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Autore: ross_ana    17/12/2010    4 recensioni
Il Ministero della Magia, sotto la guida del nuovo Ministro, Kinsgley Shacklebolt, aveva messo in atto molte riforme ed aveva attivato nuove leggi, cosicché anche la Magisprudenza aveva subito notevoli cambiamenti.
E a dispetto di ciò che Hermione Granger aveva risposto all’allora Ministro Rufus Scrimgeour sulle sue intenzioni per il futuro, aveva intrapreso esattamente una carriera in Magisprudenza.
E nel suo campo – come era stato ad Hogwarts in ogni materia – era la migliore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo Due.
Buona Lettura :)


Una delle riforme messe in atto dal Ministero della Magia fu l’immediata trasformazione dei beni immobili requisiti ai Mangiamorte in Parchi Divertimento, dove i bambini magici e i bambini babbani potevano fare amicizia.
Il Parco Divertimenti più famoso di tutta la Gran Bretagna era sorto nelle proprietà confinanti con i giardini di Malfoy Manor, e diversamente dagli altri, più piccoli e meno popolari, che erano diventati proprietà del Ministero, era sotto il controllo esclusivo del proprietario dei terreni: Draco Malfoy.
Draco Malfoy era l’ultimo erede della sua famiglia, e quando suo padre era stato condannato a passare il resto della sua vita in carcere per i crimini che aveva commesso, aveva ceduto a lui tutte le sue finanze ed i suoi beni.
Draco, che nella guerra aveva perso se stesso oltre a molti dei suoi amici, per un periodo di tempo, abbastanza lungo da non poter essere quantificato, era rimasto chiuso nel suo maniero con la sola compagnia di sua madre, che per il suo bene, aveva salvato la vita di Harry Potter.
Per quel motivo, Narcissa Black in Malfoy aveva ottenuto la libertà e, insieme alla sua, quella di suo figlio.
Quando Harry Potter aveva dovuto testimoniare in favore di Narcissa Black in Malfoy, il suo nemico di sempre, Draco Malfoy, l’aveva guardato negli occhi e lo aveva ringraziato.
Harry era rimasto sconvolto, ma aveva capito subito che la guerra aveva cambiato anche Draco. Di quel ragazzino arrogante, spocchioso e prepotente non era rimasto più nulla. L’immagine di Draco Malfoy era solo un alone che ricordava ciò che era stato in passato.
Nonostante il Marchio Nero impresso a fuoco sulla sua pelle, la vita gli aveva dato una seconda possibilità, e dopo aver pianto su stesso abbastanza a lungo da non essersi accorto dello scorrere del tempo, aveva deciso che era giunto il momento di sfruttare quella possibilità.
Si era svegliato presto, aveva fatto colazione insieme a sua madre, e poi le aveva comunicato la sua decisione.
Narcissa, dopo aver sentito le parole del figlio e la determinazione nella sua voce, si era sentita felice come non le accadeva da quando aveva scoperto, durante la battaglia finale tra il Signore Oscuro ed Harry Potter, che Draco era ancora vivo.
Draco, dal canto suo, aveva indossato i suoi migliori abiti e si era recato nell’ufficio del Ministro, chiedendo il permesso – dapprima ufficioso – di poter donare al Ministero parte delle sue proprietà se, e solo se, il Ministro avesse acconsentito a costruire un Parco Divertimenti ed affidarne a lui la direzione.
Kinsgley Shacklebolt aveva riflettuto sui pro e i contro di quella richiesta, e alla fine aveva convenuto che non ci fossero contro, a meno che Draco Malfoy non avesse qualche subdolo piano per rovesciare il Ministero. Ma dopo ore di attenta meditazione era arrivato alla conclusione più logica: Draco Malfoy voleva ripartire da qualche parte, e avendo imparato che nella vita non si può ottenere quello che si vuole solo per essere nato Purosangue, era sceso ad un compromesso: la cessione delle sue terre in cambio del potere di poterne disporre a suo piacimento.
Il Parco Divertimenti era nato in poche ore grazie all’intervento di maghi esperti del settore, ma grazie alle insignificanti clausole che Draco Malfoy aveva fatto includere nel contratto, quel Parco Divertimenti era diventato il più famoso di tutta Londra prima, di tutta la Gran Bretagna poi.
Quelle clausole prevedevano l’intervento del direttore nel poter modificare, a suo piacimento, le attrattive del Parco, salvo restando che l’ingresso fosse aperto a tutti.
Draco Malfoy, grazie a quelle insignificanti clausole, era diventato ancora più ricco di quanto avesse mai potuto immaginare, ma, come aveva previsto, era diventato anche più invidiato e odiato di quanto già fosse stato invidiato ed odiato nel suo passato.
C’erano un sacco di persone – soprattutto familiari di quei Mangiamorte che si erano visti sottrarre tutto dal Ministero – che continuavano a pensare che Malfoy fosse un lecchino e volta gabbana, e che per questo non meritava niente.
Proprio per questo motivo, c’erano stati vari tentativi di aggressione ai danni suoi, delle sue proprietà, e del suo Parco Divertimenti. E questo lo aveva indotto a sporgere denuncia presso l’Ufficio Reati del Ministero, dove le acque si erano agitate ben presto.
In quel caso venivano coinvolti anche i direttori di moltissimi Parchi Divertimento che, oltraggiati dal successo di Malfoy, gli avevano fatto causa per le modifiche non convenzionali che quest’ultimo aveva apportato al proprio Parco Divertimenti.
Draco Malfoy era ricchissimo, e avrebbe potuto pagare fior di quattrini il MagiAvvocato più richiesto della Londra Magica senza risentirne minimamente. Ma c’era un piccolo problema.
Draco Malfoy aveva imparato a richiedere il meglio dalla vita per se stesso, e il meglio della Magisprudenza non era affatto il MagiAvvocato più richiesto della Londra Magica, ma era la MagiAvvocato d’ufficio meno pagata di tutto il Mondo Magico.

-Buongiorno, Ministro.
-Buongiorno, Malfoy. Prego, si accomodi.
Da quando era finita la guerra, Draco aveva imparato a rispettare i suoi antichi avversari e per questo motivo aveva imparato a stimare non solo il Ministro Shacklebolt, ma anche tutti i componenti dell’Ordine della Fenice con cui era stato in contatto.
E in seguito alla sua totale trasformazione da meschino Mangiamorte a rispettabile uomo d’affari era riuscito a riscattarsi, non solo agli occhi del Ministro, ma anche di tutti i componenti dell’Ordine della Fenice.
-Sono passato per chiederle un favore molto importante, Ministro.
-Riguarda la causa che ha deciso di intraprendere?
-Esattamente. Vorrei che il mio MagiAvvocato fosse Hermione Granger.
Se Kinsgley Shacklebolt rimase stupito da quella richiesta non lo diede a vedere.
Forse perché sapeva che Hermione era la migliore e che Draco pretendeva di avere al suo fianco i migliori, capii all’istante che non si era aspettato niente di meno.
-La MagiAvvocato Granger rifiuta di lavorare su commissione. Lei svolge solo il lavoro d’ufficio, difendendo chi non può permettersi niente di più di ciò che il Ministero può offrire.
-E allora le dica che io non posso permettermi niente di più di ciò che può offrirmi il Ministero. Insomma, Ministro, se perdo questa causa anche lei ne pagherà le conseguenze: il Parco Divertimenti verrà chiuso e la perdita delle entrate graverà più sulle vostre casse che sulle mie. Hermione Granger è l’unica persona in grado di farmi vincere questa causa, e se vinco io, Ministro, vince anche lei.
Draco fissò Kinsgley Shacklebolt senza distogliere lo sguardo per qualche minuto e, quando ebbe la certezza che le sue ragioni lo avessero convinto, si alzò e con un breve cenno del capo si avvicinò alla porta.
-Arrivederci, Ministro. Dica alla MagiAvvocato Granger che sono disponibile ad incontrarla in qualunque momento lei voglia.
E senza attendere risposta si lasciò l’ufficio alle spalle.

-Madre, sono tornato.
Narcissa Balck in Malfoy sorrise all’indirizzo del figlio e gli andò incontro.
-E’ così presto, Draco. Dove sei stato così di buon ora?
-A parlare con il Ministro, madre. Ho dovuto chiedergli un favore.
-Che ne dici di raccontarmi tutto mentre facciamo colazione?
Draco chiuse gli occhi e si abbandonò alla carezza che sua madre gli lasciò sul viso.
Anche se non era più un bambino, da quando era finita la guerra non perdeva occasione di farsi accarezzare da sua madre.
In quei dieci anni aveva cercato di rimediare al tutto tempo che aveva perso a fingersi un duro, disprezzoso delle dimostrazioni d’affetto. E anche ora che era ormai un uomo, non si ritraeva davanti ad una carezza, ma anzi, godeva pienamente del tepore che quel piccolo gesto gli donava.
I rapporti tra Draco Malfoy e sua madre erano completamente cambiati. La consapevolezza di essersi quasi persi li aveva portati ad unirsi e a volersi bene davvero.
-Certo, madre.
Mentre si sedevano al tavolo e un elfo domestico – rigorosamente stipendiato – serviva loro la colazione, Draco raccontò a Narcissa ciò che era successo.
-…e così ho chiesto l’intervento di Hermione Granger.
-Il suo nome compare sempre sulla Rivista del Profeta. Deve essere in gamba.
-E’ la migliore, madre.
-Ed è l’unica donna capace di ottenere un tuo apprezzamento, a quanto vedo.
Draco non perse affatto la sua aria serena. Quel discorso era normale routine, ormai.
-Ti ho già detto tante volte che in questo momento della mia vita non sono interessato ad avere una relazione fissa.
E come tutte le volte, Narcissa perse il suo contegno e sbuffò come una ragazzina.
-Tutte quelle donne che ti porti a letto non ti renderanno mai felice, Draco. E poi non sono alla tua altezza.
-L’unica donna che sia alla mia altezza, madre, sei tu. Ma direi che non possiamo sposarci, perciò ti prego di lasciar cadere questo discorso.
Narcissa fu costretta ad inghiottire un grosso rospo con quell’ordine velato da preghiera che suo figlio le aveva dato, e poi, con un cambio repentino di umore che avrebbe lasciato confuso chiunque – ma non suo figlio – portò la conversazione su altro argomento.
-La settimana scorsa ho confezionato degli abiti nuovi a Madame McClan. Saresti così gentile da andare a ritirarli per me, caro?
-Certo madre, è tanto che non vado a fare un giro in Diagon Alley.

Draco camminava tra la gente, facendosi trascinare dalla folla che avanzava verso la Gringott, la banca dei maghi. Il posto più sicuro del Mondo Magico, dove ladri e millantatori non erano ammessi, a meno che il ladro non fosse Harry Potter e ne uscisse volando in groppa ad un drago.
Sorrise di nuovo ripensando a quella storia pazzesca che, nonostante la condizione in cui si trovava allora, lo aveva fatto sorridere: lo Sfregiato aveva fregato il Signore Oscuro.
Evitando di incappare in ricordi più spiacevoli di quello riguardanti il suo passato, Draco distolse lo sguardo e lo posò su un gruppo di ragazze che davanti alla porta di un negozio ridevano e scherzavano tenendo tra le mani un numero considerevole di pacchetti.
Una di loro era incinta, lo si vedeva chiaramente, e quando si spostò dall’ombra portando una mano che aveva sulla pancia a spostare i capelli che le erano volati sul viso, Draco la riconobbe.
La moglie di Potter.
Ginny Weasley, ai tempi di Hogwarts conosciuta da lui e dai suoi amici come La Piattola, era in compagnia della Lovegood, della Johnson e della Abbott, e di qualcun'altra che Draco non conosceva.
Si spostò sul lato della strada, esattamente di fronte a loro, per guardare meglio quella sconosciuta che attirava in maniera quasi ridicola la sua attenzione.
Le sembrò una cosa completamente priva di senso, ma aveva la sensazione di averla vista da qualche parte, con lo stesso vestitino e gli stessi pacchetti in mano.
Sicuramente l’aveva vista da lontano senza farci troppo caso, si disse. Ma quando la ragazza si girò nella sua direzione incontrando, fuggevolmente, il suo sguardo, lui capì dove l’aveva incontrata.
In sogno, quella notte.
Draco non aveva ancora deciso se credere o no nel destino, ma in quel momento gli venne il dubbio che forse, dopotutto, il destino esisteva davvero.
L’aveva sognata, senza sapere fosse lei; l’aveva ricercata, chiedendo addirittura a Shacklebolt che gli venisse assegnata come MagiAvvocato; e adesso l’aveva davanti, bella come non l’aveva mai vista.
E sapeva già cosa avrebbe dovuto dirle.
Nel momento in cui prese la decisione di raggiungerla, uno dei tanti pacchetti che teneva in mano cadde a terra, e lui arrivò giusto in tempo per raccoglierlo al suo posto.
-Credo che questo sia tuo, Granger.
Era probabilmente la prima volta in assoluto che si rivolgeva a lei senza insultarla e senza odiarla, e quando sentì la sua voce che lo ringraziava capì che, nella vita, non aveva perso tempo solo nei confronti di sua madre.
-Grazie, Malfoy.
-Complimenti Mezzosague. Sei diventata davvero una bellissima donna.




A voi l’ardua sentenza XD
   
 
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