Capitolo 2
Mi svegliai di soprassalto da quel sogno. Il cuore mi
batteva a mille, guardavo la mia stanza con fare frenetico, in modo disperato.
Lo cercavo, lo cercavo ancora, e avevo bisogno di farlo per
darmi una speranza, ma ogni volta che lo cervavo…Lui non c’era mai.
Ed anche questa volta, la mia paura più grande si era
avverata, Lui non era qua.
E dopo averlo capito, il mio corpo smise di guardarsi in
giro e si fermò. Rimasi immobile sul letto, avevo quasi smesso di respirare per
quanto ero ferma, e qualcosa dentro di me, in quell’istante si ruppe.
Qualcosa che ormai avevo perso da tempo, qualcosa che molto
probabilmente non avrei più potuto ritrovare e delle lacrime mi scesero dagli
occhi, che pensavo fossero ormai vuoti, lacrime che ormai non percepivo più,
perché troppo familiari su mio viso.
Rimasi in quella posizione probabilmente per ore, e ne fui
veramente grata, perché solo in quei momenti riuscivo a sfogarmi, riuscivo a
liberarmi di tutto il male che c’era in me, di tutto il dolore che il mio
piccolo cuore cercava di contenere, ma che alle volte era troppo pure per lui.
Mi ripresi solo con il sorgere del sole, perché i miei occhi si risvegliarono dalle tenebre, che li avevano oscurati.
Mi alzai
lentamente da letto e mi diressi verso la finestra e con lo sguardo spento
guardai il sole nascente e dissi:
-Com’è buio il giorno senza te, Draco.- abbassai lo sguardo
sul suo bracciale e dissi in un sussurro –Mi manchi…-
Dopo aver guardato il sole ancora per un po’ mi diressi
verso la scrivania e guardai la foto di noi ai tempi di Hogwarts e pensai che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato
di mettersi con l’altro, l’altro che poi odiava con tutte le sue forze, e
questo non lo pensavamo solo noi, ma tutti i ragazzi, e infatti li lasciammo a
bocca aperta.
-Io e Lui.-dissi stringendo i pugni per il dolore.
Lui mi mancava in un modo inspiegabile e inimmaginabile, la
sua partenza o meglio il suo addio, mi avevano portato via il cuore e da quel
giorno, il mio cuore era con lui, ed io non avevo più una vita e vivevo solo di
ricordi.
Uno dei ricordi più belli risale ai tempi di Hogwarts, e in
quell’anno la mia vita cambiò.
Gli insulti di Malfoy facevano sempre male, ma all’improvviso le sue parole si insinuarono nella mia pelle, e non mi lasciarono mai.
In ogni
momento le potevo sentire, sia nella mia mente e per la prima volta anche
dentro di me, mi perforavano, mi lasciavano senza fiato, senza forze.
Ed era qualcosa di totalmente nuovo per me, mai nessuno e
per lo più Malfoy, mi aveva fatto questo effetto ed il cambiamento che ebbe in
me mi lasciò senza parole.
Giorno dopo giorno i suoi insulti si trasformarono in carezze immaginarie, e in altre frasi che lui non mi avrebbe mai detto ed io ero felice di sentirmi cosi bene mentre pensavo a lui.
E da un lato pensavo o meglio
speravo, con tutta me stessa che anche lui, provasse le mie stesse cose, ma
dall’altro lato sapevo di sbagliarmi, perché lui non mi avrebbe mai ricambiato,
ed io al solo pensare di essere respinta stavo male.
Ma la situazione cambiò, il mio dolore mi fece diventare
fredda con lui, i suoi insulti risuonavano dentro di me, ma io li ignoravo solo
per non stare male, solo per cercare di sopravvivere al dolore, e questo lo
turbò parecchio, e lo notai dai suoi bellissimi occhi, e la loro sola vista mi
faceva tremare, mi scombussolava tutta ed il motivo era uno solo: ero
innamorata di lui.
Da un lato ero entusiasta di amarlo, mai nessuno mi aveva fatto provare un sentimento cosi forte e sapevo che era giusto provarlo nei suoi confronti, provarlo per il ragazzo che tanto avevo odiato, ma che poi si era rivelato l’unico per me ed ogni singola parte del mio corpo fremeva alla sua vista.
Ma dall’altro lato il fatto di amarlo mi aveva
lasciato un vuoto dentro, perché sapevo che mai e poi mai lui mi avrebbe
ricambiato.
E cosi mi aggiravo vuota per i corridoi in un giorno di fine novembre e in quel giorno lui mi dimostrò di essere un altro.
Io sembravo
un fantasma, giravo senza una meta ben precisa, evitavo le persone e non le
guardavo neanche, e non mi ero accorta che lui mi stava seguendo.
Non avevo mai pensato che Lui mi avrebbe potuto seguire e
arrivati in una parte poco affollata della scuola mi prese il braccio e mi fece
voltare verso di lui.
In poco tempo finì tra le sue braccia a pochi centimetri dal suo bellissimo viso, era arrabbiato, lo percepivo, perché ogni singola parte del suo corpo emanava questo sentimento.
Io ero sorpresa perché non mi
sarei mai aspettata di stare a pochi passi da lui e io riuscivo solo a
trasmettere felicità.
Lui se ne accorse e il suo viso cruciato si rilassò e si avvicinò ancora di più a me, finché le nostre labbra non si trovarono, e io fui meravigliata e spaventata da quel contatto.
Perché non me l’ero mai immaginato,
o meglio si, l’avevo solo sognato e non avevo mai pensato che si potesse
realizzare e per questo ero meravigliata e invece lo spavento nasceva da una
paura interiore, la paura di non essere alla sua altezza.
Ma Lui si dimostrò capace di farmi passare ogni singola paura, ogni singolo timore che nasceva in me, perché anche lui come me provava le mie stesse cose, anche lui mi amava.
E tutti si meravigliarono del suo
cambiamento, perché la persona più odiata nella scuola divenne la più gentile,
la più buona, e tutto questo solo per me, perché ci teneva a dimostrarmi che lui non era più Malfoy, ma era Draco, una
persona totalmente differente dalla prima.
E da quel giorno tanto bello, nascemmo noi, la cosa più bella
che mi era capitata, perché come ho amato Lui, mai in tutta la mia vita avevo
amato e mai ho amato dopo di lui, ma non perché le persone non erono alla sua all’altezza,
ma solo perché io l’amavo ancora e perché il mio cuore appartiene ancora Lui.
Mi distolsi da quel ricordo che mi fece sperare ancora in
noi, quel noi che con tanto dolore non esisteva più da tanto tempo, ma non per
volere nostro, ma per volere del fato. Ecco perché pensare a lui mi provocava
tutt’ora un dolore forte al cuore.
Uscì dalla mia camera e scesi in cucina, decisi di prepararmi
la colazione ma fui interrotta dalla voce di Ginny che stava urlando il mio
nome fuori dalla porte, sapevo di che cosa voleva parlare e mentre andavo ad aprire mi preparai
psicologicamente alla discussione…