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Autore: NeNa_94    24/12/2010    0 recensioni
Una radura, una vasta radura, si. sono proprio in tanti, ma anche noi siamo in tanti. loro ci vengono incontro. finalmente siamo ad armi pari, impossibile capire chi rimarrà vivo alla fine. Aspettiamo solo un segnale. Un ordine dalle menti avversarie e ci lanceremo contro di loro, non se lo aspettano. Abbiamo tanti talenti tra noi.
salverò coloro che amo o morirò nel tentativo. non avrebbe senso vivere senza di loro. Non ho paura della morte.
Io sono la morte.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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capitolo 7

                                                                                Capitolo 7

                                Tutto era pronto per partire. Io e Kate eravamo già in macchina come tutti gli altri, tranne Emmet e rosalie che stavano controllando i motori. Mancava solo Devon. Che sarebbe dovuto venire con noi insieme ad un altro licantropo. Kate da ieri non la smetteva più di parlare ed era insopportabile. Adesso si era fissata che doveva guidare. Ma la mia macchina non la toccava nessuno che non fossi io. Soprattutto perché conoscevo la limitata capacità di guida di Kate. Aveva sfasciato almeno 3 macchine che le avevano regalato i suoi.
< E dai! Fammi guidare per un pezzo!>
< Scusa ma vorrei vivere ancora un paio di annetti se non ti dispiace.> le risposi seria. Lei mi mise il broncio e si girò dall’altra parte come una bambina capricciosa. Mi misi a ridere ma lei non si girò. Forse l’avevo offesa. Bene. Almeno stava zitta. Era la mia migliore amica ma a volte era proprio assillante.
Ma quanto ci metteva Devon ad arrivare. Me lo stavo chiedendo quando dalla foresta spuntarono due ragazzi a petto nudo. Uno era Devon. L’altro aveva la pelle color avorio. E i capelli nerissimi, come gli occhi. quando Kate lo vide i suoi si illuminarono. Lei sbavava dietro qualsiasi essere vivente maschio che respirava.( e a volte anche a quelli che non respiravano.)
subito la sua stizza passo e si mise a spettegolare di quanto fosse carino l’amico di Devon.
< viene in macchina con noi vero?>
< certo che viene con noi. Gli altri non sopporterebbero l’odore. Su vai dietro che qui deve venire Devon> dissi sapendo che le avrebbe fatto piacere avere quel tipo affianco per le due ore successive. lei si fiondo dietro e si aggiusto la maglietta in modo che mostrasse un pezzo di reggiseno. alzai gli occhi al cielo. E lei mi fece la linguaccia. Pensai al poverino che avrebbe dovuto passare due ore con Kate che ci provava deliberatamente. Io quel momento Devon apri la portiera davanti e si sedette mentre il suo amico si sistemo dietro accanto a Kate che se lo mangiava con gli occhi.
< Hei Jenny! Lui è Luis, il mio amico. >strinsi la mano al ragazzo.
< lei è Kate la mia amica.>Devon fece lo stesso con Kate che dopo inizio a parlare con Luis.
il mi cellulare squillo e vidi che era Jasper.

< Jenny partiamo. Ricordati di stare sempre dietro di me e sempre davanti al fuoristrada di Emmet e rose ok?>
< capito. Andiamo.>

Salutai i miei genitori e mio fratello dal finestrino. Lui l’avrei rivisto. Ma dubitavo che avrei potuto guardare ancora una volta il dolce volto di mia madre. Le lacrime mi pizzicavano gli occhi cercando di uscire. Ma le ricacciai indietro. Era finito il momento di piangere. Avrei lottato per poterli rivedere. Dopotutto, mi avevano cresciuta… e volevo un sacco di bene a tutti e tre. Quando vidi Jasper uscire dal cortile ingranai la seconda e la macchina ruggì come una tigre. Mi fece venire i brividi e vidi che lo stesso era capitato a Devon. Che sorrise come un bambino.
continuammo piano finche non fummo usciti da Olympia. Arrivati in autostrada Jasper accellerò di colpo e io feci lo stesso. Devon si trovo schiacciato contro il sedile e lo stesso successe a Kate e Luis dietro. Io mi divertivo da pazza. Adoravo la velocità. Abituatisi all’andatura Kate continuo a parlare allegramente con Luis lanciandogli occhiatine seducenti. Ma Luis non le prestava la minima attenzione. Parlava con lei ed era molto simpatico. Ma non faceva caso alle proposte sottintese di Kate. I pensieri di Kate erano esilaranti.
- sarà gay. - pensava stizzita di non riuscire a conquistarlo. A scuola tutti la volevano. Lei sceglieva i ragazzi come fossero mele al mercato. Questa similitudine mi fece sorridere.
- secondo me è solo che stai diventando vecchia-
le dissi scherzando nei suoi pensieri.
- Hei! Lascia stare la mia testa. Non sai cos’e la privacy? –
- non ho intenzione di uscire dalla tua mente. È troppo divertente vedere come ti scervelli perche un ragazzo non ti vuole..-
- bene. Io so come farti andare via.-
- davvero? Dimostramelo-
a quel punto i suoi pensieri divennero talmente sconci da darmi il voltastomaco.
- ok hai vinto.- le dissi. mi tolsi dalla sua testa.
< perché ridi?> mi chiese Devon.
< niente.>
 Lo guardai e gli trasmisi il messaggio nella mente.
- Kate ci sta provando con il tuo amico ma lui non la calcola perciò è infuriata.-
a Devon scappo una risatina.
-Luis ha avuto un imprinting il mese scorso. Perciò non gli interessa altri che la sua ragazza.-
anch’ io risi sotto i baffi.
il resto del viaggio passo tranquillo e io non entrai più nella mente di nessuno. Anche se Kate continuava a chiedere quanto mancava. Mi sembrava di avere una bambina di 5 anni in macchina invece di una diciassettenne vampira. Alla fine. Quando vidi la scritta “benvenuti a Forks” il cuore mi salto in gola. Domani avrei rivisto mio fratello. Ero impaziente. Ma anche spaventata.
< siamo arrivati > dissi.
Kate tirò un sospiro di sollievo e Devon mi guardo accigliato.
< che c’è Jenny?>
< e solo che sono emozionata. È la prima volta che vedo mio fratello.>
Devon si che mi capiva. Meglio di qualunque altro.
< Hei. Andrà tutto bene. > disse.
In quel momento suonò il cellulare. Era di nuovo Jasper.
< pronto?>
< Siamo arrivati. Vienimi dietro. andiamo alla nostra vecchia casa a disfarei bagagli. Da tuo fratello andremo domani. È troppo tardi.> effettivamente era già sera. Non mi ero accorta che la giornata fosse passata così in fretta. dal telefono sentii un gridolino di gioia. Probabilmente alice. Doveva essere felice di tornare nella sua casa. ero sollevata che l’incontro non fosse subito. Almeno avrei avuto il tempo di studiare la situazione e prepararmi psicologicamente.
< ok. Ti seguo.>
Jasper entrò con la macchina dritto nella foresta. Evitando Accuratamente la zona appartenente ai Quileute. Il patto era sempre in vigore. Jasper si infilò in una stretta via che tagliava il bosco e sbucava in un vialetto. Esattamente di fronte alla foresta c’era una casa bianca bellissima. Durante la lunga assenza dei Cullen l’erba era cresciuta e alcuni alberi coprivano parti della casa. Ma questo non turbava la bellezza del luogo. Una parete che dava verso l’esterno era completamente in vetro. Come un’ enorme finestra. Parcheggiai davanti alla casa. Ma poi Jasper mi fece cenno di seguirlo ancora. Girò attorno alla casa e mi porto in un enorme garage. c’erano già una Aston Martin, una Ferrari e una Porche giallo canarino. Che alice appena scesa dalla macchina corse ad abbracciare. era la sua macchina. Me ne aveva parlato tanto. Parcheggiai accanto alla Aston, che faceva sembrare la mia macchina una bicicletta. E scesi. Era tutto pulitissimo. Anche se un po’ buio. Jasper accese la luce vidi quanto era grande veramente. Quando tutti ebbero parcheggiato, sembrava che dentro il garage ci fosse una mostra di auto di lusso. Vidi alice che portava 7 valigie una sopra l’altra con una mano sola. La guardai a bocca aperta. Lei se ne accorse e sorrise.
< bhe? Che c’è? Non potevo mica lasciare i miei vestiti a Olympia. E queste sono solo una parte. Ho lasciato un sacco di roba in giro.>
probabilmente ci sarebbero voluti un paio di camion per tutti i vestiti di alice. Non metteva quasi mai due volte la stessa cosa. E comprava minimo 3 vestiti a settimana.
presi le mie due valigie striminzite e andai di sopra.
la cucina era enorme e bellissima con affianco un salotto altrettanto grande con la parete in vetro. non era pulitissimo ma era stupefacente lo stesso. Carlile scese dalle scale.
< alice fai vedere a Jenny la sua “stanza.”> disse con tono misterioso.

< Vengo anche io! È stupenda vedrai. Ho visto delle foto.> Kate si intrufolo tra me e alice
prendendo tutte e due sottobraccio.>al trio si aggiunse anche Devon.
< credo che verro anche io. Mi avete incuriosito>pensai che ci avrebbe portati al piano di sopra. Ma invece uscì dalla casa. E si inoltro nel bosco. Io la segui. Che ci faceva la mia stanza nel bosco? Non andammo molto lontano. A un certo punto alice si fermo.
< Kate chiudi gli occhi a Jenny! non sbirciare! È una sorpresa.> andai avanti a tentoni. E il buio della notte non aiutava. Finché lei non si fermò. Sentì un sospiro di stupore proveniente da Devon, e Kate si mise a ridacchiare. inspirai e mi accorsi che c’erano odori che non appartenevano alla foresta
 rose, legna bruciata e caprifoglio. dissi ridendo. Ero curiosissima.
< bene. Ora puoi aprire.>
quando Kate mi tolse le mani dagli occhi rimasi senza fiato. C’era una casetta di pietra color grigio lavanda. Pareva che fosse nata insieme al paesaggio. Sotto le finestre c’era un giardino con cespugli di rose e un piccolo stagno. Davanti alla casa c’era un sentiero di pietre che conduceva all’ingresso con tanto di porta ad arco. Alice mi diede una chiave in ottone. Io non ci credevo ancora. Avevo una casa tutta mia! Ed era bellissima. Non riuscivo a trovare il coraggio di entrare. Pensavo che entrando mi sarei svegliata da quel sogno meraviglioso e sarebbe sparito tutto. Sembrava di essere dentro una favola. alice mi spinse impaziente verso l’uscio. Mentre Devon mi veniva dietro guardando dappertutto. Io girai la chiave nella toppa. E la porta girò sui cardini senza emettere il minimo rumore. L’interno era stupefacente quanto l’esterno. Mi sembrava sempre di più di essere entrata in un libro di fiabe, era uno di quei posti che ti fanno credere nella magia. il soffitto basso era attraversato da travi di legno a vista. Le pareti erano a sezioni di legno e pietra e nell’angolo c’era un caminetto acceso che tingeva tutto con una leggera sfumatura arancione. Affianco al camino una intera parete era coperta da una libreria piena zeppa di qualsiasi genere di libri. Mi diressi verso quella che sembrava la camera da letto. le pareti erano di un azzurro chiarissimo...  il letto era bianco e dal baldacchino pendeva una tenda di seta. nella casa c'èrano molte stanze da letto, le contai mentalmente. 6, Alice mi spinse verso una stanza chiusa da una porta bianca. Quando entrai stavo per svenire. L’armadio era più grande della stanza. E probabilmente anche dell’intera casa. passai la mano tra i soprabiti bianchi che alice aveva messo sopra i vestiti. Annusai l’aria, seta, pizzo, raso, in quella stanza c’era tutto quello che una ragazza di 17 anni potesse desiderare. Alice mi si avvicinò piano.
< c’è ancora una stanza che devi vedere. > mi prese per mano e mi porto in una stanza esattamente al fianco del camino. Non l’avevo notata prima. Mi guidò dolcemente dentro e quello che vidi mi commosse. Era una camera da letto simile a quella che avevo a Olympia. Le pareti viola, il letto a baldacchino con le tende color crema, e la scrivania piena di cd di musica classica e libri.
< questa era la stanza di tua madre quando aveva la tua età.>
le lacrime mi scesero sulle guance. E io non feci nulla per trattenerle. Io e mia madre eravamo
identiche. Persino la sua stanza era uguale alla mia. Mi sedetti sul letto. E immaginai lei che dormiva su quei cuscini di piume. Sul piumone c’era un lupo dal pelo color marrone cioccolato di peluche con al collo un braccialetto di corda e attaccato al braccialetto c’era un lupo che ulula alla luna intagliato nel legno appeso all’estremità.
< tuo padre a ne ha regalato uno identico a tua madre e a tua nonna. Ora e tuo.>
la guardai riconoscente. Ma non riuscivo a parlare. Quando ritrovai la voce riuscì solo a sussurrarle un debole.
< Grazie.>
< ti lascio sola.> disse lei allontanandosi. Kate mi rivolse un sorriso triste e mi fece una carezza. quando tutti furono usciti. Nella stanza rimanevamo solo io e Devon. Si sedette sul letto di fianco a me. E io mi appoggiai a lui mentre mi circondava con un braccio affettuoso. Mi stringevo al petto il peluche a forma di lupo. Devon continuava ad accarezzarmi i capelli. E io mi sentivo una bambina in quel momento. Una bambina senza genitori. Guardai Devon e lui mi sorrise.
< riuscirò a liberare i tuoi genitori. A costo di morire. Non sopporto di vederti soffrire. Mi si spezza il cuore.>
in quel momento non sapevo esattamente cosa facevo. Sapevo solo che avevo affianco la persona più fantastica che conoscessi. Gli sarei stata eternamente riconoscente.
Quando lo baciai dolcemente sulle labbra sentivo che stavo facendo la cosa giusta. Lui ricambio il bacio. Con Daniel c’era stato solo desiderio soffocante che mi faceva annegare.                                                       
                                                Devon mi stava salvando.

  
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