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Autore: ross_ana    11/12/2010    7 recensioni
Il Ministero della Magia, sotto la guida del nuovo Ministro, Kinsgley Shacklebolt, aveva messo in atto molte riforme ed aveva attivato nuove leggi, cosicché anche la Magisprudenza aveva subito notevoli cambiamenti.
E a dispetto di ciò che Hermione Granger aveva risposto all’allora Ministro Rufus Scrimgeour sulle sue intenzioni per il futuro, aveva intrapreso esattamente una carriera in Magisprudenza.
E nel suo campo – come era stato ad Hogwarts in ogni materia – era la migliore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Questa minifanfic consta di tre capitoli. E’ una cavolata che ho scritto una notte che non riuscivo a prendere sonno.
Se nonostante le premesse volete arrischiarvi a leggere… buona lettura :)



La morte di Voldemort e la consequenziale fine della guerra avevano dato vita ad una nuova era, nel Mondo Magico.
La tentata supremazia dei maghi sui babbani veniva ricordata come una parentesi ormai chiusa. A pensarci bene, dopo dieci anni, quella parentesi era stata quasi dimenticata.
Il Ministero della Magia, sotto la guida del nuovo Ministro, Kinsgley Shacklebolt, aveva messo in atto molte riforme ed aveva attivato nuove leggi, cosicché anche la Magisprudenza aveva subito notevoli cambiamenti.
E a dispetto di ciò che Hermione Granger aveva risposto all’allora Ministro Rufus Scrimgeour sulle sue intenzioni per il futuro, aveva intrapreso esattamente una carriera in Magisprudenza.
E nel suo campo – come era stato ad Hogwarts in ogni materia – era la migliore.
La legge approvata dall’intero Winzegamot prevedeva che i Dissennatori non stessero più a guardia della prigione dei maghi, Azkaban, e che ogni criminale avesse diritto ad avere un MagiAvvocato per difendersi. Chi non poteva procurarsene uno, aveva diritto a riceverne uno d’ufficio.
Hermione Granger era la MagiAvvocato più in gamba dell’intero Mondo Magico, e contrariamente a ciò che prevedeva l’etichetta, era una semplice MagiAvvocato d’ufficio.
Effettivamente, il suo proposito di fare qualcosa di buono per il mondo era stato ampiamente rispettato: lei assicurava i criminali alla giustizia e gli innocenti alla libertà.

-Hermione, dai! Siamo già in ritardo!
-Sono pronta, Ginny. Dammi solo un minuto.
Ginevra Molly Weasley, migliore amica di Hermione Granger sin dai tempi della scuola, non era cambiata molto nel corso degli anni.
I suoi capelli erano sempre rossi, il suo viso sempre pieno di lentiggini, e il suo amore per Potter sempre più forte.
D’altronde, ognuno possiede delle costanti, nella vita. E quelle di Ginevra Molly Weasley in Potter erano proprio quelle.
Ciò che c’era di diverso nella donna adulta, sposata, madre di un bambino – James, di quasi due anni–, e incinta di un altro maschio, rispetto alla ragazzina che arrossiva davanti al suo amore segreto – non tanto segreto – era che aveva capito che nella vita le cose possono cambiare, e non tutti i cambiamenti sono negativi.
Quando Hermione Granger e suo fratello, Ronald Bilius Weasley, avevano troncato la loro relazione, aveva scioccamente temuto che niente sarebbe stato più uguale. E anche se da allora niente fu più uguale, ciò non ebbe le connotazioni che Ginny dava alla cosa.
Ron, infatti, che negli ultimi periodi della loro storia aveva cominciato ad essere sempre nervoso ed irritabile, non appena si sentii libero di poter essere semplicemente se stesso senza dover portare sulle spalle il peso di un amore ormai finito da tempo, era tornato ad essere l’amico squinternato e privo di tatto che era stato fin da bambino.
Hermione, invece, che negli ultimi periodi della loro storia era diventata un automa di se stessa, era tornata ad essere la solita combattiva, determinata a fare della sua vita qualcosa di importante.
E quando si era trattato di mettere in pratica una seria e decisiva scelta di vita, aveva optato per ciò che riteneva più giusto per se stessa.
Sciogliere l’inseparabile Trio dei Miracoli – come l’aveva definito Malfoy anni ed anni prima – non aveva affatto comportato la disastrosa catastrofe che tutti si erano aspettati.
Ron ed Harry continuavano a svolgere il loro mestiere di Auror anche senza di lei.
E lei, dal canto suo, continuava ad essere parte integrante di quella famiglia anche se aveva intrapreso un cammino diverso, un cammino che l’avrebbe condotta lungo una strada diversa, ma parallela a quella dei suoi vecchi amici.
-Ma si può sapere cosa stai facendo, da due ore, in quel bagno?
-Puoi darmi solo un minuto? Poi lo capirai da te.
Ginny sbuffò impaziente, ma si accomodò sul divano accarezzandosi il pancione.
Quello era il giorno libero di Harry, l’unico giorno della settimana in cui lei poteva lasciare James alle cure di suo padre per passare un po’ di tempo insieme alle sue amiche per fare ciò che facevano le donne della sua età: shopping, chiacchiere, shopping e chiacchiere.
Hermione era sempre restia ad unirsi a Ginny e alle sue amiche-mamme, ma quel giorno era stata proprio lei a chiederle di potersi unire a loro, e per quanto strana fosse stata la richiesta, Ginny ne era rimasta molto contenta.
-La zia Hermione è impazzita, piccolino.
Anche se, praticamente, non esisteva nessuna parentela tra Ginny ed Hermione, James la conosceva come la zia Hermione, e presto per Albus Severus – erano quelli i nomi che Harry Potter voleva dare al suo secondo figlio – sarebbe stata la stessa cosa.
Quando la zia Hermione uscì dal bagno, Ginny spalancò la bocca per la sorpresa.
La sua migliore amica, quella con i capelli ricci, crespi, quella che non sapeva neanche cosa fosse il trucco, quella che portava sempre la camicia della divisa abbottonata fino all’ultimo bottone… si, insomma, l’Hermione-so-tutto-io-Granger era scomparsa.
Al suo posto era apparsa un’altra Hermione, con i capelli lisci che le ricadevano sulle spalle come fossero fili di seta, con la matita nera intorno agli occhi e un po’ di rossetto sulle labbra, e con un vestitino con una scollatura vertiginosa.
-Allora, che ne pensi? Ho forse esagerato?
Ginny si alzò e, vedendo che la sua amica era improvvisamente più alta di qualche centimetro, abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
Ecco un’altra cosa che era cambiata: le sue solite scarpe da ginnastica erano scomparse per lasciare il posto a un paio di decolleté abbinate al vestito.
-No, non credo tu abbia esagerato. Non si esagera mai a volersi rendere belle. E tu sei bellissima.
Hermione sorrise del complimento che aveva ricevuto, e guardò Ginny che ancora non riusciva a capacitarsi di avere davanti la stessa Hermione Granger di sempre.
Quando si smaterializzarono davanti all’ingresso del Paiolo Magico, molti sguardi si posarono lascivamente sul suo corpo, anche se solitamente nessuno faceva caso alla gente che si fermava esattamente in quel posto. E questo rese Hermione molto compiaciuta.
Mentre le teste nel locale si giravano al passaggio delle due donne, e mentre Tom il barista rivolgeva loro un sorriso di circostanza, Ginny diede libero sfogo alla propria curiosità.
-Come mai hai deciso di cambiare look?
Sapeva che Hermione era molto timida e riservata, e anni ed anni di amicizia le avevano insegnato a prendere alla larga qualsiasi argomento che la riguardasse personalmente.
-Ogni tanto fa bene cambiare.
-E tu, di cambiamenti, ne stai facendo tanti ultimamente, eh?!
Hermione si limitò a scrollare le spalle, ma per la prima volta, anche quel movimento sembrò acquistare eleganza.
-Per quanto io sia convinta che l’unica cosa importante è che una donna si senta a proprio agio con se stessa, non ti sembra un po’ eccessivo agghindarti così solo per un pomeriggio di shopping con le amiche?
Hermione sorrise e posò una mano sul pancione della sua migliore amica.
-Tu, quando non sei incinta, ti vesti ogni giorno così, anche solo per andare a fare la spesa.
Ginny incassò la risposta con un sorriso sulle labbra.
-Io lo faccio per mantenere sempre vivo l’interesse di mio marito. Tu, invece, perché lo fai? E non venirmi a dire che non centra un uomo perché non ci credo.
Hermione arrossì improvvisamente e quella fu la prova schiacciante che costrinse Ginny ad assottigliare lo sguardo e a fare un’osservazione molto poco calma.
D’altronde, i suoi ormoni la rendevano soggetta a repentini cambi d’umore e di stato d’animo.
-Non mi hai detto che ti vedevi con qualcuno.
Hermione percepì subito il cambio di atmosfera, e prima che la sua amica molto incinta potesse scoppiare in una delle sue crisi isteriche dovute alla gravidanza, si affrettò ad assicurarla.
-Non mi vedo con nessuno, Ginny. Non per come intendi tu, almeno.
-E allora? Cosa mi nascondi?
Hermione sapeva che la sua amica era una romantica sognatrice, e che avrebbe tratto conclusioni sbagliate se le avesse raccontato tutto, ma mentire era fuori discussione – lei mentiva solo se era strettamente necessario, e diceva solo bugie a fin di bene – e poi, essendo onesta con se stessa, ammise che se aveva chiesto alla sua amica di potersi unire a lei era proprio perché voleva raccontargli tutto.
-Stamattina Kinsgley è venuto nel mio ufficio e mi ha proposto una causa molto interessante.
Ginny attese, con più pazienza ora che Hermione si era decisa a dirle la verità, che continuasse il suo racconto, perché era certa, a quel punto, che il bello dovesse ancora essere scoperto.
-Bè, mi ha detto che sa che io sono una persona di sani principi e che aiuto solo chi non si può permettere di pagare un MagiAvvocato, ma sa anche che io sono la migliore nel mio campo, e che una persona di sua conoscenza aveva bisogno del mio aiuto.
Gli occhi di Ginny cominciarono a brillare di aspettativa.
-E’ questa persona che devi incontrare, vero? Chi è? Come si chiama?
Prima di rispondere, Hermione si prese il tempo di toccare, con la bacchetta, il mattone che avrebbe aperto il passaggio per Diagon Alley. Quando la strada apparì davanti ai loro occhi, prese sotto braccio Ginny e la condusse verso la gelateria di Florian Fortebraccio.
-Si, devo incontrare questa persona, ma non so chi è né come si chiama. So solo che è il proprietario di uno dei più grandi Parchi Divertimento nati dopo la guerra.
Ginny si fermò di scatto e guardò la sua amica negli occhi.
-E ti sei vestita così per fare colpo?
Hermione arrossì fino alla punta dei capelli, poi ritrovò il suo solito cipiglio da MagiAvvocato e rispose a Ginny con voce neutra e sicura.
-Certo che no. Mi sono vestita così solo per dare una buona impressione.
-Hermione, tu sarai anche la migliore del tuo campo, ma io sono la tua migliore amica, ti conosco da quando avevo undici anni e so quando stai mentendo. Perciò sputa il rospo.
Ginny era senza peli sulla lingua ed Hermione si ritrovò a pensare che sarebbe stata un osso duro da affrontare in un processo.
Ma Ginny aveva ragione, lei era la sua migliore amica, ed Hermione non doveva temere di essere presa in giro o di essere derisa.
-E va bene. Stanotte ho fatto un sogno, cominciava con me che andavo a lavoro, continuava con Kinsgley che mi diceva di questa causa, e finiva in Diagon Alley con un uomo che mi faceva i complimenti per com’ero vestita, e quest’uomo era il mio cliente.
-E nel sogno eri vestita così?
-Già.
Ginny guardò negli occhi la sua amica, poi rise.
Non una risata derisoria, affatto. Era una risata divertita che contagiò anche Hermione.
-E pensare che hai sempre odiato la Cooman.
Con ancora l’eco della loro risata che le circondava come una bolla di buon umore, si sedettero ad uno dei tavoli della gelateria e aspettarono le altre ragazze.
Quando Luna Lovegood, Angelina Johnson e Hannah Abbott arrivarono, tutti gli sguardi si puntarono su Hermione e per quanto si sentisse imbarazzata, fu molto felice di ricevere tanti apprezzamenti dalle sue amiche.
-Hermione, sei uno splendore.
-Wow, tesoro. Cosa ti è successo?
-Pensavo che quel tuo lavoro ti facesse venire le rughe, è chiaro che devo ricredermi. Non sei mai stata così bella.
Ginny sorrise ancora più compiaciuta di Hermione, poi cominciò a chiacchierare mentre un ragazzo veniva a prendere le ordinazioni.
Dopo aver consumato, le cinque donne decisero che era arrivato il momento di andare a caccia, e con la foga che animava Harry quando, ad Hogwarts, si doveva imbattere in qualche avventura, cominciarono a girare per i negozi nella ricerca dell’acquisto perfetto.
Il risultato, scontato, fu che tutte e cinque si ritrovarono piene di pacchetti e con un gran mal di piedi.
Hermione aveva ricevuto tantissimi complimenti da tantissimi uomini, ma sapeva che nessuno era l’uomo del sogno. In ogni caso, non avrebbe potuto riconoscerlo perché non aveva visto il suo viso, ma ricordava perfettamente l’imbarazzo che aveva provato, e subito dopo la sensazione di rivincita che l’aveva pervasa.
Anche se, a mente lucida – per quanto potesse essere lucida la mente di una donna che sperava nella realizzazione di un semplice sogno – non riusciva proprio a capire cosa centrasse la rivincita in tutta quella situazione.
Lo capii presto quando, davanti allo sguardo stupito delle sue amiche, un elegante uomo in giacca e cravatta, con i capelli biondi che gli ricadevano scomposti sulla fronte e con due impenetrabili occhi grigi, attraversò la strada solo per raccogliere, da terra, un pacchetto che le era caduto inavvertitamente.
-Credo che questo sia tuo, Granger.
Riuscì ad evitare di spalancare la bocca per la sorpresa solo grazie agli anni di praticantato di MagiAvvocato.
-Grazie, Malfoy.
Nel momento in cui gli rispose, si rese conto che non aveva mai pensato di poter accostare due parole tanto diverse tra loro: grazie, e Malfoy.
Tese la mano per prendere il pacchetto che Malfoy le tendeva e quando le loro dita si sfiorarono un brivido le corse lungo la schiena.
-Complimenti, Mezzosangue. Sei diventata davvero una bellissima donna.




A Morgana.
Perché ti voglio bene :*
   
 
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