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Autore: wustawak    19/12/2010    4 recensioni
Era stato un dio… ed ora, non era niente.
La gente l’aveva guardato con deferenza, in passato, trattenendo il fiato come di fronte a qualcosa di troppo grandioso per passare sotto silenzio… Avevano tremato, al suo cospetto, schiacciati dalla consapevolezza della propria insignificanza, tributandogli lo stesso rispetto dovuto ad un principe. Un astro luminoso in mezzo ad una volta oscura, ultimo erede di due delle più importanti famiglie di maghi del mondo magico, fulgida promessa di rivalsa.
Una promessa, sì… Una promessa infranta.
Draco è alle prese con i demoni interiori che lo perseguitano e con una dipendenza destinata, col tempo, a distruggerlo. Hermione è forse l'unica che può tirarlo fuori dal baratro senza fondo in cui è precipitato... Ma ne sarà in grado?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Prima del nuovo capitolo volevo soffermarmi un attimo a ringraziare Nimphalys, Vi Vanish, barbarak e Public Enemy che hanno commentato. Le recensioni, inutile dirlo, fanno sempre molto piacere, e infatti invito tutti coloro che avranno voglia di leggere questa storia a commentare, indipendentemente dalla natura positiva o meno di tali commenti (si cresce come scrittori anche grazie alle critiche!)
 
Inoltre vorrei rispondere brevemente a Public Enemy che chiede di Ron: in queste premesse iniziali non comparirà (o al limite avrà un ruolo marginale), dal momento che in questa fase la sua non è una delle figure chiave della vicenda.
Come si sarà già capito i primi capitoli saranno tutti incentrati quasi esclusivamente sui personaggi di Hermione e Draco, e sull’evolversi del loro rapporto, per cui ci sarà poco spazio per altri personaggi (per adesso).
 
Tuttavia (anche se non voglio anticipare nulla) in tempi relativamente brevi altri personaggi acquisteranno maggior rilevanza e, di conseguenza, troverà naturalmente spazio anche Ron.
 
Sperando di avervi annoiati con questa premessa, non mi resta che augurare buona lettura!
 
 
 
 
 
Capitolo #3
La terapia
 
Una settimana esatta era trascorsa da quando la sporca Mezzosangue gli aveva fatto visita e, esattamente come promesso, la terapia ebbe inizio proprio quel giorno.
 
Lo vennero a prendere praticamente all’alba.
 
Il sole non era ancora sorto e lui aveva trascorso la notte praticamente in bianco a fissare il soffitto della cella, tanto che gli sembrava di stare dormendo da una manciata di minuti appena, quand’ecco che arrivò un nutrito manipolo di infermieri nerboruti che, dopo averlo sollevato di peso, lo trascinò via dalla stanzetta imbottita.
 
Approfittando del fatto che fosse ancora intontito dal sonno e quindi non particolarmente incline a fare resistenza, lo spogliarono e lavarono con acqua gelata; dopodiché, dopo averlo rinfilato nella camicia di forza, lo trasportarono fuori dalla clinica passando da una delle uscite di servizio, sul retro, probabilmente per non dar spettacolo.
 
Narcissa Malfoy non apprezzava che il suo giovane rampollo fosse visto in giro in quelle condizioni, realizzò tristemente Draco… Forse era per quel motivo che l’aveva fatto rinchiudere in quel buco maleodorante per l’ennesima volta, lontano dalla vista indiscreta dei benpensanti.
 
Che andassero tutti al diavolo, pensò digrignando i denti… Il sole che sorgeva gli feriva gli occhi, si era disabituato alla luce diretta stando in quella cella semibuia, illuminata tenuamente da luci al neon. Li chiuse, in ogni caso non gli importava un accidente dove lo stavano portando, quindi perché avrebbe dovuto tenerli aperti?
 
Lo caricarono su un’ambulanza, senza spiegazioni, sballottandolo a destra e sinistra senza ritegno alcuno. Non che gliene importasse… Accasciato là dove l’avevano scaraventato, si mise a dormire beatamente, cercando di non pensare a niente.
 
Era stanco, non aveva energie… Era passato un sacco dall’ultima volta che l’infermiere che aveva corrotto era riuscito a passargli una dose, e incominciava a sentirsi addosso i primi sintomi dell’astinenza. L’unica era cercare di dormire, sperando che col sonno quel maledetto senso di malessere che lo pervadeva sparisse o, perlomeno, si attenuasse.
 
Si risvegliò qualche tempo dopo, scosso rudemente da uno degli infermieri. Il sole era ormai alto nel cielo, dovevano essere trascorse diverse ore da quando si era addormentato, e di strada dovevano averne fatta parecchia… Nulla del paesaggio che lo circondava gli risultava anche solo vagamente familiare, l’unica cosa sicura è che non si trovavano più a Londra.
 
Con una rapida occhiata identificò il panorama circostante come un generico scorcio della campagna inglese; tuttavia non fu in grado di individuare riferimenti più precisi che gli fornissero ulteriori indicazioni riguardo alla località dove l’avevano condotto. C’erano alberi in abbondanza, prato a perdita d’occhio, un grazioso laghetto solcato da numerose anatre e un piccolo cottage con il tetto in pietra e le pareti di legno, sprofondato nella lussureggiante vegetazione che, incolta, incorniciava quello che per molti doveva essere un angolo di paradiso ma che per lui era solo un posto come un altro..
 
“Si può sapere dove diavolo mi avete portato?” biascicò, con la voce ancora impastata dal sonno.
 
Fu a quel punto che fece la sua comparsa Hermione che, sbucando dal nulla sorridente e radiosa, gli si parò davanti facendolo trasalire violentemente.
 
“Benvenuto nella casa delle vacanze dei miei genitori.” lo accolse dolcemente, afferrandolo per un braccio scortandolo verso il grazioso cottage che aveva visto quand’era sceso dall’ambulanza.
 
“Cosa diavolo ti passa per la testa, Mezzosangue?” ringhiò Draco, confuso.
 
“Ti avevo avvertito che intendevo cominciare la terapia al più presto.”


“Pensavo ti riferissi a… a… Non so, a nuove medicine, o cose del genere! Non mi sarebbe mai venuto in mente che mi avresti fatto sequestrare e portato in questo cesso di posto.”

“Bada come parli!” lo rimbrottò Hermione, scherzosamente “Questo è il posto dove venivo a passare le vacanze da piccola. Ci sono affezionata, vedi di non insultarlo!”

“Lo insulto quanto mi pare e piace. Mi dici una buona volta che cosa sta succedendo?” sbraitò Draco, che non ci stava capendo più niente.
 
“E’ molto semplice. Staremo qui per tre settimane, io e te da soli, così sarò sicura che non corromperai nessuno perché ti porti la tua dose quotidiana. Ti disintossicherò per benino, dopodiché ognuno andrà per la sua strada e, se Dio vuole, non ci rivedremo più. Domande?”
 
“Una. Sei impazzita del tutto?” le domando Draco, sbalordito. Non era nemmeno più in grado di arrabbiarsi, tanto era lo stupore per quella poco ortodossa terapia.

“Non lo escludo.” rise Hermione. Si sentiva stranamente di buonumore. Forse dipendeva dal fatto che dopo tanto tempo era ritornata in uno dei luoghi che più aveva amato durante la sua infanzia, o forse era Draco che, ripulito e privo della camicia di forza, non gli faceva più tanta pena come prima.
 
Stavano per entrare in casa quando Tucker, uscito dalla porta d’ingresso, la prese da parte e la trattenne sulla verandina di legno, parlottando sottovoce per non farsi sentire da Draco.
 
“Non posso fare a meno di pensare che questa non sia una buona idea. Sei sicura che ti troverai bene, Hermione?” domandò, angustiato.

“Sono stata io a optare per questa soluzione, Robert. Ti garantisco che funzionerà.”

“Sarai tutta sola con Draco Malfoy, per dio! Non voglio dire malignità, ma… Ti ho già parlato dei suoi comportamenti e, sinceramente, ritengo che la tua sia una decisione affrettata. Può essere pericoloso rimanere da sola con lui, e tu lo sai.” disse il dottor Tucker, con espressione truce, mentre con la coda dell’occhio guardava il giovane biondo il quale, poco distante, stava fissando con aria indifferente il panorama attorno a sé.
 
“Cosa vuoi che mi faccia? E’ talmente messo male che non riuscirebbe a schiacciare un moscerino, figurarsi fare del male a me, che sono perfettamente in grado di difendermi.” ribatté lei senza scomporsi.
 
“Una ragazza giovane e carina come te con un tossico come quello… Non ci voglio nemmeno pensare!” insistette il dottor Tucker, visibilmente preoccupato.
 
“Ti prometto che starò benissimo, Robert.” disse Hermione, cercando di porre fine a quella conversazione “E comunque, se ti farà stare più tranquillo, ti contatterò almeno una volta al giorno per informarti dei progressi, così saprai che sto bene.”
 
Il dottor Tucker non era per niente convinto, ma la sua giovane collega non avrebbe accettato alcuna interferenza nel proprio lavoro, e così non gli rimase altro che scaricare le provviste che Hermione gli aveva fatto preparare e, dopo aver salutato mestamente, andarsene via con la coda fra le gambe.
 
Anche gli infermieri se ne andarono via, non appena sistemati i pacchi dove volva la bella Medimaga, radunarono le proprie cose e partirono alla volta della clinica privata: rimasero loro due, soli sulla veranda.
 
Draco era accigliato e taciturno: fu Hermione a rompere il silenzio per prima, invitandolo ad accomodarsi.
 
“Entra pure, non fare complimenti. Come ti dicevo, questo cottage è dei miei genitori, quando ero piccola era qua che venivamo a trascorrere le vacanze.”
 
“Che storia affascinante. E scommetto che non è nemmeno finita.” biascicò Draco, immusonito, che da parte sua ostentava il più totale disinteresse per l’intera vicenda.
 
“E’ bello perché è tranquillo, silenzioso e, soprattutto, è a più di due ore di distanza dalla città più vicina. Se per caso tu riuscissi a scappare, senza un mezzo di locomozione o la tua bacchetta, non potresti andare da nessunissima parte.” proseguì Hermione, imperterrita.
 
“Non sottovalutarmi, stupida Mezzosangue.” grugnì Draco, ma lo disse semplicemente per darsi importanza. Si rendeva perfettamente conto che, in quella situazione, non poteva fare proprio un bel niente, e questo lo faceva sentire così piccolo e impotente da fargli venire le lacrime agli occhi per la rabbia.
 
“Robert manderà qualcuno a prenderci tra tre settimane, non un minuto prima e non un minuto dopo. Abituati all’idea, perché è così e basta.”
 
Un lampo gelido saettò negli occhi argentati del giovane rampollo della famiglia Malfoy, che non perse occasione per colpire con la sua lingua tagliente, maligno e insinuante come la serpe che era sempre stato.
 
“Hai fatto presto a passare da ‘dottor Tucker’ a ‘Robert’, eh Mezzosangue? Nozze in vista?” insinuò Draco, con perfida malizia, sorridendo scaltramente.
 
“Oh, ma che cosa terribile… Socializzare con un altro essere umano, cosa mi sarà saltato in mente. Devo essere impazzita..” commento Hermione, sarcastica. Forse in passato le prese in giro di Malfoy l’avevano messa in crisi… Non raramente si era ritrovava a piangere per gli insulti e gli appellativi con cui l’apostrofava davanti a tutti i loro compagni… Ma i tempi della scuola erano finiti e lei era cresciuta, e ora non poteva più permettersi di farsi ferire da commenti così infantili.
 
“E’ da prima che lo sostengo, Granger.” mugugnò Draco, insoddisfatto dalla reazione di Hermione. Si aspettava rabbia, o vergogna, o almeno irritazione… Tutto quello che aveva ottenuto era stato sarcasmo, e questo lo infastidiva parecchio.
 
“Che ne direbbe il tuo fidanzatino storico, mia piccola So-Tutto-Io? Quella donnola dai capelli inguardabili sarebbe contento di vederti socializzare con un altro… Come l’hai chiamato? Essere umano?” sibilò. Era deciso più che mai a provocarla, voleva litigare e ce l’avrebbe messa tutta per non fallire.
 
“Premesso che non sono affari tuoi. Premesso che se anche fosse, Ron non avrebbe nulla da ridire sulla mia amicizia con un collega. Premesso tutto questo, io e Ron non stiamo più insieme da una vita.”
 
Draco sogghignò.
 
“Cos’è successo, alla fine s’è fatto furbo pure lui e ti ha mollato? Ha capito che sei un attentato alle palle e se n’è scappato via?” domandò il giovane, con tono fintamente cordiale.
 
“Sei talmente infantile da non meritare nemmeno una risposta.” disse Hermione, tranquilla e per niente toccata da velenose frecciate “Comunque mi fa piacere che tu rida e ti diverta, continua pure, approfittane finché puoi! Sappi solo che non farai il galletto ancora per molto, Malfoy.” commentò poi, acidamente.
 
Draco alzò le spalle, noncurante, attribuendo scarsa importanza a quelle parole. Non sapeva ancora quanto queste fossero veritiere, né che cosa lo avrebbe aspettato di lì a poco…
 


CONTINUA….
  
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