7° capitolo

I due ragazzi avevano fatto in modo che tutti pensassero che si fossero trasferiti un'altra città, in un'altra scuola.

Il tutore di Marco fu l'unico vero problema.

Ma poi, la soluzione arrivò lampante, nella mente del giovane Arthem, il quale convinse la madre a fare all'uomo un incantesimo.

La sua memoria venne cambiata, anche lui credette, come gli altri, al trasferimento.

Marco doveva andare da sua zia, ma invece se ne andava proprio dalla Terra, da quell'universo...

Marco adesso si trovava nel castello reale dove avevano deciso che avrebbe vissuto finché non gli avrebbero trovato un'altra casa ed ormai era quasi un giorno che stava lì.

La sua camera si trovava allo stesso piano di quella di Arthem ed era molto grande.

C'era un armadio non troppo grande poggiato al muro alla sua sinistra, un letto a baldacchino in mezzo alla stanza, una grande finestra accanto ad esso, un piccolo comò alla destra del letto ed una scrivania posizionata accanto alla porta.

Marco era sdraiato sul suo letto a riflettere.

Pur essendo lì da poche ore aveva potuto notare molto bene che quella vita era quella quella medievale, ma era comunque una vita piacevole.

A Marco non importava molto di come fosse la vita in quel luogo, pur ché potesse rimanere con Artham...

Continuava a chiedersi pure perché il re non li aveva messi in camera insieme, non trovava ancora una risposta decente a tale quesito.

Fu a quel punto che qualcuno bussò alla porta della stanza del giovane.

Marco non rispose, ma la persona da fuori entrò comunque.

Il giovane sospirò e guardò chi fosse.

Artem.

Adesso lo vedeva in una veste diversa.

Una spada in una mano, una spada di giaccio, sguardo fiero, portamento elegante, una casacca addosso ed un paio di pantaloni.

-Gli allenamenti cominciano da oggi.- Disse, con sguardo fisso negli occhi dell'altro il quale non sapeva che cosa dire.

Guardò il biondo senza rispondere e vide che l'altro si stava avvicinando a lui.

Arthem si ritrovò davanti a Marco e finalmente gli sorrise.

-Dobbiamo andare, dobbiamo far venire fuori i tuoi poteri... dai, scendi da quel letto ed andiamo ad allenarci!- Disse, con un sorriso stampato sul volto.

Marco capì di doverlo fare e così, si limitò ad annuire per poi mettersi a a sedere e poi scendere dal letto.

Arthem gli sorrise e si avvicinò all'armadio, aprendolo.

Dentro c'erano dei vestiti che Marco non aveva mai visto prima, sì, si doveva ancora abituare a quel tipo di vita.

Mentre Arthem prendeva dei vestiti da far indossare all'altro il moro gli domandò una cosa.

-Perché il re non ci ha messo in camera insieme, se sa di noi?- Il biondo non si girò, ma si limitò a rispondergli con calma.

-Qua da noi vige la regola di arrivare vergini al matrimonio, abituatici... mio padre non vuole rischiare di spezzare quest'abitudine e quindi, ci ha separati.- Marco sospirò affranto, gli scocciava dormire senza di lui, ma se doveva, se era un ordine, non poteva far altro che accettare, no?

I vestiti presi da Arthem gli vennero lanciati contro e lui dovette prenderli prontamente.

Il biondo si girò e guardo l'altro, sorridendo divertito.

-Vestiti.- L'alto capì che il biondo pensava di averlo fregato, ma non era affatto così, non si sarebbe fatto scrupoli a mostrarsi nudo a lui.

Infatti, non ci furono problemi di nessun tipo.

Il moro si spogliò sotto gli occhi del biondo e poi si rivestì con i vestiti dategli dall'altro.

Arthem non batté ciglio.

-Andiamo?- Fu Arthem a parlare, il quale, sorridendo si stava avvicinando alla porta.

Adesso erano tutti e due pronti per allenarsi.

Ma fu proprio in quel momento che Marco prese da dietro Arthem, abbracciandolo.

-Non ti scordi nulla?- L'altro sembrò rifletterci qualche secondo.

Poi, si girò e posò le proprie labbra su quelle dell'altro.

Qualche attimo e tutto svanì.

Arthem si staccò e guardò l'altro, uscendo dalla stanza.

-Ora dobbiamo allenarci.- La voce impassibile e calma.

Marco non disse niente, ma si limitò a seguirlo.

Una volta giunti davanti ad una finestra situata alla fine del corridoio Arthem prese la mano a Marco e gli sorrise.

Si teletrasportarono fuori, in giardino.

Là si ritrovarono immersi nel verde e con cinque guardie dinanzi a loro.

Il re era in piedi, appoggiato ad un albero poco distante da loro.

C'era pure la regina, la quale era accanto al marito.

Arthem guardò le guardie ed annuì.

-Gli allenamenti cominceranno sin da subito, Marco, sii istintivo.- Arthem disse ciò con molta velocità, per poi vedere le guardie correre verso di loro creando una spada a testa, di terra.

Corsero verso i ragazzi che subito saltarono in aria.

Marco faceva tutto usando semplicemente il suo istinto, non pensava a ciò che faceva a e non ci pensò neppure quando dal nulla creò una bolla infuocata.

Era di circa due metri quadri e venne lanciata immediatamente contro le guardie che, però, crearono uno scudo collettivo di terra, proteggendosi.

Arthem li attaccò con la spada di giacchio, sgretolando lo scudo di terra.

Marco, una volta tornato a terra, venne colpito da una sottilissima lama di terra che gli ferì il braccio sinistro.

Chiuse gli occhi per il dolore e poi, creò una spada d'aria, inconsistente, tranne che per l'impugnatura.

Lui possedeva molti elementi...

Angolo autrice:

In questi giorni il PC ha avuto dei problemi, scusate xD

Recensite, per favore... vorrei avere un vostro parere^^