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Autore: gigia1295    24/12/2010    2 recensioni
ORA IN HTML! Siamo alla corte di Volterra. Bella, coinvolta nella morte del suo migliore amico, si troverà ad affrontare l' ira del fratello di quest' ultimo: Edward, affascinante e spietato vampiro.
Ma dei caldi occhi color cioccolato potrebbero sciogliere il cuore di Edward?
Tra intrighi, misteri, pericolo e odio potrebbe nascere l' amore?
La morte di Jacob sarà per tutti un nuovo inaspettato inizio.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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II CHAPPY Rieccomi, con il secondo capitolo!
Primo incontro di Edward e Bella, non sarà di certo un inizio idilliaco.
Ma prima di lasciarvi in pace( :D) i ringraziamenti....
Grazie mille a Feffira, Vittoria Kf e _Lisy_, che hanno recensito. Sono contenta che vi piaccia quest' idea uscita dritta dritta dal mio cervellino malato, grazie mille! Ditemi come vi sembra questo nuovo capitolo, accetto volentieri anche critiche e consigli! :)
Un bel ringraziamento anche a chi ha messo la fic nelle seguite:
- blu_ice
-crissy2212
-fede710
-noemi s
-Venerdi
-vero_v
-wilma
E un ringraziamento va anche alle lettrici silenziose, che si interessano alle mie farneticherie.
Un bacione a tutte,  e auguri di Buon Natale!
Mi impegnerò a postare presto.
Ditemi che ne pensate del capitolo, e se continuarla o meno, spero di non avervi deluso. :)
E ora, Buona Lettura!
Baci baci
Secondo Capitolo
Ira, follia e tentazione

Pov' s Edward
 Lo sterminato e sfarzoso salone in cui mi trovavo era buio, come il mio animo del resto. Dire che quella era stata la mattinata peggiore della mia vita sarebbe riduttivo.
Poche ore prima ero in camera con Jennifer, una delle mie tante compagne di letto. Proprio sul culmine, mio padre aveva spalancato la porta. Senza degnare di uno sguardo il corpo nudo e perfetto della mia amante, si era seduto accanto a me, gli occhi lucidi.
Quando lessi nella sua mente, rimasi paralizzato. No, non poteva essere. Mi lanciai di scatto sui mobili antichi, in mogano, travolgendoli con la mia furia. I miei occhi era spalancati, minacciosi, le mie narici dilatate. Inizia a urlare, come un pazzo. Con tutta la forza dei miei polmoni, con tutto l' odio che albergava nel mio cuore ormai morto. Carlisle, l' artefice della mia creazione, assisteva muto al mio delirio. Presi Jennifer per il collo, la scaraventai al muro. La riempii di colpi violenti, finchè non cadde a terra. La mia ira crebbe, perchè i miei colpi non generavano neanche un livido sulla sua pelle candida. La presi per i capelli, trascinandola per tutta la stanza.
Lei era terrorizzata, non capiva. Nemmeno io capivo, capivo solo che avrei voluto sparire dal quel mondo. La mia follia fu frenata dalla pacata voce di Carlisle:
- Edward, basta. Questa ragazza non ha colpa alcuna, lasciala. Condivido il tuo dolore, figlio mio. Ma devi ricordarti chi sei-.
Lasciai la sventurata, che mi guardò sdegnata e piena di rabbia, per poi andarsene sbattendo la porta. Se solo avesse potuto, si sarebbe avventata su di me, mi avrebbe coperto di insulti. Ma nessuno poteva toccare il principe Edward. Sì, il grande Edward, erede del principato di Volterra, lo stesso che adesso era disteso carponi sul pavimento, lo sguardo perso, che a tratti si posava sul volto affranto di suo padre. O meglio, del suo creatore. Perchè io non avevo un padre, non avevo un cuore, non avevo un' anima. Non avevo nemmeno la facoltà di piangere per la morte di mio fratello Jacob. Non avevo più niente.
Lui era stato il mio raggio di sole. L' unico essere che mi aveva scaldato quel cuore di pietra. Mia madre, Esme, lo aveva trovato accasciato in un vicolo della città, poco lontano dal palazzo reale. Era svenuto dalla fame, uno dei tanti orfani di Volterra. Lo aveva portato con sè, lo avevamo nutrito, vestito, protetto. Non sapevamo cosa farcene di un moccioso, ma ci aveva conquistati con la sua spensierata allegria, con la sua semplicità. E così era entrato a far parte della nostra famiglia, lo tenevamo al sicuro, nelle sue stanze. Non potevamo permettere che il nostro Jake diventasse un pasto, e tantomeno renderlo come noi. Non avevamo il diritto di trasformarlo in un demonio, lui sarebbe rimasto umano. Lo avevamo reso partecipe del nostro segreto, non aveva detto niente. Niente orrore, nè disgusto. Ci aveva solo abbracciati, uno per uno, il battito cardiaco accelerato.
Lo sentivamo nitido, come l' odore della sua paura, che cercava però di mascherare. Aveva degludito, per distendersi poi in un sorriso prorompente.
- Non importa cosa siete, come vivete, cosa mangiate. Siete la mia famiglia ora, mi avete amato, mi fido di voi. Se mi vorrete ancora, io resterò-.
Era quello che aveva detto. E da allora era vissuto nel pericolo. Molti della nostra specie volevano ucciderlo, sebbene sapessero che sarebbero incorsi nella nostra ira. Ma molti sono disposti a morire per difendere le antiche tradizioni. Nessun umano poteva sopravvivere, se a conoscenza dell' identità di uno di noi.
Ma quello che avevo letto nella mente di mio padre mi sembrava assurdo, fantascientifico: le guardie reali che si inchinivano davanti a lui e, con il distacco che  compete loro, annunciavano:
- Re Carlisle, il principe Jacob è morto. Ucciso erroneamente da Vladimir: Sir Jacob si è esposto al suo colpo d' arma da fuoco per proteggere una ragazza. Vladimir e l' umana sono nell' atrio, attendiamo disposizioni su cosa fare di loro-
Proruppi in un altro urlo disumano, li avrei fatti condurre entrambi al mio cospetto, li avrei uccisi.
- Padre, li voglio incontrare, sia Vladimir che l' umana-
Il mio sguardo era feroce, le mie intenzioni lampanti.
Una mano di Carlisle si posò sulla mia spalla.
-Figliolo, ricordati chi sei-
- So chi sono, Carlisle. Sono un demone senz' anima. E so che loro non vedranno la prossima alba-.


Pov' s Bella
Ero distrutta dal dolore,ma non potevo crogiolarmici, almeno non adesso. Dovevo prendere il controllo della situazione. Dove mi trovavo? Perchè mi volevano uccidere? Jake era un principe, ma perchè tutti questi misteri? E, cosa più importante, avevo una remota possibilità di uscire viva da quel luogo sinistro?
Dopo essere svenuta tra le braccia di quegli energumeni, mi ero risvegliata in una stanza simile ad una sala d' attesa. Una segretaria bella da togliere il fiato mi guardava insistentemente, sogghignando, i suoi insoliti occhi rosso rubino mi scrutavano minacciosamente. Accanto a me c' era l' assassino, il volto contrito, la paura nei suoi occhi ( rossi anch' essi, iniziavo a pensare che le lenti colorate andassero molto in voga in Italia). Non era aggressivo ora, si contorceva le mani, guardandomi con disperazione. Dopo qualche ora di assoluta immobilità, si riscosse e mi afferrò la mano. Trasalii, era ghiacciata:
- Moriremo, stanno arrivendo-.
Non ce la facevo più, schizzai in piedi, i miei occhi erano spalancati, sembravo un' assatanata. Gli urlai contro tutta la mia frustrazione:
- Chi diavolo sei? Cerchi di uccidermi, poi mi prendi la mano! Sei pazzo, siete tutti pazzi qui dentro! Voglio andarmene, assassini. Siete... io non.. non-
Le prime lacrime si stavano affacciando ai miei occhi, quando due forti braccia mi fecero voltare bruscamente. Gli stessi uomini che mi avevano portata lì. Avevano anch' essi gli occhi di rubino, come il sangue, come l' inferno. Mi guardarono, in un misto strano di sufficienza e desiderio. La loro voce vellutata mi tolse il respiro, sembravano degli ammaliatori:
- Il principe vuole vedervi. Seguiteci.-.
I miei muscoli non rispondevano agli stimoli, non riuscivo a muovermi.
- Ragazza, seguici -.
Mi voltai verso quella voce secca e tagliente. Era stata una minuscola ragazzina a parlare, avvolta da un mantello nero che strascicava a terra. Era incredibilmente bella, come tutti in quello strano posto del resto, ma il suo viso angelico mi ispirava puro terrore. Non mi muovevo, mi sentivo un inutile moscerino imprigionato nella tela di una vedova nera. La ragazza mi guardò, con astio, e riprese:
- Piccola sciocca umana, non vuoi seguirci? Ora ti convincerò io-.
Detto questo, avanzò leggiadra verso di me. Mi si parò davanti, mi sollevò di scatto il viso e con un ghigno che le deformava i bei lineamenti mi guardò dritta negli occhi, sembrava mi volesse leggere nell' anima. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, rimanemmo in quel modo per un minuto abbondante. Ogni secondo che passava, quella strana quanto odiosa ragazza sembrava sempre più frustrata. Infine, in uno scatto d' ira, mi spinse e mi scaraventò a terra.
- Dannazione, sudicia umana, perchè non funziona con te?!-
Ero furiosa, quella serpe aveva una forza inaudita.
Sudicia umana... perchè lei che cos' era? Fino a prova contraria, umana anche lei, anche se probabilmente con una grave disfunzione cerebrale. Erano tutti pazzi. Tremante mi alzai, e li seguii in un lunghissimo corridoio, illuminato da fiaccole e decorato da dipinti ad olio. I volti ritratti erano ovviamente bellissimi, e terrificanti. Entrammo in un salone enorme e sontuoso, ormai avevo capito che mi trovavo nel palazzo reale, lì probabilmente abitava il mio Jake. Di lui, in quelle fredde ed inquietanti mura, non c' era assolutamente nulla. Il salone non era ben illuminato, i lampadari che pendevano dal soffitto non erano stati accesi. Solo delle candele rischiaravano l' ambiente.
A quanto pare la famiglia reale amava il macabro.
Mi decisi ad alzare lo sguardo.
Davanti a me, i Cullen al completo mi scrutavano impassibili.

Pov' s Edward
Le porte della sala si spalancarono, e le guardie  avanzarono in processione, per inchinarsi davanti a mio padre. Vi erano poi i miei fratelli, immobili e distrutti, i loro volti cerei tirati allo spasmo. Le mie due future vittime erano rimaste in fondo alla sala. Senza consulare mio padre, ruppi il silenzio:
- Vladimir, vieni-.
Alla ragazza avrei pensato dopo. Sebbene la mia voce fosse vellutata e calma, nella testa dell' assassino di Jake era chiaro il suo destino. Avanzò a passi lenti, si prostrò davanti a me, mi supplicò:
-Edward, non volevo, non volevo fare niente al principe. Solo uccidere l' umana, aveva già sentito troppe cose. Ma poi Sua Maestà si è messa in mezzo, è stato un incidente, non volevo...-
- Taci, cane!-.
Avevo rinunciato al tentativo di sembrare controllato:
- Tu morirai, per mano mia, stasera stessa, non...-
- No, Edward-.
Era stato mio padre a parlare. Lo guardai incredulo.
- è l' assassino di tuo figlio, Carlisle! -
- Figlio mio, sai meglio di me che non mente. Non era sua intenzione, è distrutto. Non ha colpe, non permetterò che tu commetta questo delitto.-.
-  SEI IMPAZZITO? TU SEI PAZZO, DEVE MORIRE!-.
- Edward, non accetto discussioni. Felix, per favore, conduci Vladimir al sicuro. E sorveglialo, fino a quando mio figlio non sarà rinsavito-.
Ero furioso. Mi alzai di scatto, pronto ad avventarmi sul verme.
Carlisle mi afferrò per un braccio.
- EDWARD CULLEN, SIEDITI, O SARò COSTRETTO A SBATTERTI FUORI. TU DEVI RISPETTARMI, NON SONO SOLO TUO PADRE, RICORDATELO, SONO IL RE! SIEDITI!-
Rimasi sconvolto, per accasciarmi sul mio trono. Non avevo mai sentito Carlisle urlare prima d' ora. Era stato come una doccia fredda
. Dovevo cedere, per il momento, fingere di abbandonare i miei propositi. Quando le acque si sarebbero calmate, avrei trovato il modo per avere la mia vendetta. Nulla lo avrebbe salvato da me.
Portarono via l' assassino, e inaspettatamente l' umana avanzò verso di noi. Ebbi un sussulto: Isabella Swan, la migliore amica di Jake. E così, mio fratello si era sacrificato per lei? Era terrorizzata, lo si capiva dai suoi passi malfermi, ma ci guardò uno per uno, senza abbassare lo sguardo.
Il suo odore mi colpì come una pugnalata. Era una tortura per i miei sensi, dolore fisico. Non avevo mai provato un desiderio così forte verso un altro umano, desiderio di sentire il suo sapore, il pensiero del suo sague denso e caldo che scorreva nella mia gola mi faceva impazzire. Dio mio, era un demonio pronto a ricacciarmi nel mio inferno personale.Per questo l' avevo da sempre odiata, il suo odore era irresistibile per me. Strinsi i pugni convulsamente, mi dovevo controllare. La guardai meglio, inspirando ed espirando affannosamente, sembrava stessi avendo un attacco di panico. Alice mi guarò preoccupata, non aveva mai capito perchè quell' insignificante umana avesse sempre messo in crisi il mio autocontrollo . Come faceva mia sorella a non essere annientata da quell' odore sublime? Guardai meglio la mia fonte di desiderio. Era pallida, tremante, gli occhi arrossati per il pianto.
Ma era bellissima, una di quelle bellezze pure e rare. Peccato che questo non l' avrebbe salvata dal mio rancore.
Sgranò i grandi occhi color cioccolato, sembrava stesse raccogliendo le forze.
- Il mio migliore amico è morto, ed io sono morta dentro. Cos' altro volete da me?-

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To be continued...
  
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