L’angolo
dell’autrice…
Bene…
eccoci arrivati all’epilogo di questa storia… o
meglio dire, di queste storie…
Vedevo
questo traguardo sempre più lontano, invece mi sono accorta
che i due
piccioncini mi avevano già spianato la strada per una
conclusione che ha
lasciato sbalordita anche me..!!
Allora..
da dove posso cominciare a ringraziare?
Forse
dalle mie solite commentatrici (bribry85, lucyette, Asia95,
xxx_Ice_Princess_xxx, sonietta, chiaa_, 4lb1c0cc4, savy85,)…
vi ringrazio
perché mi avete insegnato a credere un pochino in me
stessa… e a darmi ogni
volta l’ispirazione giusta per continuare a scrivere ogni
volta che mi buttavo
giù..!! ;D
Ringrazio
anche voi, lettori non commentatori, che pur mantenendovi celati
nell’ombra,
siete sempre presenti con le vostre letture… Infatti, ho
notato che questa
storia ha avuto più di mille visioni… quindi mi
posso ritenere più che
soddisfatta… U___U … Ringrazio naturalmente anche
gli adorabilissimi 25 che
hanno aggiunto questa storia alle preferite, ai 32 che
l’hanno aggiunta tra le
storie seguite e ai 7 che l’hanno messa tra le
ricordate… Sono troppo contenta…
:D
Bene..
adesso che ho terminato i ringraziamenti, vi lascio nelle mani
dell’epilogo, l’ultimo
compagno di viaggio di questa lunga serie… :D Un bacio e
spero di rivederci
presto con un’altra storia…. Ne sto scrivendo
un’altra, non su questa serie, ma
su una cosa del tutto originale… Vabbé.. a
prestoo!!
BESOSSS*****
Vostra..
Kyryu!
Epilogo
Ema…
Inutile
dire che, dopo quelle ore passate sotto quella pioggia torrenziale e
quel
freddo allucinante, mi ero beccato un’influenza da paura,
tanto che fui
costretto a rinchiudermi in una parte della casa degli zii, dove non
era permesso
a Gio di venirmi a trovare.
Quelle
vacanze natalizie furono dolcissime e, nonostante non fossi un ragazzo
super-mega-romantico (sapevo dosarmi, eh!), mi accorsi anche io di
quell’atmosfera magica che aveva preso possesso di tutto
ciò che ci stava attorno.
Gio non
mi era mai sembrata così solare… in
quell’inverno funzionava bene come raggio
di sole, tanto da rendermi dipendente da lei molto più di
prima. Ormai mi ero
lasciato alle spalle anche la storia con Claudio ed Elisa: dopo che ci
spiegammo tutto quanto, quella volta a Moena, Gio ed io non riaprimmo
mai più
quel discorso, anche perché sinceramente i loro
atteggiamenti e comportamenti
non erano degni della mia considerazione o di un qualsiasi mio pensiero
nelle
mie lunghe giornate con Gio. L’unico con cui mi sentivo
ancora era Giulio, quel
carissimo amico che mi aveva aperto gli occhi quella famosa volta in
cui volevo
dichiararmi… Era l’unico per il quale ero disposto
a dare la vita, l’unico che
non mi aveva mai tradito.
Gio ed io
avevamo deciso ogni cosa, trovandoci molto spesso in disaccordo, ma
eravamo
pronti ad affrontare anche questo e poi, purtroppo i lupi perdono il
pelo ma
non il vizio, no? E come pretendere che Gio ed io, dopo la
riappacificazione,
perdessimo le nostre idee?
Certamente
non ci insultavamo troppo, però i litigi c’erano
sempre.. li consideravamo le
nostre piccole battaglie personali che al posto di dividere,
rafforzavano il
nostro rapporto.
Non
c’è bisogno di sforzarsi per
cambiare, quando ci si ama proprio per come si è fatti, così
mi ricordava l’amore della
mia vita, ogni volta che ci lasciavamo andare alle coccole.
Ancora
più inutile mi sembrava specificare che l’amavo
ogni giorno che passava sempre
di più… non avevo più dubbi: avrei
voluto passare per sempre la mia intera vita
con lei.. se di vita si tratta.. perché per me è
un perenne sogno! Notai che
era maturata e quell’adorabile pancione la rendevano ai miei
occhi ancora più
splendida. Nonostante conservasse ancora quel suo carattere da ribelle
e da
indomabile leonessa, aveva degli obiettivi precisi che la facevano
sembrare più
calma.. ma sapevo che era tutta apparenza: non l’avrei
fermata in niente e per
niente al mondo, anche se non fossi stato d’accordo con le
sue scelte. Perché
per quanto tu possa illuderti di riuscire a braccare un uccello fiero e
implacabile, quello si libererà con più rabbia e
forza di prima.
E poi,
c’era da aggiungere che l’avrei accompagnata in
qualsiasi sua follia… non sarei
mai riuscito a frenarla e cos’avevo da perdere? Niente,
perché lei sarebbe
stata il fulcro del mio tutto.
Quel
giorno era seduta su una sedia a dondolo che avevamo messo proprio
davanti
all’albero di natale, addobbato con un certo gusto, e
sorrideva mentre si
accarezzava il pancione con fare distratto, con la mente persa in
chissà quali
pensieri. Era da tutto il giorno che cercavo di parlarle, ma non
avevamo avuto
un attimo di tregua dato che i fratelli l’adoravano sopra
ogni cosa e non le
davano neanche un momento di tranquillità … Gio,
alla fin fine, era più grande
di loro di soli sei anni… non sarebbe stato naturale
litigare a quell’età? Me
la dovevano occupare proprio in qualsiasi momento della giornata?
Sicuramente
lei aveva notato il mio umore un poco più seccato rispetto
al normale, ma non
mi aveva chiesto niente, anche perché non le avrei detto
niente fino a quando
qualcuno non mi avesse concesso una decina di minuti da solo con lei.
Mi
poggiai allo stipite della porta, che stava proprio alle sue spalle e
la vidi
mentre, con fare tranquillo, si sollevava dalla sedia a dondolo e
s’incamminava
verso l’altro lato della stanza, senza mai notare la mia
presenza. O meglio,
facendo finta di non essersi accorta della mia presenza.
Si
diresse verso il pianoforte, situato in fondo al grande salone, posto
in modo
da dare le spalle agli spettatori. Si sedette e cominciò a
pigiare lentamente
quei tasti; mi sentii, lentamente, trasportare in quella notte di circa
sei
mesi prima…
Mi
ricordo perfettamente che dopo la famosa serata al “The
Island”, quando la
presentai ai miei amici e alla mia ex-ragazza, dopo anche una bevuta da
record,
l’avevo presa in spalla e l’avevo sistemata in
macchina accanto a me. Avevo
chiuso la portiera dal suo lato e mi ero seduto al posto
dell’autista e messo
in moto, pronto a riportarla a casa, tormentato da mille pensieri
stupidi che,
se ci penso adesso, mi fanno pensare a quanto avessi sempre amato
quella
piccola stupenda donna... mentre quella stessa canzone di Nek che stava
suonando Gio, in quel momento, aveva risuonato nel mio abitacolo,
facendomi
compagnia per tutto il rientro.
Tu sei, tu
sai
Nel sogno
da chi vai.
Tu sei, tu
sai
Stai
svegliandoti ormai!
Mi
sorprendono i tuoi occhi e quasi chiusi
Poi accesi,
spalancati in me,
dici
sorridendo:”Sognavo
di te…” …
…
Tu sei, tu sai
Sorpresi insieme dal
mattino…
Tu sei, tu sai
E adesso il sogno è
già
lontano…
La voce di
Gio suonava splendidamente nelle mie
orecchie. Però.. come faceva a ricordare quella canzone?
-…
Ho qualche ricordo sfuocato di quella notte in
cui mi presi una sbronza micidiale.. e questa canzone mi è
rimasta impressa..
anche se non ricordo affatto quando mi spogliasti.. ma sono
dettagli…- rispose,
quasi come se avessi parlato per davvero.
Mi stupii,
anche perché non aveva voltato il viso
ed era impossibile che mi avesse visto prima.
Mi
avvicinai a lei sempre più, fino a ritrovarmi
alle sue spalle. Le poggiai una mano sulla spalla e lei
sollevò la testa, fino
a far annegare il suo sguardo nel mio.
-E’
tutto il giorno che ti vedo agitato… cosa
c’è?-
mi chiese, mentre riprendeva a pigiare i tasti del pianoforte.
Coraggio…
è l’ultimo
passo, l’atmosfera è quella giusta… e
lei è tutta per te… avanti!
Mi sedetti
accanto a lei, bloccandole per un attimo
le mani. La vidi stupirsi del tutto, mentre cercavo di trovare le
parole
adatte… di certo non era argomento di tutti giorni dover
fare una… Sentivo
quella piccola scatolina di velluto nero farsi sempre più
pesante nella mia
tasca dei pantaloni.
-Ehm…
io… volevo… dedicarti una canzone.- risposi,
deragliando dal mio obiettivo principale, dandomi mentalmente
dell’idiota. Gio
fece una specie di faccia stralunata, assecondandomi e lasciandomi un
po’ di
spazio accanto a sé.
Cavolo, cavolo,
cavolo…
combino sempre e solo cazzate!
Mi dovetti
far venire in mente una canzone ad
dedicarle, giusto per riparare un po’ all’idiozia
che mi aveva preso in quel
momento… Mi sovvenne in mente una splendida canzone che
avevo ascoltato da poco
alla radio, nonostante fosse di un bel po’ di anni prima.. e
cominciai a suonare e a cantare…
Open
up your heart to me
And say what’s on your mind, oh yes
I know that we have been through so much pain
But I still need you in my life this time, and…
I need you tonight
I need you right now
I know deep within my heart
It doesn’t matter if it’s wrong or right
I really need you tonight
I figured out what to say to you
But sometimes the words they, they come out so wrong, oh yes they do
And I know in time that you will understand
That what we have is so right this time, and…
I need you tonight
I need you right now
I know deep within my heart
It doesn’t matter if it’s wrong or right
I
really need you tonight…
Mi
bloccai di botto. Sentivo di star perdendo tempo, nonostante quella
canzone
fosse adattissima per la situazione. Al mio fianco, sentii il
singhiozzare
sommesso di Gio.
-Hey!
Cos’è successo?- le chiesi, mentre le cingevo la
vita con un braccio.
-E’..
che.. mi sono commossa.. scema di una bambina! Condiziona tutte le mie
emozioni!- mi rispose, poggiandosi delicatamente sul mio petto. Presi
fiato e
dissi:
-Non era
questo quello che volevo fare, in teoria… anche se la
canzone mi è servita per
rilassarmi e per poter dire tranquillamente quello che sto per dirti..-
Gio’
si
sollevò un attimo e piantò il suo sguardo nel
mio, quasi a non volersi perdere
niente.
-.. Ti
amo… e lo sai. Però… non mi basta
più.- le dissi, senza tanti giri di parole.
Sentii qualcosa rompersi al di fuori di me. Non ero io. Era
Gio’.
-M..mi
stai lasciando?- mi chiese, scombussolata e con gli occhi fuori dalle
orbite.
-COSA?
No… è più seria la
questione… Ecco… non so..- cavolo, mi stava
disturbando
ancora quello stato di balbuzie inutile.
-Cosa,
Ema?- mi chiese decisa, cominciando a infervorarsi.
-Sposami,
amore mio.- le dissi, mandando a puttane tutti i miei giri di parole.
I suoi
occhi le si spalancarono e, quel momento, credo fu il più
opportuno per
togliere fuori anche l’anello semplice in oro e oro bianco
con un solitario
particolarmente lavorato.
Aprii la
scatolina e la poggia sul piano del pianoforte.
Gio’
non aprì
bocca per quasi un minuto. Poggiai un braccio sul pianoforte e mi
voltai
completamente verso di lei.
-Ti sono
sembrato inopportuno, vero? Non dovevo chiedertelo.. forse.. era troppo
presto..- sussurrai, mentre cominciavo a battere in ritirata,
riprendendo la
scatolina in mano. In quello stesso attimo, la sua mano strinse il mio
braccio,
lasciandomi stupito.
-Sei..
un.. IDIOTA!- mi urlò nelle orecchie, mentre mi soffocava in
un abbraccio
stritolante, per quanto nostra figlia glielo permettesse
–Come cavolo puoi solo
pensare che io non possa risponderti “Si! Lo desidero con
tutta me stessa!”??
Sei proprio OTTUSO!- mi rispose, occupando la mia bocca con un bacio
appassionato.
Mi
sentivo stravolto: Gio’ aveva appena affermato di volermi
sposare con tutta sé
stessa.
Sentii la
seconda porta del salone spalancarsi, per mostrare poi le nostre
famiglie che
ci applaudivano.
-Siamo
contenti per voi..- disse mio padre, facendomi l’occhiolino e
stringendo
vigorosamente mia madre in lacrime. Gli zii sembravano felici anche
loro… e
sono convinto che lo fossero anche quando lo zio mi rinnovò
la minaccia in caso
mi fossi comportato male con lei.
La
strinsi a me e sentii, provenire dal pancione, un leggero calcetto
della nostra
bimba.
-Luna si
sta congratulando con noi..- mi disse Gio, abbagliandomi con il suo
sguardo
emozionato. Le sfiorai ancora la pancia, sussurrandogli, sia a lei che
alla
piccola:
-Grazie…
per tutto… Vi amo e farò di tutto per esserci
sempre per voi… e soprattutto..
farò di tutto per rendervi felici a partire da questo
momento..-
Gio’,
Luna ed io avremmo affrontato i nostri ostacoli, saremmo caduti insieme
e ci
saremmo rialzati altrettanto, ma avremmo avuto i nostri sorrisi e i
nostri
cuori sempre accesi, amandoci sempre di più.
Il
segreto di un amore perfetto, come il nostro? Facile… non esiste… L’amore
non ha regole, né limiti, né
perfezione… solo
compromessi, valli estese all’infinito e soprattutto
imperfezioni da ogni lato.
Perché ognuno deve scoprire da sé la propria
perfezione e su questo Gio’ ed io
non siamo in disaccordo!
Fine