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Autore: Mary_    21/11/2010    9 recensioni
Kim e Jared.
L'imprinting ha portato all'inizio della loro storia, ma non sarà l'unico suo autore.
"Perchè per essere amati dev'essere necessaria una forza sovrannaturale?"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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            Voci nella testa... ok, sono diventata pazza


Mi voltai  per la millesima volta verso il banco accanto al mio.

Vuoto.

Sospirando guardai avanti, cercando di seguire la lezione.

I miei occhi si spostarono di nuovo alla mia destra.

Ok Kim, adesso basta! Non è che se continui a fissare questo cavolo di banco lui comparirà grazie ai tuoi potenti poteri di materializzazione!

La vocina nella mia testa mi rimproverava, facendomi capire quanto fossi ridicola.

Quella stupida vocina.

L’aveva sempre vinta lei.

Ok, ormai era definitivo. Ero diventata pazza.

Sbuffai scocciata e fissai il professore, seriamete intenzionata ad ascoltarlo.

Ma perché cavolo vedevo solo muovere le sue labbra e non sentivo niente di quello che diceva?

Due settimane.

Era da due dannatissime settimane che mancava da scuola.

In un certo senso mi sentivo tradita.

Non da lui certo. Probabilmente aveva l’influenza, o la sua casa era andata a fuoco, o magari aveva deciso di non venire più a scuola.

Mi sentivo tradita dalla mia suddetta migliore amica, Lucy, che esattamente un’ora fa mi aveva detto di averlo visto fuori da scuola.

Bene, era tornato a scuola. Ora veniva da porsi una domanda assolutamente lecita.

Dove cavolo era in quel momento, dopo mezz’ora dall’inizio delle lezioni!?!?

Jared…

Da un anno avevo una cotta per lui.

Da un anno era il mio vicino di banco.

Da un anno lui non mi considerava nemmeno.

Cercai di guardare il lato positivo. Da due settimane non mi considerava per un motivo ragionevole.

Per un anno Lucy mi aveva chiesto cosa ci trovavo in lui, visto che praticamente non avevamo nemmeno mai parlato, grazie alla mia timidezza.

Bella domanda.

Mi piaceva e basta non sapevo cosa farci.

Tutta presa dai miei pensieri mi accorsi solo di sfuggita dell’entrata di un ritardatario, il quale dopo aver borbottato delle scuse veloci si andò a sedere.

Mi resi conto dell’identità del mio compagno solo quando quest'ultimo mi passò davanti per poi sedersi nel banco accanto al mio.

Sgranai gli occhi mentre nella mia testa la vocina suonava un campanello d’allarme.

Oh cavolo!

Ti lamentavi della sua assenza? Ora eccoti accontentata!

Dedi un’occhiata furtiva nella sua direzione per essere sicura della veridicità della situazione.

Jared era proprio lì, accanto a me, che sistemava sul banco i libri.

Non era propriamente il Jared di qualche settimane fa.

Osservai stupita quanto era cambiato in quel piccolo arco di tempo, di quanto era diventato… enorme era la parola giusta.

Altissimo e incredibilmente muscoloso, aveva anche i capelli più corti rispetto a prima, ed era probabilmente anche più bello.

Ma come diavolo aveva fatto?

Si era preso dei giorni divacanza per fare palestra concentrata, o per iscriversi al corso “diventiamo grandi e pompati in poco tempo”?

Non che la cosa dispiacesse ai miei occhi.

La mia grande amica vocina continuava a incitarmi a parlare con lui, mentre io maledicevo il fatto di sentirmi così sicura nella mia testa, ma di essere incredibilmente timida nel mondo normale.

-Ciao Jared! Hem… se ti servono gli appunti delle lezioni che hai perso puoi chiedere a me…-

Farfugliai imbarazzata.

Ecco, appunto.Timida fino all’inverosimile.

Lui annuì leggermente, senza nemmeno voltarsi.

Demoralizzata abbassai lo sguardo sul mio libro, continuando a pensare che quella era sicuramente una delle giornate da registrare tra le peggiori della mia esistenza.

 

                                      ***

Sospirai sollevata quando la campanella segnò la fine della mia tortura.

Rimasi un istante a osservare Jared che con calma metteva via le sue cose totalmente preso dai suoi pensieri. Non si era nemmeno accorto che la sua compagna di banco era rimasta come un’idiota a fissarlo.

Quel pensiero mi riscosse e imbarazzata mi alzai per dirigermi velocemente verso la porta.

Ecco, troppo velocemente per le mie povere gambe, rese incerte dalla consapevolezza di essere ormai da sola in classe con Jared.

Inciampai ovviamente in un banco e volai per terra seguita dai miei libri.

E io che volevo inscenare un’uscita fiere ed elegante!

Promemoria per me: ricordarsi di essere un danno per la popolazione mondiale.

Mentalmente imprecai in tutte le lingue che conoscevo, non molte in effetti, e mi misi in ginocchio per raccogliere i fogli che mi circondavano.

Mentre continuavo a insultarmi, sprofondando nella vergogna, una mano grande raccolse gi ultimi fogli e me li porse.

Sgranai gli occhi non aappena mi resi conto di chi fosse il proprietario della mano, non che ci volesse un genio, essendoci solo noi due in classe.

Alzai lo sguardo imbarazzata e incontrai due occhi neri ed intensi, fissi nei miei.

Provai a leggere le emozioni che vi passavano. Stupore, sorpresa, consapevolezza … ammirazione?

Aprii la bocca per dire qualcosa di sensato, ma era un lavoraccio concentrarsi col suo viso a pochi centimetri di distanza.

-Hem… grazie Jared… io…-

Si avvicinò ancora di più, facendomi tacere dalla sorpesa.

Ma cosa diavolo gli prendeva così d’improvviso?

Cercavo di mettere le idee in ordine mentre dentro di me la vocina suggeriva di non farsi paranoie e godersi l’attimo. Del resto cosa avrei potuto desiderare di più?

-Kim, sei ancora qui? Ti ho cercata d’appertutt… oh…-

Mi voltai di scatto verso un’imbarazzatissima Lucy che ci fissava, gli occhi spalancati dalla sorpresa.

Jared non le fece minimamente caso e non si mosse, nemmeno quando io mi alzai, rossa di vergogna borbottando un “grazie ancora” per poi uscire dalla classe seguita dalla mia migliore amica, ancora allibita.

Per una volta, la vocina nella mia testa rimase zitta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Angolo dell'autrice

 

A testimonianza del fatto che le idee non mi vengono mai in situazioni normali, questo capitolo l'ho scritto ieri, ovviamente di notte, aiutata dalla febbre.

E' da parecchio tempo che ci penso su, e grazie alla mia santa cugina mi sono finalmente decisa a scriverlo e, miracolo, a pubblicarlo.

Non ci posso fare niente, ho un debole per i personaggi marginali, mi sa che i protagonisti proprio non mi vanno giù.

Eccomi perciò a raccontare di una coppia che mi ha molto colpito. Stranamente una coppia del branco. Kim e Jared. Mi sembra che quasi nessuno abbia scritto qualcosa in merito e perciò eccomi qui a colmare questa lacuna.

Questa storia, il titolo tratto da una canzone, "When I look into your eyes" dei Firehouse, parla del loro amore, non solo dettato dall'imprinting.

Spero davvero tanto che la storia vi piaccia e che la recensiate e soprattutto la seguite. Nessuna pretesa, ma immagino capiate quanto sia importante per un autore.

E con ciò, vi saluto, sperando di vedervi anche nel prossimo capitolo.

Mary

  
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