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Autore: LadyMerendina    24/12/2010    3 recensioni
Rivisitazione della 10^ Episodio della Terza Stagione
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Il cuore gli batteva molto più forte del normale, mentre usciva dalle sue stanze vestito come un normale ragazzo della sua età: per quel lasso di tempo nel bosco, non voleva essere il Principe Ereditario  di Camelot. Non il figlio del Re. O il Capitano dei Cavalieri. NO. Nulla di tutto questo. Ma solamente un normalissimo ragazzo al suo primo, vero appuntamento con una persona  per cui provava qualcosa di VERO.

Passò dalle cucine, preparando un cesto con qualche cosa di leggero ma sostanzioso. Sotto lo sguardo divertito e affettuoso dei cuochi che lo conoscevano oramai da anni. E sapevano che se non mangiava a sufficienza, il suo caratterino ‘pepato’ veniva fuori.  Sempre.

E preso il cesto lo montò su Hengroen, lo sellò, e saltò in groppa.

 

Merlino si guardò intorno: i vestiti che giacevano per terra erano quelli che aveva messo il giorno prima, e per un appuntamento del genere non  andavano affatto bene. Si avvicinò all’armadio, aprendolo e dando una sbirciata per vedere che cosa poteva mettere. Passò in rassegna tutti i vestiti, dal primo all’ultimo, sebbene non ne avesse che cinque o sei. Ma alla fine li trovò.

Una maglietta blu notte, la migliore che aveva. Un paio di calzoni neri non eleganti ma diversi dai soliti marroni che metteva sempre. E, ovviamente, il suo fido fazzoletto attorno al collo.

Quando uscì dalla stanza, vide Gwen che chiacchierava allegramente  con Gaius. I due si voltarono e sorrisero meravigliati.

“Per gli Dei, ragazzo…

“Stai benissimo così, Merlino!”, esclamò la giovane amica entusiasta, “Artù sarà estasiato, vedrai. Ne sono più che certa. Fuori c’è il tuo Garulf che ti aspetta. Ho pensato di portarlo qui davanti.”

Lui le sorrise.

“Ti ringrazio. Beh…”, e rise, “Io vado!”

I due lo guardarono mentre si avvicinava prima a Gwen per darle un bacio sulla guancia, e a Gaius dopo per un bell’abbraccio tipo figlio-padre. E si dirigeva verso la porta, al di fuori  della quale lo attendeva ,appunto, il suo fedele cavallo marrone chiaro Garulf. Vi montò. E spronò al trotto.

 

Artù era arrivato da appena dieci minuti, e aveva sistemato un telo sull’erba, con sopra un paio di cuscini di quelli morbidi. Del suo letto. Prese uno dei piatti d’argento presi dalla sua credenza personale, e si guardò dentro per controllare di essere in ordine.

Il giovane Merlino, arrivato in quel momento, rise a quella scena sebbene fosse altrettanto agitato, e scese da cavallo legandolo poco più in là.

“Artù..?”

TU-TUM. Quando il Principe  si voltò, incrociando così lo sguardo del giovane servitore, il suo cuore balzò in un modo in cui non  aveva mai fatto.

 Per tutti gli Dei… E’… Come posso non provare ciò che provo? E’ semplicemente… stupendo..

Lo guardò. E sorrise.

Merlino… Sei…

“State cercando di dirmi che sto bene vestito così..?”, sorrise lui che oramai lo conosceva.

E lui sorrise annuendo.

“Sì.. Scusa. Vieni.”

Merlino sorridendo guardò avanti a sé e vide un piccolo rivolo d’acqua con dei sassi. Tutti e due erano a conoscenza del suo  scarso equilibrio! Ma comunque con sangue freddo e  grande calma, mise piede sulla prima pietra. E poi su quella successiva. Una dopo l’altra. Finché non arrivò dall’altra parte dove Artù, con sua somma sorpresa e fatto che lo fece  arrossire seppur sorridere, gli porse la  mano per aiutarlo.

Grazie…

Artù si sforza di fare il rude… Ma lo so che non è così… Anche per questo sento ciò che sento..

I due si sedettero, e Merlino si mise sulle ginocchia, prendendo il piatto di Artù e il cestino per riempirlo. Ma la sua mano lo fermò. delicatamente. E gli sorrise.

“Ei. Non sei qui come servitore.”

Merlino avvampò e sorrise, sedendosi mentre Artù riempiva un piatto che, comprese, era per lui e non per se stesso.

“Scusate, Si”

“Artù.”, lo interruppe lui guardandolo serio, “Solo Artù. E non darmi del voi. Non qui, almeno.”

Merlino sorrise felice come non mai.

“E’ diverso, vero? Lontano da Camelot…

Artù annuì.

“Camelot è il mio Regno. La amo di più di quanto riesca a dire. Ma spesso mi sento troppo … pieno di doveri e responsabilità. Qui.. con te.. posso essere me stesso.”

“Mi piace quando siete voi stesso.”, rispose lui.

Artù ricambiò il sorriso sincero e aperto del giovane, mentre i battiti del suo cuore erano ,oramai, quasi fuori controllo.

Merlino… Mi fai un effetto terribilmente stupendo..

“Sai, a volte penso… di lasciare Camelot.”

Merlino  lo guardò divertito.

“Seriamente? E dove andresti?”

“Beh, comprerei un po’ di terra.”, rispose stringendosi nelle spalle, “E vivrei  come contadino.”

Il moro scoppiò a ridere.

“TU? Un contadino?”, scosse la testa, “Non ti ci vedrei molto, sai? Sei..un po’ troppo abituato ad essere servito e riverito, per far il contadino.”

Lui lo guardò, e ridendo gli lanciò una bacca.

“OVVIAMENTE ti porterei con me. Per i lavori pesanti.”

“Beh, come minimo”, rispose lui fingendosi serio.

 

A Camelot …

“Oggi è una  bellissima giornata, non trovate?”, disse Morgana guardando il RE, “Che ne dite di un bel giro a cavallo insieme?”

Uther e Lady Morgana stavano consumando il loro pranzo nell’enorme Sala, a tavola da soli, visto che Artù aveva detto al padre di uscire fuori per far un giro con Leon tanto per  fare una piccola perlustrazione. Ma la ragazza SAPEVA che in quel preciso momento,il suo fratellastro era con Merlino. E sapeva DOVE.

L’uomo le versò da bere.

“Purtroppo non è possibile. HO il Consiglio fra mezz’ora.”

“Oh.. Capisco.”, sospirò fingendosi triste, “E’ che passiamo così poco tempo  insieme.. Il nostro tempo assieme è…molto prezioso, per me.”

Uther allora  la guardò con affetto e le sorrise.

“Hai ragione. Non possiamo abbastanza tempo assieme. Il Consiglio può attendere.”

Il  sorriso trionfante della giovane si camuffò da  finta espressione  di pura gioia. Conversarono allegramente per tutto il restante pranzo, scherzando tra di loro come solevano  fare un tempo. Finché, consumato il pranzo, il Re e la Lady ‘tremate piccioncini’ si presero a braccetto  per poi uscire dal cancello principale. Andando alle stalle, sellando i propri cavalli, e montandovi  sopra in sella.

“Che ne dite di una bella gara, come facevamo una volta?”, chiese lei

Uther sorrise.

“Ti do un vantaggio.. Parti pure.”

 

“Tra non molto dovremo tornare a Camelot…

Merlino e Artù, finito da qualche minuto  il pic-nic, erano adesso sdraiati l’uno accanto all’altro, poggiati sui due cuscini precedentemente sistemati dal Principe stesso: lui steso sulla  schiena, con un braccio dietro la testa, Merlino steso sul fianco verso di lui.

“Possiamo restare ancora un po’.”, rispose Artù, “Non sappiamo quando potremo rifarlo…

Merlino gli sorrise.

“Forse quando diventerete un contadino, potremo passare molto più tempo insieme. Voglio dire… Più di quanto già non facciamo. Ma in questo caso non è…

“La stessa cosa.”, sospirò Artù.

“Esatto..”

Artù divenne serio in volto. Estremamente concentrato.

“Non..ti muovere.”

E il giovane servitore  lo guardò allarmato.

“Cosa c’è? Briganti?”

Artù fissò un punto dietro la spalla del moro, dopodiché allungo il proprio braccio così velocemente che Merlino ebbe appena il tempo di vederlo allungarsi, che già era tornato al suo posto sul petto di Artù. Che aprì la mano.

“Una vespa.”

Merlino scoppiò a ridere scotendo la testa. E lo guardò: E’ proprio incorreggibile! L’aitante Cavaliere di Camelot che salva l’indifeso servitore da una vespa.. . Poi il suo cuore prese a battere più veloce. Erano incredibilmente vicini, adesso. E i loro sguardi erano talmente intensi … che pensò di potersi seriamente perdere dentro lo sguardo blu cielo di Artù.

Sorrise e si sporse su di lui. Posando dolcemente le sue labbra su quelle del Principe di Camelot, in un piccolo tenero bacio. E lo guardò. Cercando di capire se fosse arrabbiato o no. Ma sembrava tranquillo.

E così le loro labbra  si toccarono per la seconda volta. Un bacio dolce ma intenso.

In quel preciso istante, due cuori schizzarono fuori dal rispettivo petto, in una corsa accelerata l’uno verso l’altro: perché non appena le labbra si furono toccate, anzi sfiorate, entrambi i giovani sentirono una scossa. E si sentirono felici come quando,dopo tanto tempo che cerchi, trovi quel pezzo di puzzle che ti serve per finire il cielo.

 

Mentre con una mano si poggiava sul cuscino, l’altra mano la portò sul petto del Principe. E lui facendo scivolare la sua mano, afferrò  con dolcezza quella del suo leale servitore.

“Artù?”

Quel magico incanto si spezzò quando alle loro orecchie giunse la voce di Uther  Pendragon: era davanti a loro, a cavallo, un’espressione incredula quanto sconvolta e irata sul viso. Dietro di lui Morgana, con espressione (falsamente) preoccupata per i due amici. Ma Merlino notò perfettamente, lui che sapeva, il sorrisino di  puro Trionfo che le si  leggeva sul volto.

Padre…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ragaaaazze e ragazzi!

Chiedo venia per il ritardo, ma non ricordavo di avercelo gia’ scritto! XDDDD ora che lo so, aggiornerò presto!

Spero  vi possa piacere!!!!!!

Bacioni <3  e BUON NATALE!

 

 

  
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