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Autore: Ellens    01/12/2010    7 recensioni
- Evans, le bugie non le sai dire- ridacchiò.
- Non mettere in risalto i miei difetti, Potter, potrei buttarmi a terra e iniziare a piangere-
- Sarebbe una giornata memorabile-
- Non credi che lo sia già? Un'altra opportunità simile quando ti ricapita?-
- Evans, la modestia dove l'hai lasciata?- disse lui, adocchiando il locale.
- Al castello, con la tua, stanno facendo amicizia-
- Perchè non seguiamo il loro esempio?- chiese a bruciapelo, mentre finalmente entrava ai Tre Manici di Scopa e si sedeva ad una sedia.
Ero sul punto di rispondere che noi non avremmo mai potuto farlo, perchè, come già ribadito, eravamo nati per odiarci, ma le parole mi morirono in bocca: la verità era che quella era una grande sciocchezza.
- Perchè è troppo difficile?- tentai, infine.
- Potremmo provarci-
- Ma non sarebbe divertente, Potter-
- Non lo sarebbe, hai ragione- convenne lui, ordinando due burrobirre.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I, Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Mi svegliai quel sabato mattina con la morte stampata in faccia

Capitolo 3

 

 

 

Mi svegliai quel sabato mattina con la morte stampata in faccia.

Quello, gente, sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita.

Non perchè lo avessi letto nella palla di Divinazione, no, quella stupida materia l'avevo abbandonata ormai da tempo; perchè quel giorno c'era il primo incontro.

Con Potter.

Cioè, intendo, con i prefetti e compagnia bella.

Volete mettere? Me, Potter, un po' di Grifondoro, un po' di Tassorosso, un po' di Corvonero e infine quei simpatici amichetti di Serpeverde.

No, ma dico, quella sì che sarebbe stata una giornata memorabile, no? Magari ci facevamo anche una bella festicciola in allegria.

 

Strisciai fino al bagno, appisolandomi una decina di minuti sul gabinetto.

Potevo farcela, davvero.

Mi lavai con una lentezza devastante, e infine uscii dalla mia camera così depressa che sembravo una condannata a morte.

Mary, per solidarietà, mosse impercettibilmente il ditone del piede, e poi si girò dall'altra parte, biascicando qualcosa sui reggiseni imbottiti.

Grazie.

 

La Sala Comune era totalmente vuota.

Alle otto di mattina di sabato cosa pretendevo, la calca di gente vispa e arzilla?

Ragionai un attimo: se avessi fatto colazione nelle cucine, la percentuale di probabilità di non beccare Potter in giro prima delle sei di quella sera sarebbe salita vistosamente.

E cosa c'era di meglio, in una giornata, se non evitare James Potter e la sua banda e riuscire trionfalmente nell'impresa?

Sorrisi, complimentandomi da sola per la brillante idea, che poi brillante non lo era proprio, e mi avviai tutta compiaciuta nei corridoi.

 

Ora, ritornando sui nostri passi, quante possibilità c'erano di beccare alle otto di mattina Potter e il suo fido amico Lupin nelle cucine?

Su due piedi, avrei risposto: nessuna! Potter il sabato non si alzava prima delle tre del pomeriggio.

Quando invece mi ritrovai un Remus malaticcio davanti e un Potter che sembrava avesse derubato un discount al suo seguito, mi insultai mentalmente.

- Lily- Remus parve allarmato.

- Non toglierò punti a Grifondoro per aver derubato la cucina- i miei occhi si soffermarono su un pollo arrosto tra le braccia del mio nemico. Pollo arrosto alle otto di mattina. Coraggioso-... Solo perchè sono qui per lo stesso motivo-

- Bene, allora ti puoi unire a noi- Remus cercò di fare il cordiale.

Avrei anche accettato, se solo lui non fosse Remus Lupin, se solo Remus Lupin non fosse amico di Potter, e se solo io non mi chiamassi Lily Evans.

- No, rifiuto l'offerta- in quel preciso istante mi dispiacque per il mio interlocutore- Naturalmente non per colpa tua, Remus- gli sorrisi, incoraggiante.

Avevo sempre avuto pena per quel ragazzo; costantemente circondato da certa gente, un'intelligenza sprecata in tal modo.

Tirai dritto, ignorando totalmente Potter - Lily, a che ora è la riunione?-

Prego?

No, ripeto, prego?

Riavvolsi il nastro: mi aveva chiamata Lily?

Da quando in qua tutta 'sta confidenza? I cognomi andavano più che bene.

- Alle sei in punto, Potter. Non un minuto di più; se hai intenzione di arrivare in ritardo, farai meglio a non farti proprio vedere- mi voltai a guardarlo fisso negli occhi, sperando che tutto l'odio covato in sette anni lo scalfisse almeno un pochetto- Ma sarebbe il caso che tu venga, siamo già tutti al corrente che Silente non stava bene quando ti ha mandato la lettera, ma non penso sia giusto infangare la sua reputazione ulteriormente, no?-

Lui continuò a mostrare la sua solita aria impassibile e strafottente, ma una ruga solcò  impercettibilmente la sua guancia.

Sbattei un attimo le palpebre, poi mi voltai per andarmene.

- Ti ho detto di non fare lo strafottente, James-

- Non ho idea di come fare, Lunastorta; l'ho anche chiamata per nome-

- La prossima volta andrà meglio-

- Quella è tutta pazza-

- Anche tu lo sei. E non farmi dire le cause-

Quel continuo bisbiglio tra i due amici iniziò a darmi sui nervi: affettai il passo, rintanandomi dietro uno scaffale di marmellata alle prugne.

 

 

Puah.

Potter che tentava di fare il gentile? Ma dove? Nei sogni dei bambini ingenui!

Potter non era gentile, Potter era insopportabile, presuntuoso, pedante, infantile, gradasso, un bullo, arrogante e egocentrico.

Per non parlare delle sue manie di protagonismo che ormai erano giunte a livelli inauditi.

Potter non poteva tentare di fare il carino, non ci sarebbe riuscito neanche con vent'anni di sforzo.

Potter probabilmente cercava solo d'ingannarmi una volta per tutte, ecco qua.

- E allora perchè continui a pensare a lui?-

Mary si sedette accanto a me sulla poltrona più sfasciata della Sala Comune.

Noi amavamo quelle poltrone.

Affondai il cucchiaio in un vasetto di cioccolata che mi ero portata dalle cucine - Prego?-

- Stai pensando a Potter-

- Non è vero-

- Certo che è vero. Quando pensi a Potter contri le labbra in un modo impressionante-

- Si chiama odio assassino-

- Si chiama amore represso-

- Tu ti chiami deficiente-

- E tu ti chiami donna che presto perderà la scommessa-

- Dio, Mary, non fare la bambina-

- Dio, Lily, non fare l'ipocrita-

- Senti- le piantai il cucchiaino a cinque centimetri dal viso, sporcandole la punta del naso con uno schizzo di cioccolato- mi puoi dire tutto, ma non che ho un.. debole per Potter-

- Non ti è indifferente-

- E' ovvio che non mi è indifferente, io lo odio!-

- Intendo, non ti è indifferente. Di' tutto quello che vuoi, ma hai passato sette anni della tua vita a rimuginare su Potter. Lo pensi ogni santo giorno-

- Penso al modo più doloroso per farlo fuori, e a quello più veloce per liberare l'umanità-

- Ma lo pensi-

- Ma non sono quel che si dice pensieri carini-

- Ma lo pensi-

- La tua tesi non regge-

- Nemmeno la tua-

La fulminai con lo sguardo - Quando vincerò la scommessa, giuro che rimpiangerai di avermi sottovalutata-

- Dubito che accadrà-

Mi alzai stizzita.

Non potevo contare neanche sull'appoggio della mia migliore amica! Lei era passata al lato oscuro! Patteggiava per Potter!

Uscii dal buco del ritratto e mi diressi verso la biblioteca: lì era sicuro che non avrei trovato nessuno.

 

* * *

Ore sei in punto.

Aula dietro l'ufficio del preside, seduta sul bordo della scrivania, aspettando che qualche anima viva entrasse.

Udii dei passi in corridoio.

Per un istante ebbi paura che fosse Piton, quel ragazzo era sin troppo puntuale, e stare da sola con lui sarebbe stato imbarazzante.

Poi, mi accorsi che la camminata era troppo sostenuta per essere Severus: lui era più il tipo da "Striscio così nessuno si accorge di me".

Novanta per cento era Emmeline.

Sarebbe stata una gran cosa, io e lei non avevamo avuto un neanche un minuto per parlare, dall'inizio della scuola.

Emmeline era un'altra tipa giusta.

Non era quel che si diceva una tipa trasgressiva, ma sapeva decidere cosa era giusto infrangere.

Per questo, o forse per il  fatto che non era una ficcanaso senza rimedio, aveva tutta la mia stima.

Alla porta comparvero dei capelli spettinati e un paio di occhiali mezzi storti.

Il che mi accendeva un campanello d'allarme: Emmeline aveva i capelli biondi e di certo ci vedeva bene.

- Ciao- sorrise Potter.

- Mh-m- distaccata e convinta, così ti voglio, Lily!

- Non c'è nessuno-

- Perspicace-

- Evans, cos'è che ti fa credere che io voglia starmene in silenzio ad aspettare che altri quattro gatti vengano qui e me la menino tutto io tempo sui problemi della scuola?-

- Potter, cos'è che ti fa credere che io voglia intraprendere una conversazione con te?-

- Il fatto che tu mi abbia appena risposto-

- Bene-

- Bene-

Smisi di rivolgergli la parola, esaminando l'unghia del mignolo sinistro che si era rotta un'altra volta.

Potter si sedette accanto a me sulla cattedra.

Di certo non era mia intenzione stargli accanto, ma se fare l'indifferente poteva fargli entrare nella testa che era una persona disgustosa, allora non avrei mosso un muscolo.

Passavano i minuti, e Potter continuava a scribacchiare cavolate su una pergamena che si era portato dietro.

Sbirciai un attimo sul foglio, intuendo che stava cercando di buttar giù qualche idea sul tema di Pozioni per il lunedì successivo.

- Nella Pozione di Buona Memoria devi mettere tre ali di pipistrello, non tre ali di farfalla dei boschi- mi scappò.

Ma ero deficiente o cosa? Suggerire a Potter!

Cavolo, stavo perdendo colpi.

- Non volevi stare zitta?-

- Sì, ma mi sentivo in dovere di salvaguardare quella pozione. Mi fa pena, la stai martoriando-

Lui sbuffò.

In quel preciso istante l'aula si riempì di gente.

- Bene!- dissi ad alta voce- Io... Io sono Lily Evans, Grifondoro, e sono il nuovo Caposcuola-

Qualche Serpeverde nell'angolo dell'aula ridacchiò.

I miei occhi incontrarono quelli di Piton, ma fui abbastanza intelligente da non reggere lo sguardo.

L'inizio era davvero promettente.

 

 

Quando, un'ora dopo, congedai tutti i prefetti, Potter era già pronto a piantarmi in asso.

- Vuoi... una mano a mettere a posto?-

Ma cos'era, voleva fare il gentile?

- No, grazie, ce la faccio da sola. Vai a divertirti-

Il silenzio mi circondò; pensai che se ne fosse andato, ma quando mi voltai a raccogliere un foglio accartocciato sotto una sedia, lo vidi sulla soglia della porta.

- Evans, per la cronaca, non sono stato io a chiedere a Silente questo posto, non sono io che l'ho voluto e sinceramente fosse per me, lo pianterei in asso. Ma mi è stato dato un compito, e visto che non è la mia massima aspirazione essere pedinato da te perchè venga alle riunioni, vengo e mi sto zitto. Quindi mi piacerebbe che tu non mi faccia pesare ogni singolo secondo di essere diventato Caposcuola, perchè di certo non era una delle mie aspirazioni- senza darmi il tempo di ribattere si voltò e mi piantò lì, in asso.

 

* * *

 

Entrai in camera con l'umore sotto le scarpe.

Mary era tutta intenta a mettersi lo smalto rosa sulle unghie delle mani.

- Abbiamo una dose pesante di alcolici?-

Lei mi fissò disorientata - Come, scusa?-

- Alcool. Abbiamo alcool? Ma pesante-

- Lily, sei Caposcuola-

- La situazione lo richiede-

- E' successo qualcosa?-

- Credo...- deglutii- credo di sentirmi in colpa-

- Con chi?-

- Ehm...- inspirai a fondo- Potter-

Lei alzò un sopracciglio - Credo di avere un po' di Whisky Incendiario-

Io sprofondai nel letto, disperata.

Lei, tutta preoccupata, mi passò la bottiglia.

Ingoiai decisa fino all'ultimo, poi, già mezza su di giri, la guardai - Ehi, come hai fatto a introdurre Whisky incendiario nella scuola?!-

 

 

 

Eccomi, gente :D

Sono di frettissima, ma devo assolutamente ringraziare le 10 persone che hanno recensito lo scorso capitolo e in tutte le 47 persone che hanno aggiunto la storia tra preferite, seguite o ricordate.

Grazie, grazie davvero!

Ringrazierò uno ad uno coloro che hanno recensito singolarmente questa sera, visto che ora EFP ce lo permette per messaggi :D

Al prossimo capitolo, quindi

Un bacio, caramella <3

   
 
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