Capitolo 7
Tutto era
pronto per partire. Io e Kate eravamo già in macchina come tutti gli altri,
tranne Emmet e rosalie che stavano controllando i motori. Mancava solo Devon.
Che sarebbe dovuto venire con noi insieme ad un altro licantropo. Kate da ieri
non la smetteva più di parlare ed era insopportabile. Adesso si era fissata che
doveva guidare. Ma la mia macchina non la toccava nessuno che non fossi io.
Soprattutto perché conoscevo la limitata capacità di guida di Kate. Aveva
sfasciato almeno 3 macchine che le avevano regalato i suoi.
< E dai! Fammi guidare per un pezzo!>
< Scusa ma vorrei vivere ancora un paio di annetti se non ti dispiace.>
le risposi seria. Lei mi mise il broncio e si girò dall’altra parte come una
bambina capricciosa. Mi misi a ridere ma lei non si girò. Forse l’avevo offesa.
Bene. Almeno stava zitta. Era la mia migliore amica ma a volte era proprio
assillante.
Ma quanto ci metteva Devon ad arrivare. Me lo stavo chiedendo quando dalla
foresta spuntarono due ragazzi a petto nudo. Uno era Devon. L’altro aveva la
pelle color avorio. E i capelli nerissimi, come gli occhi. quando Kate lo vide
i suoi si illuminarono. Lei sbavava dietro qualsiasi essere vivente maschio che
respirava.( e a volte anche a quelli che non respiravano.)
subito la sua stizza passo e si mise a spettegolare di quanto fosse carino
l’amico di Devon.
< viene in macchina con noi vero?>
< certo che viene con noi. Gli altri non sopporterebbero l’odore. Su vai
dietro che qui deve venire Devon> dissi sapendo che le avrebbe fatto piacere
avere quel tipo affianco per le due ore successive. lei si fiondo dietro e si
aggiusto la maglietta in modo che mostrasse un pezzo di reggiseno. alzai gli
occhi al cielo. E lei mi fece la linguaccia. Pensai al poverino che avrebbe
dovuto passare due ore con Kate che ci provava deliberatamente. Io quel momento
Devon apri la portiera davanti e si sedette mentre il suo amico si sistemo
dietro accanto a Kate che se lo mangiava con gli occhi.
< Hei Jenny! Lui è Luis, il mio amico. >strinsi la mano al ragazzo.
< lei è Kate la mia amica.>Devon fece lo stesso con Kate che dopo inizio
a parlare con Luis.
il mi cellulare squillo e vidi che era Jasper.
< Jenny partiamo. Ricordati di stare sempre dietro di me e sempre davanti al
fuoristrada di Emmet e rose ok?>
< capito. Andiamo.>
Salutai
i miei genitori e mio fratello dal finestrino. Lui l’avrei rivisto. Ma dubitavo
che avrei potuto guardare ancora una volta il dolce volto di mia madre. Le
lacrime mi pizzicavano gli occhi cercando di uscire. Ma le ricacciai indietro.
Era finito il momento di piangere. Avrei lottato per poterli rivedere.
Dopotutto, mi avevano cresciuta… e volevo un sacco di bene a tutti e tre. Quando
vidi Jasper uscire dal cortile ingranai la seconda e la macchina ruggì come una
tigre. Mi fece venire i brividi e vidi che lo stesso era capitato a Devon. Che
sorrise come un bambino.
continuammo piano finche non fummo usciti da Olympia. Arrivati in autostrada Jasper
accellerò di colpo e io feci lo stesso. Devon si trovo schiacciato contro il
sedile e lo stesso successe a Kate e Luis dietro. Io mi divertivo da pazza.
Adoravo la velocità. Abituatisi all’andatura Kate continuo a parlare
allegramente con Luis lanciandogli occhiatine seducenti. Ma Luis non le
prestava la minima attenzione. Parlava con lei ed era molto simpatico. Ma non faceva
caso alle proposte sottintese di Kate. I pensieri di Kate erano esilaranti.
- sarà gay. - pensava stizzita di non riuscire a conquistarlo. A scuola tutti
la volevano. Lei sceglieva i ragazzi come fossero mele al mercato. Questa
similitudine mi fece sorridere.
- secondo me è solo che stai diventando vecchia-
le dissi scherzando nei suoi pensieri.
- Hei! Lascia stare la mia testa. Non sai cos’e la privacy? –
- non ho intenzione di uscire dalla tua mente. È troppo divertente vedere come
ti scervelli perche un ragazzo non ti vuole..-
- bene. Io so come farti andare via.-
- davvero? Dimostramelo-
a quel punto i suoi pensieri divennero talmente sconci da darmi il
voltastomaco.
- ok hai vinto.- le dissi. mi tolsi dalla sua testa.
< perché ridi?> mi chiese Devon.
< niente.>
Lo guardai e gli trasmisi il messaggio
nella mente.
- Kate ci sta provando con il tuo amico ma lui non la calcola perciò è
infuriata.-
a Devon scappo una risatina.
-Luis ha avuto un imprinting il mese scorso. Perciò non gli interessa altri che
la sua ragazza.-
anch’ io risi sotto i baffi.
il resto del viaggio passo tranquillo e io non entrai più nella mente di
nessuno. Anche se Kate continuava a chiedere quanto mancava. Mi sembrava di
avere una bambina di 5 anni in macchina invece di una diciassettenne vampira.
Alla fine. Quando vidi la scritta “benvenuti a Forks” il cuore mi salto in
gola. Domani avrei rivisto mio fratello. Ero impaziente. Ma anche spaventata.
< siamo arrivati > dissi.
Kate
tirò un sospiro di sollievo e Devon mi guardo accigliato.
< che c’è Jenny?>
< e solo che sono emozionata. È la prima volta che vedo mio fratello.>
Devon si che mi capiva. Meglio di qualunque altro.
< Hei. Andrà tutto bene. > disse.
In quel momento suonò il cellulare. Era di nuovo Jasper.
< pronto?>
< Siamo arrivati. Vienimi dietro. andiamo alla nostra vecchia casa a disfarei
bagagli. Da tuo fratello andremo domani. È troppo tardi.> effettivamente era
già sera. Non mi ero accorta che la giornata fosse passata così in fretta. dal
telefono sentii un gridolino di gioia. Probabilmente alice. Doveva essere
felice di tornare nella sua casa. ero sollevata che l’incontro non fosse
subito. Almeno avrei avuto il tempo di studiare la situazione e prepararmi
psicologicamente.
< ok. Ti seguo.>
Jasper entrò con la macchina dritto nella foresta. Evitando Accuratamente la
zona appartenente ai Quileute. Il patto era sempre in vigore. Jasper si infilò
in una stretta via che tagliava il bosco e sbucava in un vialetto. Esattamente
di fronte alla foresta c’era una casa bianca bellissima. Durante la lunga
assenza dei Cullen l’erba era cresciuta e alcuni alberi coprivano parti della
casa. Ma questo non turbava la bellezza del luogo. Una parete che dava verso
l’esterno era completamente in vetro. Come un’ enorme finestra. Parcheggiai
davanti alla casa. Ma poi Jasper mi fece cenno di seguirlo ancora. Girò attorno
alla casa e mi porto in un enorme garage. c’erano già una Aston Martin, una
Ferrari e una Porche giallo canarino. Che alice appena scesa dalla macchina
corse ad abbracciare. era la sua macchina. Me ne aveva parlato tanto.
Parcheggiai accanto alla Aston, che faceva sembrare la mia macchina una
bicicletta. E scesi. Era tutto pulitissimo. Anche se un po’ buio. Jasper accese
la luce vidi quanto era grande veramente. Quando tutti ebbero parcheggiato,
sembrava che dentro il garage ci fosse una mostra di auto di lusso. Vidi alice
che portava 7 valigie una sopra l’altra con una mano sola. La guardai a bocca
aperta. Lei se ne accorse e sorrise.
< bhe? Che c’è? Non potevo mica lasciare i miei vestiti a Olympia. E queste
sono solo una parte. Ho lasciato un sacco di roba in giro.>
probabilmente ci sarebbero voluti un paio di camion per tutti i vestiti di
alice. Non metteva quasi mai due volte la stessa cosa. E comprava minimo 3
vestiti a settimana.
presi le mie due valigie striminzite e andai di sopra.
la cucina era enorme e bellissima con affianco un salotto altrettanto grande
con la parete in vetro. non era pulitissimo ma era stupefacente lo stesso.
Carlile scese dalle scale.
< alice fai vedere a Jenny la sua “stanza.”> disse con tono misterioso.
< Vengo anche io! È stupenda vedrai. Ho visto delle foto.> Kate si
intrufolo tra me e alice
< credo che verro anche io. Mi avete incuriosito>pensai che ci avrebbe
portati al piano di sopra. Ma invece uscì dalla casa. E si inoltro nel bosco.
Io la segui. Che ci faceva la mia stanza nel bosco? Non andammo molto lontano.
A un certo punto alice si fermo.
< Kate chiudi gli occhi a Jenny! non sbirciare! È una sorpresa.> andai
avanti a tentoni. E il buio della notte non aiutava. Finché lei non si fermò.
Sentì un sospiro di stupore proveniente da Devon, e Kate si mise a ridacchiare.
inspirai e mi accorsi che c’erano odori che non appartenevano alla foresta
rose, legna bruciata e caprifoglio.
< bene. Ora puoi aprire.>
quando Kate mi tolse le mani dagli occhi rimasi senza fiato. C’era una casetta
di pietra color grigio lavanda. Pareva che fosse nata insieme al paesaggio.
Sotto le finestre c’era un giardino con cespugli di rose e un piccolo stagno.
Davanti alla casa c’era un sentiero di pietre che conduceva all’ingresso con
tanto di porta ad arco. Alice mi diede una chiave in ottone. Io non ci credevo
ancora. Avevo una casa tutta mia! Ed era bellissima. Non riuscivo a trovare il
coraggio di entrare. Pensavo che entrando mi sarei svegliata da quel sogno
meraviglioso e sarebbe sparito tutto. Sembrava di essere dentro una favola.
alice mi spinse impaziente verso l’uscio. Mentre Devon mi veniva dietro
guardando dappertutto. Io girai la chiave nella toppa. E la porta girò sui
cardini senza emettere il minimo rumore. L’interno era stupefacente quanto
l’esterno. Mi sembrava sempre di più di essere entrata in un libro di fiabe,
era uno di quei posti che ti fanno credere nella magia. il soffitto basso era
attraversato da travi di legno a vista. Le pareti erano a sezioni di legno e
pietra e nell’angolo c’era un caminetto acceso che tingeva tutto con una
leggera sfumatura arancione. Affianco al camino una intera parete era coperta
da una libreria piena zeppa di qualsiasi genere di libri. Mi diressi verso
quella che sembrava la camera da letto. le pareti erano di un azzurro
chiarissimo... il
letto era bianco e dal
baldacchino pendeva una tenda di seta. nella casa c'èrano molte
stanze da letto, le contai mentalmente. 6, Alice mi spinse verso una
stanza chiusa
da una porta bianca. Quando entrai stavo per svenire. L’armadio
era più grande
della stanza. E probabilmente anche dell’intera casa. passai la
mano tra i
soprabiti bianchi che alice aveva messo sopra i vestiti. Annusai
l’aria, seta,
pizzo, raso, in quella stanza c’era tutto quello che una ragazza
di 17 anni
potesse desiderare. Alice mi si avvicinò piano.
< c’è ancora una stanza che devi vedere. > mi prese per mano e mi porto
in una stanza esattamente al fianco del camino. Non l’avevo notata prima. Mi
guidò dolcemente dentro e quello che vidi mi commosse. Era una camera da letto
simile a quella che avevo a Olympia. Le pareti viola, il letto a baldacchino
con le tende color crema, e la scrivania piena di cd di musica classica e
libri.
< questa era la stanza di tua madre quando aveva la tua età.>
le lacrime mi scesero sulle guance. E io non feci nulla per trattenerle. Io e
mia madre eravamo
< tuo padre a ne ha regalato uno identico a tua madre e a tua nonna. Ora e
tuo.>
la guardai riconoscente. Ma non riuscivo a parlare. Quando ritrovai la voce
riuscì solo a sussurrarle un debole.
< Grazie.>
< ti lascio sola.> disse lei allontanandosi. Kate mi rivolse un sorriso
triste e mi fece una carezza. quando tutti furono usciti. Nella stanza
rimanevamo solo io e Devon. Si sedette sul letto di fianco a me. E io mi
appoggiai a lui mentre mi circondava con un braccio affettuoso. Mi stringevo al
petto il peluche a forma di lupo. Devon continuava ad accarezzarmi i capelli. E
io mi sentivo una bambina in quel momento. Una bambina senza genitori. Guardai
Devon e lui mi sorrise.
< riuscirò a liberare i tuoi genitori. A costo di morire. Non sopporto di
vederti soffrire. Mi si spezza il cuore.>
in quel momento non sapevo esattamente cosa facevo. Sapevo solo che avevo
affianco la persona più fantastica che conoscessi. Gli sarei stata eternamente
riconoscente.
Quando lo baciai dolcemente sulle labbra sentivo che stavo facendo la cosa
giusta. Lui ricambio il bacio. Con Daniel c’era stato solo desiderio soffocante
che mi faceva annegare.
Devon mi stava salvando.