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Autore: Khalan    25/11/2010    0 recensioni
[Final Fantasy I] Quattro anni sono passati dalla sconfitta di Chaos, ma la pace sembra destinata a giungere nuovamente al termine a causa di una tremenda forza che minaccia non uno, ma svariati mondi. Quattro nuovi guerrieri della Luce dovranno emergere e combattere con tutte le loro forze per fermarla in quanto il fardello che grava sulle loro spalle è molto pesante.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Era una bellissima giornata: soleggiata, ma fresca nella grande potenza commerciale di Pravoka. In questo clima di tranquillità però, c’era chi tranquillo non era: nel giardino di una villa due persone stavano combattendo, una con una spada, l’altra con una lancia. Fino a quel punto la persona con la spada, un uomo sui 47 anni con una corta barba nera che gli incorniciava il viso, aveva parato senza sforzi ogni offensiva dell’altro: un ragazzo dai corti capelli neri. “Va bene, …pant…preparati che adesso arrivo! HAAAAA!” Con questo “urlo di guerra”, il ragazzo corse verso l’uomo impugnando la lancia saldamente con entrambe le mani per poi spiccare un balzo con l’intento di calare sul suo maestro dall’alto, ma anche questo tentativo non servì a nulla: l’uomo semplicemente frappose la lama della sua spada fra lui e il suo avversario, per poi fare forza e sbilanciarlo, facendolo cadere a terra. “Sei bravo a combattere Reuben, ma sei troppo impulsivo e ti getti all’attacco senza un piano preciso. Ti conviene rimediare se vuoi…pfff…inventare…ffff…un nuovo stil…ahahahahahahahaha!!! Scusa, è troppo assurda come idea: piombare sul nemico con l’arma sguainata è una cosa da animali non da soldati…senza contare che suona molto poco pratica! Ma se per qualche strano scherzo del destino dovessi riuscirci ricordati di farmelo sapere.”

Vennero interrotti da un uomo anziano ben vestito e da un ragazzo poco più giovane di Reuben coi capelli castani e che indossava un’armatura azzurra con finiture dorate e completata da un mantello blu. Si trattavano di Travis il maggiordomo e Alan, il fratello minore. Travis prese la parola: “Padroni, scusate l’intromissione, ma –“ venne interrotto da Alan, che corse intorno ai due e gli disse eccitatissimo: “Papà, fratellone! Mi hanno preso nella guardia scelta dell’Ordine della Lancia! Sono stato scelto!” A quella notizia Reuben e suo padre furono estasiati e il fratello maggiore fece anche per abbracciarlo, ma non lo fece: non era il caso e poi gli avrebbe rovinato l’armatura e il mantello. Sapeva bene quanto erano importanti…il padre quindi mise una mano sulla spalla di ognuno dei due e disse: “I miei figli! Guardie scelte dell’Ordine della Lancia! Credo dovremo festeggiare. Travis, inizia a fare i manifesti: domani sera ci sarà una grande celebrazione! Alan, corri a dirlo a tua madre. E Reuben, tu…vai a casa con tuo fratello e datti una sistemata. Io vi raggiungo fra un po’.” Disse e dopo essersi salutati, Reuben e Alan si avviarono verso casa. “Cavolo! Sono nelle guardie scelte, ci pensi?! Finalmente potrò avere una lancia decente proprio come te! Così potrai insegnarmi quella tua nuova tecnica di combattimento!” Reuben si stupì per un secondo, per poi riprendere a camminare: “Non lo so…papà dice che non funzionerà mai e che comunque non sarebbe pratico.””Io credo in te fratellone: ce la farai ne sono certo!” Reuben sorrise: era bello vedere che qualcuno gli credeva e ora che aveva la possibilità di allenarsi con suo fratello pensava che le cose sarebbero state più facili.
 
Dopo qualche tempo giunsero alla loro casa: un’enorme magione poco fuori Pravoka, in una zona tranquilla all’interno di un boschetto. Una volta oltrepassato il ponte levatoio e il cortile interno, furono al cospetto della loro madre Lady Margaret. In quell’occasione indossava un vestito relativamente semplice con una grande gonna verde priva di qualunque decorazione e un corpetto nero decorato a fantasie floreali. “Bentornati. Alan, sono così felice per te! Stai seguendo bene le orme di tuo padre e di tuo fratello.” Disse cercando di sembrare felice, ma fallì in quanto man mano che proseguiva la voce le diventava sempre più debole. “Scusatemi…allora, dov’è vostro padre? Non era ad allenarsi con te, Reuben?””Sì, ma ha detto che ci raggiungerà più tardi. E ha detto anche che vuole organizzare una grande festa per la promozione di Alan.””Eheh…sospettavo una cosa del genere, quindi ho già avvertito i cuochi. E vai a darti una sistemata Reuben! Sembri appena uscito da una rissa!” Reuben sorrise senza dire nulla e si allontanò ordinando poi ad alcuni domestici di preparare il suo bagno.
Ripensò poi a quando lui era stato scelto: l’eccitazione, la gioia e la soddisfazione di un riconoscimento ottenuto con il sudore della fronte. E allora, come quel giorno, sua madre lo congratulò e la voce le sembrò mancare man mano che si complimentava. La differenza principale era che quando avevano preso lui alle guardie scelte, nessuno aveva parlato di feste. “Padrone, il vostro bagno è pronto.”
Reuben ringraziò e si lavò per bene, mentre ripensava ai possibili motivi per cui ad Alan fosse stata organizzata una festa e a lui no. Certamente non era perché suo fratello era il favorito: i suoi genitori non avevano dato nessun privilegio all’uno o all’altro salvo questo. Probabilmente era il fatto che si era messo in testa di inventare uno stile tutto nuovo ed era sempre stato più vivace di Alan: mentre quest’ultimo era solitamente calmo, Reuben non riusciva a stare troppo fermo. Bah…non ha senso pensarci…sono certo che ci sia un’ottima ragione.
 
La sera dell’indomani la magione era affollatissima di nobili che Reuben e Alan non avevano mai visto e che probabilmente non avrebbero mai più rivisto dopo quella sera. Entrambi indossavano le loro armature di guardie scelte per l’occasione su insistenza di Lady Margaret, che aveva optato per un vestito da ballo completamente bianco, mentre Lord Alister suo marito indossava un elegante completo.
I due fratelli ricevettero moltissimi complimenti e si prodigarono in qualche ballo, più che altro le loro promesse spose Anya (Alan) e Rena (Reuben), poi fu annunciata la cena e tutti furono invitati a sedersi. Alan e Reuben vennero fatti accomodare al loro tavolo rivolti verso il resto dei commensali, mentre i loro genitori prendevano posto ai due lati dello stesso tavolo. Travis comparve sulla soglia e annunciò: “La cena è servita.” Seguirono moltissimi camerieri con più cibo di quanto i cuochi sembravano cucinarne e tutti mangiarono fino a saziarsi.
 
Ad un certo punto, Alister si alzò e disse: “Attenzione prego! Oggi siamo tutti qui riuniti per celebrare l’entrata nelle guardie scelte dell’Ordine della Lancia dei miei due figli Alan e Reuben! Un applauso si levò dagli invitati e quando tacquero, il padrone di casa continuò: “E anche per consolidare il legame tra loro e le loro bellissime consorti! Un brindisi!” Brindarono tutti felicemente “ad Alan, Reuben e alla loro felicità” e la sera passò in allegria tra giochi di prestigio, danze e chiacchere. Alla fine, quando tutti furono tornati nelle loro case, Alister si avvicinò ai suoi figli e disse: “E adesso che la festa è finita, posso farvi questi doni.” Due domestici giunsero con due oggetti diversi. “Sentivo che era una cosa da fare in privato. Ecco perché ho voluto attendere fino alla fine della vostra festa.” Reuben replicò stordito: “VOSTRA festa?””Sì, per celebrare la vostra promozione: non aveva senso farne due a pochi anni di distanza, molto più conveniente aspettare e farne una sola, no?” Reuben lasciò un sospiro di sollievo: dunque era solo per questo che non avevano organizzato nulla per la sua promozione! “Comunque. Reuben, a te dono questa: la Lancia Highwind, passata di generazione in generazione nella nostra famiglia e ora è tua. Ricordati di usare la sua lama solo al servizio del bene.”

Gli porse dunque l’arma: una lancia dalla sottile e affilata lama d’acciaio, mentre l’asta era decorata con un serpeggiante drago inciso a bassorilievo e il suo snodarsi indicava come andava impugnata. Reuben la trovava meravigliosa, poi tornò a guardare suo padre e ringraziò. Alister ricambiò e poi si rivolse ad Alan: “E a te Alan, dono questa: l’Armatura della Luce, un altro cimelio della nostra grande famiglia. Essa risplende nell’oscurità e ti proteggerà dalle forze delle tenebre.” L’armatura in questione era anch’essa una meraviglia per gli occhi: completamente bianca con rifiniture in oro e argento ma, a differenza di quelle che indossavano in quel momento i fratelli, questa non sembrava solo cerimoniale.
 
Al centro dell’armatura capeggiava fiero e trionfante lo stemma della famiglia Highwind. Le cerimonie vennero però interrotte da una serie di applausi ben scanditi. “Bel quadretto, davvero…” Alister si girò e vide una persona incappucciata che teneva un coltello puntato alla gola di Rena, la quale stava cercando di trattenere il dolore che le provocava il suo rapitore tirandole i lunghi capelli biondi. Non poteva mostrarsi debole! “Rena! Lasciala andare maledetto!” urlò Reuben. “Ora...non è necessario che ci siano dei morti questa sera. Io voglio solo la lancia e il set completo dell’armatura della Luce. Datemeli e io me ne andrò senza torcerle un capello.” Reuben stava stringendo i denti pensando a cosa dovesse fare: doveva forse sottostare alle richieste di un perfetto sconosciuto per salvare la vita della sua promessa sposa o attaccarlo, rischiando di farla morire? Fortunatamente la scelta non si dimostrò difficile, in quanto Rena, approfittando della distrazione del misterioso figuro intento a parlare con Alister sulla questione, gli pestò un piede per poi mollargli un forte calcio proprio lì dove non batte il sole e lui si chinò tenendosi le mani la zona offesa. “Brutta troia di merda! Adesso io ti…ti…UAAAARGH!”

Non finì la frase che il suo corpo venne trapassato da parte a parte dalla lancia di Reuben e sul pavimento si allargò una pozza di sangue e un copioso guizzo zampillò fuori dal suo corpo come il giovane ritrasse la lancia. “Reuben!””Rena!” I due si abbracciarono forte, sollevati dal fatto che entrambi stavano bene. “Aha…ahahahaha…anche se muoio, non sarà invano.” Mormorò tra sé e sé l’assalitore, per poi fare appello a tutte le sue forze per rialzarsi e velocemente pronunciò una parola e la stanza venne avvolta da una grande luce e quando sparì, l’uomo era esanime a terra. “Ma che…Reuben! Reuben! Rena! Dove siete?!” chiesero a vuoto Alister e Alan, ma senza risposta. “No…”disse Alan, più a sé stesso che a suo padre, e gli volse uno sguardo speranzoso e ciò che ottenne lo soddisfò abbastanza: “Anch’io sono sicuro che siano ancora vivi…Reuben è forte, se la caverà vedrai. E anche Rena non sembra così fragile…ma per adesso andiamo, dobbiamo trovarci una storia da raccontare e prepararci nel caso dovesse tornare.”
 
Nel frattempo Reuben si svegliò come il vento gli sferzò il capo. Si guardò intorno e vide soltanto sabbia fin dove l’occhio riusciva a spingersi. Fantastico! Pensò, poi vide Rena. Era poco distante da lui e sembrava ancora svenuta. Le corse incontro e cercò di svegliarla: “Rena! Svegliati!””Hmm…Reuben…dove siamo?” chiese lei debolmente, prima che il vento e la sabbia la facessero svegliare del tutto e anche lei si guardò intorno. “Siamo in un deserto…ma come ci siamo arrivati?” Reuben alzò le spalle: non era importante questo. La cosa importante ora era trovare un posto dove passare la notte o, ancora meglio, un posto civilizzato altrimenti sarebbero morti di freddo o di fame. I due si guardarono intorno per svariati minuti, prima che Rena dicesse: “Reuben! Guarda là! Mi sembra di vedere un edificio!””Sul serio?!” Reuben si voltò e guardò nella direzione indicata dalla sua promessa; effettivamente si poteva intravedere una sagoma abbastanza alta e regolare da poter essere un edificio di qualche tipo, così iniziarono a camminare in quella direzione tenendosi per mano e cercando di proteggersi dal vento e di non perdere la strada.

Quando infine giunsero a destinazione, poterono vedere che si trattava sul serio di una costruzione: una torre per la precisione. Una torre molto grande e anche molto alta, ma consumata dal tempo e ormai ridotta in rovina. “Magari troveremo qualcosa di utile lì dentro.” Disse Reuben, confidando in quelle parole, mentre Rena non era altrettanto sicura: “Non saprei Reuben…non mi piace…””Che altro vuoi fare? Girare così nel deserto rischiando di morire di fame?!” Aveva inavvertitamente alzato la voce e immediatamente si scusò. Decisero infine di entrare comunque dato che non avevano alternative migliori e una volta all’interno poterono notare che tutto sommato, era ancora in buone condizioni. Avanzarono di qualche passo quando un mostro gli si parò davanti: sembrava un millepiedi troppo cresciuto con quattro occhi completamente rossi e due file di denti aguzzi. Immediatamente si lanciò contro Rena, la quale istintivamente si abbassò, facendo in modo che la oltrepassasse e cadesse al suolo. Immediatamente Reuben ne approfittò per calare sulla creatura come un predatore e affondò la lancia nella sua carne, tranciando il mostro in due tronconi mentre sul pavimento si spandeva una pozzanghera di strano liquido verde.
 
“C-c-che cos’era quello?!” chiese Rena, a cui Reuben rispose con un’alzata di spalle. Poi gli diede un pugno su una spalla. “E questo per che cos’è?””Per avermi fatto spaventare prima, quando sei saltato addosso a quel…coso. Ti rendi conto che sarebbe bastato tanto così e avresti potuto infilzare ME?! Era proprio necessario?””Beh…sì.” disse Reuben un po’ imbarazzato, poi si schiarì la voce e aggiunse, con il tono di chi ne sa riguardo ai mostri: “Se non avessi spiccato il balzo, la lancia non sarebbe mai riuscita a penetrare il carapace del mostro, così mi sono fatto aiutare da Madre Natura.” Le sorrise e lei ricambiò. Fiuuu…meno male…se l’è bevuta! I veri motivi erano il fatto che lui voleva migliorare la sua nuova tecnica di combattimento e il voler impressionare Rena. In un certo senso poteva dire di essere riuscito nella seconda parte…

Sempre tenendosi per mano, salirono i piani della torre senza trovare nulla se non altri mostri come quello che avevano incontrato e fu solo dopo svariato tempo che arrivarono in una stanza circolare completamente vuota, eccezion fatta per quello che pareva un altare quadrato al centro con incisi svariati simboli. “Guarda Rena! Sembra molto antico!” Disse Reuben eccitato. Le cose antiche e misteriose lo avevano sempre affascinato. “Già e forse non dovremmo toccarlo.” Rispose lei, ma lui fece finta di niente e allungò una mano fino a toccarlo e immediatamente tutto attorno a loro apparve dissolversi e mutare finchè non si trovarono in una stanza aperta con un piedistallo al centro e una donna di bellezza sovrumana, dalla pelle bianchissima e dai lunghi e fluenti capelli verdi, li accolse così: “Benvenuti viaggiatori. Io sono Aeryia. E apparentemente il tempo è giunto.” Reuben e Rena si guardarono a vicenda stupefatti di tali affermazioni e fu Rena a parlare per prima: “Saprebbe indicarci la strada per tornare a casa, a Pravoka?” Aeryia si limitò a scrutare i due con i suoi profondi occhi grigi per poi puntare un dito contro Reuben. “Tu, ragazzo.” Scomparve immediatamente alla vista in un breve vortice per poi riapparire davanti a lui. “Sento che sei tu quello giusto!” Rena le corse incontro e le gridò: “Ehi, chi ti credi di essere per parlare così al mio futuro marito?!” Aeryia continuò dicendo che quanto stava per dire sarebbe servito a chiarire eventuali malintesi: “Sei abile nel combattimento. E sei anche irrequieto come il vento…Ora permettetemi di spiegare…"
  
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