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Autore: thefung    24/11/2010    6 recensioni
Bella Swan è un'agente della CIA a cui viene affidata un'importantissima e difficile missione. Dovrà lavorare con una squadra molto speciale ed affiatata, in particolare insieme a Edward Cullen, che oltre ad essere un ragazzo arrogante, pieno di sé e donnaiolo, è anche il nipote del capo. Bella pensa di aver capito tutto di lui, sin dal loro primo scambio di occhiate. In realtà Edward nasconde moltissimi segreti, e, alla fine, quella che sembra una missione per la salvezza del pianeta, diventa per Bella una missione per la vita, per ritrovare sé stessa e soprattutto l'amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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fff
Missione d'Amore

CAPITOLO DIECI



La smorfia che fece Claire era tutto un programma.
Aveva appena assoggiato il boccone di torta Millefoglie Chantilly che avevo preparato con tanto amore - nei suoi confronti no di certo - durante tutto il pomeriggio, piuttosto che dedicarmi alla missione, come invece avrei dovuto. 
"Mmm...", decretò, infilzando un altro pezzetto - piuttosto grande, a dire il vero - per poi masticarlo con interesse.
Andò avanti con diversi 'mmm...' e diversi bocconi per all'incirca dieci minuti, finché non si decise ad appoggiare quella benedetta forchetta sul piattino di plastica e decidersi a parlare.
Arricciò il labbro, sporgendolo all'infuori. "Non male, ma mi aspettavo di meglio.", disse con sufficienza. "Sia per una chef che per il fatto che ti sia chiusa in cucina per ben quattro ore imedendo a chiunque di entrare se non Edward"
Ops.
Ehm...forse in effetti la scelta di barricare le entrate della cucina era stato un po' eccessivo...ma necessario!
Se qualcuno mi avesse visto seguire alla lettera le istruzioni di una ricetta trovata a caso su internet sarei stata derisa a vita! Come se già le occhiatine divertite e dense di sottointesi di Edward non bastassero...
"Claire, intanto, però, ti sei già spazzolata un'intera fetta!", sghignazzò Embry. Ormai avevo capito che in qualunque occasione sarebbe stato incapace di tenere a bada il suo spirito scherzoso.
Il volto della donna si irrigidì immediatamente, mentre si voltava verso di lui con un gesto secco e veloce. "Cosa hai insinuato?", sibilò.
Era una fortuna che mi trovassi dalla parte opposta, in modo da non vedere lo spettacolo che certamente i suoi occhi mi avrebbero offerto.
L'espressione terrorizzata di Embry, però, sembrava dire qualcosa...
"Dai!", esclamò Jacob, tentando di salvare la situazione. "Voglio proprio vedere com'è venuta questa tortina!"
Eh?
Tortina a chi?!
Edward percepì chiaramente il mio scatto a quelle parole, proprio per questo la sua mano scese lenta ad avvolgere il mio polso, in un invito a mantere la calma.
"Sarà pure una 'tortina',", mormorò avvicinando pericolosamente il volto al mio.
"Ma per me..."
Una lenta tortura, ecco cos'era.
I suoi occhi, due calamite di un verde troppo intenso e profondo, mi attraevano in un modo incredibile, rendendo impossibile tentare di distogliere lo sguardo anche solo per un secondo.
"Sarà sempre..."
Le sue labbra erano a un centimetro dalle mie, riuscivo a percepire chiaramente il suo respiro fresco arrivarvi gentilmente, come una leggera brezza nel deserto.
"La migliore...", un ultimo mormorio prima che la sua bocca approfondisse il contatto, costringendomi in un bacio che di casto non aveva proprio nulla.
Con la mano destra mi cinse la vita per tenermi più stretta al suo corpo, mentre con la sinistra reggeva la nuca.
Dal canto mio, non riuscii a fare a meno di rispondere a quel caldo invito, a quella bocca, a quel profumo così dannatamente affascinante che mi inebriava i sensi. Le mie mani si mossero da sole, come dotate di vita propria. Corsero sulle sue braccia muscolose scoperte dalla maglietta a maniche corte, sulle spalle forti e larghe, per terminare la loro lenta salita ai capelli, morbidi, setosi e ribelli.
Le dita li strinsero, scompigliandoli ancor più di quanto già lo fossero.
Un leggero colpo di tosse ci riportò alla realtà, ricordandomi dove ci trovassimo e soprattutto il fatto di non essere nella nostra calda, confortevole camera da letto.
Mi staccai da lui a malincuore, seppure con un velo di incertezza e titubanza.
Cos'erano queste smancerie? Una recitazione più che perfetta? O un qualche coinvolgimento personale da parte mia...?
Avevamo detto che la vita privata sarebbe rimasta fuori in questo periodo qui alla villa, ma allora questo bacio cosa rappresentava?
Semplice finzione?
Scossi impercettibilmente la testa, tornando a guardare imbarazzata i presenti.
La faccia di Claire era paralizzata. Forse scioccata da ciò che aveva visto, forse scandalizzata dal nostro ignorarli completamente.
Non lo sapevo, fatto sta che non mi dispiacque per niente il fatto che si alzò da tavola in silenzio, mormorando un semplice 'scusate' per poi dirigersi verso l'entrata della villa.
Jacob fece di tutto per trattenere le risa quando ancora avrebbe potuto sentirci, ma non appena quella ebbe varcato la porta finestra di vetro, proruppe in una risata fortissima, tanto disperata che gli vennero le lacrime agli occhi.
"Non deve aver mai visto una cosa del genere in vita sua...", mormorò ansante.
"Effettivamente...specialmente su di sé", affermò convinto Embry.
"Ha avuto un figlio, cazzo!", esclamò invece Quil, punto sul vivo.
Jake si calmò immediatamente e sollevò un sopracciglio in modo molto eloquente. "Hai mai visto mio cognato?", non attese nemmeno che Quil parlasse, sapeva già la risposta. "No, mai, Quil. Perché se l'avessi visto, non avresti mai minimamente pensato che lui e quella vecchia strega siano parenti! Tantomeno madre e figlio!", spiegò senza curarsi di abbassare la voce, cominciando a tagliare un gran pezzo di millefoglie.
Quil fu talmente colpito dalla risposta dell'amico - forse era semplicemente stupito che avesse un senso, come invece lo ero io - che ammutolì per il resto del tempo.
"Bella, che torta squisita!", strillò Jacob, negli occhi quella stessa lucina che si vede nei bambini la mattina di Natale.
Sorrisi. "Grazie, Jacob", mormorai soddisfatta.
"Immagino di cosa siano capaci di fare quelle tue manine...", sussurrò prima di rituffarsi sul piatto.
Brutto...!
Mi irrigidii, cercando di placare ancora una volta la voglia di prendere a pugni qualcuno.
Questa missione mi avrebbe fatto diventare una donna violenta se avessi continuato così: ne ero certa.
"Jacob, Quil, Embry...dove vi siete conosciuti?", un sussurro mi fece voltare immediatamente alla mia sinistra, colta di sorpresa.
Ma era scemo? Scemo oppure con qualche serio problema all'apparato nervoso?
No, perché quale persona dotata di un minimo di materia grigia si sognerebbe di fare una domanda del genere in un momento come quello?!
Evidentemente non ero l'unica a pensarla così, dato che le espressioni perplesse dei tre ragazzi parlavano chiaro.
Guidata da un riflesso inconscio, la mia gamba si mosse velocissima, in modo da andare a colpire accidentalmente quella di Edward.
Gemette silenziosamente, trattenendo un'imprecazione a denti stretti.
Nel frattempo, Jacob, Quil ed Embry si guardavano a metà tra l'interdetto e il divertito non sapendo cosa dire in risposta alla domanda del cretino.
"Mah...sarò anche un insensibile, ma io non me lo ricordo. I nostri padri erano amici, lo erano anche i nostri nonni, i nostri bisnonni e così via...in tutte le generazione c'eravano sempre tre cretini patentati senza mai un cazzo da fare", rise infine, cercando il consenso nei compari.
"Be', ", lo corresse immediatamente Embry. "Erano sempre in quattro. E lo eravamo anche noi", disse serio, forse anche inenguamente.
Non mi sarei mai aspettata che da una semplice affermazione Jacob potesse reagire così male.
Serrò la mascella mentre il suo respiro si faceva più veloce, in corrispondenza col movimento frenetico delle spalle larghe.
"Non. Dirlo. Mai. Più.", sibilò con gli occhi fuori dalle orbite, senza nemmeno provare a darsi una regolata.
I miei occhi corsero immediatamente a Edward. Cosa rappresentava questo improvviso attacco di furia? Se dovevamo lavorare prettamente sull'aspetto psicologico dei sospettati, avremmo dovuto scoprire qualcosa anche di questo 'quarto'?
Lo sguardo di Edward era il riflesso del mio: confuso, perplesso, incapace di nascondere la curiosità.
Non appena Jacob si fu calmato un poco, Quil ne approfittò per lanciare un'occhiata inceneritrice a Embry, rimasto muto e - apparentemente - pentito.
"Penso...penso sia meglio andare a dormire", mormorò quest'ultimo, alzandosi in piedi lentamente.
"Buona idea", aggiunse Edward, nonostante io sapessi che voleva spingere tutti ad andarsene per fare cose di decisamente altro genere.
"Ok...", sospirò Jacob, mettendosi in piedi e facendo strisciare la sedia sul cemento con uno stridio fastidioso.
Ci avviammo silenziosamente verso l'entrata della casa, senza che nessuno dicesse una parola, per una volta.
No, quel discorso non doveva essere affatto cosa da poco se tutti e tre avevano reagito così male.
Persa nelle mie riflessioni, non mi accorsi nemmeno di essere andata a urtare contro un mobile in legno del salotto, provocando un leggero tonfo. 
Mi chinai subito a prenderla, ma rimasi perplessa quando vidi ciò che ritraeva.
C'erano Jacob, Quil ed Embry, abbracciati come dei ragazzini, felici e sorridenti.
Ma non fu quello a sorprendermi, o lasciarmi comunque...confusa. No, fu l'inquadratura della foto. I soggetti erano spostati verso sinistra in un modo eccessivo...e dalla parte opposta soltanto un cielo grigio e nuvoloso, niente che valesse la pena di immortalare.
"Qualcosa non va?", chiese Jacob gentile, notando il mio soffermarmi su quella foto.
Scossi la testa, riappoggiandola al suo posto.
Non c'era assolutamente nulla di strano in quella fotografia. Ero semplicemente io che ero una maniaca della perfezione e mi creavo problemi inutili. Quella era la spiegazione più plausibile.
O almeno credevo.
Ci salutammo tutti quanti con gesti secchi e veloci, senza alcun divertimento.
Edward ed io salimmo fino alla nostra stanza, per poi chiuderci dentro con la solita perizia.
"Pensi ciò che penso io?", chiese Edward una volta che entrambi fummo seduti sul letto.
Aggrottai le sopracciglia. "Mmm...dipende se quello che sto pensando io è la stessa cosa a cui stai pensando tu", risposi con ovviettà.
Egli alzò gli occhi al cielo, esasperato. "Certo che fare un po' di scena mai, eh?", mi punzecchiò con tono saccente.
"Quella storia dei quattro amichetti non mi convince", continuò.
"Già, neanche a me. Dovremmo saperne di più", concordai, per una volta.
"Sì, ma non penso che sia facile. Jacob non appena ha sentito Embry parlare di quella storia si è tramutato in un toro inferocito, figuriamoci se si metterà a parlarne in tutta tranquillità con degli sconosciuti...", si interruppe un attimo. "A meno che..."
"A meno che...?", lo imitai sarcastica, volendo sapere dove sarebbe andato a parare.
"A meno che tu non riesca a fargli cambiare improvvisamente idea", ribatté sicuro e fiero della trova.
"Eh?"
"Nel senso che un po' di vino e una bella donna aiuterebbero a fargli sciogliere un po' la lingua...", spiegò nuovamente con sguardo eloquente.
Mi sentii avvampare involontariamente.
Per bella donna intendeva me? Mi trovava bella?
"Edward, ti rendi conto che quello quasi mi saltava addosso? Dovrei pure incoraggiarlo?!", domandai ritrovando un guizzo di ragione.
"Facciamo così, ne riparliamo", troncò il discorso, onde evitare ulteriori discussioni. "Adesso andiamo in missione", concluse alzandosi in piedi dal letto, sciogliendo per bene i muscoli delle braccia, più in forma che mai.
"Ancora sotterranei?", chiesi perplessa. L'ultima capatina lì giù non era stata fin troppo piacevole...per lui soprattutto, vista la situazione ancora non troppo rosea del suo polpaccio.
"No", rispose squotendo la testa. "Oggi ci divideremo, senza fare nulla di azzardato o pericoloso: tu cercherai nuove informazioni nella stanza al piano di sotto, mentre io andrò a perlustrare i piani di sopra", disse senza mezzi termini.
"Dividerci...?", mormorai scettica e leggermente spaventata, mio malgrado.
"Bella, ti ho già detto che non c'è nulla di pericoloso. E poi mi era sembrato di capire che la mia presenza ti infastidisse", concluse avviandosi verso il bagno con la tuta nera in mano.
Serrai la mascella. "E' ovvio che tu mi infastidisca! Anzi, sai che ti dico? Tanto meglio se andiamo separati! Dovremmo anche farlo più spesso!"
Non si degnò nemmeno di rispondere, semplicemente chiuse la porta alle sue spalle, lasciando come segno della sua presenza soltanto una risata cristallina.

* * * * * *

"Per qualsiasi cosa, contattami con questo, ok?", chiese Edward, indicando con il dito l'auricolare che mi aveva dato.
Sbuffai, punta sul vivo. "Perché sei così certo che sarò io a doverti chiamare?"
Il sorriso sulle sue labbra si allargò. "Semplice presentimento", mormorò prima di avvicinarsi pericolosamente, occhi negli occhi.
"Fai attenzione", ecco le sue ultime due parole prima che si appiattisse contro le pareti e cominciasse la sua 'esplorazione'.
Ok, il momento dei giochi era finito, adesso si iniziava a lavorare.
Aggiustandomi l'auricolare nell'orecchio destro, cominciai a muovermi silenziosamente, proprio come un gatto.
Non a caso quest'utlimo era sempre stato il mio animale preferito.
Guardandomi bene attorno, riuscii a passare senza essere vista dalle telecamere, proprio come le volte precedenti, fino a trovarmi davanti a quella porta che aveva davvero scombussolato tutto.
Un leggero trillo, però, mi fece desistere dall'aprirla immediatamente.
Era per caso un qualche congengo che mi avvertiva del pericolo? Di allarmi vari? Di...qualsiasi cosa!?
Il rumore non accennava a smettere, anzi si faceva sempre più insistente. Senza pensarci, mi toccai l'orecchio, nel tentativo di alleviare quella sofferenza.
Improvvisamente, però, sentii chiara e nitida la voce calda e bassa di Edward. "Bella", diceva.
"Quarto piano, sesta porta alla destra delle scale. Ho trovato qualcosa"


CAPITOLO DECISAMENTE MISERO, LO SO.
MA PRESTATE ATTENZIONE, QUELLO CHE HO SCRITTO NON ERA SOLO PER SPARARE UNA QUALCHE CAVOLATA A CASO, COME SICURAMENTE AVRETE PENSATO LO SO XD
E RIECCOMI QUA!!!!! IMMAGINO AVRETE SPERATO CHE PER UNA VOLTA MI FOSSI VOLATILIZZATA NELLA NEBBIA NEBBIOSA ED IRRITANTE DI BERGAMO MA INVECE...COME VEDETE, DI TANTO IN TANTO RICOMPAIO, CON VOSTRA SOMMA GIOIA, MI SEMBRA OVVIO! XD
ALLORA, PASSIAMO AI COMMENTI VERI E PROPRI AL CAPITOLO.
EH, Sì, SEMBRA PROPRIO CHE L'ADORATO FIGLIOLETTO DELLA SIGNORA CLAIRE SIA STATO IN QUALCHE MODO ADOTTATO DATO CHE LA 'POVERINA' NON HA, AHIMè, MAI RICEVUTO LE ATTENZIONI DI NESSUN UOMO, A PARTE QUIL, OVVIO XD
RIGUARDO AL RESTO...BE', SPERO  CHE IL BACIO DI EDWARD E BELLA VI SIA PIACIUTO!!! XD
SE QUALCUNO SE LO STESSE CHIEDENDO, POI, VOGLIO PRECISARE UNA COSA. JACOB NON SI è AFFATTO DIMENTICATO DELL'ASSALTO A BELLA E PRESTO RITORNERà ALL'ATTACCO. NON VOGLIO FARE SPOILER GRATUITO, PERò, PERCIò...ME NE STO MUTA XD
COSA AVRà TROVATO EDWARD????? LO SAPRETE NELLA PROSSIMA PUNTATA! XD
TO BE CONTINUED... *IO ODIAVO I CARTONI ANIMATI QUANDO FACEVANO COSì >.<*
SCUSATEMI ANCORA PER IL RITARDO, LE RISPOSTE ALLE RECENSIONI ARRIVERANNO A MOMENTI, DON'T WORRY!!!!!!!!!!! ^^ MI SONO INNAMORATA DELLA NUOVA APPLICAZIONE DI EFP!!!!! *.*
UN BACIO GRANDE A TUTTE QUANTE!!!
GRAZIE MILLE ALLE 72 CHE SEGUONO LA MIA STORIA, ALLE 36 CHE LA PREFERISCONO E ALLE 8 CHE LA RICORDANO!
QUESTI RISULTATI NON SARANNO CERTO AI LIVELLI DELLE STORIE PIù POPOLARI, MA A ME VANNO BENE COSì, VI ADORO!!!!!!!!!!
GRAZIE INFINITE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
ELE


   
 
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