Un regalo un po' speciale
Ary Pov
Era passata una settimana da
quando Edo mi aveva lasciata e da quel giorno, i giorni erano tornati monotoni
e tutti uguali.
Ero tornata alla mia vita di
prima e non era facile.
Durante il giorno cercavo di
distrarmi in ogni modo, ma ogni volta c’era sempre qualcosa che mi ricordava
lui: una parola, un sorriso, un’espressione. Alcune volte immaginavo anche
delle parole che non venivano dette, ma che molto spesso, Edo diceva.
Ma il giorno non era niente
in confronto alla notte: sognavo noi due ancora insieme, ad abbracciarci,
baciarci e, stranamente, a fare l’amore. Tutto sembrava perfetto fino a quando,
il ricordo del giorno che mi aveva lasciata si insinuava nel mio sogno,
facendomi svegliare piangendo.
Non riuscivo mai a
riaddormentarmi, passando così il resto della notte a piangere e a ricordare.
Mi mancava tutto di lui: il
suo modo di guardarmi, i suoi baci, i suoi abbracci, le sue labbra, i suoi
occhi, il suo fisico, il suo sorriso, la sua risata, la sua voce. Ogni più
piccola cosa di lui mi mancava.
Mi sentivo quasi una
masochista: pensavo che era meglio che non mi lasciasse, che stesse sia con me
che con la bionda. Tutto pur di non soffrire in quel modo. Tutto pur di non
perdere lui. Ma poi riflettendoci bene, mi rendevo conto che era un pensiero
assurdo, che venendolo a sapere mi sarei sentita presa in giro e, di
conseguenza, ci avrei sofferto ancora di più.
Una settimana divenne due,
due divennero tre e lui non era ancora tornato.
La Ila passava più tempo con
me che con Simo.
Molto spesso le dicevo che
doveva stare con lui, passare del tempo con lui e non con me. Io me la sarei
cavata anche da sola, ma tutte le volte mi rispondeva: “Se Simo non vuole
capire, può anche andare a cagare. Sei la mia migliore amica e preferisco
aiutare te che stare con lui. E poi cosa pensi, che non ci vediamo? Lo vedo già
abbastanza, non ti preoccupare.” E mi faceva un sorriso sincero.
La adoravo. Sono queste le
persone ti vogliono realmente bene e che ci tengono a te, mica quelle che
pensano solo a loro stesse.
Tutto il tempo che passavamo
insieme parlavamo di cazzate, ma poi, immancabilmente tornavo a parlare di lui.
Ormai dicevo sempre le stesse
cose, ma la Ila mi ascoltava e mi dava sempre una sua visione dei fatti che era
sempre più precisa ogni volta.
Cercavo anche di spronarla a
parlare di lei e di Simo, sapevo che pensasse che non mi facesse piacere sapere
della sua vita di coppia, ma non era affatto così. Volevo che lei continuasse a
parlarmi di qualsiasi cosa.
Dopo varie volte che
“litigammo” per questa faccenda, lei cominciò a parlare liberamente di loro
due.
Mentre mi parlava, mi veniva
voglia di chiederle se Edo le avesse parlato di me o se lo avesse visto e se
l’avesse visto, come l’avesse trovato. Ma mi trattenni sempre dal
chiederglielo.
Fu così fino agli inizi di
luglio.
Fino a quando, il giorno del
compleanno della Ila, non andai a casa sua.
Mi aveva accolto in casa con
il suo solito sorriso.
Ci eravamo sedute sulla sua
terrazza, sedute in terra.
La Ila stava fumando una
sigaretta, parlando allegramente.
-Ho una notiziona per te e
sia chiaro che non accetto una risposta negativa. – strano che mi avesse detto
così. Lo diceva sempre quando doveva propormi di fare qualcosa.
-Dimmi tutto, ma non assicuro
niente.- dissi sincera e preparandomi al peggio.
-Tra due settimane partiamo
per andare in un centro benessere. Tu ed io sole. Tutto pagato.- disse fin
troppo felice.
Ero incredula. Come? Una
settimana in un centro benessere tutto pagato? E da chi?
-Scusa, ma come hai fatto?
-Regalo di compleanno di Simo.
Ha pensato che mi facesse piacere passare una settimana a fare massaggi ed a
rilassarmi completamente con te. Ci divertiremo, ma soprattutto, ci
rilasseremo. – finì la frase con un sorriso.
Aveva pagato tutto anche per
me? No, non potevo andarci. Aveva fatto un regalo a lei, per quale motivo aveva
pagato tutto anche per me?
-No, Ila. Non posso.
-Si, che puoi. Anzi devi
venire.- tolse il suo sorriso dalle labbra e assunse quell’espressione con cui
voleva ammonirmi.
-Perché non ci viene Simo con
te?- era il suo ragazzo, perché non andava con lui? Potevano passare una
settimana da soli, sarebbe stata una cosa romantica e carina. Ed invece quella
stupida voleva passare la settimana con me. Ma quanto era scema la mia migliore
amica?
-Non lo voglio. Io voglio
andare con te, con la mia migliore amica e poi sai che ne hai bisogno.
Effettivamente, aveva
ragione. Avevo davvero bisogno di allontanarmi dal mio paesino di provincia, di
rilassarmi. Era dalla fine della scuola che non avevo fatto una sana dormita.
Una dormita che abbia il diritto di essere chiamata tale.
Si, ne avevo bisogno, ma non
mi piaceva che Simo avesse pagato per me e, soprattutto, non sarebbe andata a
genio nemmeno a mia mamma.
-Si, ne ho bisogno, ma sai
che mia mamma non mi lascerà venire per il fatto che ha pagato tutto Simo.
-Verrà lui a parlarle.- disse
maliziosa la Ila.
Si, perché mia mamma aveva un
debole per Simo. Gli piace sia fisicamente che caratterialmente e diceva che
aveva un fascino pazzesco. Quando gliel’avevo raccontato alla Ila aveva riso
come una scema per poi rispondermi che mia mamma aveva ragione e buon gusto.
-E dai raccontami cosa ti ha
detto. Dove eravate.- ero smaniosa di sapere come glielo avesse detto. Sembrava
che le avesse chiesto di sposarlo dalla mia voglia di sapere ogni dettaglio.
-Be, eravamo in un bar in
centro. C’erano anche…- la vidi bloccarsi.
-Chi c’era?- perché avevo
come la sensazione che non volesse dirmi chi c’era con loro?
-No, nessuno.- mentiva. Me ne
rendevo conto dai suoi occhi e dal suo viso.
-Ila, stai mentendo. Chi
c’era con voi?- cercai di apparire tranquilla.
-No, davvero. Non c’era
nessuno.- mi chiedevo come facesse sua mamma a non capire quando mentiva. Era
17 anni che la conosceva e non se ne rendeva conto. Non riuscivo davvero a
capire come facesse.
-Ila, c’era…- improvvisamente
capii. Con loro. C’erano Edo e la bionda.- c’erano loro due vero?- lei annuì.
-Quindi esci con lei? Cioè
uscite mai a 4?- dato che eravamo in ballo, potevo togliermi le mie curiosità.
Anche se avrebbero potuto farmi male.
-Si, ma non molto spesso. Io
e lei non andiamo molto d’accordo – mi misi
a ridere. Potevo immaginarmelo che non andassero d’accordo. Mi
sembravano l’una l’opposto dell’altra e poi avevano anche incominciato con il piede
sbagliato.
In un certo senso, ero felice
che non si piacessero.
-Come mai?-chiesi continuando
a ridere.
-Come mai? Hai anche il
coraggio di chiedermelo? Ma l’hai vista al matrimonio come si comportava? E
come si è comportata con me? Ecco, ancora peggio. Vuoi sapere quello che ho scoperto
su di lei?- annuii –preparati mi raccomando. Va be, si chiama Jessica, ha 21
anni e fa la modella. Ma questo lo sapevi già. Ex ragazza di Edo e, tra le
altre cose, è andata a letto con Simo. Ma sai anche questo. Quello che non sai
è che prima è andata a letto con Simo e poi lui l’ha fatta conoscere ad Edo.
Sono usciti per un po’ e poi si sono messi insieme. Sono stati insieme un anno
più o meno e poi si sono lasciati un anno fa. Quando si sono conosciuti lei non
faceva ancora la modella. Ha cominciato a farla nel periodo in cui stavano
insieme da un po’. Ed è in quel periodo che lei ha cominciato a cambiare. Così
Edo stufo di non vederla mai e dei suoi continui tradimenti, l’ha lasciata
nonostante la amasse.- e adesso era rinato l’amore per mia sfiga.
-E adesso sono tornati
assieme. – dissi amareggiata.
-Si, ma, comunque, non è sta
bellezza. Fa colpo perché è alta, magra e bionda. Prima cosa è bionda tinta,
secondo ha le tette rifatte. L’ho vista in costume da bagno e non ha culo. Si è
anche rifatta il naso. Senza trucco è orribile. Pensa che fa il bagno con il
trucco e non vuole bagnare la testa perché ha paura che il trucco le vada via
nonostante sia waterproof. Ah , si. e poi le si rovinano i capelli. Cara, se
vuoi una mano per immergere la testa, te la do, ma poi non so se torni a galla
però.- scoppiai a ridere.- sembra una bambola gonfiabile. Devi stare attenta a
come la tocchi se no si sgonfia. Ma vaffanculo. Va.
-Vai avanti.- la esortai a
continuare.
-Allora…Mmmmmmm…Ah si. è una
di quelle classiche ragazze con cui non puoi scherzare,non puoi fare il
solletico, non puoi scompigliarle i capelli. Non le puoi fare niente. Non la può toccare neanche Edo, quindi figurati.
– pensare Edo con un’altra mi aveva provocato una stretta allo stomaco.
La Ila se ne accorse, ma le
feci segno di andare avanti con la mano.
-è perennemente vestita con
tacchi alti. È tutta fighettina. L’altro giorno li abbiamo incontrati e mi ha
squadrato perché portavo la tuta e non ero truccata. Mi ha guardato malissimo.
Le ho chiesto se avesse qualche problema e mi ha chiesto come mi fossi
conciata. Le ho risposto dicendole che non sono una fighettina del cazzo e che
non ho paura di farmi vedere in giro in tuta e senza trucco, come lei. Diciamo
che abbiamo litigato, pensava che non le rispondessi. A quanto pare, non aveva
ancora capito che non ho paura di lei.- cominciai a ridere immaginandomi la
scena.
-E cosa hanno detto Edo e
Simo?- avevo ancora quella brutta abitudine di mettere prima il nome di Edo di
tutti gli altri. Avrei dovuto smetterla prima o poi.
-Niente. Cosa avrebbero
dovuto dire? Se Edo si metteva in mezzo gliene dicevo 4 anche a lui. Non avrei
avuto problemi.- ammise.
Lo sapevo che non aveva paura
di lui. Per far paura alla Ila ce ne voleva.
-E quando l’hai rivista al
bar?- cercai di avere maggiori informazioni.
-Niente, non mi guardava. Se
avesse qualcosa da ridire ancora, non avrei esitato a risponderle di nuovo.
-E brava la Ila.- tifavo per
lei. Sapevo che non mi avrebbe deluso.
Certo che Edo, prima era
insieme a me che ero acqua e sapone ed in quel momento era insieme ad una
barbie formato gigante.
Era proprio vero che noi
donne non avremmo dovuto farci problemi, ad un uomo saremmo piaciute come
eravamo. Non bisognava guardare le ex che aveva avuto un uomo perché
sicuramente, sarebbero state tutte molto diverse da te.
Passammo tutto il pomeriggio
a parlare, a ridere ed a scherzare.
Tornando a casa, parlai a mia
mamma della settimana tutta pagata in un centro benessere.
-No, non puoi andarci. O
almeno, se vuoi andarci, lo pagheremo noi. Non voglio che qualcun altro paghi
per mia figlia.- disse mia mamma piuttosto seria.
-Sai che non ti farebbero
pagare.- non volevo dirle che se non mi avesse detto subito si, sarebbe venuto
Simo a parlarle perché non mi avrebbe mai detto subito sì.
-Non mi frega. Non voglio che
qualcun altro paghi. Punto.- il discorso era chiuso. Per quel momento.
Mandai un messaggio:
“Mamma, ha detto di no =(“
Pochi minuti dopo mi arrivò
un messaggio.
“Arriviamo =)”
Feci finta di niente e
cominciai a guardare la televisione.
10 minuti dopo, suonarono al
campanello.
Mia mamma andò ad aprire,
bloccandosi trovandosi Simo davanti.
-Ciao.-disse lui sorridendo.
-Ciao.-disse la Ila.
-Ciao ragazzi, come mai siete
qua?- chiese mia mamma.
-Dovrei parlarti.- le disse
Simo sorridendo.
Lei arrossì leggermente.
-Entrate avanti.- aprì meglio
la porta e li fece entrare.
Li fece sedere. Io li
raggiunsi sedendomi vicino alla Ila.
-Allora, come mai devi
parlarmi?- mia mamma era molto più in imbarazzo di quello che avrebbe mai
ammesso.
-Ecco, volevo dirti che non
serve che paghi per la Ary per la settimana al centro benessere. Ho fatto un
regalo di compleanno alla Ila e ho pensato che avrebbe fatto bene anche a tua
figlia. L’ho fatto con piacere, non voglio che paghi niente.
Mia mamma lo guardava in modo
strano.
-No, ma davvero. Non mi
sembra giusto. –non aveva più la stessa sicurezza di qualche istante prima.
-è giustissimo. Hanno bisogno
tutte e due di rilassarsi come si deve, soprattutto tua figlia e tu lo sai bene.-
si, lo sapeva benissimo.
Lo sapeva che era una vita
che non facevo una dormita decente. Lei guardò me.
-Ok, va bene.- cedette poi.
Dovevo ricordarmi di chiamare
Simo quando avrei avuto bisogno di qualcosa o quando volevo andare da qualche
parte. Avrebbe convinto mia mamma con poche frasi.
Era ufficiale: due settimane
e sarei partita per andare in un centro benessere. Mi ci voleva proprio.
Ma non sapevo ancora, che mi
sarei tutt’altro che rilassata.
*Arriva in punta di piedi
sperando che nessuno se la prenda con lei.* Scusateeeeee, ormai davvero non so
più cosa fare per farmi perdonare, anzi, una cosa potrei farla, magari vi fa
anche piacere: tutte le volte che sarò in ritardo posterò velocemente un nuovo
capitolo. E sapete che se lo dico lo faccio. L’altra volta sono stata brava,
no? Be, ci state? Ogni volta che arrivo in ritardo, posterò un nuovo capitolo
qualche giorno dopo quello nuovo. Vi va bene?
Ok, quindi questo fine
settimana avrete un altro capitolo.
Va be, parliamo di questo
capitolo che forse è meglio.
Ary soffre parecchio per
quello che è successo con Edo, non vi ho voluto descrivere giorno per giorno il
suo stato d’animo altrimenti vi sareste annoiate e i capitoli non sarebbero più
stati 60, ma almeno una settantina. Quindi, vi ho risparmiato la noia passando
subito al momento in cui Simo e la Ila cercano di farla svagare.
Simo è stato tenerissimo a
voler regalare una settimana di vacanza alle due amiche *_* io lo sposerei quel
ragazzo *_* eccome se lo sposerei *_*
Quindi le nostre ragazze partiranno per questa vacanza. E cosa succederà? Be, preparatevi a vederne delle belle. Succederà qualcosa davvero di inaspettato.
Quindi le nostre ragazze partiranno per questa vacanza. E cosa succederà? Be, preparatevi a vederne delle belle. Succederà qualcosa davvero di inaspettato.
Ringrazio come sempre le
persone che hanno aggiunto la storia alle seguite, preferite e ricordate e a
quelle che mi hanno inserito come autore preferito.
Non riesco a lasciarvi lo
spoiler sul blog. Ah sì, ho intenzione di toglierlo e di ricominciare a darvi
gli spoiler qua è più semplice e quel blog è praticamente inutilizzato. Comunque
se volete contattarmi andate nella mia pagina autore e troverete gli indirizzi
al mio FB e al mio Twitter.
Alla prossima ^_^