- SCUSATEEEE!!!
- Comincio così, chiedendovi di perdonarmi... Perchè sono davvero in ritardo con l'aggiornamento...
- Mi dispiace sul serio...Solo che la scuola mi sta davvero rubando tutto il tempo libero, cavolo, e scrivere è davvero difficile in questo periodo. Cerco di mettere giu qualcosa appena posso, però... Bo, probabilmente mi è anche venuto uno schifo questo nuovo capitolo... Spero solo che basti per farmi perdonare almeno un pochino...
- Ora vado, buona lettura... Spero vi piaccia.
- Ps: SCUSATE ANCORA!
- Capitolo 13. Piani
Sospirai. - Nessie e Ej stavano
dormendo alla grande, nel mio letto. Era
tardi, molto tardi per i miei piccoli tesori. Per questo, appena
avevano
appoggiato la testa sul cuscino, erano partiti letteralmente.
Accarezzai i
riccioli scuri di Edward. Mi fu impossibile non sorridere intenerita
dai miei
due cuccioli. Entrambi sorridevano dolcemente nel sonno, e nella stanza
aleggiava una strana beatitudine emanata dai miei due angioletti.
- Ma io non potevo essere
altrettanto serena. Renesmee e
Edward continuavano a crescere- certo, il ritmo era rallentato- ma io
avevo
sempre quest’angoscia che mi attanagliava. Ora avevo anche Carlisle
come
sostegno, ma.. Avevo paura, una fottuta paura per i miei figli.
- E se le ricerche che
avevo fatto fossero state sbagliate? Se
quei mezzi vampiri su cui avevo indagato, fossero stati dei casi
fortunatamente
particolari?
- E se i miei figli non
fossero stati dei casi rari?
- Il mio cuore morto
sussultò.
- Osservai i visi di Edward
e Nessie; le loro guanciotte
perennemente rosse, le labbrucce delicate- quando parlavano, sapevano
essere
affilate come rasoi, lo sapevo bene-, le loro lunghe ciglia. I ritratti
del
padre. Non erano identici a lui solo fisicamente. Come Edward, loro
erano
capaci- senza rendersene conto- di mandarmi nel più buio dei baratri e
infliggermi i più dolorosi colpi a tradimento. Perché li amavo talmente
tanto,
che se fosse successo loro qualcosa, se fossero morti- non ci volevo
nemmeno
pensare-, sarei morta anche io.
- Con Edward, beh, era
stato diverso..Non mi amava più. Di
certo, non potevo obbligarlo a rimanere con me, se non mi amava più.
Però, il
risultato, da parte mia, era stata una brutta depressione, con tanto di
strane
crisi. Lui non aveva provato nulla; né tristezza, né dolore. Era stato
semplicemente indifferente e insensibile. Come quando mi aveva
abbandonato
nella foresta: il ritratto della freddezza.
- Insomma, non aveva avuto
un comportamento esemplare; avrei
dovuto odiarlo.
- Ma perché diamine non ci
riuscivo? Ah già: perché lo amavo
in un modo malsano. Davvero ingiusto.
- «Mamma-- » Nessie si girò
su un fianco, sempre sorridendo, e
appoggiò la testa sulla spalla di Ej.
- Se avessi potuto, avrei
pianto.
- Mi alzai e cercai alla
velocità della luce una fotocamera,
per imprimere quell’immagine non solo nella mia acuta mente, ma anche
su carta.
Dovevo farla vedere a Alice. Poi mi risedetti sul materasso, e
ricominciai a
vegliare sui miei figli. Il mattino venne fin troppo velocemente.
- E con la notte, se ne
andò anche la tranquillità e il
silenzio del mio appartamento..
- «MAMMA! Buongiorno!»
- Nessie e Ej, velocemente,
mi baciarono le guance, una da una
parte, l’altro dall’altra.
- «Ciao piccoli miei..» li
presi, e obbligai delicatamente a
sedersi sulle mie gambe.
- «Allora, oggi è il mio
giorno libero..Che volete fare?»
- ...Mm..
- Ehm.
- Okay, avevo capito.
Sospirai, annuendo, e Renesmee mi
rivolse il sorriso più luminoso del sole.
- «Forza però. Voi
preparatevi, io chiamo Al...» il cellulare
prese a suonare, e mentre io alzavo gli occhi al cielo, i miei figli
ghignavano.
- Ficcanaso di una
veggente!
- «Bella, ti consiglio di
mettere quella camicetta blu che ti
ha regalato Debbie, ti dona particolarmente, e magari..»
- «Alice, devo venire a
casa vostra, non a fare una sfilata.»
la bloccai. Era davvero esasperante.
- «Non osare metterti la
tuta a venire: è di vitale
importanza!»
- *
- Non
a fare una sfilata...
- E allora, perché ero
ancora, dopo mezzora dal monologo di
Alice sulla moda, davanti allo specchio, con in mano la camicetta blu e
la
felpa della tuta, indecisa su cosa mettere?
- Sportivo
e comodo, o casual? O meglio, trasandato o curato?
- Sicuramente, la tuta
grigia e smorta mi dava l’idea di una
che ormai non si teneva più, di una ragazza che non trovava nemmeno più
significato nel farsi carina.
- Ma io dovevo dare
l’impressione di aver ricominciato, di
essere una nuova Bella.
- Una nuova e irresistibile
Bella.
- «Ness..» chiamai. Mia
figlia sbucò nella camera.
- «Cosa c’è mammina?»
- «Mi puoi prendere i
sandali che ci sono nello sgabuzzino?»
Scomparve, e pochi secondi dopo era già al mio fianco. Sorrideva
soddisfatta.
Assomigliava sempre di più a Alice, quando faceva questi sorrisini
furbi.
- Mi vestii velocemente, e
allacciai i tacchi vertiginosi.
Ringraziai di avere un equilibrio perfetto, altrimenti mi sarei
ammazzata ancor
prima di aver fatto un passo. E, già che c’ero, misi un filo di trucco,
per
rendermi ancora più bella. Perché sapevo di esserlo, da vampira.
Raccolsi i capelli
in una coda bassa a lato, e i miei capelli in morbidi boccoli mi
ricadevano
sulla spalla.
- «Bene.» Porsi la mano a
Nessie, che l’afferrò sorridente, e
andammo a raccattare in cucina quell’altro impiastro.
- «Andiamo a piedi?»
- «Sì»
- «Evvai!» Edward partì
alla massima velocità, e feci fatica a
stargli dietro.
- Papà
è rimasto sorpreso quando Eddy l’ha battuto nella corsa.
- Edward aveva fatto
cosa..?!
- Mi chiesi da quanto tempo
andasse avanti questa storia, e
cosa avesse combinato quell’idiota del padre con loro. Chissà quante
cretinate.
- Volammo a casa Cullen in
pochissimo tempo, e fuori, al
cancello, c’era Alice che si sbracciava. Stritolò i bambini, e poi
ovviamente
anche me.
- «Wao, Bella! Non solo hai
messo la camicetta, ma pure i
tacchi: mi commuovi..!»
- Le sorrisi:«Già, nuovo
corpo, nuovo stile.»
- Alice alzò gli occhi al
cielo:«Anche da umana avevi le
potenzialità giuste, solo che non avevi sicurezza e autostima! Ti
mancava solo
l’equilibrio!»
- Scossi la testa,
esasperata, ma felice. Il mio rapporto con
Alice era sempre lo stesso.
- Ci avviammo nella casa,
in salotto, dove c’erano i Cullen e
i Denali. Lo cercai con lo sguardo, ma non lo trovai. Perché non era
qui?
- Ecco,
Bella, mica volevi dare l’impressione di aver ricominciato?
- Ora ci si metteva la mia
coscienza?
- Smettila
di pensare a lui! Ti ha fatta soffrire.
- Vero.
- Mi ritrovai Cedric al mio
fianco, e per poco non mi venne un
infarto. In senso figurato, ovviamente.
- Il vampiro biondo mi
guardava come un diamante, con gli
occhi dorati grandi e luminosi. Sembrava felice di vedermi, e il
sorriso
gigantesco che mi rivolse, lo confermava. «Bella!»
- «Ciao..» feci un cenno
con la mano, in un saluto generale.
- Carlisle mi sorrise
calorosamente, Eleazar lo stesso, mentre
gli altri, escludendo Tanya ovviamente, mi urlarono un ‘Ciao‼’
rumoroso. Mi
accorsi che Esme, Carmen e Rosalie non c’erano.
- «Esme, Edward, Carmen e
Rose sono andati a caccia.
Torneranno tra poco, tranquilla.» Alice amicò in mia direzione.
Cominciavo a
non tollerare il suo potere molesto! Oppure il fatto di essere così
intellegibile anche ora.
- Come predetto dalla
folletta, sentimmo dei passi leggeri e
cadenzati in lontananza che si avvicinavano velocemente.
E in qualche secondo, ecco comparire i
quattro vampiri.
- «Bella!» Esme non attese
un istante, fiondandosi da me. Mi
accarezzò una guancia con fare materno, e sorrisi automaticamente alla
mia
pseudo-mamma. Almeno:io la consideravo tale.
- Poi andò a coccolare i
suoi nipotini. Gli occhi della
vampira ardevano di tenerezza, sembrava una bambina davanti al più bel
regalo
per lei.
- Chissà com’era felice.
Sicuramente, non aveva mai messo in
conto di poter avere un nipotino, e ora se ne trovava due!
- Nessie e Edward, neanche
a dirlo, erano entusiasti. Carlisle
guardava la moglie giocare con i miei cuccioli, e anche lui, l’angelo
bellissimo e composto, dall’animo buono, pareva sciogliersi e divenire
un
comune...Beh, comune no, ma nonno sì. Anche se era strano vedere un
uomo con
dei nipoti, a poco più di venticinque anni.
- Ma ormai, la stranezza
faceva parte della mia vita. Da
umana, avevo dovuto accettare la mostruosità del segreto che il mio
ragazzo
nascondeva- e non avevo nemmeno dovuto faticare per digerire la cosa ,
tant’è
che ero arrivata a implorare Edward di farmi diventare come lui.
- Ora ero vampira pure io,
adesso facevo parte del segreto,
però non ero stata trasformata dall’uomo che amavo, ma dal mio piccolo
mezzo
vampiro. Non Edward grande, Edward piccolo.
- La situazione era strana,
benché non mi trovassi a disagio.
Si era capito che ero strana, mi trovavo meglio, anche prima della
trasformazione, coi vampiri che con gli umani. Per fortuna, non era
cambiata la
situazione.
- Solo che mi metteva una
certa ansia stare nella stessa
stanza con Rosalie, Tanya, Edward e Cedric.
Le prime due mi odiavano, il terzo era il mio incubo
personale, e
l’ultimo mi venerava quasi come una dea. Era una situazione tabù.
- Edward mi guardava,
Rosalie mi guardava, Cedric mi guardava,
Tanya guardava Edward. Forse fu la cosa che m’infastidì di più. La cosa
mi
puzzava, però non potevo chiedere...
- Avevo
deciso di ignorare Edward, per il bene del mio povero cuore, per la mia
mente,
e in generale per tutto.
- *
- La mattinata passò
piuttosto velocemente, era stato
piacevole stare con la mia vecchia vampi-famiglia. Avevo notato che
Renesmee e
Edward avevano ammaliato tutti, Cullen e Denali- escludendo Tanya, che
non li
notava neppure. Ma era ovvio, una persona così poco intelligente e
egoista, non
sapeva accettare nemmeno le cose belle che la vita – o non-vita -
offriva. I
miei mezzi-vampiri erano..un esempio di quanto, anche i vampiri,
secondo tutti
esseri senz’anima, potessero fare cose magnifiche. Perché i miei figli,
miei e
di Edward, erano dei miracoli.
- Alzai lo sguardo dalle
mie mani, che mi osservavo da quando
avevo notato gli occhi di Rosalie puntati addosso, poi lo riabbassai
immediatamente. Perché mi fissava?
- Stranamente, non mi
lanciava fulmini come, ricordavo bene,
faceva tempo addietro. Mi osservava solo curiosa. E questa cosa, mi
terrificava. Oltre che imbarazzava all’inverosimile.
- Jacob diceva che si
notava anche ora, quando ero a disagio,
anche se non ero più un semaforo. Mi si leggeva in faccia quello che
provavo. Quindi,
chissà se la bionda si era resa conto di quanto mi stesse mettendo in
soggezione.
- «Bella, ti posso
parlare?» quasi mi sentii mancare. Alzai
gli occhi su Rosalie, che si era già alzata, come se prevedesse la mia
risposta
affermativa. Beh, non aveva torto.
- Annuii
impercettibilmente, e la seguii in cucina. Perché
proprio lì, poi?
- Si sedette
aggraziatamente su una delle sedie attorno al
tavolo, e io la imitai, mettendomi di fronte. Mi guardava negli occhi,
che non
trasparivano nulla, mentre io ero sempre più in ansia.
- «Ti chiedo scusa, Bella»
secondo mancamento della giornata a
causa sua: mi voleva accoppare? Fece un sorriso imbarazzato, appena
accennato,
mentre abbassava lo sguardo sulle sue mani perfette e pallide.
«Probabilmente
ti chiedi perché, e la risposta è per tutto. Ti chiedo perdono, per
averti
spaventata, mesi fa, per averti giudicata in modo sbagliato, senza
conoscerti.
Ti prego di scusare il mio comportamento..anche per essere stata felice
quando
ci siamo trasferiti.» questo fu un colpo doloroso, sì.
- «Ma figurati, io..»
- «No, Bella. Ho sbagliato,
e mi dispiace. Io ci ho
riflettuto.» prese tempo, mentre i suoi occhi cominciavano a parlare
con la sua
voce. Sembrava fragile, allo scoperto. «Credevo fossi una pazza, a
voler star
con Edward, pensavo fossi un’incosciente. Credevo che mio fratello
fosse un
idiota, a stare con un’umana. Ma in realtà, ero solo invidiosa. Io, se
è quello
che credi, non ti ho mai odiato, Bella, solo..»
- «Tu..che cosa?»
balbettai, shoccata, «Ma non ha il minimo
senso..Tu..»
- «Sì che il senso ce
l’ha.Ti ho invidiata, e un po’, lo
ammetto, sono ancora gelosa. Perché tu avevi a disposizione una scelta,
una
possibilità, e la stavi buttando all’aria come se niente fosse!» alzò
lo
sguardo su di me, e allungò le sue mani sulle mie, sul ripiano,
facendomi
rimanere spiazzata. Chi era quella, e che fine aveva fatto Rosalie?
- «Però, vedendo come mio
fratello ha sofferto, quando ce ne
siamo andati, e sentendo quello che hai passato tu..Io mi devo
ricredere sul
fatto che sei una debole. Sei più coraggiosa di me, hai affrontato
questa situazione
con un coraggio e un amore infinito, e hai la mia più grande stima..
Sai, io ho
sempre desiderato avere un figlio, ma purtroppo la mia natura me lo
impedisce,
lo sai bene..E il fatto che tu, anche se eri sola, non hai rifiutato i
piccoli..»
- «Non avrei mai potuto
farlo.» la interruppi immediatamente,
sentendo il dolore crescere solo all’idea.
- Rosalie sorrise
dolcemente, e strinse le mie mani tra le
sue:«Questa cosa mi rincuora molto. E Bella, vorrei tanto che le
divergenze tra
noi non ci siano più..»
- Sorrisi a mia volta, a
quella vampira che sotto sotto non
era così cinica come appariva:«Anche io. Cercheremo di andare il più
d’accordo
possibile» rafforzai la stretta sulle nostre mani, e Rosalie
s’illuminò, poi
sciogliemmo le mani. Stavamo per alzarci e tornare di là in
salotto,quando mi
venne in mente una cosa.
- «Rosalie..» la chiamai, e
lei si voltò a guardarmi, curiosa.
«Se per te, e per Edward, è okay, vorrei che fossi la madrina di Ej.»
Rosalie
sgranò gli occhi, per la sorpresa, e si fecero liquidi, come se
piangesse. In
un istante, mi ritrovai ad essere abbracciata da lei:«Ti ringrazio,
Bella.»
- Quando tornammo in
salotto, c’era una calma pazzesca.
- Per forza, non c’erano i
tre piccoli di casa: Edward, Nessie
e Emmett erano, puff, scomparsi nel nulla.
- «I bambini?»
- «Fuori con il loro
migliore amico!» scherzò Jasper.
- Era, probabilmente, la
prima volta che vedevo Jasper così
tranquillo, sereno e spiritoso!
- Forse perché non avevo,
prima, avuto modo di conoscere il
suo lato non macabro, che voleva papparmi tutti i giorni per colazione,
pranzo
o cena.
- Ridacchiammo tutti.
- «JASPER, TI HO SENTITO! E
NON C’E’ NULLA DI MALE!» l’urlo
dell’orso fece vibrare il lampadario che pendeva dal soffitto.
- Qui, le risate grasse
furono inevitabili.
- *
- Edward mi stava fissando
da un bel pezzo.
- Dovevo ammettere che la
cosa mi lusingava molto, eppure, non
avrebbe dovuto!
- Dall’altra parte della
veranda, c’era Cedric, che mi dava
altrettante attenzioni.
- E
io?
- Io cercavo solo di
prestare attenzione ai miei piccoli, che
ridevano entusiasti nel giardino, con Emmett che li inseguiva, ancora
più
esagitato di loro.
- Mi sentivo nel bel mezzo
di due fuochi, due fronti opposti,
nemici. E la cosa mi turbava molto.
- Pensa
ai bambini, pensa ai bambini...
- «Edward!» Tanya si
sedette accanto a Edward, con calma
calcolata e movimenti volutamente accattivanti.
- Bella,
pensa ai bambini...
- Gli passò una mano sulla
gamba, con un sorrisino malizioso e
uno sguardo da gatta morta. Che calzatura.
- «Ti rendi conto che è un
secolo che non ci vediamo?Ne sono
successe di cose, da quando sei venuto da noi per schiarirti le idee.»
Altro
sorriso malizioso. «Mi sei mancato molto...» appoggiò la testa sulla
sua
spalla. Edward abbassò lo sguardo per vederla in viso, e accarezzò col
mento i
suoi capelli. Sembravano una..una coppia.
- Pensa
ai bambini, cazzo Bella, PENSA AI BAMBINI!
- Ma che cacchio, mi era
impossibile!
- «Papiiiii» Ness, amore di
mamma, sarò tua debitrice a vita.
- Torta
al cioccolato per cena?
- No!
- «Cosa c’è piccolina?»
Nessie fece per voltarsi indietro e
tornare a giocare.
- Okay,
sì!
- «Vieni a giocare con noi!»
- Edward si scrollò di
dosso quella specie di sanguisuga
platinata, senza nemmeno troppa grazia- cosa che mi riempì il cuore di
felicità- e raggiunse immediatamente Edward Junior e Renesmee.
- Amen.
- La cosa che più mi aveva
resa gongolante, era il fatto che
con Tanya non aveva usato la sua solita delicatezza. Con me, era
sempre, e dico
SEMPRE, stato attento anche a come respirava, per paura di farmi del
male. Ma
magari, era così solo perché ero solo una inutile e fragile umana, e
lui un
freddo e fortissimo vampiro, capace di uccidermi in un soffio. Come
aveva detto
lui una volta: poteva spappolare il mio cranio con una carezza.
- Però no, non credevo
fosse solo per quello.
- Edward rincorreva i
bambini, che ridevano eccitati; Prese
Nessie con una grazia e una delicatezza immane, con un’attenzione
particolare,
piena d’affetto e premure. Lei rise apertamente, mentre lui
l’appoggiava sul
prato per farle il solletico. Ej saltò alle spalle di Edward Senior.
- «Lascia la mia pulce!» la
copia al maschile di Nessie rise
cristallino. Fu come sentire un coro di campane, che arrivò dritto
dritto al
mio petto marmoreo e freddo, riuscendo a penetrare fino al mio cuore, e
rischiando di farlo battere di nuovo. Era assurdo che mi facesse ancora
così
effetto, a distanza di mesi. Soprattutto, era assurdo il fatto che,
nonostante
tutto il dolore che mi aveva provocato, non riuscissi realmente a
incolparlo, a
giudicarlo: perché, per me, era sempre la creatura meravigliosa che mi
faceva
mancare il respiro.
- «Bella..» mi voltai verso
Rosalie, che si stava sedendo
accanto a me, sorridente. Facevo ancora fatica ad accettare la sua
gentilezza
con me.
- «Ciao Rosalie.» le
sorrisi a mia volta, cercando di
nascondere il fastidio che mi dava lo sguardo di Tanya scettico su di
noi. Rosalie
nascose una risatina con un colpo di tosse, e una mano davanti alla
bocca
carnosa.
- «Uno:chiamami Rose. Due:
vieni con me..»
- Non
potevo..
- «Oh andiamo, non fare
quella faccia: mica ti ho puntato
contro un licantropo!» forse sarebbe stato molto più piacevole, e non
sarei
stata così nervosa!
- «Coraggio!» insistette.
Annuii con un sospiro debole, e Rosalie
mi prese a braccetto, trascinandomi nella casa. Attraversammo tutta
l’enorme
villa, e passammo dalla portafinestra della cucina, che dava su un
cortile
interno.
- Sgranai gli occhi: Alice
e Esme stavano complottando con un’aria
a dir poco ambigua. Non sapevo chi mi mettesse più ansia in quel
momento.
- «Bella, vieni vieni!»
esclamò la piccola folletta, spostando
una sedia dal tavolino. Io e Rose ci accomodammo, e madre e figlia mora
cominciarono a guardarmi attentamente. Rosalie
se
ne stava tranquillamente appoggiata allo schienale della sedia, con un
sorrisino
dipinto sul viso d’angelo.
- Alice prese la
parola:«Che piani hai?»
- La guardai scettica e
confusa: «Come?»
- «Te l’avevo detto che non
ha pensato a nulla!» Alice ignorò
l’esclamazione di Esme, e continuò a guardarmi.
- «Intendo, pensi di
riconquistarlo?» accennò una risatina, «Ops,
scusa: pensi di farlo penare, per farti riconquistare?» Ero sempre più
confusa.
- «Non ho ancora ben
capito...»
- «Insomma Bella!- scattò
Esme, facendomi sussultare- Sappiamo
che ami ancora Edward: ma tu che cosa vuoi fare? Dimenticarlo non è una
possibilità.»
- «Beh, io non so. Perché
l’idea era quella..Di fargli capire
che ho guardato avanti, dopo che se n’è andato..Cioè, dopo che sono
nati i
bambini almeno..»
- «Mh, si può fare..»
mormorò tra sé Esme.
- «Però devi vendicarti di
averti trattata così.» s’intromise Rose,
stupendo le altre due, «Non guardatemi così: okay che all’inizio non
sono stata
troppo affabile con lei, però mi ha fatto riflettere, e non smetterò
mai di
chiederle scusa per averla giudicata. E sapete bene che per me, la
maternità è
un argomento fragile..e poi magari lo smuoviamo un po’, scommetto che
quell’idiota
si è già fatto un sacco di tragedie mentali..»
- Alice annuì:«Non sarebbe
lui, altrimenti, no?»
- Ora mi sentivo
leggermente fuori dal discorso. Mi ero persa
alla frase ‘lo smuoviamo un po’.
- «Mmh, prima di tutto,
Bella, devi essere civettuola.»
riprese Alice.
- «Come?!» non riuscii a
finire di ribattere che Esme continuò
il discorso della figlia.
- «Certo che sì, la gelosia
è una brutta bestia, certo, ma se
si usa a proprio favore, così cattiva non è.»
- «Ma chi...?»
- Rose alzò gli occhi al
cielo:«Bella, ti sei già resa conto
che hai fatto colpo..»
- ..Cedric..
- «Sfrutta questa cosa a
tuo favore» concluse.
- «Ma è prenderlo in giro
così..E poi, con Tanya accanto, chi
guarderebbe me?»
- Rose sbatté il pugno sul
tavolo, quasi smontandolo. Esme fece
un grugnito, poi si ricompose, e ascoltò la figlia. «Bella. Tanya è una
zocc..-
si schiarì la gola, all’occhiataccia di Esme- è una civetta. Si
comporta da
tale con tutti, anche con Cedric ci ha provato. Ma non ha funzionato.
Ora ha
messo, di nuovo, gli occhi su Edward perché sa che aveva rotto con te.
La prima
volta che Tanya si è fatta avanti con lui, era quando non è venuto a
scuola per
due settimane, dopo averti incontrata, perché non sapeva dare un nome
ai suoi
sentimenti. Lei lo sa. E è un po’ una rivincita, è come se volesse
farti vedere
che lei è meglio di te..Ma tu sai che non è così. Peraltro,
Bella...Edward ti
sembra il tipo da mettersi con una così?»
- No,
certo che no!
- «Ma il tempo cambia le
persone..» sussurrai.
- «Ma noi non siamo
persone.» cercai di ribattere, ma non me
ne diede l’opportunità, «Noi siamo vampiri, immutabili. L’unica cosa
che ci
sconvolge è l’amore, e tu hai stravolto Edward già una volta. Che cosa
sarà
rifarlo, mettendoci solo un po’ più di pepe?»
- «Non so se ci riuscirò»
guardai decisa le tre vampire di fronte a me: «Però ci
proverò.»
- Alice, Rosalie e Esme
sorrisero.
- «La riconquista comincia da questo
momento!»