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Autore: Yellow_Falling_Leaves    28/11/2010    8 recensioni
New Moon.
Edward abbandona Bella nella foresta, lasciandola sola, distrutta e--Incinta.
All'inizio, Bella, troppo presa dal dolore per la partenza di Edward, non se ne rende conto. E' gia difficile per lei respirare, tentare di sopravvivere è un'impresa.
Due nomi: Edward Junior e Renesmee; le danno la forza per tornare a vivere e a sorridere. Single e vampira, si trasferisce con i suoi piccoli mezzivampiri- speciali come il padre- in Italia, dove scoprirà la presenza di una famiglia di vampiri a lei fin troppo conosciuta...
--Siate clementi, è la mia prima fic!^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, New Moon
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SCUSATEEEE!!!
Comincio così, chiedendovi di perdonarmi... Perchè sono davvero in ritardo con l'aggiornamento...
Mi dispiace sul serio...Solo che la scuola mi sta davvero rubando tutto il tempo libero, cavolo, e scrivere è davvero difficile in questo periodo. Cerco di mettere giu qualcosa appena posso, però... Bo, probabilmente mi è anche venuto uno schifo questo nuovo capitolo... Spero solo che basti per farmi perdonare almeno un pochino...
Ora vado, buona lettura... Spero vi piaccia.
Ps: SCUSATE ANCORA!
Capitolo 13. Piani

Sospirai.
Nessie e Ej stavano dormendo alla grande, nel mio letto. Era tardi, molto tardi per i miei piccoli tesori. Per questo, appena avevano appoggiato la testa sul cuscino, erano partiti letteralmente. Accarezzai i riccioli scuri di Edward. Mi fu impossibile non sorridere intenerita dai miei due cuccioli. Entrambi sorridevano dolcemente nel sonno, e nella stanza aleggiava una strana beatitudine emanata dai miei due angioletti.
Ma io non potevo essere altrettanto serena. Renesmee e Edward continuavano a crescere- certo, il ritmo era rallentato- ma io avevo sempre quest’angoscia che mi attanagliava. Ora avevo anche Carlisle come sostegno, ma.. Avevo paura, una fottuta paura per i miei figli.
E se le ricerche che avevo fatto fossero state sbagliate? Se quei mezzi vampiri su cui avevo indagato, fossero stati dei casi fortunatamente particolari?
E se i miei figli non fossero stati dei casi rari?
Il mio cuore morto sussultò.
Osservai i visi di Edward e Nessie; le loro guanciotte perennemente rosse, le labbrucce delicate- quando parlavano, sapevano essere affilate come rasoi, lo sapevo bene-, le loro lunghe ciglia. I ritratti del padre. Non erano identici a lui solo fisicamente. Come Edward, loro erano capaci- senza rendersene conto- di mandarmi nel più buio dei baratri e infliggermi i più dolorosi colpi a tradimento. Perché li amavo talmente tanto, che se fosse successo loro qualcosa, se fossero morti- non ci volevo nemmeno pensare-, sarei morta anche io.
Con Edward, beh, era stato diverso..Non mi amava più. Di certo, non potevo obbligarlo a rimanere con me, se non mi amava più. Però, il risultato, da parte mia, era stata una brutta depressione, con tanto di strane crisi. Lui non aveva provato nulla; né tristezza, né dolore. Era stato semplicemente indifferente e insensibile. Come quando mi aveva abbandonato nella foresta: il ritratto della freddezza.
Insomma, non aveva avuto un comportamento esemplare; avrei dovuto odiarlo.
Ma perché diamine non ci riuscivo? Ah già: perché lo amavo in un modo malsano. Davvero ingiusto.
«Mamma-- » Nessie si girò su un fianco, sempre sorridendo, e appoggiò la testa sulla spalla di Ej.
Se avessi potuto, avrei pianto.
Mi alzai e cercai alla velocità della luce una fotocamera, per imprimere quell’immagine non solo nella mia acuta mente, ma anche su carta. Dovevo farla vedere a Alice. Poi mi risedetti sul materasso, e ricominciai a vegliare sui miei figli. Il mattino venne fin troppo velocemente.
E con la notte, se ne andò anche la tranquillità e il silenzio del mio appartamento..
«MAMMA! Buongiorno!»
Nessie e Ej, velocemente, mi baciarono le guance, una da una parte, l’altro dall’altra.
«Ciao piccoli miei..» li presi, e obbligai delicatamente a sedersi sulle mie gambe.
«Allora, oggi è il mio giorno libero..Che volete fare?»
...Mm..
Ehm.
Okay, avevo capito. Sospirai, annuendo, e Renesmee mi rivolse il sorriso più luminoso del sole.
«Forza però. Voi preparatevi, io chiamo Al...» il cellulare prese a suonare, e mentre io alzavo gli occhi al cielo, i miei figli ghignavano.
Ficcanaso di una veggente!
«Bella, ti consiglio di mettere quella camicetta blu che ti ha regalato Debbie, ti dona particolarmente, e magari..»
«Alice, devo venire a casa vostra, non a fare una sfilata.» la bloccai. Era davvero esasperante.
«Non osare metterti la tuta a venire: è di vitale importanza!»
*
Non a fare una sfilata...
E allora, perché ero ancora, dopo mezzora dal monologo di Alice sulla moda, davanti allo specchio, con in mano la camicetta blu e la felpa della tuta, indecisa su cosa mettere?
Sportivo e comodo, o casual? O meglio, trasandato o curato?
Sicuramente, la tuta grigia e smorta mi dava l’idea di una che ormai non si teneva più, di una ragazza che non trovava nemmeno più significato nel farsi carina.
Ma io dovevo dare l’impressione di aver ricominciato, di essere una nuova Bella.
Una nuova e irresistibile Bella.
«Ness..» chiamai. Mia figlia sbucò nella camera.
«Cosa c’è mammina?»
«Mi puoi prendere i sandali che ci sono nello sgabuzzino?» Scomparve, e pochi secondi dopo era già al mio fianco. Sorrideva soddisfatta. Assomigliava sempre di più a Alice, quando faceva questi sorrisini furbi.
Mi vestii velocemente, e allacciai i tacchi vertiginosi. Ringraziai di avere un equilibrio perfetto, altrimenti mi sarei ammazzata ancor prima di aver fatto un passo. E, già che c’ero, misi un filo di trucco, per rendermi ancora più bella. Perché sapevo di esserlo, da vampira. Raccolsi i capelli in una coda bassa a lato, e i miei capelli in morbidi boccoli mi ricadevano sulla spalla.
«Bene.» Porsi la mano a Nessie, che l’afferrò sorridente, e andammo a raccattare in cucina quell’altro impiastro.
«Andiamo a piedi?»
«Sì»
«Evvai!» Edward partì alla massima velocità, e feci fatica a stargli dietro.
Papà è rimasto sorpreso quando Eddy l’ha battuto nella corsa.
Edward aveva fatto cosa..?!
Mi chiesi da quanto tempo andasse avanti questa storia, e cosa avesse combinato quell’idiota del padre con loro. Chissà quante cretinate.
Volammo a casa Cullen in pochissimo tempo, e fuori, al cancello, c’era Alice che si sbracciava. Stritolò i bambini, e poi ovviamente anche me.
«Wao, Bella! Non solo hai messo la camicetta, ma pure i tacchi: mi commuovi..!»
Le sorrisi:«Già, nuovo corpo, nuovo stile.»
Alice alzò gli occhi al cielo:«Anche da umana avevi le potenzialità giuste, solo che non avevi sicurezza e autostima! Ti mancava solo l’equilibrio!»
Scossi la testa, esasperata, ma felice. Il mio rapporto con Alice era sempre lo stesso.
Ci avviammo nella casa, in salotto, dove c’erano i Cullen e i Denali. Lo cercai con lo sguardo, ma non lo trovai. Perché non era qui?
Ecco, Bella, mica volevi dare l’impressione di aver ricominciato?
Ora ci si metteva la mia coscienza?
Smettila di pensare a lui! Ti ha fatta soffrire.
Vero.
Mi ritrovai Cedric al mio fianco, e per poco non mi venne un infarto. In senso figurato, ovviamente.
Il vampiro biondo mi guardava come un diamante, con gli occhi dorati grandi e luminosi. Sembrava felice di vedermi, e il sorriso gigantesco che mi rivolse, lo confermava. «Bella!»
«Ciao..» feci un cenno con la mano, in un saluto generale.
Carlisle mi sorrise calorosamente, Eleazar lo stesso, mentre gli altri, escludendo Tanya ovviamente, mi urlarono un ‘Ciao‼’ rumoroso. Mi accorsi che Esme, Carmen e Rosalie non c’erano.
«Esme, Edward, Carmen e Rose sono andati a caccia. Torneranno tra poco, tranquilla.» Alice amicò in mia direzione. Cominciavo a non tollerare il suo potere molesto! Oppure il fatto di essere così intellegibile anche ora.
Come predetto dalla folletta, sentimmo dei passi leggeri e cadenzati in lontananza che si avvicinavano velocemente. E in qualche secondo, ecco comparire i quattro vampiri.
«Bella!» Esme non attese un istante, fiondandosi da me. Mi accarezzò una guancia con fare materno, e sorrisi automaticamente alla mia pseudo-mamma. Almeno:io la consideravo tale.
Poi andò a coccolare i suoi nipotini. Gli occhi della vampira ardevano di tenerezza, sembrava una bambina davanti al più bel regalo per lei.
Chissà com’era felice. Sicuramente, non aveva mai messo in conto di poter avere un nipotino, e ora se ne trovava due!
Nessie e Edward, neanche a dirlo, erano entusiasti. Carlisle guardava la moglie giocare con i miei cuccioli, e anche lui, l’angelo bellissimo e composto, dall’animo buono, pareva sciogliersi e divenire un comune...Beh, comune no, ma nonno sì. Anche se era strano vedere un uomo con dei nipoti, a poco più di venticinque anni.
Ma ormai, la stranezza faceva parte della mia vita. Da umana, avevo dovuto accettare la mostruosità del segreto che il mio ragazzo nascondeva- e non avevo nemmeno dovuto faticare per digerire la cosa , tant’è che ero arrivata a implorare Edward di farmi diventare come lui.
Ora ero vampira pure io, adesso facevo parte del segreto, però non ero stata trasformata dall’uomo che amavo, ma dal mio piccolo mezzo vampiro. Non Edward grande, Edward piccolo.
La situazione era strana, benché non mi trovassi a disagio. Si era capito che ero strana, mi trovavo meglio, anche prima della trasformazione, coi vampiri che con gli umani. Per fortuna, non era cambiata la situazione.
Solo che mi metteva una certa ansia stare nella stessa stanza con Rosalie, Tanya, Edward e Cedric. Le prime due mi odiavano, il terzo era il mio incubo personale, e l’ultimo mi venerava quasi come una dea. Era una situazione tabù.
Edward mi guardava, Rosalie mi guardava, Cedric mi guardava, Tanya guardava Edward. Forse fu la cosa che m’infastidì di più. La cosa mi puzzava, però non potevo chiedere...
Avevo deciso di ignorare Edward, per il bene del mio povero cuore, per la mia mente, e in generale per tutto.
*
La mattinata passò piuttosto velocemente, era stato piacevole stare con la mia vecchia vampi-famiglia. Avevo notato che Renesmee e Edward avevano ammaliato tutti, Cullen e Denali- escludendo Tanya, che non li notava neppure. Ma era ovvio, una persona così poco intelligente e egoista, non sapeva accettare nemmeno le cose belle che la vita – o non-vita - offriva. I miei mezzi-vampiri erano..un esempio di quanto, anche i vampiri, secondo tutti esseri senz’anima, potessero fare cose magnifiche. Perché i miei figli, miei e di Edward, erano dei miracoli.
Alzai lo sguardo dalle mie mani, che mi osservavo da quando avevo notato gli occhi di Rosalie puntati addosso, poi lo riabbassai immediatamente. Perché mi fissava?
Stranamente, non mi lanciava fulmini come, ricordavo bene, faceva tempo addietro. Mi osservava solo curiosa. E questa cosa, mi terrificava. Oltre che imbarazzava all’inverosimile.
Jacob diceva che si notava anche ora, quando ero a disagio, anche se non ero più un semaforo. Mi si leggeva in faccia quello che provavo. Quindi, chissà se la bionda si era resa conto di quanto mi stesse mettendo in soggezione.
«Bella, ti posso parlare?» quasi mi sentii mancare. Alzai gli occhi su Rosalie, che si era già alzata, come se prevedesse la mia risposta affermativa. Beh, non aveva torto.
Annuii impercettibilmente, e la seguii in cucina. Perché proprio lì, poi?
Si sedette aggraziatamente su una delle sedie attorno al tavolo, e io la imitai, mettendomi di fronte. Mi guardava negli occhi, che non trasparivano nulla, mentre io ero sempre più in ansia.
«Ti chiedo scusa, Bella» secondo mancamento della giornata a causa sua: mi voleva accoppare? Fece un sorriso imbarazzato, appena accennato, mentre abbassava lo sguardo sulle sue mani perfette e pallide. «Probabilmente ti chiedi perché, e la risposta è per tutto. Ti chiedo perdono, per averti spaventata, mesi fa, per averti giudicata in modo sbagliato, senza conoscerti. Ti prego di scusare il mio comportamento..anche per essere stata felice quando ci siamo trasferiti.» questo fu un colpo doloroso, sì.
«Ma figurati, io..»
«No, Bella. Ho sbagliato, e mi dispiace. Io ci ho riflettuto.» prese tempo, mentre i suoi occhi cominciavano a parlare con la sua voce. Sembrava fragile, allo scoperto. «Credevo fossi una pazza, a voler star con Edward, pensavo fossi un’incosciente. Credevo che mio fratello fosse un idiota, a stare con un’umana. Ma in realtà, ero solo invidiosa. Io, se è quello che credi, non ti ho mai odiato, Bella, solo..»
«Tu..che cosa?» balbettai, shoccata, «Ma non ha il minimo senso..Tu..»
«Sì che il senso ce l’ha.Ti ho invidiata, e un po’, lo ammetto, sono ancora gelosa. Perché tu avevi a disposizione una scelta, una possibilità, e la stavi buttando all’aria come se niente fosse!» alzò lo sguardo su di me, e allungò le sue mani sulle mie, sul ripiano, facendomi rimanere spiazzata. Chi era quella, e che fine aveva fatto Rosalie?
«Però, vedendo come mio fratello ha sofferto, quando ce ne siamo andati, e sentendo quello che hai passato tu..Io mi devo ricredere sul fatto che sei una debole. Sei più coraggiosa di me, hai affrontato questa situazione con un coraggio e un amore infinito, e hai la mia più grande stima.. Sai, io ho sempre desiderato avere un figlio, ma purtroppo la mia natura me lo impedisce, lo sai bene..E il fatto che tu, anche se eri sola, non hai rifiutato i piccoli..»
«Non avrei mai potuto farlo.» la interruppi immediatamente, sentendo il dolore crescere solo all’idea.
Rosalie sorrise dolcemente, e strinse le mie mani tra le sue:«Questa cosa mi rincuora molto. E Bella, vorrei tanto che le divergenze tra noi non ci siano più..»
Sorrisi a mia volta, a quella vampira che sotto sotto non era così cinica come appariva:«Anche io. Cercheremo di andare il più d’accordo possibile» rafforzai la stretta sulle nostre mani, e Rosalie s’illuminò, poi sciogliemmo le mani. Stavamo per alzarci e tornare di là in salotto,quando mi venne in mente una cosa.
«Rosalie..» la chiamai, e lei si voltò a guardarmi, curiosa. «Se per te, e per Edward, è okay, vorrei che fossi la madrina di Ej.» Rosalie sgranò gli occhi, per la sorpresa, e si fecero liquidi, come se piangesse. In un istante, mi ritrovai ad essere abbracciata da lei:«Ti ringrazio, Bella.»
Quando tornammo in salotto, c’era una calma pazzesca.
Per forza, non c’erano i tre piccoli di casa: Edward, Nessie e Emmett erano, puff, scomparsi nel nulla.
«I bambini?»
«Fuori con il loro migliore amico!» scherzò Jasper.
Era, probabilmente, la prima volta che vedevo Jasper così tranquillo, sereno e spiritoso!
Forse perché non avevo, prima, avuto modo di conoscere il suo lato non macabro, che voleva papparmi tutti i giorni per colazione, pranzo o cena.
Ridacchiammo tutti.
«JASPER, TI HO SENTITO! E NON C’E’ NULLA DI MALE!» l’urlo dell’orso fece vibrare il lampadario che pendeva dal soffitto.
Qui, le risate grasse furono inevitabili.
*
Edward mi stava fissando da un bel pezzo.
Dovevo ammettere che la cosa mi lusingava molto, eppure, non avrebbe dovuto!
Dall’altra parte della veranda, c’era Cedric, che mi dava altrettante attenzioni.
E io?
Io cercavo solo di prestare attenzione ai miei piccoli, che ridevano entusiasti nel giardino, con Emmett che li inseguiva, ancora più esagitato di loro.
Mi sentivo nel bel mezzo di due fuochi, due fronti opposti, nemici. E la cosa mi turbava molto.
Pensa ai bambini, pensa ai bambini...
«Edward!» Tanya si sedette accanto a Edward, con calma calcolata e movimenti volutamente accattivanti.
Bella, pensa ai bambini...
Gli passò una mano sulla gamba, con un sorrisino malizioso e uno sguardo da gatta morta. Che calzatura.
«Ti rendi conto che è un secolo che non ci vediamo?Ne sono successe di cose, da quando sei venuto da noi per schiarirti le idee.» Altro sorriso malizioso. «Mi sei mancato molto...» appoggiò la testa sulla sua spalla. Edward abbassò lo sguardo per vederla in viso, e accarezzò col mento i suoi capelli. Sembravano una..una coppia.
Pensa ai bambini, cazzo Bella, PENSA AI BAMBINI!
Ma che cacchio, mi era impossibile!
«Papiiiii» Ness, amore di mamma, sarò tua debitrice a vita.
Torta al cioccolato per cena?
No!
«Cosa c’è piccolina?» Nessie fece per voltarsi indietro e tornare a giocare.
Okay, sì!
«Vieni a giocare con noi!»
Edward si scrollò di dosso quella specie di sanguisuga platinata, senza nemmeno troppa grazia- cosa che mi riempì il cuore di felicità- e raggiunse immediatamente Edward Junior e Renesmee.
Amen.
La cosa che più mi aveva resa gongolante, era il fatto che con Tanya non aveva usato la sua solita delicatezza. Con me, era sempre, e dico SEMPRE, stato attento anche a come respirava, per paura di farmi del male. Ma magari, era così solo perché ero solo una inutile e fragile umana, e lui un freddo e fortissimo vampiro, capace di uccidermi in un soffio. Come aveva detto lui una volta: poteva spappolare il mio cranio con una carezza.
Però no, non credevo fosse solo per quello.
Edward rincorreva i bambini, che ridevano eccitati; Prese Nessie con una grazia e una delicatezza immane, con un’attenzione particolare, piena d’affetto e premure. Lei rise apertamente, mentre lui l’appoggiava sul prato per farle il solletico. Ej saltò alle spalle di Edward Senior.
«Lascia la mia pulce!» la copia al maschile di Nessie rise cristallino. Fu come sentire un coro di campane, che arrivò dritto dritto al mio petto marmoreo e freddo, riuscendo a penetrare fino al mio cuore, e rischiando di farlo battere di nuovo. Era assurdo che mi facesse ancora così effetto, a distanza di mesi. Soprattutto, era assurdo il fatto che, nonostante tutto il dolore che mi aveva provocato, non riuscissi realmente a incolparlo, a giudicarlo: perché, per me, era sempre la creatura meravigliosa che mi faceva mancare il respiro.
«Bella..» mi voltai verso Rosalie, che si stava sedendo accanto a me, sorridente. Facevo ancora fatica ad accettare la sua gentilezza con me.
«Ciao Rosalie.» le sorrisi a mia volta, cercando di nascondere il fastidio che mi dava lo sguardo di Tanya scettico su di noi. Rosalie nascose una risatina con un colpo di tosse, e una mano davanti alla bocca carnosa.
«Uno:chiamami Rose. Due: vieni con me..»
Non potevo..
«Oh andiamo, non fare quella faccia: mica ti ho puntato contro un licantropo!» forse sarebbe stato molto più piacevole, e non sarei stata così nervosa!
«Coraggio!» insistette. Annuii con un sospiro debole, e Rosalie mi prese a braccetto, trascinandomi nella casa. Attraversammo tutta l’enorme villa, e passammo dalla portafinestra della cucina, che dava su un cortile interno.
Sgranai gli occhi: Alice e Esme stavano complottando con un’aria a dir poco ambigua. Non sapevo chi mi mettesse più ansia in quel momento.
«Bella, vieni vieni!» esclamò la piccola folletta, spostando una sedia dal tavolino. Io e Rose ci accomodammo, e madre e figlia mora cominciarono a guardarmi attentamente. Rosalie se ne stava tranquillamente appoggiata allo schienale della sedia, con un sorrisino dipinto sul viso d’angelo.
Alice prese la parola:«Che piani hai?»
La guardai scettica e confusa: «Come?»
«Te l’avevo detto che non ha pensato a nulla!» Alice ignorò l’esclamazione di Esme, e continuò a guardarmi.
«Intendo, pensi di riconquistarlo?» accennò una risatina, «Ops, scusa: pensi di farlo penare, per farti riconquistare?» Ero sempre più confusa.
«Non ho ancora ben capito...»
«Insomma Bella!- scattò Esme, facendomi sussultare- Sappiamo che ami ancora Edward: ma tu che cosa vuoi fare? Dimenticarlo non è una possibilità.»
«Beh, io non so. Perché l’idea era quella..Di fargli capire che ho guardato avanti, dopo che se n’è andato..Cioè, dopo che sono nati i bambini almeno..»
«Mh, si può fare..» mormorò tra sé Esme.
«Però devi vendicarti di averti trattata così.» s’intromise Rose, stupendo le altre due, «Non guardatemi così: okay che all’inizio non sono stata troppo affabile con lei, però mi ha fatto riflettere, e non smetterò mai di chiederle scusa per averla giudicata. E sapete bene che per me, la maternità è un argomento fragile..e poi magari lo smuoviamo un po’, scommetto che quell’idiota si è già fatto un sacco di tragedie mentali..»
Alice annuì:«Non sarebbe lui, altrimenti, no?»
Ora mi sentivo leggermente fuori dal discorso. Mi ero persa alla frase ‘lo smuoviamo un po’.
«Mmh, prima di tutto, Bella, devi essere civettuola.» riprese Alice.
«Come?!» non riuscii a finire di ribattere che Esme continuò il discorso della figlia.
«Certo che sì, la gelosia è una brutta bestia, certo, ma se si usa a proprio favore, così cattiva non è.»
«Ma chi...?»
Rose alzò gli occhi al cielo:«Bella, ti sei già resa conto che hai fatto colpo..»
..Cedric..
«Sfrutta questa cosa a tuo favore» concluse.
«Ma è prenderlo in giro così..E poi, con Tanya accanto, chi guarderebbe me?»
Rose sbatté il pugno sul tavolo, quasi smontandolo. Esme fece un grugnito, poi si ricompose, e ascoltò la figlia. «Bella. Tanya è una zocc..- si schiarì la gola, all’occhiataccia di Esme- è una civetta. Si comporta da tale con tutti, anche con Cedric ci ha provato. Ma non ha funzionato. Ora ha messo, di nuovo, gli occhi su Edward perché sa che aveva rotto con te. La prima volta che Tanya si è fatta avanti con lui, era quando non è venuto a scuola per due settimane, dopo averti incontrata, perché non sapeva dare un nome ai suoi sentimenti. Lei lo sa. E è un po’ una rivincita, è come se volesse farti vedere che lei è meglio di te..Ma tu sai che non è così. Peraltro, Bella...Edward ti sembra il tipo da mettersi con una così?»
No, certo che no!
«Ma il tempo cambia le persone..» sussurrai.
«Ma noi non siamo persone.» cercai di ribattere, ma non me ne diede l’opportunità, «Noi siamo vampiri, immutabili. L’unica cosa che ci sconvolge è l’amore, e tu hai stravolto Edward già una volta. Che cosa sarà rifarlo, mettendoci solo un po’ più di pepe?»
«Non so se ci riuscirò» guardai decisa le tre vampire di fronte a me: «Però ci proverò.»
Alice, Rosalie e Esme sorrisero.
«La riconquista comincia da questo momento!»
  
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