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Autore: nainai    28/11/2010    5 recensioni
“You Belong to Me I Believe”
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: Il seguente scritto ha come protagonisti persone reali e personaggi di fantasia. Le vicende narrate sono puro frutto della fantasia dell'autrice. Nessuna pretesa di verità o verosimiglianza. Nessun intento offensivo, nessun diritto legalmente tutelato s'intende leso e tutti i diritti spettano ai rispettivi titolari.

“In realtà non è che ci sia stato un momento in cui mi sono innamorato di Gerard.
C’è stato un momento in cui me ne sono reso conto, questo sì. Insolitamente è coinciso esattamente con quello in cui gliel’ho anche detto.
Tutto il resto – voglio dire, tutto quello che è venuto prima – non l’ho fatto perché sapevo di amarlo. L’ho fatto perché era il mio migliore amico, la persona con cui mi trovavo meglio, quella con cui parlavo di qualsiasi cosa, quello con cui non avevo nemmeno bisogno di parlare, a volte, perché tanto ci si guardava negli occhi e si rideva come se avessimo espresso ad alta voce i pensieri che ci frullavano nella testa in sincrono.
Mettici che Gerard è una persona per la quale fottutamente facile perdere la testa. Lui, le sue idee del cazzo, il suo entusiasmo – sempre tanta, troppa partecipazione! – nel venirtele a dire, nello spiattellarti dritto in faccia tutto quello che pensa e che prova…! È davvero facile perdere la testa per lui.
Eppure io al Project non lo sapevo ancora di essere innamorato. La vicinanza sempre più stretta tra di noi – quella che le fan non hanno avuto problemi a notare subito, eh – era la conseguenza inevitabile della vita da “comune” che si fa ai festival di quel tipo. Durante il Warped c’era Bert accanto a Gerard, era stato lui la sua ombra, il suo compagno e la sua dannazione. Stavolta toccò a me. Fu un “caso inevitabile”, ero già la persona più vicina a Gerard dopo che Mikey aveva mollato per correre dietro ad Alicia. Finì solo che diventammo una cosa unica. Due corpi ma una sola testa ed una sola anima da dividersi a metà tra palco, backstage e tourbus.
In quelle situazioni non vivi la vita vera. Di notte parlavamo di tutto o di niente, addormentandoci sempre e solo quando eravamo sfiniti, è che in quei momenti non c’era nessuno a parte noi e questo li faceva sembrare troppo speciali per farli finire, eravamo in un bozzolo fatto delle tre pareti di una cuccetta scomoda – la sua o la mia, Brian cominciava a credere che non ne servissero davvero due separate – ed una tenda tirata per dare agli altri un po’ di tranquillità che tanto non arrivava mai comunque. Alla fine si sono abituati ad addormentarsi con le nostre voci e le risatine di sottofondo. Di giorno se trovavi uno di noi due, avevi trovato l’altro, bastava alzare gli occhi e dare uno sguardo intorno. Il sesso – che poi sesso nemmeno lo è mai stato – non è una cosa così strana. Nel nostro mondo il sesso ha tutto un significato suo, diverso da quello che ha per gli altri. È così già in generale, quando sei un tour con la tua band e le groupie di una città ogni sera diversa ti convincono che non ci sia un domani in cui dovrai rendere conto a qualcuno di questa notte e, quindi, perché darle un significato che non ha? Se per tre mesi il tuo universo smette di allungarsi oltre la transenna della fascia di sicurezza sotto il palco od oltre la rete intorno al parcheggio dei bus, ridefinisci gran parte delle tue esigenze in relazione a quello stesso universo. Ciò che già ti appariva irreale e distante, diventa assolutamente irrilevante. Baciare Gerard, toccarlo o lasciarsi toccare è stato un gioco stupido a cui nessuno dei due dava un nome né un valore. Ci piaceva, ci fosse stato qualcosa di altrettanto “divertente” da fare in quelle nottate a due avremmo fatto quello senza che nessuno di noi si sentisse tradito o usato. Non era proprio nulla, a parte un gioco stupido.
Ma la verità che non mi raccontavo è che ero già innamorato di lui. Proprio come un qualunque stupido “migliore amico” che s’innamora del proprio migliore amico. Come un moccioso che s’innamora del tizio più grande e più figo che dice la cosa giusta al momento giusto. Come un fan che si innamora del proprio idolo di sempre…Cazzo se ero innamorato di Gerard.
Mi piacerebbe dire che è stata tutta colpa sua, perché, diavolo! io non ci pensavo davvero ad innamorarmi di lui! Io non pensavo ad innamorarmi proprio di un cazzo di nessuno...e invece in questa situazione c’ero caduto con tutte le scarpe e di tirarmene fuori proprio non c'era verso.
…ma dopotutto sarebbe una bugia. Le carte di questo poker le abbiamo date assieme, la posta in gioco…a quella davvero non ci avevamo pensato, l'avevamo messa sul piatto senza contarla. All-in. L'abbiamo capito solo quando le carte erano state calate che nessuno di noi aveva quelle vincenti.
Così, quando successe che a S. Bernardino mi baciò lui, sul palco, davanti a migliaia di persone e davanti a chissà quante altre, sedute a guardare la TV, e mi baciò davvero! non per gioco come era successo tutte le altre volte su quello stesso palco…quando successe tutto questo io non ci pensai neppure. A cosa stavo facendo, intendo, e nemmeno a dov’ero. Pensavo solo con chi c’ero. Per questo lo baciai anch’io.
Ma non mi sono detto comunque che ero innamorato di lui. Quello me lo sono detto – e gliel’ho detto – solo dopo aver rivisto Jamia. Lei era lì, i confini dell’universo si erano spezzati ed il mondo vero veniva a svegliarci tutti.
Carte scoperte, Gee.”
 
  
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