che cambiano. Non possiamo farci niente, funziona così.-

-Ma tu…

-Guarda tuo nonno, ragazzo.-

Draco si voltò ed un brivido lo percorse quando vide Lucifer Malfoy: indossava un lungo mantello nero ed il volto era coperto da una maschera d’argento.

Era un Mangiamorte. Un Mangiamorte. Un Mangiamorte.

Quelle parole rimbombavano nelle sue orecchie e nella sua testa, tanto che crollò in ginocchio. Sentì qualcosa sulle guance, qualcosa di freddo, che scivolava giù. Portò una mano agli occhi e percepì l’umidità delle lacrime contro i palmi. A metà tra lo spaventato e l’inorridito Draco scattò in piedi. Improvvisamente uno strano calore percorse il suo petto, facendolo sobbalzare.

-Cos’è?- chiese a Sibilla.

-È la consapevolezza, giovane Malfoy. La consapevolezza. Sono le risposte alle tue domande.-

-La consapevolezza? Di cosa? Non capisco…

-È successo questo. Lui è diventato un Mangiamorte e mi ha lasciato. Lo farai anche tu!-

-Cosa? Spiegami, dannata donna!-

Lei rise, una risata cattiva, che Draco era sicuro non avesse mai fatto prima in vita sua.

-Lascerai la tua ragazzina. Ricordi cosa ti ho detto prima? Lui è il tuo passato… lui è te! Farai la stessa cosa. Non riuscirai a dire di no a tuo padre ed alla tua famiglia, così come lui non ha detto no a suo padre! E neppure lei vorrà mai stare con te… sarai un assassino e lei preferirà stare con il salvatore del mondo magico piuttosto che con colui che sta cercando di distruggerlo… ti lascerà, Malfoy, e si metterà con Potter! Ricordi cosa ti ho detto all’inizio? Questa è la vita di un Malfoy!!-

Draco scosse la testa con violenza, abbassando lo sguardo.

-No! No! No!-

-Sì, invece!-

La voce di Sibilla era cambiata, ora era baritonale, di un uomo. Draco alzò lo sguardo e davanti a lui vide sua padre, anch’egli vestito da Mangiamorte.

-Padre… dov’è Sibilla?-

-Dimenticati di lei, Draco, figlio mio. Lei non esiste… nessuna donna esiste per i Malfoy. I Malfoy non amano!-

-Non è vero!- ruggì Draco. –Nonno…- si voltò verso l’altro uomo, che lo guardava tristemente. –Nonno, diglielo! Ti sei innamorato, non è vero?-

-Sî, Draco.- rispose Lucifer.

-E allora qual è la verità? L’amore vince oppure no? Ditemi la verità! Devo sapere cosa devo fare!-

-Draco, tu devi sempre…

 

 

-Draco! Draco, svegliati…

Uno voce gentile, una scossa leggera su un fianco ed una mano piccola e delicata si posò sulla guancia del ragazzo, interrompendo il suo sonno agitato.

Lentamente Draco aprì gli occhi, ritrovandosi in un letto sconosciuto, con una persona che però conosceva molto bene: i familiari occhi nocciola di Hermione indugiavano sui suoi, come se volesse scavarne all’interno.

-‘Mione… cosa c’è?- domandò con la voce ancora impastata dal sonno.

-Dimmelo tu cosa c’è, Draco. Stai… piangendo.-

Lui si tirò di scatto a sedere, incredulo. Si tastò le guance e ritrasse la mano bagnata. Per un lungo istante non capì come potesse essere accaduto, ma poi si ricordò del sogno appena fatto.

-Ho… fatto un sogno.- sussurrò lentamente.

-Un brutto sogno?-

-No. Un sogno… semplicemente triste, tanto triste.-

-Cosa hai sognato?-

Draco esitò. Poi si stese di nuovo ed attirò la ragazza contro il suo petto.

-Ho sognato… ho sognato una cosa stranissima. Prima c’erano mio nonno e Sibilla e poi… poi mio padre.-

-Ne vuoi parlare?- chiese gentilmente Hermione.

-Io…- sospirò, guardando la ragazza esibirsi in uno sbadiglio da orso. Le sorrise. –No, lascia stare. Sei stanca.-

-Ma ti ascolto, se vuoi. Davvero, Draco, non è un problema se ne vuoi parlare.-

-Non è necessario, ‘Mione. Scusa se ti ho svegliata.-

Hermione si voltò verso di lui e lo baciò dolcemente sulle labbra.

-Non dire sciocchezze, non devi scusarti. Mi è solo sembrato… strano.-

-Vedermi piangere?-

-Sì.-

Le guance solitamente bianche divennero appena rosate e Draco ringraziò il cielo che fosse così buio.

-Non mi capita spesso.- borbottò avvolgendosi intorno alle coperte e dando la schiena alla ragazza. Lei ridacchiò sommessamente e si accostò alla sua schiena, appoggiando il mento sulla spalla. Gli diede una buffetto sulla mascella.

-Guarda che se ogni tanto ti mostri debole io non perdo rispetto per te, Draco. Anzi, credo che non potrei fare altro che averne di più. Ti vedo più… umano, così come quando sei dolce con me.-

Il ragazzo sorrise, appoggiando la mano sopra a quella di Hermione, i suoi occhi azzurri puntati sule loro dita intrecciate.

-Va bene, ho capito. ‘Mione, se fosse una cosa urgente giuro che te ne parlerei, di quel sogno. Ma non è niente di che, solo uno stupido sogno. Mi ha solo… scosso un po’, ma non devi preoccuparti. Okay?-

La ragazza annuì.

-Come preferisci, Draco.- tolse la mano da quella del ragazzo e la fece scivolare sul petto levigato, fermandola poi sulla pancia. Si avvicinò al suo orecchio, sfiorando il lobo con le labbra. –Vuoi che ti aiuti a riaddormentarti, tesoro mio?-

Lui si rigirò tra le braccia della mora, baciandola dolcemente.

-Per quanto mi piacerebbe approfittare della tua gentilezza, temo che mi ritroverei a fare l’amore con una donna addormentata. E per quanto la cosa potrebbe rientrare nelle mie fantasie erotiche non credo sia il caso.-

-Che scemo.- sorrise Hermione scostandogli una ciocca di capelli biondi dalla fronte.

-Scema sarai tu!-

-Scemo…

Il ragazzo le appoggiò due dita sulle labbra.

-Non ribattere a tutto, ragazzina sapientona. Non ho proprio voglia di litigare ora. E tu sei stanca. Dormi, ‘Mione.-

La ragazza sbadigliò un’altra volta e si rannicchiò sotto il piumino.

-Va bene, ma dormi anche tu.- fece una pausa, sospirando. –E comunque, per il sogno…  è stato solo un sogno, Draco. Non preoccuparti.-

Lui sorrise appena prima di alzarsi.

-Va bene, dormirò. Ora vado un attimo in bagno, però.-

Lei si sollevò su un gomito, scrutandolo attentamente.

-Lasciala stare, Draco.-

Lui fece finta di non capire.

-Parli della tavoletta del water? Se preferisci non la alzo.-

-Idiota.- commentò Hermione sbuffando, mentre un sorrisetto le solcava il viso. –Sto parlando di Sibilla. Non osare svegliarla, Draco. È già stata così gentile ad ospitarci e non è proprio il caso che tu…

Draco roteò gli occhi con fare spazientito.

-Giuro che non la sveglierò.-

La ragazza annuì, riappoggiando la testa sul cuscino.

-Bravo, tesoro mio.-

-Mi limiterò a farle qualche domanda se per caso dovesse essere sveglia.- sussurrò lui uscendo dalla stanza.

 

 

 

 

 

Draco andò in bagno e tornando indietro lanciò un’occhiata al divano del salotto: era vuoto.

Aveva sperato che Sibilla fosse ancora sveglia, voleva chiedere delle spiegazioni. Voleva sapere cos’era realmente successo tra lei e suo nonno.

Per un attimo gli balenò in testa l’idea di svegliare Sibilla, ma poi lo sguardo furente che sicuramente avrebbe avuto Hermione gli fece cambiare idea. Poteva attendere la mattina dopo. Forse con le domande che aveva in testa non sarebbe riuscito a dormire, ma una notte insonne era sicuramente meglio di una ragazza, la sua per la precisione, inferocita.

Stava per rientrare nella stanza, quando una voce sommessa lo fece sussultare.

-Sbaglio, o quella non è la stanza che ho dato a te, ma quella che ho dato alla tua ragazza?-

Draco si voltò di scatto, trovandosi davanti il sorriso divertito e vagamente accusatorio di Sibilla.

-Io…

-Non ci si infila nelle stanze delle signore, sai?-

Il ragazzo scrollò le spalle, nascondendo l’imbarazzo in un ghigno.

-Veramente io non…

-Lascia stare.- disse gentilmente la donna. –Sto scherzando, ragazzo.- gli si avvicinò e gli diede una pacca sul braccio. –Vai dalla tua bella, dai.-

-No… voglio dire, dopo.- Draco esitò un attimo, spostandosi una ciocca di capelli biondi dagli occhi. –Prima posso farti qualche domanda?-

Sibilla esitò, lanciando un’occhiata alla porta della propria camera da letto.

-Pensavo che avremmo parlato domani dei Luoghi. Ho tante cose da dirvi e tanto materiale da darvi, ma ora è tardi e la stanchezza potrebbe farmi fare confusione, non ho più la mente di una ragazzina, sai…

-No, non intendevo sui Luoghi. Intendevo… su mio nonno e… te.-

-Oh.- la donna si passò una mano tra i capelli grigi. –Immagino di sì. Vieni, sediamoci sul divano.-

Si spostarono in salotto, accomodandosi Sibilla sul divano e Draco per terra, davanti al caminetto quasi spento.

-Vuoi del the, Draco?-

-No, non mi piace.- rispose il ragazzo scrollando le spalle.

La donna gli sorrise, chiudendo gli occhi, come se stesse tentando di rievocare un ricordo.

-Tuo nonno adorava il the. Ma mi ha confessato che non l’aveva mai bevuto in pubblico. Sosteneva lo facesse sentire come una banale inglese donnicciola babbana e pettegola.- ridacchiò sommessamente. –È difficile avere a che fare con la famiglia Malfoy. Eccome se è difficile. Così tante regole…

Draco strinse le labbra, guardandola negli occhi.

-È per questo che vi siete lasciati, vero? La… famiglia Malfoy.-

Sibilla sospirò, assaporando la bevanda calda.

-Non è semplice da spiegare, ragazzo mio. La storia tra me e Lucifer è stata così… travagliata. E non solo per il fatto che lui era sposato. La famiglia Malfoy… non ha mai saputo niente di noi.-

-Ma ha influito nelle vostre decisioni, non è vero? Nella vostra vita. Se vi avessero scoperto… non oso pensare cosa vi avrebbero fatto. Tu sei una babbana, Sibilla. Probabilmente ti avrebbero ucciso ed avrebbero torturato mio nonno. La… la mia famiglia non è in grado di comprendere l’amore, Sibilla.-

La donna si morse il labbro inferiore, scrutando Draco.

-Di che cosa stiamo parlando, ragazzo?-

Lui alzò lo sguardo, incontrando gli occhi scuri di Sibilla.

-Cosa vuol dire?-

-Sento rancore e paura nella tua voce. Stiamo parlando di me e tuo nonno o di te e della tua ragazza?- allungò una mano e l’appoggiò per qualche secondo sulla spalla del ragazzo. –La tua famiglia si sta mettendo tra te e lei, non è vero?-

Draco stava per risponderle che non erano affari suoi, ma qualcosa dentro lo fece bloccare. All’improvviso gli venne voglia di dirle tutto. Non ne voleva parlare con Hermione, non voleva farla preoccupare, ma Sibilla… c’era passata. Dalla parte opposta, ma c’era passata. Aveva avuto a che fare con un Malfoy Mangiamorte, quello che sarebbe dovuto diventare lui.

-Ho degli obblighi verso la mia famiglia.- mormorò sottovoce. –Dovevo farmi marchiare alla fine dell’anno scolastico, ma mio padre mi ha concesso un anno di libertà. Ho iniziato le ricerche sui Luoghi e poi ho incontrato Hermione… è stata la cosa più intensa che mi è successa. Quando sono con lei…- sorrise, arrossendo leggermente sulla guance. -… quando sono con lei mi dimentico di tutto il resto. Voglio dire, ho già avuto altre ragazze, molte, ma mi colpivano solamente per l’aspetto, invece Hermione… cerco di non pensarci, non sono bravo a pensare a miei sentimenti, però io… cioè, lei…- Draco guardò le donna, sperando che capisse cosa intendeva dire e non lo esortasse ad andare avanti. C’erano delle cose che non riusciva a dire a parole. Sibilla gli sorrise, mentre il ricordo dei momenti passati con Lucifer Malfoy si faceva strada nella sua mente e nel suo cuore. Come capiva quel ragazzo. E poi quel ragazzo era così simile a lui, al suo grande amore di quando era giovane.

-È una bella cosa, non credi?-

Draco spostò lo sguardo sul caminetto, stringendosi nelle spalle.

-Credo di sì. Però non va tutto bene. Il mio anno è quasi finito e… non voglio lasciarla. Ma non posso portarla con me. Lei non vorrebbe mai seguirmi, questo lo so. Nemmeno io vorrei diventare Mangiamorte, ma non ho scelta. Lei invece ce l’ha, la sua strada è un’altra. Però se penso che dovrò stare senza di lei… io non ce la faccio, Sibilla. Forse ti sembrerà stupido, forse ti sembrerò uno stupidissimo ragazzino che non sa neanche di cosa sta parlando, ma io…

-Non mi sembri stupido, Draco Malfoy. Io e tuo nonno non avevamo molti anni più di te quando abbiamo vissuto la nostra storia d’amore.- sospirò. –Io penso che si debbano fare delle scelte. Ma ne devi parlare con lei, perché le scelte del genere vanno fatte in due.-

-Non voglio metterla in mezzo.-

-Non devi metterla in mezzo, ma devi lasciarle la libertà di scegliere.-

-Se scegliesse di lasciarmi soffrirei io e se decidesse di seguirmi soffrirebbe lei. È una Mezzosangue, non potrei nemmeno… sposarla. E se comunque riuscissi a convincere mio padre… non è la vita che lei desidera e non è la vita che vorrei farle vivere.- si passò una mano tra i capelli con un gesto frustrato. –Io… davvero non so più cosa fare. Mancano quattro mesi alla fine del mio anno di libertà. Solo quattro mesi.-

Sibilla scivolò sul tappeto, sedendosi accanto al ragazzo.

-Io e Lucifer non abbiamo vissuto una bella vita. Lui aveva sua moglie, suo figlio ed i suoi affari e ci vedevamo raramente. Alle volte stavamo per dei mesi senza incontrarci, però io sapevo che lui amava me e stava pensando a me. E questo mi bastava. Non era soddisfacente come stare con lui, come poterlo stringere e baciare, ma… mi mandava bene. Andavamo avanti. Ascolta, ragazzo. Sai qual è l’unica cosa che conta?-

-Quale?-

-Basta che lei sappia che la ami. E se è amore… si trova sempre una soluzione. Niente vi separerà. L’unica cosa che è riuscita a separare me e Lucifer è stata la morte. L’unica cosa.-

Draco alzò lo sguardo sulla donna, il cuore che batteva all’impazzata. Poteva stare con Hermione per sempre, nessuno gliel’avrebbe portata via, nessuno… bastava dirle che l’amava…

Di colpo sbiancò.

-Io… io non le ho mai detto che la amo.- balbettò.

-Non è importante che tu lo dica a parole, ragazzo. Basta che tu glielo faccia capire o…

-No! Io… io devo dirglielo! Tra noi è sempre così… io non dico molto. Io voglio che lo sappia! Che scelga sapendo che la amo! Glielo devo dire!-

Scattò in piedi.

-Glielo devo dire!-

-Ma…

-Niente ma! Glielo devo dire… glielo vado a dire, Sibilla!- corse fuori dalla stanza e ritornò poco dopo. Si grattò per qualche secondo la testa. –Ah… grazie per la chiacchierata.- mormorò facendo una smorfia, prima di uscire nuovamente dal salotto.

La donna sospirò, mentre il tonfo di una porta che si chiudeva risuonava per il corridoio.

-Se tu assomiglia anche solo un quarto a tuo nonno, glielo riuscirai a dire solo tra qualche settimana, ragazzo.- borbottò tra sé e sé.

 

 

 

 

Erano ormai le nove passate, quando un raggio di sole svegliò Hermione. Aprì gli occhi e sbadigliando si stiracchiò, mettendosi a sedere.

-Buongiorno.- sussurrò una voce dall’angolo sinistro della stanza. La ragazza si voltò di scatto, sorridendo poi a Draco.

-Buongiorno a te. Hai dormito bene?-

Lui piegò la testa di lato, accarezzandola con lo sguardo. Il poco trucco che aveva messo per la Notte dei Falò e che la sera prima non aveva tolto si era sparso per tutta la faccia, i capelli scarmigliati le conferivano un’aria vagamente spaesata e sbadigliava con la stessa finezza che Draco supponeva avessero Sfregiato e Lenticchia. Ma se Draco non avesse avuto qualcosa di ben più importante da dirle le avrebbe fatto sapere quanto la trovava bella anche di prima mattina.

-Sì, ho dormito bene.- rispose ghignando. –Quando ho le tue morbide curve a tenermi al caldo dormo sempre splendidamente.-

-Davvero? E non ti hanno più disturbato quei brutti sogni cattivi?- mormorò sorridendogli dolcemente. Si alzò e gli si avvicinò, sedendosi sul bracciolo della sua poltrona.

-Ehi!- esclamò il ragazzo lanciandole un’occhiataccia. –Avevi detto che mi avresti rispettato di più, mica che mi avresti preso in giro.-

Lei gli depositò un lieve bacio sull’angolo della bocca.

-Ma dai, era una battuta.-

Draco inarcò un sopracciglio.

-Non mi piace questo tuo senso dell’umorismo, sai. Da chi avrai mai preso?-

-Non ne ho proprio idea.- ribatté lei con un sorriso. Poi prese a scrutarlo seriamente. –A parte gli scherzi, Draco. Vuoi parlare di quel sogno?-

-No, non è necessario. Però ti vorrei dire una cosa.-

-Ma certo. Dimmi.-

-Ecco, io…- si inumidì le labbra e deglutì un paio di volte. –Hermione, io…

-Ragazzi!- la porta si aprì di colpo e la voce gentile e pacata di Sibilla li fece sobbalzare. Sobbalzò anche lei quando vide Hermione scendere con un balzo dal grembo del biondo e diventare color porpora. –Oh, scusatemi…- mormorò passandosi una mano tra i capelli grigi. –Volevo solo avvertirvi che vi ho preparato la colazione e che sono già andata a prendere il materiale sui Luoghi di Lucifer, se volete venire di là…

Hermione annuì.

-Ma certo, veniamo subito.- bisbigliò imbarazzata e non appena la porta si richiuse, si rivestì in un attimo. –Andiamo Draco?-

-Ma io stavo cercando di dirti una cosa.- si lamentò il ragazzo.

-Dai, Draco. Me la dici di là, va bene? Abbiamo appena fatto una figuraccia, facendovi trovare nella stessa stanza in quella posizione, almeno non facciamoci aspettare!-

-Tanto l’ha capito che abbiamo dormito insieme, non è mica scema!-

-Draco!-

-E va bene!-

Si spostarono in cucina, dove Sibilla li attendeva con due tazze di caffè fumante.

-Sedetevi, ragazzi.- disse gentilmente indicando il tavolo ingombro di fogli e pergamene. –Ho già preparato tutto…

Draco ed Hermione si accomodarono, così come Sibilla.

-Allora,- iniziò la donna sorridendo. – questi sono tutti gli appunti che ho. Lucifer ne aveva altri, ma…

-Li abbiamo noi.- la interruppe Draco facendo apparire la valigetta nera con un colpo di bacchetta. –Alcune cose me le ha date mio padre, altre le ho trovate in giro per casa. Abbiamo raccolto abbastanza roba, ma l’elemento del Fuoco proprio non riusciamo a trovarlo…

-Non abbiamo cercato abbastanza, Draco.- borbottò Hermione leggendo concentrata un plico di pergamene. –Anzi, non abbiamo cercato abbastanza bene. Dobbiamo trovare un luogo naturale per il Fuoco.-

-Gli altri Elementi li abbiamo trovati nei loro luoghi naturali. Ad esempio la Terra sulla montagna e l’Aria addirittura in cielo.- spiegò Draco a Sibilla, che annuì.

-Sì, eravamo arrivati a questa conclusione anche io e Lucifer.-

-E non c’è un posto che possa avere a che fare con il fuoco?- domandò Hermione sfogliando una cartina di Barcellona.

-Una cosa c’è.- mormorò Sibilla parlando quasi tra sé. –Ma non so quanto possa essere utile… sembra che non sia quello il Luogo, io e Lucifer abbiamo controllato… guardate.- ripescò dal mucchio di fogli una pergamena particolarmente sgualcita. –Ecco, questo è il Luogo che Lucifer pensava potesse ospitare il Fuoco.-

Draco ed Hermione si allungarono sul tavolo per poter vedere il disegno tracciato con una penna d’oca rappresentante una montagna con un’apertura sulla cima.

-Sarebbe un vulcano?- chiese la ragazza.

-Io vedo una semplice montagna.- disse Sibilla scrollando le spalle. –Mentre Lucifer vedeva un vulcano, sì.-

-Allora è quello il Luogo!- esclamò Draco prendendo già il mantello. –Andiamo, dai!-

-Aspetta, non così veloce giovane Malfoy.- lo bloccò la donna con un sorriso. –Ci credi così stupidi, io e tuo nonno? Abbiamo controllato. Tuo nonno ha controllato, per la precisione, e non ha mai visto il Fuoco. Per questo alla fine ci siamo trovati costretti a cercare altrove.-

-E non avete trovato niente di simile?- domandò Hermione fissandola seriamente. Se non avevano trovato alcun altro luogo possibile voleva proprio dire che lei e Draco erano in enormi difficoltà.

-No. Lucifer purtroppo è morto poco dopo e comunque nell’ultimo periodo noi due abbiamo avuto poche possibilità di stare insieme e continuare così le ricerche.-

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo, entrambi preoccupati. Sibilla intercettò l’occhiata e sorrise gentilmente.

-Però possiamo andare lo stesso a dare un’occhiata a quella montagna.- comunicò allegramente prendendo le chiavi della macchina.

 

 

 

 

 

-Sei sicura che mio nonno non sia morto venendo su questo aggeggio con te?- chiese sarcasticamente Draco lanciando un’occhiataccia al volante.

Sibilla ridacchiò sommessamente.

-Non essere così cattivo con me, Malfoy!- lo riprese bonariamente.

-Tanto immagino che tu sia abituata.- ribatté il ragazzo incontrando gli occhi della donna nello specchietto retrovisore. –Ti piaceva stare con mio nonno?-

-Ti ho già risposto, no?- domandò Sibilla scrollando le spalle. –Lo amavo.-

-Mia madre ama mio padre, ma lo ucciderebbe mille volte al giorno.- borbottò il ragazzo in tono contrariato ed Hermione allungò una mano per accarezzargli gentilmente la coscia.

-Tuo nonno era bello ed affascinante, come te.- sussurrò la donna al volante. –Mi sono innamorata di lui per questo, per l’aspetto fisico prima di tutto. Però non è stato quello a tenere vivo il nostro amore. Ho imparato a conoscerlo ed ho trovato un uomo rude eppure gentile, solitario e taciturno, ma che sapeva farmi capire quanto mi amasse.- fece una pausa. –Ma era pur sempre un Malfoy e questo complicava le cose. Aveva una moglie che non amava e che non lo amava ed un figlio da crescere in un certo modo. Poi ha incontrato me ed è stato molto combattuto sulla nostra storia. Come anche tu sai bene, Draco, la tua famiglia è sempre stata attenta ad intrattenersi solamente con le persone giuste. Ed io sono addirittura una senza poteri magici. Però è successo che ci siamo innamorati e questo è quello che conta. La nostra è stata una storia che molte persone possono giudicare orribile, fatta spesso di sotterfugi e bugie, ma noi l’abbiamo vissuta bene. Litigavamo e facevamo pace, lui era costretto a passare il tempo con sua moglie, ma io sapevo che stava pensando a me. E siamo arrivati fino alla fine.-

-Sibilla… come vi siete conosciuti?- chiese Hermione curiosa.

La donna sorrise.

-Oh, è una storia lunga!-

-Abbiamo tempo.- mugugnò Draco picchiettando un dito contro il sedile anteriore. Gli interessava sapere tutto della storia tra suo nonno e quella donna. Non tanto per curiosità, quanto perché forse la loro storia poteva dargli qualche spunto per riuscire a dire ad Hermione che l’amava.

-E va bene, ve la racconterò…- sospirò, girando in una stradina dissestata. –Ero in una biblioteca di libri esoterici, quando lo incontrai.- si fermò un attimo. –Libri che parlano di magia e soprannaturale, Draco.- aggiunse con un sorriso.

-L’avevo capito.- borbottò il ragazzo dal sedile posteriore.

-Comunque, lui si è avvicinato e mi ha detto: “sempre pieno di babbani qui, vero?”. Io naturalmente non ho capito e mi sono girata per chiedere cosa intendesse dire: ho visto Lucifer Malfoy e non ho nemmeno avuto il tempo di rispondergli qualcosa, sono rimasta folgorata…

-Da che cosa?- domandò Draco sbarrando gli occhi.

-Da tuo nonno!- rispose spazientita Hermione. –Dalla bellezza di tuo nonno, Draco!-

-Proprio così.- mormorò sorridendo Sibilla. –Lucifer era davvero un bell’uomo, con i capelli biondi e lisci un po’ lunghi e quegli occhi azzurri… ma tu sai di cosa sto parlando, vero signorina?-

-Ma certo.- rispose Hermione arrossendo appena. –Continua, Sibilla.-

-Giusto. Stavo dicendo, Lucifer mi ha colpito dal principio. E non è stato solamente per l’aspetto fisico. Era molto… intrigante, tutto vestito di nero e quei modi di fare cortesi e pomposi.- fece un sorrisetto. –Comunque gli ho chiesto cosa diavolo significasse la parola “babbani” e lui per poco non ci rimaneva. Mi ha guardato con uno sguardo carico di disgusto e ha detto: “oh. Tu sei una babbana”. Io naturalmente mi sono offesa ed ho iniziato ad insultarlo.-

Hermione ascoltava con la bocca aperta, lanciando di tanto in tanto uno sguardo a Draco.

-E lui?-

-Lui mi ha presa per la giacca e mi ha gentilmente sbattuta contro uno scaffale.-

-Come?!- esclamò la mora dal sedile posteriore, spalancando la bocca.

-Tesoro mio, insultami e ti faccio vedere come.- sussurrò Draco con un ghigno. Poi notò l’occhiata fulminante della propria ragazza e scrollò le spalle. –Era per dire.-

-Ragazzi, fatemi finire.- li riprese Sibilla. –Comunque, io stavo con le spalle contro lo scaffale e Lucifer praticamente addosso. Avevo un enorme volume sui vampiri conficcato nel fianco e se mi avesse lasciato andare i polsi probabilmente lo avrei schiaffeggiato. Però non potevo usare le mani, così… l’ho baciato.-

-Brillante idea.- commentò con un ghigno Draco. –Dopo che è successo?-

-Lui ha ricambiato il bacio, siamo andati a bere un caffè assieme e… una cosa tira l’altra, no?-

Hermione ridacchiò, mentre il ragazzo faceva una smorfia.

-E quando ti ha detto che era un mago?-

-Quel pomeriggio stesso.-

-Quando…

-Quando una cosa stava tirando l’altra, mia cara.-

La ragazza arrossì.

-Oh. Certo. Ma com’è che te l’ha detto?-

-Ha tirato fuori la bacchetta e le ha chiesto: “dove vuoi che te la metta, tesoro?”.- borbottò il ragazzo.

-Draco!- lo ripresero la mora e la donna all’unisono.

-Voi state parlando delle avventure sessuali di mio nonno e… la sua amante!-

-Stai tranquillo, giovane Malfoy, non racconterò nulla che possa sconvolgere la tua innocente mente: siamo arrivati.-

 

 

 

 

 

-E questo sarebbe un vulcano?- domandò Draco fissando con sguardo scettico quello che si trovava davanti a loro.

Erano al cospetto di un’insignificante collinetta, alta non più di cinque metri, che non aveva assolutamente nulla a che fare con un vulcano.

-Te l’avevo detto, giovane Malfoy, che non era semplice come la facevi tu. Questo è l’unico posto che Lucifer sospettava potesse ospitare il Fuoco, ma se vuoi la mia sincera opinione qua non c’è proprio niente.-

Draco sospirò afflitto ed Hermione gli accarezzò dolcemente un braccio.

-Scusate, ormai siamo qui, no? Andiamo almeno sulla cima a dare un’occhiata. E anche se non trovassimo nulla la collina è bassina, ma credo si possa vedere il paese che abbiamo passato prima.-

-Mi sembra un’ottima idea!- esclamò allegramente Sibilla.

Iniziarono ad arrampicarsi sulla collinetta, Hermione e la donna che avanzavano a braccetto, lentamente, chiacchierando tranquillamente tra loro. Dietro Draco, che immerso nei suoi pensieri contemplava il fondoschiena della propria ragazza, chiedendosi se avrebbe mai trovato il coraggio di dirle che lo amava. Ogni momento che passava si rendeva conto di quanto sentisse l’esigenza di farglielo sapere.  Sentiva che se non avesse trovato un modo carino per dirle quel “ti amo” al più presto avrebbe fatto qualche cavolata, tipo urlarglielo contro al loro primo litigio, rovinando così tutto quanto. In testa solo quattro parole: “doveva darsi una mossa”.

Ci misero appena qualche minuto ad arrivare a destinazione e quello che videro non poté che demoralizzarli ulteriormente: non c’era assolutamente nulla, se non uno spiazzo d’erba.

-Mi sa tanto che manca il buco.- commentò sarcasticamente Draco, lasciandosi cadere seduto per terra. Hermione sospirò, scrollando le spalle.

-Vuol dire che non è questo il Luogo del Fuoco.- mormorò afflitta. –Non importa, cercheremo da un’altra parte.- fece un giro per lo spiazzo, guardando verso il paesino che si vedeva da quell’altezza.

-Vieni qua, Draco.- lo chiamò dolcemente. Lui non se lo fece ripetere due volte ed in un secondo fu dietro di lei. Le cinse la vita con le braccia e la baciò sul collo.

-Hermione, devo assolutamente dirti una cosa.- sussurrò nel suo orecchio. La ragazza si rigirò nel suo abbraccio si appoggiò contro il suo petto, annusando il profumo della sua maglietta.

-Cosa?-

-Una cosa importante. Giura… giura che non scoppierai a ridere e non mi tirerai uno schiaffo.-

-Draco non dire sciocchezze…

-No, giura.-

Hermione alzò gli occhi al cielo.

-Va bene, va bene, giuro. Dimmi, dai.-

-‘Mione, io…

-Ragazzi, venite un attimo qui, per favore!- la voce di Sibilla s’insinuò tra loro, facendoli allontanare.

-Che c’è?- chiese seccato Draco. Quella donna gli dava ai nervi, lo aveva convinto a dire ad Hermione che l’amava ed ogni volta che stava per pronunciare quelle maledette parole… ecco che lei si metteva in mezzo, interrompendoli e mandando tutto a rotoli.

-Il medaglione… quello che vi ho mostrato ieri e che secondo Lucifer rivelava la presenza di uno degli elementi… scotta!-

I due ragazzi la raggiunsero in un attimo ed Hermione estrasse prontamente la bacchetta, mormorando Wingardium Leviosa! Il medaglione si sollevò in aria.

-Siamo sicuri che questo oggetto funzioni, Sibilla?- domandò.

-Con noi ha sempre funzionato.- rispose la donna scrollando le spalle. –Però non capisco… allora dovrebbe essere qua da qualche parte il Fuoco… vedete niente?-

Draco stava per fare cenno di no, quando un tremito scosse la terra sotto i loro piedi. Si guardarono in giro, spaventati, ed all’improvviso un getto di fuoco prese a zampillare allegramente in mezzo all’erba.

I due ragazzi si guardarono, eccitati. Draco racchiuse un po’ di quella lava bollente in un’ampolla con un gesto della bacchetta.

-Merlino, era veramente qui!- esclamò Hermione meravigliata. –Sibilla, avevi detto che tu e Lucifer lo avevate già cercato qui…

-Infatti è così. E davvero non capisco come mai…- s’interruppe ed un sorriso dolcissimo comparve sul suo volto. –Ne riparliamo dopo, Hermione. Ora… ti consiglierei di girarti.-

La ragazza si voltò. Davanti al fuoco c’era Draco, la bacchetta puntata verso il cielo. Hermione alzò lo sguardo e quello che vide la lasciò senza parole: due parole, scritte con il fuoco rosso brillante. Ti amo, scritto in mezzo al cielo stellato.

-Draco…- mormorò la ragazza, gettandogli le braccia al collo.

-Volevo dirtelo, ma tu non mi volevi proprio lasciar parlare.- ghignò lui, passandole una mano tra i capelli.

-Draco, non so cosa dire.-

-Non dire niente, se non vuoi. Non l’ho detto per avere una risposta, semplicemente per… fartelo sapere. Volevo fartelo sapere.-

Lei sorrise, baciandolo sulle labbra.

-Lo sapevo già, Draco. Me lo avevi già fatto capire. Comunque… apprezzo il gesto.-

Restarono abbracciati per un po’ in silenzio. Dopo qualche attimo il ragazzo la scostò da sé.

-Ma tu non mi dici niente?-

-Hai appena detto che non lo dicevi per avere una risposta!-

-Sì, ma pensavo che l’avresti detto comunque… voglio dire, io mi espongo in questo modo e tu stai in silenzio? Non è carino, ‘Mione, non è per niente carino ed io…

Lei scoppiò a ridere, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte.

-Non ti montare la testa, ma… anche io ti amo, scemo.- gli confessò con un sorriso.

 

 

 

 

 

Allora… questo capitolo non è venuto per niente come volevo, ma questa era la versione migliore. Spero che comunque non sia da buttare… ^^

Comunque per lo spoiler che forse volevo mettere per il finale… non so se lo metterò veramente oppure no. Sono combattuta. Se mai dovessi metterlo, comunque, state tranquille che avviserò!

Ah, un’ultima cosa… il nonno di Draco nei libri della Rowling si chiama Abraxas… purtroppo quando, leggendo il sesto libro, me ne sono resa conto, il “mio” nonno Malfoy lo avevo già chiamato Lucifer. Chiuderete un occhio per questo piccolo particolare, vero?

Ringrazio: Patty (non finirà poi così a breve! ^^), drachetta 91, Aiko (mi fa veramente molto piacere che abbia deciso di leggere la mia fic!), alisea (wow quante idee! Dovrei commissionarti come angelo custode quando l’ispirazione viene meno… ^^), aledra_xan, July (ma ciau! Farli lasciare alla fine della fic? Eh… magari… noooo, dai scherzo! Per Parigi… non ho ancora deciso, ma… comunque lo saprai nel prossimo capitolo! ;-) ciao tesoro!), super gaia, Savannah (in questo capitolo ho detto qualcosa in più sul nonno di Draco e Sibilla, ma l’argomento tornerà più avanti. Un bacio, tesoro!), tania (non preoccuparti, come ho scritto sopra se dovessi inserire qualche spoiler lo direi all’inizio del capitolo!), aihnwen (beh, che dire… molte grazie! ^^ Spero che continuerai a seguire la mia storia!), bimba88 (come sempre grazie per la recensione!)

   
 
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