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Autore: Rinalamisteriosa    12/11/2010    4 recensioni
[Liberamente ispirata a “Baby Merlin”, col permesso dell'autrice e a lei dedicata | REVISIONATA e purtroppo INCOMPIUTA]
Un corpicino minuto, dai capelli scuri e dagli occhioni azzurri e lucidi le si era avvicinato, tendendo le braccia e sperando che lei lo prendesse in braccio.
Morgana, con espressione dolce e materna, si alzò e lo sollevò da terra, abbracciandolo e cullandolo, mentre il piccolo Merlin le piangeva sul petto.
“Che cosa c'è, piccolino? Che cos'hai?” domandò piano, per non turbarlo ulteriormente.
Lui non le rispose. Si limitò a indicarle la porta, con il musetto imbronciato e le guance bagnate dalle lacrime.
“Non dirmi che Arthur ti ha trattato male...” ipotizzò, continuando a cullarlo.
Un cenno con la testolina le confermò che aveva pienamente ragione.
Genere: Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Parte 7

 

 

 

Nonostante tutti i pensieri, tutti i problemi e tutte le perplessità che seguirono il cambiamento inaspettato di quell'idiota del suo servitore, Arthur quella notte non aveva faticato a prendere sonno.

Quando poi si era destato all'alba, richiamato dallo squillo sonante delle trombe che preannunciavano l'udienza mattutina e disturbato da un raggio di sole proveniente dalla finestra di lato dritto negli occhi cerulei, s'impose d'alzarsi e prepararsi adeguatamente per una nuova giornata e per i doveri che l'attendevano fuori dalla porta della propria camera.

E chissà se suo padre, il re, era ancora nervoso per quell'assurda faccenda, anche se in verità ad essere contrariato e furente dovrebbe essere proprio lui, il principe, che non poteva certo pretendere da un bambino piccolo, vivace ed inefficiente gli stessi servigi di prima.

Anzi, beato Merlin!

Senza volerlo aveva trovato la scusa per essere esonerato da tutto e - fatto ancora più incredibile! - per stravolgere le cose, per farsi coccolare da Morgana e poi venire imboccato come un poppante da chi?

Ma dal futuro erede al trono, naturalmente!

Dopo aver scosso il capo, essersi vestito con capi apparentemente puliti prelevati a caso dall'armadio e aver calzato i soliti stivali larghi posti all'angolo del letto, dirigendosi verso la porta chiusa notò che la tavola era stata comunque imbandita per la colazione; afferrò una pagnotta ancora calda, la divorò in tre bocconi accompagnandola con del formaggio, prese la brocca dell'acqua e se la versò in una coppa vuota, dalla quale bevve prima di uscire rapidamente dalle sue stanze.

Se voleva evitare un'altra ramanzina paterna, doveva quantomeno presentarsi in tempo.

In uno dei mille corridoi di pietra del castello incrociò Morgana e Gwen, ma era troppo... troppo serio e concentrato per rivolgere loro un qualsiasi cenno di saluto e qualche parola o battutina ironica, così proseguì finché non giunse a destinazione.

Un altro prigioniero... l'ennesimo! Insomma, che cosa devo fare? Quanti altri stregoni dovrò condannare a morte prima che la magia si estingua da ogni porzione di terra del mio regno?” udì.

Il tono di Uther era alto, severo e grave, tanto grave che rimbombò tra le pareti di marmo e arrivò sino alle fini orecchie di Arthur, che proprio in quel momento si apprestava a varcare la soglia della sala del trono. Al suo passaggio, le due guardie di lato alzarono le lance che tenevano incrociate per non far passare nessun altro senza il diretto comando dei superiori, infatti le abbassarono meccanicamente subito dopo.

Che succede qui? Avete già iniziato?” s’informò, attirando l’attenzione dei presenti su di sé.

No”, negò seccato il re. E proseguì: I testimoni non sono ancora arrivati: ne ho convocati tre, giacché pare che dispongano di informazioni utili per condurci alla cattura di uno o forse più druidi”.

“E... ehm, volete che sia io a interrogarli?” domandò Arthur, cauto.

“Non serve. Ma rimani al tuo posto, potrebbe essere interessante...” rispose rigido, prima di puntare lo sguardo su una pergamena che gli aveva appena passato un cavaliere.

“Come desiderate, Padre”.

Senza aggiungere altro, si posizionò accanto a una colonna portante della sala e attese l’inizio dell’udienza, incrociando le braccia al petto e immergendosi nuovamente nei suoi pensieri, che purtroppo erano ancora rivolti al guaio in cui si era cacciato Merlin.

Guaio.

Decisamente non c’era parola più calzante e inerente a quell'assurda situazione. Perché altrimenti come si spiegava che da un giorno all'altro un uomo tornasse bambino in tutti i sensi, con inclusa quella vivacità spensierata, esplosiva e a basso livello di tolleranza che in seguito alla crescita, alla maturazione e all'avvento delle responsabilità dovrebbe scomparire? Oppure, se proprio non dovesse scomparire, almeno venire sminuita o compensata da altri e fondamentali valori etici?

E poi, bastava ripensare a quel giorno... precisamente alla mattina di quel giorno.

Al suo atteggiamento distratto, distaccato e meno insolente del solito.

Ai suoi continui sospiri ansiosi, e al fatto che si ostinasse con ambiguo fervore a sostenere che invece andava tutto bene.

Merlin in questi casi non era affatto ciò che si poteva definire un libro aperto, tutt’altro. 

E Arthur era rimasto con un vago dubbio sul suo comportamento fino a fatto compiuto, quando a tardo pomeriggio l'aveva trovato in quello stato, con Gaius pieno di interrogativi quanto lui e quell'idiota che strillava contro il tutore, in modo capriccioso e infantile, di lasciarlo alzare dallo sgabello in cui era costretto a sedere, mentre il medico di corte lo scrutava ed esaminava attentamente per capire di quale arcana magia potesse trattarsi.

Allora si dimenava e scalciava come mai l'aveva visto fare, e il principe si chiedeva sconcertato se quello fosse davvero Merlin in carne e ossa oppure un suo piccolo sosia, somigliante in tutto e per tutto all'originale.

O un furbo diavoletto, giunto da chissà dove per tormentargli la vita. E che occorreva dargli un po’ di miele per renderlo docile come un agnellino e buono come un angelo.

Non ricordava quasi più com'era lui, da bambino, però era certo di una cosa: non s'era mai comportato così, in modo incontrollabile e ribelle e… strano.

Sforzandosi forse avrebbe potuto ricordare di più, ripescare alcuni momenti della sua infanzia, ma l'arrivo dei tre testimoni interruppe il flusso dei suoi pensieri, riportandolo alla realtà.

Scortati da tre cavalieri, due donne e un anziano avevano appena varcato la soglia e si erano fermati al centro della sala, puntando i loro sguardi sulla figura del re, che li fissava impassibile.

Arthur, non potendo fare altro che osservare la scena davanti a sé, notò subito qualcosa di strano: una delle due donne era molto giovane, oltretutto era anche la più intimidita e agitata tra di loro.

Cespugliosi capelli neri retti a malapena da una consunta bandana verde le contornavano un volto pallido e arrossato, mentre indossava una veste troppo larga e sporca, logora al livello delle maniche - così lunghe da celare le mani - e dei fianchi.

Si stava torturando con i denti il labbro inferiore, in un chiaro segno di ansietà e nervosismo.

Al contrario, la donna bruna che le stava accanto era perfettamente calma, seria e indossava un vestito rosso un po’ più dignitoso. Se c’era una cosa che le accomunava però, era che entrambe erano decisamente bruttine per i suoi gusti.

Nemmeno l’uomo anziano dal sorrisino sdentato, sicuramente un contadino, pareva avere nulla di sospetto da nascondere.

Quindi che fosse proprio la ragazza, a conoscenza del nascondiglio dei druidi?

Al momento era soltanto un’ipotesi, ma avendo assistito a tante altre udienze, interrogatori e condanne Arthur ci aveva fatto l’abitudine; inoltre lo sapeva bene, che era meglio non indugiare sulla prima impressione: l’apparenza talvolta inganna.

Allora perché quella fanciulla era così tesa?

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

 

Ehm… buonasera!

Vi ha sorpreso enormemente questo aggiornamento, vero?

In effetti sorprende anche me. Pensavo di non riuscire più a riprendere in mano questa longfic puramente sperimentale; invece in questi giorni l’altalenante ispirazione ha bussato alla mia porta e oggi - dopo un anno - ho concluso la parte 7 di Prenditi cura di lui ^^’ lo so, mi rendo conto che è passato parecchio e spero possiate perdonarmi. Lo farete?

Il capitolo fortunatamente conta 1100 parole ed è più lungo del precedente, comunque devo riabituarmi a trattare questi personaggi, quindi nel prossimo vi garantisco che inserirò più scene, naturalmente tornando anche al piccolo Merlin che qui è stato spesso citato, ma non è comparso.

E povero Arthur, secondo me il suo cervello invoca pietà... l'ho fatto ragionare troppo per i suoi standard ^^'

E no, se ve lo state chiedendo lui non è preoccupato per la ragazza, pensa solo che quell'evidente agitazione sia sospetta.

 

Grazie a:

- Anto (*_*)

- Hermi_chan

- Grinpow

- shurei

- _Valux_

- tutti i lettori silenziosi e a chi l'ha inserita tra preferiti/ricordate/seguite.

 

Un ringraziamento speciale a Claudia, per il suo incoraggiamento.

 

Ogni vostro complimento, consiglio o critica sarà per me uno stimolo a fare sempre meglio =)

 

Alla prossima!

 

Un bacione,

Rinalamisteriosa *che spera di non far passare un altro anno*

 

 

 

PS: Nelle prime sei parti ho corretto il nome Merlino in “Merlin”. Era necessario, altrimenti avrei dovuto cambiare Arthur in “Artù” e mi sono resa conto di preferire i nomi originali XD

Al momento segnalo solo questa modifica.

 

 

 

EDIT del 26/08/2013: La revisione formale di tutti i capitoli è stata portata a termine.

Grazie mille a tutte/tutti! *__*

 

 

 

 

  
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