I RISCHI, IL PIANO.
La
mattina successiva la signora Weasley servì la colazione
in sala da pranzo come se nulla fosse successo, aveva di nuovo sfornato
biscottini a forma di cuore e aveva permesso ad Harry e Ginny di
sedersi vicini
senza dare alcuna spiegazione di quello strano cambiamento di tendenza;
era
riapparsa dalla sua stanza solo di buon mattino con un grosso sorriso
stampato
sul volto e un’abbondanza di complimenti rivolti ad Harry,
coccolato come un
bimbo a cui si è data una sberla troppo forte. Il ragazzo
stentava a capire,stava
iniziando a preoccuparsi seriamente, non aveva mai visto i Weasley in
quello
stato e, ogni giorno che passava, le cose sembravano degenerare. A
quanto
pareva anche quel giorno ci sarebbe stata una riunione speciale
dell’Ordine e
di certo per questo a tutti i ragazzi era stato proposto di passare
la giornata al negozio di scherzi dei
gemelli, anche se Molly aveva implorato Ginny di non portare a casa
un’altra di
quelle “malefiche pallette di pelo pigmee!!”
Harry non
riusciva a capire il motivo della loro esclusione a
priori da tutte le ultime riunioni,chi più di lui era
coinvolto in tutto quello
che stava succedendo? Era parecchio infastidito, pensava di ribellarsi
alla
cosa, di declinare l’invito per l’ennesimo giro
turistico ai “Tiri Vispi
Weasley” e rimanere alla Tana per ascoltare gli argomenti Top
Secret
dell’Ordine della Fenice, ma Ginny aveva altri programmi,
andare a Diagon Alley
significava libertà, per un po’, da soli.
Hermione
era scesa a colazione stranamente tardi, quando
arrivò nella stanza con ancora indosso il pigiama di seta
avorio, Ron aveva già
in mano il quarto biscotto glassato a forma di cuore, Harry aveva
davanti a sé
ogni sorta di leccornia portata dalla Signora Weasley che andava avanti
e
indietro dalla cucina presa dai sensi di colpa per la scenata della
sera prima,
Ginny si stava versando del te.
“Buongiorno
raggio di sole!” le disse Ron con la bocca piena.
“Buongiorno”
rispose Hermione effettivamente poco raggiante,
con la mano fece cenno di saluto anche a tutti gli altri.
Fred e
George avevano finito di mangiare da un pezzo ed erano
già in salotto vestiti ad aspettare gli altri, dopo un
po’ Fred fece capolino
con la testa in sala da pranzo per cercare di spronare gli altri
giovani a
muoversi
un po’.
“Non
penserete mica che vi aspetteremo ancora per molto?”
George
spuntò dietro al fratello.
“
Sì, caro Harry sarai pure il nostro finanziatore ma abbiamo
degli affari da sbrigare…”
“ma
dai” intervenne Ginny “è solo che
non riuscite a stare troppo lontani da quel posto!”
“eh
sorellina!” Fred si teneva una mano sul cuore “
il negozio di scherzi è la nostra vera
casa”.
Harry si
alzò, guardò Ginny negli occhi e lei di tutta
risposta appoggiò la fronte su quella di lui
“
Cinque minuti e sono pronta per andare!” gli disse portando
il visino a pochissimi centimetri di distanza da quello del ragazzo.
“
io veramente …”
Harry non
ebbe la possibilità di controbattere, la bella
ragazza rossa era già sparita sulle scale e in breve i suoi
lunghi capelli
svolazzavano al piano di sopra.
“Forza!!”
gridarono in coro i gemelli ai tre rimasti di
sotto, Harry abbastanza perplesso aprì la fila e
salì. Hermione lo affiancò
sulla scala.
“Nemmeno
a me tutta questa situazione convince Harry,
dobbiamo cercare di capire che sta succedendo, solo … non
ora!”
Ginny
aveva indossato un vestitino di raso viola con la gonna
che scendeva aprendosi a campana e un golfino della stessa tinta un
po’ più
scura, era bella come non l’aveva mai vista, semplice ed
elegante insieme. Non
l’aveva mai immaginata sotto la divisa di Grifondoro, non
aveva mai pensato a
quanto fosse bella, a quanto fossero luminosi i suoi capelli rossi e
lisci, a
quanto fossero dolci i suoi occhi marroni. Negli occhi nocciola di
Hermione
aveva sempre letto l’affetto profondo di una sorella, e
quelli erano gli unici
occhi di donna che Harry aveva scrutato davvero prima di allora, ma
nelle iridi
di Ginny, di una diversa sfumatura castana, c’era qualcosa di
talmente intenso
che Harry non poteva spiegarselo. Amava ogni millimetro della pelle che
formava
il suo sorriso, e, mentre l’ammirava, non riusciva a pensare
ad altro che al
desiderio che quel sorriso potesse rimanere su quel volto per sempre.
Quando
pensava a lei, la gioia veniva sempre adombrata dalla paura, come stava
accadendo in quel momento. Erano tutti intorno alla passaporta
preparata dai
Gemelli, un orecchio oblungo rotto, Harry assorto dalla visione della
sua
ragazza riuscì a metterci le mani sopra appena in tempo
per essere risucchiato nel vortice e
ritrovarsi in breve a Diagon Alley, nel rumoroso e colorato negozio di
Fred e
George.
“Materializzarsi
sarebbe stato molto più comodo” disse Ron
cercando di riaversi dallo stravolgimento della passaporta.
“questione
di punti di vista” rispose Harry scrollando le
spalle.
“
dobbiamo restare qui davvero tutta la mattina?” Ginny
sembrava intenzionata a restare sola con Harry ed era da quando si era
svegliata lo stava dando a vedere. Hermione sorridendo prese Ron per
mano e
rispose all’amica dirigendosi verso l’uscita :
“
Oh no, io e Ron dobbiamo fare un giretto da Ghirigoro!”
I Gemelli
avevano provato ad opporsi ma in poco tempo il
negozio fu pieno di piccoli maghi urlanti, niente più
attenzioni fraterne per
le due coppiette. Ron venne trascinato in libreria da
un’Hermione entusiasta
mentre Harry e Ginny sgattaiolavano fuori per andare verso il
“Paiolo Magico”.
Prima di entrare Ginny prese Harry da parte e lo baciò sulle
labbra, il ragazzo
ricambiò il bacio quando lei si fermò ad un
tratto chiedendogli : “ portami
nella Londra Babbana!”
***
“Quindi
proporremo ad Harry il nostro progetto nel clima più
intimo possibile, è importante che anche i suoi amici siano
presenti, i suoi
amici e la sua ragazza”
Silente
parlava con la solennità che lo aveva sempre
contraddistinto, tutti pendevano dalle sue labbra, tutti ritenevano che
il suo
consenso all’idea di Piton fosse un po’ folle, ma,
nonostante questo, tutti si
fidavano di lui. I signori Weasley aspettavano che arrivasse al punto
come se l’anziano
preside fosse l’oracolo di Delfi, la Pizia che, in poche
parole avrebbe
annunciato loro il loro destino.
“
logicamente la riuscita del piano non dipende solo da
Harry,anzi, possiamo dire che dipenderà davvero in minima
parte da lui, sarà
tutto in mano alla ragazza che sceglierà per affiancarlo, la
ragazza avrà
infatti su di sé tutta la responsabilità per
molto tempo. Stiamo chiedendo a
Potter di darci un altro prescelto, di certo se il ragazzo
avrà un figlio
questo figlio prenderà da lui grandissime qualità
magiche, potrebbe anche
superare suo padre. Tuttavia questo bambino dovrà essere
protetto sin dai
primissimi momenti della sua vita. Dovremmo fare in modo che nessuno
sappia che
è un Potter, qualcuno dovrà occuparsi di lui fino
a quando i genitori non
finiranno la scuola, fino a quando, per lo meno, le cose non si saranno
evolute
nel bene o nel male.”
Molly,
ancora una volta nel giro di poco tempo, scoppiò a
piangere.
“
lo cresceremo noi!” disse nei singhiozzi.
“
oh Molly, non è detto che questa follia si compia! Harry
potrebbe rifiutare! O potremmo non trovare una ragazza disposta a
…”
La
McGrannit cercò di consolare mamma Weasley, ma la donna in
lacrime rispose che conosceva sua figlia e la sua intraprendenza. Piton
intervenne a difendere la sua idea col solito tono sprezzante:
“
dovremmo ragionare su quale possa essere il miglior
miscuglio di sangue!”
“
che discorso da Mangiamorte Piton” Lupin intervenne
indignato.
“
E
se lo vuoi
proprio sapere noi Weasley siamo di sangue purissimo!”
soggiunse Arthur poco
convinto di quel che diceva, ma Piton scosse la testa guardando i suoi
interlocutori dall’alto scuotendo la testa.
“Temo
che nessuno di voi abbia capito!”
Nella
stanza, come era successo alla prima discussione su
quell’argomento, si diffusero le proteste dei membri
dell’Ordine, e, ancora una
volta Silente chiese attenzione e concluse personalmente:
“
Che nessuno di voi aggiunga altro! sarà Harry a scegliere e
sarà Harry a decidere ogni cosa alla fine.”
***
“
Papà non mi aveva mai detto quanto fosse affascinante
“questa”
Londra”
“
Non dovremmo essere qui Ginny”
“
qui siamo solo io e te”
“
I mangiamorte attaccano il mondo babbano, i dissennatori …
“
“
Siamo vicini a Diagon Alley, Harry non ci succederà nulla
…
guarda là”
Ginny
indicò due ragazzi appoggiati ad un muro vicino alla
vetrina di un negozio di abbigliamento, si accarezzavano e si
scambiavano
parole dolci.
“
Qui è questo che possiamo essere, solo Harry e Ginny, niente
prescelto, niente sorellina Weasley, solo Harry e Ginny”
I due
passeggiarono mano nella mano per qualche metro di
normalità. Harry sentiva davvero il bisogno di essere
normale, pensò che Ginny
aveva ragione, per qualche minuto di passeggiata nella Londra babbana
non
sarebbe potuto succedere granchè. Le mise un braccio attorno
al collo e la
baciò, fecero qualche passo così, stretti
l’uno all’altro nel chiasso della
Londra non magica, di quella Londra normale e poco interessante. I
passanti li
evitavano schivandoli nella loro continua corsa a piedi, e, in quei
minuti Harry
si sentì quel bimbo normale che abitava nel sottoscala
diventato ormai grande e
felice, con una ragazza stretta a sé. Un passante non li
schivò, almeno, non
schivò Ginny. Non era un normale passante, era un ragazzo
col volto coperto da
un passamontagna nero, la piccola strega mentre se lo vedeva arrivare
addosso a
tutta velocità pensò che
fosse una
strana creatura magica di cui non era ancora a conoscenza, ma non ebbe
tempo di
elaborare il pensiero che venne spinta a terra, perse i sensi. Il
ragazzo, probabilmente
un ladruncolo che aveva appena scippato la borsetta a una signora,
scappava a
tutta velocità e rovinò per sbaglio addosso a
Ginny facendola cadere a terra e
sbattere, per fortuna non troppo forte, la testa. Il ladro si era
rialzato ed
aveva continuato la sua fuga in mezzo alle urla di alcuni testimoni
della
scena. Harry vide Ginny a terra priva di sensi e sentì un
rimorso salire dai
piedi, tremò, si chinò subito su di lei, e
iniziò a chiamarla dandole qualche
schiaffetto sul volto, non ci mise molto a rivedere il castano chiaro
dei suoi
occhi che si riaprivano affaticati.
“
Che cos’era quella cosa?” appena ebbe a fuoco
l’immagine
del volto di Harry, Ginny gli sorrise e gli parlò.
“
Uno stupido babbano!” rispose lui e la prese in braccio.
Pieno di rimorso e spaventato a morte strinse a sé Ginny e
la riportò in fretta
al Paiolo Magico. Ginny lo guardava sbattendo gli occhi, come una
principessa
indifesa in braccio al suo principe venuto a salvarla.
“
Stai bene?”
Harry
aveva adagiato la sua ragazza, ormai ripresa, su una
sedia ed era andato a prenderle una Burrobirra, gliela porse e lei
sorrise.
“Sto
bene, non è successo niente!”
“
No, no, no Ginny … io ti ho messa in pericolo”
“Quello
non era pericolo Harry, cadere dalla scopa a
Quidditch è sicuramente più pericoloso”
“
Ginny, ti ho vista a terra, priva di sensi! Io non dovevo
permetterlo!”
Ginny
accarezzò il suo ragazzo.
Ron
entrò nell’osteria seguito da Hermione,
raggiunsero
subito Harry e Ginny, seduti poco distante dall’entrata.
“
Allora che avete fatto piccioncini?” chiese Ginny al
fratello che portava un’enorme sacca piena di libri, Harry si
era fatto serio
serio.
“Shopping!”
rispose Hermione sorridendo.
“
Già …” aggiunse Ron poco entusiasta
“e voi?”
“
Niente di che” rispose Harry secco.
“
Forse è meglio che torniamo ai “Tiri
Vispi” adesso”
Harry si alzò e fece per andarsene.
Ecco il nuovo capitolo, le cose ancora sembrano non evolversi ma diamo tempo al tempo :D Un parere? Un consiglio? Anche un bell'insulto va bene :P Silvia