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Autore: FraRose    14/12/2010    6 recensioni
[Crossover The Vampire Diaries & Twilight]
Avete mai pensato al vampiro più sexy di Mystic Falls che prende il posto di Edward Cullen a Forks? E al povero Edward che è costretto a lasciare la sua Nessie e la sua Bella per prendere il posto di Damon? E se poi anche Jacob si materializzasse dall'altra parte degli Stati Uniti? E che faranno Elena e Bella per riprendersi ciò che le appartiene? Leggete e scopritelo...
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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1.BONNIE

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Bonnie Bennett stava nella sua camera, illuminata solo dalla luce fioca di una lampada per bambini posta sopra il comodino. La stanza era ancora quella che Bonnie aveva quando aveva dieci anni, per questo non esisteva un computer, una televisione o la Wii. Ecco quindi una delle due ragioni per cui Bonnie stava leggendo e studiando il suo libro di incantesimi alla luce debole e tremolante della lampadina ormai consumata. Il chiarore che riusciva ancora a emanare era appena sufficiente per leggere il libro aperto sulle ginocchia di Bonnie, che tentava di decifrare e memorizzare i complicati incantesimi. Potevano tornarle utili, un giorno o l’altro, e così studiava, come se fosse la matematica o la storia.

Ma Bonnie era una strega e doveva sapere quelle formule magiche, e per questo studiava come non studiava mai nient’altro. La matematica a Bonnie sarebbe servita fino a un certo punto, sicuramente mai quanto la magia, di questo ne era certa. Non voleva ammetterlo, ma era fiera dei suoi poteri magici e le sarebbe piaciuto, un giorno, poterli usare con destrezza e sicurezza, padroneggiandoli come una volta aveva fatto sua nonna.

Nonostante tutto, però, le palpebre di Bonnie si abbassavano sempre di più supplicando pietà, ma lei non voleva dormire: doveva imparare qualcosa. Tutti i casini con Damon, Stefan e Elena… Tutto quello che era successo negli ultimi giorni le aveva impedito di esercitarsi, e questa era la prima sera in cui la vita le dava qualche ora di tregua. Era consapevole che forse quei momenti le erano stati dati per dormire, ma non ci faceva caso, faceva finta di non aver sonno e ignorava i continui lamenti del suo cervello.

Bonnie riuscì a distrarsi un’altra volta, pensando alla sua amica. Alla sua migliore amica, che ora si trovava nei casini, ma non ne era consapevole.

Elena si era lasciata con Stefan… quel cretino l’aveva tradita con Caroline, che ora non aiutava a far sentire meglio Elena. Quando Bonnie l’aveva costretta a scusarsi con Elena per quello che aveva fatto aveva solamente peggiorato la situazione:“Ma è ovvio che preferisca me, cioè ma ti sei vista? E hai visto me?” diceva con tono da gallina, e poi si indicava con un gesto ampio delle braccia.

Elena a quel punto era scoppiata a piangere e Bonnie aveva mandato a quel paese Caroline, che indignata e soddisfatta allo stesso tempo, era uscita sculettando dalla porta.

Bonnie chiuse gli occhi. Pensava a tutto quello che era successo. E il fatto peggiore di tutta quella storia: Elena ora frequentava Damon “come amico”. Era lui la ragione per la quale ora la streghetta si trovava a casa sua. “Tranquilla Bonnie, ci sarà Damon con me” le aveva detto Elena, “vai a riposarti”. Bonnie aveva annuito lentamente, lanciandole occhiate di fuoco fulminanti e piene di avvertimenti silenziosi. Come faceva Bonnie a dormire se sapeva che Damon stava con Elena? Lui era cattivo, spietato, pericoloso… Bonnie però doveva ammettere che Elena, da quando vedeva Damon “come amico” era migliorata: non piangeva così spesso, non era sempre triste…

Ma la domanda che la tormentava era: perché? Perché? Perché doveva capitare a lei tutto questo? Perché alla sua migliore amica? Perché a Elena? Bonnie capì che la causa della sua stanchezza e della sua mancanza di concentrazione era Elena. Era troppo preoccupata per lei e per la sua salute. Per i suoi sentimenti. Temeva che Damon l’avrebbe fatta soffrire in un futuro e Elena Gilbert non si meritava questo. Era buona, dolce, altruista. Damon era l’opposto.

Gli opposti si attraggono…

Perché Elena s’innamorava solo delle persone più sbagliate? Perché? Voleva un vampiro? Perché? Perché non andava bene un umano comune, un comune mortale? Perché non Matt? Perché non un qualsiasi cretino che potevi incontrare per strada? Perché un vampiro?

E se voleva un vampiro, perché voleva i due più stupidi e meno affidabili presenti su questa maledetta terra? Bonnie non lo sapeva. A volte non capiva la sua amica.

Perché Damon e Stefan Salvatore?

Perché non Edward Cullen?

Perché… un momento.

Le palpebre di Bonnie si sollevarono improvvisamente, gli occhi diventarono grandi come delle palle da calcio, illuminati dalla brillantezza della sua idea. Era complicato, lo sapeva, e forse in quel momento, con quella stanchezza che non le dava un momento di tregua e che non le permetteva di camminare senza traballare, lo era ancora di più. Ma il pensiero di Damon e Elena insieme sul letto, a parlare… in ogni momento Damon avrebbe potuto approfittare di lei. Ed Elena forse non era in grado di capire quello che poteva succedere con Damon in camera. Il pensiero di Elena sotto Damon, al buio e vicinissimi le fece sparire tutta la stanchezza e senza alcun indugio accese la luce principale, e non le importava il male che le facevano gli occhi per il cambiamento. Quasi le lacrimavano, ma a lei non interessava. Lei avrebbe salvato la sua migliore amica dai vampiri Salvatore. Non avrebbe permesso che la facessero ancora soffrire.

Iniziò a sfogliare il libro degli incantesimi con più lena, accecata dall’entusiasmo, ma facendo sempre molta attenzione nel girare quelle pagine ingiallite dal tempo, delicate e sottili, per paura che si rompessero.

Esaminò ogni singolo incantesimo nel capitolo dedicato all’evocazione di persone e agli scambi. Bonnie non sentiva più la stanchezza come prima, e dopo un’ora di ricerche e di traduzione, eccolo lì, l’incantesimo che faceva al caso suo. Saltellando tutta contenta guardò l’orologio; segnava le 03.16 AM. Si lasciò sfuggire uno sbadiglio, ma a Bonnie non interessava proprio nulla, era determinata a salvare l’amica.

Si mise a studiare nei minimi dettagli l’incantesimo: non voleva che qualcosa andasse storto. Dopo aver memorizzato bene e senza nessun dubbio le parole, prese il libro e lo posò delicatamente sul pavimento. Accese le candele, spense la luce e si sedette sul tappeto, iniziando a pronunciare parole latine e incomprensibili. Nemmeno Bonnie stessa le comprendeva bene, riusciva ad afferrare il concetto generale e da quello che poteva capire l’incantesimo sembrava giusto.

La strega iniziò a muovere le braccia, le fiamme delle candele si allungavano sempre di più verso l’alto, come se ci fosse una forza che le trascinasse verso il soffitto. A un estraneo poteva sembrare una situazione in qualche modo pericolosa, ma non lo era. Bonnie era una strega esperta, sapeva quel che faceva e aveva il totale controllo della situazione.

Improvvisamente le due candele si spensero, una dopo l’altra. La camera ritornò buia.

Fuori, Elena si ritrovò da sola. Per poco, la porta si aprì.

   
 
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