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Autore: magicwally    22/12/2010    10 recensioni
Lo avevo lasciato 3 anni fa , e ora, me lo trovavo davanti.
Bello più che mai.
Ma lui non doveva tornare nella mia vita, non doveva sapere.
SCUSATE PRIMA FAN-FICTION, SIATE CLEMENTI. GRAZIE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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  Capitolo 1
 
Che giornata infernale, non ne potevo più, era proprio una giornata no!
Tutto era iniziato quella mattina prima di recarmi al lavoro, bucai una gomma lungo la strada, arrivata in ufficio trovai il caos più assoluto.
Il manager di una famosa casa cinematografica americana, ci aveva contattato per avere 10 interpreti ,che avrebbero dovuto seguire 24 ore su 24 le star, dovevano stare con loro nel loro albergo,per tutta la loro permanenza a Roma.
Il problema era, che, avevo solo a disposizione 9 persone, e reperirne altre era un problema, in quella settimana, a Roma, si teneva il Film Festival,quindi non c’era altra soluzione, sarei dovuta intervenire io.
Il problema, era che con quei ritmi e quelle pretese assurde,non ce la potevo fare con i bambini.
Eh si, avete capito bene , bambini, ne ho tre figli.
Thomas Edward Anthony Junior, Elisabeth Alice Carlie , Shopie Lilian Esme Swan.
Sono nati il 20 giugno 2009, lo stesso giorno del padre, quel padre che non avevano mai conosciuto e che a sua volta non sapeva nulla di loro. Da quando me ne ero andata da Los Angeles, non avevo più sentito né rivisto nessuno di loro, se non i miei genitori.
 
Quel fatidico 10 novembre 2008,quando atterrai all’ aeroporto di Roma, trovai un’infinità di chiamate, messaggi da parte di Edward, Alice e tutti i componenti della famiglia Cullen, ma io li ignorai completamente e gettai via la sim del telefono così da non poter essere rintracciata. Solo qualche giorno dopo chiamai Alice, dicendole che stavo bene e che non mi dovevano cercare , mi sarei fatta sentire io, più avanti, molto più avanti.
Non la chiamai più, non chiamai più nessuno di loro,volevo tagliare i ponti con tutti.
 
Solo mio padre sapeva dove mi trovavo, mi aveva promesso di non dire niente a nessuno.
 
Non fu semplice riprendere in mano la mia vita, paese nuovo , città nuova e soprattutto ero da sola, con il mio infinito dolore.
Due mesi dopo, mi sentii male, tanto da dover ricorrere al pronto soccorso, avevo dei crampi molto forti alla pancia, e lì scoprii di essere incinta di tre mesi.
Non potevo crederci, non me ne ero accorta, pensavo che il salto del ciclo fosse dovuto al forte stress che ultimamente il mio corpo aveva dovuto sopportare.
I medici mi dissero che era una gravidanza un po’ problematica perché aspettavo tre gemelli.
Ero al settimo cielo. Tre piccoli cuccioli da amare. Non sarebbe stato facile.
Nonostante tutto, ero riuscita a trovare un lavoro come interprete inglese/italiano, i guadagni non erano male, e sommati hai soldi che negli anni mi ero messa da parte lavorando,non avevo problemi a mantenermi anche se avessi dovuto lasciare per qualche mese il lavoro.
Trovai in affitto,un appartamento molto carino nella zona di Cinecittà , era composto da ingresso soggiorno cucina open- space , due camere, bagno, terrazzo sui tetti della città.
 
Subito dopo il parto, chiamai mio padre per comunicargli che era diventato nonno.
Due giorni dopo la notizia mi trovai sulla la porta di casa mio padre e mia madre.
Mia madre rimase con me per qualche mese, fintanto che non mi fossi rimessa in forze dal parto, mio padre ripartì quasi subito, non si poteva allontanare dal lavoro per molto tempo.
 
Erano al settimo cielo per essere diventati nonni, e loro continuavano a dirmi che dovevo dire a Edward della nascita dei gemelli, ma io non volevo, non volevo rovinargli la carriera e soprattutto la sua nuova vita.
 
Mi promisero di non dire niente a nessuno, tantomeno alla famiglia Cullen.
 
I bimbi crescevano molto bene, Thomas assomigliava molto a me a parte il colore degli occhi,che erano uguali a quelli del padre, verde smeraldo. Elisabeth e Shopie erano la copia spiccicata in tutto e per tutto del padre, Edward.
 
Quanto avrei voluto far sapere ai miei suoceri che erano diventati nonni, ad Alice Emmet Jasper Rose che erano diventati zii e soprattutto a Edward che era diventato padre, ma non potevo, non volevo, dopo tutto il male che mi aveva fatto.
Non mi aveva minimamente cercato, mai una chiamata ai miei genitori, se non subito , ma poi più nulla.
Aveva continuato con la sua nuova vita.
 
Dal canto mio, cercavo di dimenticare, ma non era facile, il suo ricordo era sempre presente davanti a me, nei miei figli.
 
Da quando ho lasciato l’America sono passati tre anni.
 
I piccoli vanno all’asilo nido, ho un’amica speciale, Laura, la mia fidata assistente.
Con tanti sacrifici, sono riuscita ad aprire un’agenzia di interpreti, e piano piano sta avendo successo, tanto che sono riuscita a farmi conoscere nelle sfere di Cinecittà. Lavoravo molto nell’ambiente del cinema.
 
Il cinema, quello che mi ha separato da mio marito, ma che ora, mi permette una buona sicurezza economica.
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer. 



 
 

  
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