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Autore: poisonous rose    15/12/2010    1 recensioni
“Molto imbranata Weasley. Chi ti piglierebbe mai come ragazza?! Non lo so proprio.”
Rose si alzò di scatto e si ritrovò incollata al muro, mentre Scorpius si avvicinava pericolosamente a lei. Arrossì di botto e ripensò alla prima volta che lo vide, lo aveva considerato bellissimo. E lo considerava tutt'ora bellissimo, solo che.. beh mica poteva dirlo! Aveva un orgoglio, lei! E forse anche troppo elevato. 
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Fandom: Harry Potter
Titolo:  Oh.
Prompt:  001, L'inizio
Note dell'autore: Non è facile incontrare una persona che proprio non ci sta a genio, o almeno crediamo che non ci stia a genio. Soprattutto nel modo in cui Rose ha incontrato questa persona.
Tabella: http://levioosa.livejournal.com/752.html
 
Dire che adesso era nervosa era dire decisamente poco. Rosalie Weasley era sotto tensione, isterica, schizzo frenica, era uscita decisamente pazza. E si era anche piantata con i piedi fuori al treno alla stazione di Londra, più precisamente al Binario 9 ¾, che conduceva alla sua futura scuola, futura casa, futuro luogo di crescita. 
In poche parole si vedevano stormi di ragazzini che entravano dentro il treno tutti eccitati e saltellanti, e una testolina dai capelli color castagna con dei riflessi rossi immobile e piantata al suolo. Vani erano stati i tentativi di Hermione e Ron Weasley, i suoi genitori, per farla muovere da li. Ogni tentativo era stato assolutamente inutile. Tutti quanti lo sapevano, Rose faceva le cose solo e unicamente se era pronta. Quindi, erano passati ben 7 minuti da quando Rose stava guardando quella maledettissima porta aperta con il conducente che invitava tutti i primini e co. ad entrare. I genitori della piccola decisero di mettersi comodi dietro di lei, sedendosi su una panchina. Harry Potter invece, guardava i suoi figli, James e Albus Potter entrare tutti saltellanti e eccitati dentro il vagone, il ragaz- ops, l'adulto sopravvissuto a Lord Voldemort solo dopo che Lily, la sua terzogenita (leggermente imbronciata perchè sarebbe andata solo l'anno dopo a Hogwarts), gli disse che Rose era ancora piantata con i plantari sul pavimento della stazione e non accennava a muoversi, distolse l'attenzione dai suoi amati pargoli, che ormai stavano diventando grandi, e si avvicinò alla nipotina con una mano nella tasca. 
Ronald Weasley sorrise sotto i baffi, sapeva benissimo che il sorriso e gli occhi di Harry potevano sciogliere chiunque, ma Hermione Weasley non era della stessa idea, conosceva sua figlia, e sapeva, che se si metteva una cosa in testa quella era. Quindi avrebbero implorato il conducente di aspettare che la figlia fosse pronta a salire su quel dannatissimo vagone prima di far partire il treno per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Infondo avevano salvato la comunità magica, un favore potevano chiederlo al conducente no?
“Uhm.. allora? Paura?”
Harry, a furia di stare con Ron, evidentemente aveva perso il senso del tatto e sopratutto del cervello. Poteva essere pure cresciuto, poteva essere pure sopravvissuto a tu-sai-chi, ma chiedere "paura" a Rosalie Weasley in un momento simile significava volersi buttare sotto le rotaie. La ragazzina si girò di scatto verso lo zio con un sopracciglio inarcato e mormorò un “Pff.” che sorprese molti, normalmente avrebbe iniziato ad urlare che lei non aveva paura di niente e di nessuno e provata dall'orgoglio sarebbe salita a forza su quel vagone, ma, evidentemente, ora il suo orgoglio si era fatto piccolo piccolo perchè non riusciva realmente a sopportare tutta la paura che la ragazzina in quel momento stava provando. Cosa abbastanza plausibile, siccome andare in una nuova scuola, e tornare a casa solo per Natale e festività varie, non era cosa da tutti i giorni. 
“E allora perchè non sali?”
Harry Potter, come disse una volta Hermione al suo attuale marito, aveva la sensibilità di un cucchiaino. E se non stava attento erano guai. Non solo per lui, ma anche per Rose che sarebbe stata accerchiata da schiere di Auror se avesse ucciso suo zio in uno schizzo di pazzia estrema. La ragazza era alquanto esaurita in quel periodo. 
“Non lo so.”
“Sicura?”
Harry Potter stava per morire. Era questione di minuti, secondi forse.
“Perchè insomma se hai paura.. ti capisco. Anche io..”
La mora-rossa sbuffò sbattendo i piedi a terra, e si videro le orecchie diventare rosse. Harry sorrise fra se e se, non era un buon segno, ma lui che ne poteva sapere? Non era lui che ogni giorno rischiava che la propria figlia venisse, ancor prima di metter piede a scuola, espulsa per uso improprio della bacchetta. 
“.. avevo una fifa enorme, ero solo. E poi ho visto i Weasley..”
Quella storia Rose probabilmente la sapeva meglio di chiunque altro, il padre gliela raccontava ogni settembre di inizio anno scolastico, nonostante lei non andasse a scuola, perchè diceva che l'avrebbe preparata per andare a Hogwarts, perchè Rose non sarebbe mai stata sola, ci sarebbe stato sempre lui con lei. Ed era questo che faceva innervosire la ragazzina, lei non voleva dipendere dal paparino come Lily. Poco ma sicuro che fra pochi secondi sarebbe scoppiata ad urlare e al diavolo le buone maniere di mamma Hermione, se non resisteva non resisteva no? No. 
Perchè se eri figlia di Hermione Granger in Weasley, le parolaccie, le urla, e lo sporco non erano ammessi. Di conseguenza in casa i suoi figli si trasformavano in due burattini, o meglio, Hugo si trasformava in un burattino, Rose iniziava ad esaurirsi per poi uscire in giardino e urlare tutte le parolaccie che lei conoscesse e anche di più. Quindi si poteva dire che Rosalie Weasley era la versione in miniatura di Hermione Granger, con la differenza che se non le stava bene una cosa iniziava a parlare a raffica e l'aveva sempre vinta. Caratterialmente era un misto delle famiglie Potter e Weasley, per niente consigliabile. 
Rose diede le spalle allo zio, e la madre si alzò di scatto per rimproverarla, ma ormai Rose stava camminando, per cui Hermione si sedette e strinse la mano del marito inspirando a fondo, la sua bambina stava crescendo. 
Non era entrata nel vagone dei cugini, e stava camminando per entrare in un altro vagone, probabilmente adesso era pronta. O forse no, ma l'importante era sfuggire alla solita cantilena che sentiva da ben undici anni nelle orecchie. 
Mentre camminava vide un vagone, era praticamente vuoto, pensò di tornare indietro -mica voleva stare tutta sola nel viaggio di andata per Hogwarts- ma non appena vide una testolina bionda muoversi all'interno sorrise fiduciosa. Più stava lontano dai suoi familiari meglio era, doveva crescere per conto suo, e nonostante amasse la sua famiglia più di qualunque altra cosa, sapevano entrambi che doveva crescere per conto suo, imparare a sbagliare, e non essere catalogata come "L'ennesima Weasley" oppure "La Granger in miniatura", voleva essere considerata una persona normale, voleva essere considerata semplicemente Rose. 
Salì sul vagone e tirò il suo bagaglio all'interno, che era stato praticamente stregato dalla mamma, (aveva ridotto tutto in miniatura, in modo tale che entrassero tutti i libri di Rose e i suoi amati Jeans e aveva aggiunto anche qualcosa di femminile, non si sa mai) poi si sporse leggermente, appena in tempo per vedere la mamma che schizzava veloce davanti al suo vagone con le lacrime agli occhi. Rose si morse un labbro e si impose di essere forte, dopo poco affianco a sua madre si materiallizzò tutta la sua famiglia. Sorrise e fece ciao con la mano inspirando a fondo, ce la poteva fare. 
“Zio Harry!” urlò non appena il treno inizò a muoversi lentamente, lui si girò verso di lei con un sorriso grande quanto una casa. Harry Potter era pur sempre Harry Potter.
“Dimmi piccola!”
“Ho paura!”
Harry sorrise, Rose per lui era come una seconda figlia, le voleva bene proprio come se fosse sua figlia. Infatti delle volte si ritrovava li, a consolarla quando il suo migliore amico la puniva per delle stupidaggini. Era un mito anche per questo Harry, perchè capiva come si sentisse in questo momento Rose.
“Rose, ci fidiamo di te!”
“Vi voglio bene!”
E poi la porta si chiuse definitivamente. Non appena fu sicura che i suoi parenti non la potessero più vedere fece un passo indietro e cacciò una lacrima, una sola. Inspirò a fondo e si morse il labbro. Lei non doveva piangere. Doveva essere forte, altrimenti come avrebbe fatto un anno intero senza i suoi genitori? Entrò dentro la cabina del vagone trascinando a forza il bagaglio e poi lo mise sopra lo scaffale, infine si sedette sbuffando. Solo in quel momento si ricordò della persona che c'era nel vagone. Era un ragazzo, che non appena la vide sorrise, a Rose le si sciolse il cuore, era un ragazzo che.. non si poteva descrivere. 
Aveva due grandi occhi celesti che ti ipnotizzavano, dei capelli biondi, e il fisico, nonostante fosse seduto, sembrava niente male per un ragazzino di undici anni. 
Si avvicinò a lei, quasi curiosamente, e Rose sgranò leggermente gli occhi appiattendosi contro il sedile dello scompartimento. Perchè non si ritraeva come faceva solitamente con persone che non conosceva? Perchè con lui non si ritraeva? Forse perchè guardarlo negli occhi era ipnotico. Decisamente. Quel ragazzo era un mago che ipnotizzava e per questo lei non si riusciva a muovere. Oh si decisamente.
“Stai piangendo.” disse il biondino avvicinandosi alla sua guancia e cancellando la lacrima con un dito. Rose arrossì visibilmente, non le era mai capitato di arrossire con un ragazzo. Che diamine di filtro stava usando quel tipo? 
“Perchè piangi?” 
“Mi mancheranno i miei genitori. E la mia famiglia.” Poi si morse un labbro nervosa. Doveva smetterla di fare così, si vedeva che era nervosa a chilometri. Dannato biondino.
“A me non mancheranno.” disse lui allontanandosi da lei e rimettendosi al suo posto. Aveva un aria quasi annoiata mentre parlava della sua famiglia. Ma comunque Rose lo riteneva un ragazzo.. carino. 
“Perchè?”
Erano due sconosciuti, eppure, quello sembrava L'inizio di un amicizia. O almeno così pensavano loro due.
“Perchè comunque avrei dovuto fare cose che n..” E non potè continuare a parlare che la porta dello scompartimento si aprì di botto. Era James. Che sgranò gli occhi sorpreso vedendo il piccoletto, per poi fissare la cugina con aria inespressiva. 
“Rose! Esci immediatamente di qui!”
La ragazzina inarcò un sopracciglio inclinando leggermente il capo. Poi ridacchiò scuotendo il capo. “Ti sei fritto il cervello Jamie?” chiese scuotendo il capo, poi guardò il biondino, che fissava James quasi con odio, perchè?
“Esci immediatamente Rosalie Molly Weasley!”
L'aveva chiamata con il nome di battesimo, e le aveva imposto una cosa. Non l'aveva mai fatto, Rose lo guardò stralunata e scosse il capo per poi posare di nuovo lo sguardo sul biondo, sembrava essere lui il problema. Ma perchè? “Sei una Weasley?” chiese il ragazzo, e se prima aveva quella vena quasi dolce e curiosa mentre parlava, adesso sembrava che la odiasse più di qualunque altra cosa, eppure il suo sguardo diceva tutt'altro.
“Certo che lo è! Sparisci Malfoy, e non ti avvicinare più a mia cugina.”
Malfoy.
Dannazione era un Malfoy!
A Rose si congelò il sangue nelle vene e poi deglutì irrigidendo la mascella. Stava familiarizzando con il nemico. E non se n'era nemmeno resa conto, forse perchè lui, a differenza di come Ron aveva descritto il padre di Malfoy junior, Draco Malfoy, era.. diverso.
“Si avvicinerà lei a me. E' una Weasley, mi correrà dietro più di tutte le altre.” E detto questo il ragazzo prese la borsa e se ne uscì, spintonando leggermente James nonostante fosse di una spanna più alto di lui. Rose rimase ferma, immobile, a fissare un punto fisso dinnanzi a lei. Non era riuscita a replicare, troppo ferita nell'orgoglio e sorpresa da quello che il ragazzino aveva detto, al diavolo i buoni propositi era proprio come suo padre se non peggio.
James le si sedette di fronte, dove poco prima c'era Malfoy e incrociò le gambe iniziando a mangiare una cioccorana. La porta dello scompartimento ancora aperta, Rose guardò il cugino e si maledii mentalmente, perchè doveva avere un cugino così.. così?
Si alzò e sotto lo sguardo curioso di Jamie uscì dallo scompartimento chiudendo la porta alle sue spalle. Si appoggiò al muro e lentamente scivolò per terra, immersa nei suoi pensieri. Venne raggiunta poco dopo dall'altro cugino, Albus, il suo migliore amico. Si sedette affianco a lei e poi la avvicinò prendendola per il fianco. Rose alzò di scatto la testa e sorrise, per poi appoggiarsi alla spalla del cugino. Con lui era veramente se stessa.
“Malfoy?”
“Forse.”
“Si chiama Scorpius.”
Oh.
Si capivano con uno sguardo, una parola loro. Erano unici. Forse i più legati nella famiglia.
“Allora?”
“Allora mi sa che questo sarà l'inizio di uno dei tanti giorni andati a che andranno a farsi fottere.”

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P.S. Ringrazio le persone che mi hanno messa fra seguiti e ricordate v.v So di non essere brava, ma un commentino potevate lasciarmelo ><
Alla prossima. 
H.
   
 
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