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Autore: Kitty_94    20/12/2010    0 recensioni
Lo sento chiamarmi dalla cucina.
Sorrido tra me e me…«Eccomi».
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivo in piazza.
Mi fermo a guardarlo.
É seduto sullo schienale di una panchina.
Sta chino sul cellulare.
Presumibilmente sta scrivendo un sms.
Vorrei tanto sapere a chi.
Mi squilla il telefonino.
Sulla schermo appare “nuovo messaggio ricevuto”.
È un suo messaggio.
Mi chiede dove sono.
Mi sfugge un sorriso: non ho nemmeno due minuti di ritardo!
Mi avvicino alla panchina e, quando sono a un metro da questa, fingo di starnutire.
Lui si volta colto alla sprovvista.
Sorride e mi invita a sedermi vicino a lui.
Mi siedo, i nostri corpi si sfiorano.
Ci mettiamo d’accordo sul da farsi.
Dobbiamo passare in pasticceria e poi, visto che è sabato, andiamo a casa di lei.
Esatto, proprio lei.
Quella innamorata di lui.
Decido di cogliere il massimo da questi minuti da sola con lui.
Consapevole del fatto che però non succederà niente di eclatante.
Ci avviamo per il corso.
I nostri corpi camminano vicini,si sfiorano.
Ogni tanto lui mi stringe per un fianco.
Dopo mezz’ora ci incamminiamo verso la casa.
Abbiamo parlato di un sacco di cose.
Ma è molto bravo ad evitare l’argomento “ragazze”.
Forse anche troppo per i miei gusti.
Come avevo previsto, dopo 20 minuti, eravamo attivati davanti casa sua.
Tra noi due non era successo niente di eclatante.
Suono il campanello.
Lei non risponde.
Noi ci guardiamo perplessi.
È molto strano che lei non risponda.
Riproviamo ma non ci risponde nessuno.
Ci sediamo sul muretto di fronte al cancello di casa sua.
Probabilmente è uscita a comprare la cena.
Lui si siede appoggiando la schiena contro il muro, allargando le gambe.
Io mi accomodo tra le sue gambe.
Le sue braccia mi stingono forte.
Io inspiro profondamente il suo profumo.
Mi inebria  i sensi, inizio a respirare profondamente.
Lui mi tiene tra le sue braccia e inizia parlarmi all’orecchio.
Mi parla di un sacco di cose, che potrebbero sembrare futili.
Che forse lo sono davvero.
Ma dette da lui, sussurrate da lui a due centimetri dal mio orecchio mi fanno rabbrividire.
Potevano essere passati minuti o intere ore, quando la scorgemmo infondo al viale.
Indossa la felpa viola che le abbiamo regalato noi.
Quanti ricordi per comprare qual regalo.
I pomeriggi passati nei negozi cercando il regalo perfetto.
Che poi le abbiamo trovato, ma non in un negozio.
Le abbiamo inciso un cd.
Che lei porta sempre con se e che adora.
E in più quella felpa.
Lui me ne aveva fatte provare centinaia prima di scegliere quella.
Mi alzo, o meglio mi sollevo da lui.
Mi siedo al suo fianco.
Lei deve averci visto, perché inizia a correrci incontro.
Mi schiocca un bacio sulla guancia.
Poi ne dà uno anche a lui.
Noto che si ferma per qualche attimo di più sulla sua guancia.
Poi però mi prende per la mano e mi trascina verso il cancello.
Io sorrido guardando il cielo: le voglio troppo bene.
Afferro in fretta la mano di lui, che la stringe sospirando.
Mi sembra più strano del solito.
Ma non mi vuole dire che cos’ha.
Siamo dentro.
Prepariamo la cena con la musica a palla.
Lui è seduto sul tavolo della cucina.
Noi ragazze invece ci muoviamo al ritmo di musica per la stanza.
Prepariamo pizza, popcorn e patatine fritte.
Iniziamo a cantare.
Cantiamo a squarciagola: de Andrè.
Dopo un po’ andiamo nella sua camera.
Dobbiamo aspettare che la pizza sia pronta.
Io e lui ci sediamo sul letto.
Lei sul pouf a forma di fiore.
Iniziamo a parlare.
Ai suoi occhi devo sembrare strana, preoccupata
Mi sorride allargando le braccia.
E io mi accoccolo a lui.
Un momento di straordinaria felicità.
Io suo profumo mi annebbia i sensi.
Iniziano a parlare.
Io mi estranio dal discorso e faccio volare la fantasia.
Per qualche minuto sono distante dalla realtà.
Mi sento come in trance.
Inizio ad immaginare una vita in cui gesti come questo sono all’ordine del giorno.
Nella mia vita immaginaria trovo tutti.
Tranne una persona.
Lei non c’è più.
Solo in questo momento mi rendo conto che non posso vivere senza di lei.
Inizio allora a immaginare il futuro opposto.
Loro due...insieme.
Non riesco a fare a meno di avere paura: potrebbero abbandonarmi.
La parte più razionale di me sa che non lo farebbero mai.
Ma un’altra parte teme che mi possano lasciare sola.
E io non posso perderli.
Non voglio perderli.
Non sono disposta a perderli, per niente al mondo.
Ritorno alla realtà.
Il destino si prenderà cura di noi.
Per adesso va tutto bene, esattamente così com’è.
Con il tempo si vedrà.
Ma sarà comunque un “vissero per sempre felici e contenti”.
Perché noi tre siamo legati da qualcosa di speciale.
Tre corpi…un’unica anima.
Ci alziamo e ci dirigiamo in cucina.
La mia attenzione però viene rapita da un collage attaccato alla parete.
Le foto di noi: dalle prime che ci siamo fatti, circa 5 anni fa.
La più recente è di 3 giorni fa.
Lo sento chiamarmi dalla cucina.
Sorrido tra me e me…«Eccomi».
  
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