“Dov’è InuYasha?”
La voce del demone è tranquilla.
Con un coltello tiene di mira Kagome, e ancora una volta le chiede di svelargli
il nascondiglio del mezzo demone.
“Non te lo dirò mai”
“Perché vuoi morire così? Io lo so
che non vuoi morire... le tue parole sono coraggiose, ma la tua voce è tinta di
paura. Dimmi dov’è InuYasha, e ti lascerò andare”
Kagome è terrorizzata, è sfinita,
sente sempre più acuto il dolore del coltello nella spalla, e il sangue che
continua ad uscire. Ma è determinata
“È inutile che insisti, non te lo
dirò. Non voglio morire, ma nemmeno vivere da traditrice”
“Che romantica... pazienza. Lo
troverò lo stesso, anche se ci metterò più tempo. E anche se non lo trovassi,
la mia missione sarebbe compiuta. Io l’ho avvelenato, finché sarò in vita non
potrà guarire. E chi può uccidermi, adesso? Tu? I tuoi amici che sono chissà
dove? È inutile la tua ostinazione”
“Non mi importa” dice Kagome,
quasi con le lacrime agli occhi “anche se è inutile, non mi importa... anzi,
forse è più giusto, proprio perché è inutile”
“Mi spezzi il cuore” la deride il
demone “è il momento di mettere fine al melodramma!”
Con uno scatto repentino scaglia
il coltello. D’istinto, Kagome chiude gli occhi e con una mano stringe la corteccia
dell’albero sacro, pregando per avere la forza di superare quel momento. Ma il
momento non arriva: passano i secondi, e non sente la fitta della lama. Con un
po’ di sforzo, la ragazza apre gli occhi, e vede quello che non riusciva a
sperare: il coltello si è come fermato a mezz’aria, resta immobile per pochi
istanti, poi torna indietro come fosse aspirato. Anzi, è proprio aspirato.
“Kazaana!”
Miroku e Sango sono arrivati, e
il monaco ha colto il demone alla sprovvista. L’ex guaritrice non fa in tempo ad
urlare la sua rabbia che viene risucchiata nel foro del vento. Tutto finisce
molto rapidamente.
“Non era un nemico molto forte”
commenta Miroku “ma il piano di Naraku era davvero ben congegnato: è solo la
fortuna e la protezione del Buddha che ci hanno permesso di sopravvivere”
“Kagome, stai bene?” chiede
Sango.
Kagome non risponde, riesce
appena a sorridere, poi cade a terra.
“Kagome! Sei ferita!”
“Va tutto bene” dice la ragazza
con un filo di voce agli amici che la circondano “InuYasha è nascosto in un albero...
andate a prenderlo...”
***
“L’astuzia di Naraku è davvero
diabolica”
Kaede parla pacatamente, mentre
fascia la ferita di Kagome.
“Già. Però siamo riusciti a
sconfiggerlo, e questo è l’importante” dice Miroku “adesso InuYasha potrà
recuperare tutto il sonno perso”
“A dire la verità anche noi ne
avremmo bisogno” sbadiglia Sango “sono stati giorni intensi”
InuYasha non dice niente, ma
senza farsi vedere dagli altri cinge Kagome con un braccio. Lei sorride, e
lascia fare.
“Ammetterete che se non fossi
arrivato io non sareste riusciti a sconfiggere quel demone” dice Shippo.
“Che meriti ti prendi, Shippo?”
replica Miroku “l’unica che dobbiamo ringraziare è Sango”
“Non direi” dice l’interessata,
sorridendo “in fondo tutti abbiamo dato il nostro contributo”
“E così deve essere” dice Kaede
“di fronte ad un nemico potente ed astuto come Naraku nessuno di noi,
singolarmente, può fare molto. Ma unendo le nostre forze siamo in grado di
affrontare il male e di sconfiggerlo. Questo è l’insegnamento che...” la vecchia
sacerdotessa si interrompe sentendo uno strano rumore. InuYasha russa. E anche
Shippo e Miroku. Meno rumorosamente, anche Sango e Kagome dormono.
“Ma... non mi sta ascoltando
nessuno?!”
FINE