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Autore: KiraraNamidachi    29/11/2010    2 recensioni
1. Se c’era una cosa che Vash Zwingli non sopportava, era il suo vicino di casa : lui, il maledetto Roderich Edelstein, un misero austriaco fissato con il pianoforte. In poche parole, un’idiota.
E una cosa che a Vash piaceva molto, invece, era la neve. E da quel giorno c'era anche un ottimo motivo.
2. Quando alzò lo sguardo, forse avrebbe dovuto avere paura, ma il suo ego smisurato non glielo permise. Vash lo fissava, un espressione di pura rabbia in viso, gli occhi verdi che lanciavano quasi saette e un fucile puntato verso di lui… Eh? Un fucile?
[1. Schnee - Switzerland, Austria & Liechtenstein
2. Regen - Prussia & Switzerland]
Genere: Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Svizzera/Vash Zwingli
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The One Hundred Prompt Project

Titolo raccolta: Atmosphere
Titolo flashfic: Regen
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Prussia, Svizzera.
Avvertimenti: Flashfic, AU, idiozia random e, come prima, uno Svizzera indiavolato e in grembiule.

Argomento: 4° [Eventi Atmosferici]
Prompt: 17° - Pioggia

Note: Questa è nata quando ho pensato a come Vash passerebbe il suo tempo durante i giorni di pioggia. (?) Fra l'altro, "warum" = perchè; "warte" = aspetta. Tre anni di tedesco alla fine si sono rivelati utili :D




2. Regen~

« Che noia.»

Sbuffò per l’ennesima volta Gilbert, sprofondando ancora di più nel divano. Fuori stava piovendo da molto, troppo tempo. Ludwig era uscito, lasciandolo solo ad annoiarsi. La televisione non aveva nulla di degno per uno del suo calibro. Il prussiano andò ad appostarsi vicino a una finestra, fissando le gocce di pioggia con più interesse del solito. Guardando la casa di fronte, gli venne voglia di andare a rompere le scatole ai suoi vicini. Sogghignò e, come uno scemo, andò sotto la pioggia senza nemmeno mettersi una giacca. Lui non ne aveva bisogno.

Suonò il campanello, ma invece di restare fuori ad aspettare che venissero ad aprire, andò a nascondersi dietro l’angolo. Un attimo dopo, sentiva la voce scorbutica di Vash che cercava chiunque l’avesse disturbato. Gilbert sbirciò, e si accorse con stupore che lo svizzero aveva addosso quello che riconobbe come un grembiule. Le sue risate, per fortuna, vennero coperte dal suono della pioggia che colpiva il terreno.

Ripetè lo scherzo, trovandolo stranamente divertente. La seconda volta, Vash uscì urlando qualcosa nel suo strambo dialetto che assomigliava solo vagamente al tedesco, infilandoci qualche parola che probabilmente aveva rubato al francese e all’italiano.

Gilbert si stava praticamente rotolando dalle risate, fregandosene del fatto che fosse fradicio da capo a piedi. Si stava divertendo un mondo.

Si avvicinò di nuovo alla porta, ma prima che suonasse, non si accorse del rumore che producevano i passi pesanti di Vash dall’interno. Stava per suonare ancora il campanello, quando la porta si aprì talmente in fretta che non fece in tempo a spostarsi e venne colpito in pieno dalla sua superficie legnosa. Inciampò e cadde all’indietro.

Quando alzò lo sguardo, forse avrebbe dovuto avere paura, ma il suo ego smisurato non glielo permise. Vash lo fissava, un espressione di pura rabbia in viso, gli occhi verdi che lanciavano quasi saette e un fucile puntato verso l’altro… Eh? Un fucile?

Gilbert rise, anche se gli faceva un male cane la schiena per via della caduta. La sua risata svanì nell’istante in cui risuonò uno sparo e a due esatti centimetri da lui si formò un buco nel terreno.

« W-Warte, Vash!» Chiese, o meglio gridò il prussiano nella propria lingua madre. Contro le sue aspettative (in realtà avrebbe dovuto aspettarselo) Vash prese di nuovo la mira e non lo colpì al cuore solo perchè Gilbert ebbe il buon senso di rotolarsi di lato, ritrovandosi poi coperto di fango. Sbuffò.

« Gilbert Beilschmidt…» Sibilò il biondo, gli occhi ridotti a due fessure. Gilbert avrebbe potuto giurare che avessero mandato un lampo di luce omicida. Poi ruggì un comando che lo fece rabbrividire. « Evapora adesso o ti ritroverai con più buchi dell’emmental addosso!»

« Eh?» Si domandò se fosse una buona cosa non ricordarsi che diavolo fosse l’emmental. Mah. « Warum? Era soltanto uno scherzetto innocente--»

Altro sparo. Gilbert inorridì e si alzò finalmente in piedi, ritornando dritto in casa, seguito da una scarica di spari e da alcune urla inviperite.

Si chiuse dietro la porta e ringraziò il vecchio Fritz di essere sopravvissuto. Si ricordò anche di non andare mai più da Vash durante le giornate di pioggia per interrompere le sue attività culinarie.

  
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