Dorcas [agosto 1980]
Stava
correndo su per gli scalini più veloce che poteva; non
poteva
smaterializzarsi, aveva già provato, era stato un miracolo
riuscire
a dare la possibilità di fuggire a quei poveri diavoli coi
loro
bambini, lei sapeva benissimo di essere spacciata.
Dorcas saltò
fuori dalla rampa di scale per correre all'altra e si trovò
faccia a
faccia con Glorfen, uno dei Mangiamorte, e gli tirò un pugno
in
pieno viso continuando a correre e schiantandolo quando era
già a
terra. Continuò a salire, cercando di raggiungere il tetto
per non
coinvolgere altri innocenti, e sentiva le grida e gli altri
Mangiamorte in avvicinamento.
Sapeva che lui
era
alle sue spalle, voleva uccidere Neville e Harry e lei glielo aveva
impedito.
«Voglio
vedere gli eredi.» dichiarò davanti alla stanza in
cui riposava
Lily, e la sentì ridere. Frank si stava già
avvicinando col piccolo
in braccio, dato che Alice riposava nella stanza vicina. Dorcas
sorrise mentre accarezzava con dolcezza una guancia del piccolo e
grassoccio Neville Longbottom.
«Secondo
te a chi somiglia? Non me l'hai detto, ieri.»
domandò lui.
Aveva
ancora il grosso livido lasciatogli da un pugno di Alice,
perché
quando le si erano rotte le acque lui si era fatto prendere dal
panico e la moglie si era scocciata di vederlo correre da una parte
all'altra.
«Ad
Alice.» disse senza alcun dubbio, e Frank ghignò.
«Beh,
le scommesse sono aperte. Io sono d'accordo con te, anche se ha i
capelli scuri.»
«I
capelli possono cambiare colore esattamente come gli occhi.»
gli
ricordò lei.
«Magari
si fa biondo anche lui, chissà... Vado a riportarlo alla
proprietaria.» sghignazzò.
Dorcas
non l'aveva mai visto così su di giri, e doveva ammettere
che era
piacevole averlo intorno così. Poi si avvicinò al
letto di Lily,
intorno a cui c'erano Sirius e James, alle volte aveva dubbi su chi
fosse il padre dei due visto il comportamento identico, e
sbirciò il
pargoletto nato il giorno prima.
«Ha
gli occhi verdissimi...» constatò, e Lily
annuì sorridendo.
«Ma
come hai detto tu di solito si cambia colore...»
«Oh,
non lo cambierà, ha gli occhi di sua madre. Gli serviranno
visto che
il poveretto sembra aver già preso il cespuglio di capelli
del
potenziale padre.»
«Dorcas,
ti giuro che è davvero James il padre.»
«Posso
prenderlo in braccio? Non lo faccio cadere, ieri ho preso anche
Neville.»
Lily
la guardò sorpresa: «Ma certo.»
Sirius
si mosse nervosamente e lei lo notò, mentre metteva le mani
intorno
al fagottino, «Che ha Black?»
«È
solo isterico quando si tratta di prenderlo in braccio, ha paura che
si rompa.»
«Deficiente.»
borbottò lei, prendendo poi Harry in braccio.
«Ciao,
tesorino.» lo salutò, dondolandolo.
«C'è
chi pagherebbe per sentirti tutta così carina.»
commentò James, le
cui guance ormai erano perennemente rosse visto quanto parlava e si
agitava descrivendo ogni minimo movimento del bambino o quanto Lily
fosse stata meravigliosa. Anche Frank lo faceva, in realtà,
sfoggiando con orgoglio l'occhio nero procuratogli dalla moglie.
«E
continuerà a voler pagare, a meno che non mi metta in
braccio una
creaturina innocente come questa.» ribatté lei,
rivolgendosi però
a Harry con voce dolce, «E se lo vai a dire a qualcuno potrai
essere
sicuro che Harry resterà figlio unico.»
«Beh,»
commentò Lily con disinvoltura, davanti alla faccia
terrorizzata del
marito, «Almeno adesso l'ho convinta che sei tu il vero
padre.»
Saltò
nell'ultima rampa, col fiatone, e infine spalancò la porta
che dava
al tetto, correndo verso il bordo. Pensò di buttarsi e
morire così,
di sicuro sarebbe stato l'unico modo di essere certa di avere una
fine indolore e veloce, ma poi il suo orgoglio ebbe la meglio:
sarebbe morta combattendo, bacchetta alla mano e occhi negli occhi
con Voldemort o con chiunque fosse il suo avversario.
E poi
Voldemort arrivò, seguito dai Mangiamorte che avevano
rallentato,
tutti in avida attesa. Si disposero in semicerchio intorno a lei, che
salì con un piede sul cornicione. Uno dei suoi seguaci si
tolse la
maschera e lei riconobbe lo zio.
«Sapevo che saresti stato in prima
fila.»
«Non me lo sarei perso per nulla al mondo, ho atteso fin
troppo.»
«Per forza dovevi attendere, nessuno di voi feccia
aveva le palle e il potere di contrastarmi. Dovevate aspettare che
paparino corresse a liberarvi del problema.»
«Dorcas
Meadowes... Solita lingua lunga.» constatò
Voldemort, interrompendo
la loro discussione.
«Voldemort, solito sangue meno puro del mio
nonostante la tua arroganza genocida.»
Al crucio che seguì lei
pensò che fosse comunque valsa la pena di fare quella
battuta.
Avrebbe voluto ringraziare Dumbledore per avergli detto delle vere
origini di Voldemort, era un peccato che non l'avrebbe più
visto.
Dorcas
era tornata fuori e si era nascosta; nessuno aveva ordinato a lei in
persona di tenere d'occhio l'ospedale, ma non avrebbe lasciato nulla
al caso.
Moody
diceva sempre “vigilanza costante” e lei pensava
che avesse
ragione.
Fu
così che notò all'istante la presenza di troppi
infermieri che non
conosceva, tutti vicino alla caffetteria, e anche un uomo biondo che
guardava l'ospedale e gli era familiare.
Che
fosse un Mangiamorte?
Per
buona misura decise di entrare a fare un giro, tirandosi il cappuccio
stretto sulla testa, e aveva appena messo piede in ospedale quando
vide un gruppo di infermieri salire le scale. Lei accelerò
il passo
e seguendoli arrivò sino al piano di Lily e Alice.
Prese
la bacchetta e il gruppo di infermieri si voltò di scatto,
scagliandole contro ogni genere di maledizione.
Si
rialzò, barcollando per un momento e rendendosi conto che un
altro
passo l'avrebbe portata di sotto.
Il suo sguardo andò agli altri
Mangiamorte, alcuni dalle vesti ancora rovinate dai suoi stessi
precedenti attacchi, altri sanguinanti e uno di loro che aveva perso
la maschera, che aveva già visto...
«Mangiamorte!»
gridò, e Sirius era già accanto a lei. C'era
anche Edgar, che
duellava abilmente contro uno di loro.
«Sirius,
aiuta James! Edgar, va da Frank! Dovete tutti uscire, sta arrivando
anche Voldemort!»
Un
Mangiamorte a sentir chiamare il nome del suo Signore così
bruscamente finì col sussultare, lei ne
approfittò e un attimo dopo
lui fu a terra, morto. Era Travers.
«L'Ordine?»
«Ho
già mandato un patronus, VAI!»
Sirius
corse e Dorcas affrontò un gruppo di Mangiamorte da sola;
per
fortuna non mancava né di abilità né
di sicurezza, perciò non
esitò neppure un secondo.
«Come
facciamo? Non possiamo smaterializzarci dal san Mungo! Non in questo
piano e non con dei bambini!» gridò Frank, che
teneva Alice tra le
braccia. Dorcas vide che lei stringeva Neville e piangeva dal
terrore.
«Sentite,
seguitemi, vi apro io la strada e voi uscite!»
«Sei
sicura di farcela?» domandò James, anche lui aveva
preso Lily in
braccio e il piccolo Harry era tra loro.
«Non
c'è altra scelta!»
«Ci
siamo anche noi!» disse Sirius.
«Vi
guardiamo le spalle! Andiamo!» disse anche Edgar.
Dorcas
pensò che non avrebbe mai scordato la paura che l'aveva
colta, per
la prima volta dopo tanto tempo, al pensiero che uno di quei fasci di
luce potesse raggiungere quei due bambini che erano il futuro di
tutti loro.
E
poi si trovarono ancora circondati e videro Voldemort arrivare,
annunciato da urla e lampi di luce verde.
«Vado
io.» disse Dorcas.
«Ma...»
cominciò Edgar.
«No!
Vado io, voi due dovete proteggere i bambini mentre loro hanno le
mani occupate! L'Ordine, Dumbledore, stanno tutti arrivando, quindi
andate!»
Gli occhi di Dorcas si spalancarono, mentre Voldemort diceva:
«Sei pronta?»
«Sta zitto un momento.» ribatté lei, e
poté
vedere i Mangiamorte dal viso scoperto spalancare la bocca,
«Io ti
conosco! Tu... tu eri...»
Era con Peter, l'aveva visto una
settimana prima che si fermava a sussurrargli qualcosa a Diagon
Alley. Lei non si era fermata a salutarlo, perché lui non le
piaceva
affatto, e ora capiva chi fosse la spia nell'Ordine, tutto tornava.
«Wormtail?» domandò, perché
chiamarlo per nome era
disgustoso, e soltanto Voldemort capì di cosa stesse
parlando.
Invece che ucciderla all'istante per la sua impudenza,
scoppiò a
ridere malvagiamente.
«Non avrai modo di comunicarlo a nessuno.»
Dorcas si rese conto di aver rischiato di perdere la bacchetta,
tanto era grande l'orrore e anche la pietà per James, che
aveva
appena avuto un bambino e rischiava di perderlo per colpa di quello
che considerava uno dei suoi migliori amici. Le venne la nausea, e fu
quasi felice di sapere che sarebbe morta di lì a poco
lasciando quel
mondo troppo sporco. Sperò soltanto che quelle nuove
famiglie felici
non la seguissero tanto presto.
«Avada Kedavra!» urlarono
entrambi, e i due getti verdi si equivalsero e deviarono l'un
l'altro. Uno colpì un Mangiamorte dai capelli rossi, l'altro
volò
oltre l'ospedale.
«Avada Kedavra!» ripeterono, e questa volta
tutti i Mangiamorte pararono il colpo con i loro incantesimi di
protezione. Vide Voldemort storcere la bocca e scagliarle contro un
incantesimo, lei scartò di lato e quando poté
prepararsi a lanciare
un altra Maledizione, vide la luce verde arrivarle contro e
attraversarle il petto.
«Dorcas!»
chiamò Lily con voce straziata.
Lei
si voltò, e poi inaspettatamente sorrise.
«Gideon
mi sta aspettando già da troppo tempo, e gli devo dire due
paroline...»
«Potrebbero
non seguirti.» provò a protestare Sirius, per
convincerla ad andare
con loro.
«Oh,
lo faranno. Sono Dorcas Meadowes, Black.»
E
poi si chinò e baciò Harry e Neville sulla
fronte, solleticandoli
con le sue treccine, e James, che aveva un braccio sotto le ginocchia
di Lily, le premette una mano contro il fianco come per salutarla.
«Ci
vediamo il più tardi possibile. Salutatemi Remus e
Marlene.»
E
poi si voltò e si allontanò di corsa, attaccando
il gruppo di
Mangiamorte che si trovava davanti e scagliandone tre contro
Voldemort, che se ne liberò con un gesto della bacchetta
prima che
potessero sfiorarlo.
Lei
guardò indietro e vide passare una fenice argentata fuori
dalla
finestra, segno che Dumbledore era arrivato e li stava cercando. Di
sicuro lui avrebbe potuto creare una passaporta per portare via i
bambini senza rischi; il resto dell'Ordine doveva essere arrivato.
«NO!»
gridò Voldemort, che doveva aver visto lo stesso.
«Troppo
tardi per loro, se ne sono andati prima che attraversassi quella
porta.» mentì lei, beffarda.
«Ma
non troppo tardi per te.» ribatté lui, alzando la
bacchetta.
Dorcas
scattò verso le scale.
Ben
presto avrebbe potuto tirare un bel pugno a Fabian e Gideon per
averla preceduta, e questo era consolante.
Ho in mente già un'altra
ventina di storie da scrivere, il problema è che tra quelle
in
inglese, la FredHermione e il fatto che in teoria dovrei studiare,
non so bene quando potrò farlo! Per ora c'è anche
un'altra su Remus
e Tonks che pubblicherò presto!
Mi spiace dire che Gideon non
aveva la più pallida idea di cosa provasse Dorcas, si
può dire che
fosse cretino quanto Ron al quinto-sesto, per cui non ci sarebbe mai
arrivato da solo neppure se lei fosse stata più esplicita.
Mentre
Dorcas non aveva ragione di dirlo (ma alla domanda diretta
“ma io
ti piaccio” avrebbe risposto
“sì” senza problemi).
Dato
che anche nell'altra storia ho messo un paio di immagini sceme fatte
ovviamente da me, lo faccio anche qui.
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