Ecco il secondo capitolo di questa ficcina!
Scusate se ci ho messo così tanto a scrivere ma sono stata tanto impegnata con
la scuola! Comunque questo è ciò che ho prodotto, sto pensando a come
continuarla e ho già delle idee. Non ho ancora deciso se metterci una lemon o
no più avanti, ma c’è ancora tempo. Aspetto suggerimenti!
Questo capitolo è dedicato alla mia amica Bomby
che ci teneva così tanto che io scrivessi il secondo capitolo. Mi ha
ossessionato! Ecco, è tutto per te. J
Ora vi lascio a Harry e Draco. Buona lettura!
QUALCOSA DI NUOVO
Capitolo secondo
***
Draco
e Harry avevano sfruttato al massimo gli ultimi giorni di dicembre rimasti
prima dell'inizio delle vacanze di Natale. Si erano accordati per incontrarsi
ogni giorno in un posto diverso, dove potessero finalmente parlarsi un po' e
chiacchierare senza costrizioni. Certo, non solo quello, infatti ogni volta che
rimanevano soli non resistevano più di 15 minuti prima di saltarsi addosso!
Però riuscirono dopo tanti anni a conoscersi un po' meglio e a capire che tanti
dei motivi per cui avevano litigato e che li avevano tenuti divisi erano in
realtà incomprensioni. In particolare Draco potè sfogarsi con Harry
raccontandogli di come suo padre l'avesse obbligato a comportarsi in un certo
modo, di quanto fosse stato difficile fingere con tutti compresi i suoi
cosiddetti amici per tanto tempo e di come la cattura di suo padre l'avesse in
un primo tempo addolorato, ma in seguito sollevato: infatti di sicuro Lucius
Malfoy avrebbe costretto il suo unico figlio a seguire le sue orme diventando
un Mangiamorte agli ordini di Voldemort e Draco, per quanto potesse fingersi un
bulletto viziato, non avrebbe mai potuto diventare un assassino. Era stato
superfelice a vedere che Harry, una volta sentita la verità, aveva accettato di
perdonarlo per tutto ciò che gli aveva fatto subire. In cambio aveva ascoltato
con attenzione il racconto della notte spaventosa in cui il destino di Harry
era stato segnato per sempre direttamente dalla bocca del bambino
sopravvissuto, rendendosi conto di non essersi mai soffermato troppo a pensare
a quanto quell'avvenimento l'avesse fatto soffrire, e gli aveva chiesto
maggiori informazioni riguardo agli anni passati dai Dursley e agli scontri
diretti con Voldemort. Alla fine di tutti quei racconti Draco non poteva più
credere alle proprie orecchie. Come aveva fatto Harry ad andare avanti così a
lungo potendo contare solo su se stesso? Aveva sopportato prove incredibili per
un ragazzo della sua età eppure era ancora pronto a mettersi in gioco e a
dargli una chance per trovare insieme la felicità. E inutile dire che Draco
fosse al settimo cielo per tutta quella situazione.
Le
vacanze di Natale arrivarono decisamente troppo in fretta e i due dovettero
separarsi, anche se per un breve periodo.
Harry
infatti, per motivi di sicurezza, sarebbe andato come ogni anno a trascorrere
le vacanze dai Weasley e non avrebbe potuto uscire di casa da solo inosservato
neanche per un minuto. Draco invece sarebbe tornato a Malfoy Manor dove sua
madre lo aspettava per i consueti party natalizi dell'alta società. La
realizzazione che quella dannata guerra avrebbe impedito loro di vedersi
liberamente ogni qual volta non fossero stati a scuola fece odiare Voldemort a
Draco ancora di più.
Al
Serpeverde quelle due settimane sembrarono due secoli. Non aveva voglia di
uscire nè di vedere gli stupidi che giravano attorno a lui e alla sua famiglia.
Passò la maggior parte del tempo sdraiato sul suo lettone, chiuso in camera
sua, ripensando all'ultima volta che aveva visto Harry e a ciò che si erano
detti (per non parlare di ciò che avevano fatto). Era strano per lui, che fino
a pochi giorni prima sfogava la frustrazione della sua attrazione proibita per
Harry standogli attaccato con la scusa di insultarlo e tirargli dei brutti
tiri, avere la consapevolezza che stavolta, tornato a scuola, avrebbe potuto
stare con lui ed essere onesto e spontaneo, mentre i momenti di frustrazione
sarebbero stati proprio quelli in cui avrebbe dovuto indossare la solita
maschera e maltrattarlo. Sapeva che le cose non sarebbero potute essere normali
tra loro due, perchè tutta la scuola si aspettava che si odiassero a morte e un
cambiamento totale da un giorno all'altro avrebbe sollevato troppe perplessità.
La curiosità degli studenti di Hogwarts era rinomata e in pochi giorni
sarebbero stati sulla bocca di tutti. Non proprio quello che auspicava per la
loro relazione appena nata.
Al
suo rientro a scuola Draco cercò subito il compagno cercando di non dare troppo
nell’occhio. Purtroppo non riuscì ad incrociarlo prima di cena e non poterono
fare altro che scambiarsi lunghe occhiate focose e piene di sentimenti
inespressi, aumentando la loro frustrazione. Non essendosi potuti accordare,
passarono quella prima notte a Hogwarts ognuno nel proprio letto, e Draco
riuscì a fatica ad addormentarsi con l’immagine del proprio ragazzo così fresca
davanti agli occhi. I suoi sogni furono agitati e il mattino dopo si svegliò
già stanchissimo e con un mal di testa incredibile. I suoi compagni di stanza
lo presero in giro per le occhiaie che sfoggiava sul bel viso diafano e lui
ringhiò a destra e a manca fino alla fine della colazione. Insomma, per lui la
scuola ricominciava con l’umore pessimo.
In
più Harry era sceso molto presto per colazione insieme ai suoi amici e Draco
era riuscito a guardarlo per poco pochissimo tempo. Non vedeva l’ora di
stringerlo di nuovo fra le sue braccia, sentire il calore del suo corpo contro
il proprio e il suo respiro dolce e profumato sulle proprie labbra, appena
prima che quelle morbide e vellutate del Grifondoro si unissero alle sue… Solo
a fare questi pensieri si eccitava, ma cosa ci poteva fare? La prima lezione
per lui era di Incantesimi con i Corvonero, poi avrebbero avuto Trasfigurazione
con i Tassorosso. Non avrebbero avuto Pozioni, in comune con i Grifondoro, fino
al pomeriggio. Uno strazio per l’anima.
A
metà del pranzo a Draco tremavano le mani per il nervoso. Non riusciva a
deglutire neanche un boccone, si sentiva come se la bocca del suo stomaco fosse
completamente ostruita, bloccata da un nodo inscioglibile. Inoltre un po’
l’atteggiamento del suo ragazzo cominciava a dargli i nervi: infatti, mentre
lui sembrava sul punto di avere una crisi epilettica, il moretto se ne stava
tranquillo al suo tavolo mangiando, chiacchierando e scherzando coi suoi amici
come se niente fosse, allungandogli un’occhiata ogni tanto. Come faceva a
starsene così in pace col mondo se non erano ancora riusciti a salutarsi da
quando erano tornati a scuola? Possibile che lui ci tenesse così tanto a stare
da solo con lui mentre a Harry non gliene fregasse niente?
La
lezione di Piton trascorse senza grandi problemi, perché sebbene Draco fosse
potentemente distratto niente avrebbe mai fatto sì che l’arcigno professore
sgridasse il suo studente preferito. All’uscita dall’aula Draco decise che
fosse ora di avvicinare il proprio ragazzo per dargli appuntamento da qualche
parte prima di cena. Raccolse i suoi libri e velocemente si precipitò verso la
porta, proprio nel momento in cui anche il Grifondoro e i suoi due amici del
cuore stavano uscendo. Draco urtò con la spalla il moretto, facendolo andare a
sbattere contro il muro, mossa che fece lanciare un urletto di dolore a Harry
che fece preoccupare a sua volta il biondino di averci messo troppa energia.
Tuttavia era troppo nervoso per poter controllare al meglio il proprio corpo.
“Stai
attento a dove vai, Sfregiato!” esclamò Draco, avvicinandosi ciononostante a
lui.
Harry
lo guardò confuso.
“Mi
hai fatto male, Draco,” gli sussurrò sfregandosi la spalla dolorante.
“Scusa,”
mormorò in risposta Draco, “non sapevo come fare a parlarti…”
“Ci
sono milioni di modi per…”
“Non
posso star qui a discutere!” lo zittì Draco, guardandosi attorno allarmato.
“Potrebbero vederci!”
Harry
chiuse la bocca ma assunse un’aria imbronciata.
“Allora…”
cominciò Draco, ma fu interrotto da Ron che, avendo assistito alla scena, si
stava avvicinando preoccupato per il suo amico.
“Harry,
stai bene?” chiese il rosso ad alta voce.
“Sì,”
rispose Harry, ma l’intervento di Ron aveva richiamato Tiger e Goyle, che si
stavano avvicinando velocemente facendosi largo a spallate fra la folla.
“Harry,”
sussurrò Draco rivolgendosi al moretto, “vediamoci stasera…” ma poi Ron gli fu
accanto e non poté continuare. Riguadagnando il suo solito contegno sprezzante
si voltò e fece per andarsene, scostando con un brusco gesto della mano il
rosso e esclamando, a voce anche più alta del solito “E levati dai piedi, Lenticchia!
Oggi puzzi di porcile ancora più del solito…”
Poi
si allontanò con i suoi compagni di casa al seguito senza osare guardare
indietro.
Draco
si sentiva in colpa per il modo in cui si era comportato quel pomeriggio con
Harry e anche con Ron. In fondo Weasley era un suo amico, quindi non avrebbe
voluto dirgli quelle parole cattive, ma c’era lì tutta la classe a sentirli e
che figura ci avrebbe fatto a dare un appuntamento a Harry? E poi sapeva che
Hermione sapeva di loro due, perché aveva sentito Harry che glielo confessava,
ma non sapeva quanto ne fosse al corrente Ron e avrebbe preferito non creare
situazioni imbarazzanti anche per il proprio compagno.
Prima
di cena si preparò un bel bigliettino con scritto “Vieni alla torre di
Astronomia alle 8. Tuo Draco.”. Sperava di riuscire a darlo a Harry mentre
entravano nel salone. Così almeno non avrebbero dovuto parlare più di tanto e
avrebbero ovviato ai problemi di essere ascoltati.
Salì
stringendo il suo bigliettino nel palmo della mano come se fosse un tesoro, o
la chiave per la porta del paradiso, e con nonchalance si appoggiò con la
schiena al muro proprio fuori dal portone della sala principale, guardando
l’andirivieni di persone attorno a lui con occhi fintamente annoiati. I due
amici prediletti di Harry scesero insieme, ridacchiando fra loro, ma di Potter
nessuna traccia. Draco cominciò a preoccuparsi. Erano già entrati un po’ di
studenti nel salone e se quello zuccone fosse tardato ancora un po’ non avrebbe
potuto aspettarlo fuori. Stava per perdere le speranze quando vide i suoi
capelli neri spettinati distinguersi tra la folla. Si drizzò un po’ e si passò
istintivamente una mano tra i capelli, come per metterli in ordine, cosa
impossibile vista la loro abituale impeccabilità. Osservò il lento avvicinarsi
dell’oggetto dei propri desideri e quando se lo trovò davanti lo prese per una
manica e lo trasse di lato, cosicchè la gente potesse passare e non bloccassero
tutto il traffico, attirando decisamente l’attenzione.
Harry
si lasciò trascinare e appena furono leggermente fuori dal flusso di ragazzi e
ragazze che continuavano ad entrare nel salone per la cena sussurrò “Ah,
eccoti. Non sapevo quando cercarti, non mi hai detto niente stamattina…”
Draco
si risentì un po’.
“Io?
Non è colpa mia se la gente si è messa di mezzo…”
“Ah,
già. A proposito, non è stato molto…”
“Non
abbiamo tempo ora, Harry!” lo interruppe Draco spazientendosi. Trasse la mano
dalla tasca e ficcò il bigliettino nel palmo del moretto. “Tieni.”
“Cos’è?”
chiese Harry, vedendo il bigliettino e cominciando ad aprirlo per leggerlo.
Draco
lo fermò.
“Metti
via, c’è gente,” gli intimò.
Harry
lo guardò perplesso ancora una volta.
“Ma
perché ti fai…”
Per
l’ennesima volta non riuscì a finire la frase, perché alle sue spalle comparve
Hermione. Evidentemente aveva visto di sfuggita Harry davanti alla porta e, non
vedendolo arrivare, si era preoccupata ed era andata ad accertarsi che stesse
bene.
“Harry,
quanto ci stai mettendo a… Oh!” La ragazza si fermò, stupita, vedendolo in
conversazione con Malfoy. “Scusa,” riprese poi sorridente, la faccia di chi ne
sa un bel po’. “Non sapevo che fossi qui con Draco…”
Il
biondino aprì la bocca per salutarla e dire al suo ragazzo che si sarebbero
visti più tardi, ma l’ennesima interruzione lo bloccò. Da dietro di lui una
voce roca dalla quale traspariva solo stupidità apostrofò la riccia.
“Ehi,
Granger! Come ti permetti di chiamare Malfoy per nome?”
Draco
riconobbe la voce di Tiger senza bisogno di vederlo in faccia. Sospirò tra sé e
sé, chiedendosi perché quel giorno ce l’avessero tutti con lui e non fosse
possibile rimanere un attimo in pace col suo amore. Era incredibile, in tutto
il tempo che avevano passato insieme prima delle vacanze di Natale non avevano
mai avuto problemi ad incontrarsi da soli o a scambiarsi due parole senza
interruzioni. Ma con ogni probabilità era la fretta di parlarsi e di stare
insieme che faceva cogliere loro ogni occasione, anche le meno propizie. Il
biondo comunque si riprese subito. Si era abituato in anni di finzione a sfoderare
sempre la faccia del bastardo al momento giusto.
Così
fece un’espressione schifata e, squadrando Hermione, disse ad alta voce, così
che Tiger, e sicuramente anche Goyle visto che quei due sembravano uniti con la
colla, più i pochi studenti che si erano fermati a guardare la scena
incuriositi sentissero bene, “Infatti, Granger. Non osare mai più rivolgerti a
me così. Stupida Mezzosangue…” concluse in un sibilo, facendosi largo poi fra i
due Grifondoro con un magone nel petto incredibile ma l’aria di chi può e sa
spadroneggiare per la scuola.
Andò
a sedersi direttamente al tavolo dei Serpeverde e per la seconda volta quel
giorno mangiò poco o niente. Notò che Harry e Hermione ci misero un po’ a
risedersi al tavolo dei Grifondoro, e il moro sembrava intento a consolare la
ragazza, che annuiva debolmente, tenendo gli occhi bassi.
Draco
si morse la lingua. Aveva esagerato, ma per l’abitudine le parole gli erano
sgorgate da sole senza che lui neanche ci pensasse. Era troppo abituato ad
insultare tutti nel modo peggiore. Avrebbe dovuto controllarsi, darsi una
calmata, ma ci voleva tempo e per il momento aveva fatto un casino e ne era
consapevole.
Quando
si alzò dal tavolo se ne andò subito sulla torre di Astronomia, pregando in
cuor suo con tutte le sue forze che il suo amore potesse capire le sue ragioni
e perdonarlo. Soprattutto, sperava ardentemente che la sciocchezza di poco
prima non lo facesse desistere dal raggiungerlo per il loro primo appuntamento
intimo in più di due settimane…
Draco
cominciava ad essere potentemente infreddolito. Si alitò sulle mani, per poi
abbracciarsi e sfregare i palmi sulle braccia. Era gennaio e si sa che in quel
periodo in Scozia fa un freddo polare! Fece qualche passo, avvicinandosi
nuovamente alla balaustra e guardando giù il paesaggio invernale ricoperto di
neve e illuminato solo dalla luna. Non c’era né una figura né un’ombra che si
muovesse in quella notte silenziosa. Nessuno aveva fatto capolino da quando era
lì e la cosa non lo stupiva: aveva scelto un posto così appartato e all’aperto
apposta perché con quel gelo avrebbe trattenuto chiunque dall’andarci. La cosa
a lui non interessava: quando era con Harry sapeva per esperienza che non
sentiva né il freddo né il sonno né la fatica, si dimenticava di tutto, anche
dei suoi problemi, tranne che del bellissimo ragazzo che aveva tra le braccia.
Ma quella notte Draco aveva un freddo cane. Sì, perché Harry non si era
presentato. Ormai erano le 8 passate, e di Harry neanche traccia, non una
lettera né un avviso, neanche vagamente il profumo. Oh, cos’avrebbe dato Draco
per avere sulle mani il suo profumo, come quelle notti in cui, dopo essere
stato con lui, tornava nel proprio dormitorio e si metteva a letto, e sentiva
tutto attorno a sé il suo odore, sui suoi vestiti, sulle sue mani, sul suo
viso, tanto che gli sembrava di averlo lì con sé e si addormentava felice e
sereno.
Stava
per decidersi a ritornarsene nei bui sotterranei dove c’era la sua casa quando
sentì dei passi affrettati su per le scale. Si voltò col cuore in gola, che gli
batteva a mille all’ora per l’aspettativa, e quando dall’accesso alla torre
vide spuntare quei meravigliosi capelli neri e quegli inconfondibili occhi
verde smeraldo, che gli occhiali non riuscivano nonostante tutto ad offuscare, si
sentì sul punto di svenire. Invece gli corse incontro sorridendo a trentadue
denti, buttandogli le braccia al collo e baciandolo con trasporto. Ci mise
qualche secondo ad accorgersi di un piccolo particolare: Harry non lo stava
ricambiando. O meglio, sì, all’inizio l’aveva baciato a sua volta, ma ora che
Draco cercava di metterci più passione, il moretto invece sembrava intenzionato
a fermarlo. Quando sentì le mani del compagno sul petto spingerlo via, ne ebbe
la conferma. Draco rimase a fissare Harry senza comprendere.
“Draco,”
disse calmo Harry passandosi la lingua sulle labbra distrattamente, quasi
casualmente, inavvertitamente scatenando gli ormoni del biondo. Abbassò lo
sguardo prima di continuare, come per cercare di concentrarsi su ciò che doveva
dire. “Non… Dobbiamo parlare.”
Draco
lo guardò esterrefatto.
“Cosa?”
“Dobbiamo
parlare seriamente,” ripetè Harry guardandolo di sottecchi.
“Di
cosa? È successo qualcosa…” chiese subito preoccupato.
“No,
cioè, sì. Oh… Così non può funzionare.”
“Scusa?!?”
Draco era incredulo.
“Non
fraintendermi. Io ti amo, non è cambiato nulla durante le vacanze, e se dovessi
seguire solo i miei sentimenti per te a quest’ora sarei tra le tue braccia e
non qui a cercare di parlarti, di spiegarti… Ma ci sono cose sulle quali non
posso transigere ed è necessario che noi chiariamo questa situazione subito,
prima che diventi troppo dolorosa.”
Draco
era costernato. Davvero non capiva a cosa si riferisse il suo ragazzo. A meno
che…
“Non
sarà per quello che è successo oggi con la Granger?” chiese pensando di aver
intuito il problema.
“Si
chiama Hermione, e sì, è anche per quello.”
“Ma
mi è scappato!” si difese Draco, prendendo le mani di Harry e fissandolo dritto
negli occhi. “Ero un po’ impanicato e non mi sono reso conto di ciò che
dicevo…”
“Certe
cose non scappano,” lo rimproverò Harry. “Se non lo pensi davvero dovresti
smetterla di dirlo. Hermione c’è rimasta molto male per ciò che hai detto, e
anch’io se proprio vuoi saperlo. Pensavo saresti cambiato…”
“Ma
lo sono, voglio dire, guardami!” esclamò Draco, indicando se stesso e poi la
torre attorno a loro. “Se sto qui con te ci sarà una ragione, no?”
“Non
basta questo, Draco!” ribattè il moretto. “Le cose che dici offendono e
feriscono gli altri e per quanto io possa credere alla sincerità dei tuoi
sentimenti per me non posso permettere che tu te ne vada in giro a insultare i
miei amici…”
“Ma
è stato un caso, non succederà mai più, ho sbagliato, ma mi morderò la lingua
la prossima volta invece di dire qualcosa del genere, lo giuro!” disse
concitatamente Draco.
“Non
è solo per Hermione!” sospirò Harry, lasciando le mani di Draco e voltandosi a
guardare il paesaggio intorno a loro.
“E
cosa allora?”
“È
anche per quello che è successo oggi con Ron, fuori da Pozioni…”
“E
cosa avrei dovuto fare? C’era tutta la classe a guardarci, Weasley avrebbe
sentito ogni parola che avessimo detto e avevo Tiger e Goyle dietro la schiena!
Come avrei fatto a fingere senza dire quelle cose?”
Due
occhi giada si puntarono accusatori sui suoi.
“Non
lo vedi che è proprio questo il problema?” Ci fu un secondo di silenzio, poi
Harry riprese. “Sono stufo di tutti questi sotterfugi, non ne posso più di
vederti fare il gradasso tutto il giorno con me e chi mi sta attorno per poi
starmene con te a sbaciucchiarmi negli angoli! Ho un sacco di problemi, te ne
sarai accorto, tutto il mondo già cerca di farmi fuori, e dal mio ragazzo avrei
bisogno di comprensione, aiuto, tutto tranne che altre ragioni per fingere di
essere ciò che non sono! Io non riesco più a litigare con te per finta. Un
conto è cercare di ignorarti il più possibile, quello mi riesce più o meno,
anche se in queste ventiquattr’ore senza parlarti mi è sembrato di impazzire,
ma insultarti, prenderti in giro… No, quello è troppo. E comunque, per tua
informazione, Ron sa tutto.”
“Come?”
domandò Draco spiazzato.
“Gli
raccontato tutto di noi due durante le vacanze e Hermione mi ha aiutato a
convincerlo che tutto sarebbe andato per il meglio, che ci amavamo, che tu
fossi diverso da quello che davi a vedere. Pensa quanto si è ricreduto quando
gli hai detto quelle cose fuori dall’aula…” Harry sospirò e fece qualche passo
in direzione della balaustra. “Non ho la forza per difenderti dalle ire dei
miei amici ogni giorno solo perché tu devi mantenere la tua facciata da
stronzo.”
Il
biondo si sentiva tremare e non per il freddo. Sentiva il nodo di emozione che
gli aveva stretto lo stomaco tutto il giorno sciogliersi ora, ma solo per
trasformarsi in lacrime. Tuttavia si trattenne.
“Harry,”
lo chiamò, avvicinandosi a lui e prendendolo per il polso. “Cerca di capire. Io
posso limitarmi, ma non posso ignorarti del tutto. Tutta la scuola si aspetta
che io ti maltratti, i miei compagni non mi riconoscerebbero più se smettessi
di insultarti ad ogni occasione…”
“E
cosa conta di più, ciò che pensa tutta la scuola o come mi sento io?” gli
chiese diretto Harry.
“È
naturale che per me sia più importante tu, ma se non mi comportassi così la
gente comincerebbe a farsi domande e finirebbero per scoprire di noi due.”
“Non
vedo il problema,” rispose testardo Harry.
“Come
no?! Non mi dire che per te sarebbe tutto normale, se tutta la scuola sapesse
che stiamo insieme. Potter e Malfoy! Ma lo senti quanto suona ridicolo?”
“Già,
davvero ridicolo,” rispose il moro ora visibilmente arrabbiato. “Tanto quanto è
ridicolo che io abbia creduto di trovare qualcosa di più in te del ragazzo
viziato che mi hai mostrato per tanto tempo. Pensavo che tu mi amassi, ma
evidentemente per te anche i sentimenti vengono dopo te stesso. Se non hai
neanche il coraggio di dire ai tuoi amici ciò in cui credi, a cui tieni, beh,
forse è meglio se la finiamo qui.”
Il
viso di Harry era arrossato e i suoi occhi scintillavano pericolosamente vicini
alle lacrime, il suo respiro accelerato che si trasformava in nuvolette di
vapore grigio tra i loro visi.
Draco
rimase stordito da tutte quelle parole, incapace di formulare una risposta. Non
poteva credere che Harry lo stesse, praticamente, mollando. Era tutto appena
iniziato, non poteva finire così in fretta.
Con
voce tremante, balbettando leggermente, mormorò “Co-cosa stai cercando di
dirmi, Harry?”
“Che
penso sia meglio che smettiamo di vederci, almeno fino a che tu non avrai
deciso quali sono le tue priorità nella vita,” rispose Harry. Una lacrima
scivolò sulla sua guancia, fermandosi un secondo sulla curva della mascella per
poi cadere come una scintillante goccia al suolo.
Draco
si sentì crollare il mondo addosso. Era la cosa più brutta che gli potesse
capitare. Non si era mai sentito così disperato in tutta la sua vita.
“Non…
Non puoi,” biascicò, la voce roca per le lacrime che cercava di sopprimere,
“non puoi lasciarmi. Ho bisogno di te, non… Ti prego, dammi un’altra
possibilità! Ti prego. Non ce la posso fare così… Non puoi farmi sfiorare il
paradiso e poi rigettarmi all’inferno in cui ho vissuto tutta la mia vita. Non
posso tornare alla mia vecchia vita ora che ho provato quanto sia meraviglioso
stringerti tra le mie braccia!” Si dovette interrompere per prendere fiato. Si
sentiva spaccare dall’interno. “Ti prego, Harry…” lo implorò ancora una volta
abbassando il viso e stringendo gli occhi, le mani che si erano strette alla
divisa del ragazzo moro disperatamente.
“Mi
dispiace,” balbettò la voce rotta di Harry, che stava piangendo ancora.
“Dimostrami che tra noi c’è più di pura attrazione fisica e io sarò qui ad
aspettarti, anche per sempre. Ma se per te sono solo un passatempo…” singhiozzò
una volta, poi concluse “Ti amo, Draco, ma non posso…”
Dopodichè
il Grifondoro si liberò dalla presa del Serpeverde e corse via, singhiozzando
rumorosamente, sparendo giù per le scale.
Draco
si girò di scatto, urlandogli dietro “Harry, aspetta!” ma il moretto non si
fermò né diede segno di averlo sentito. Allora, rimasto solo, il biondo si
accasciò sul gelido pavimento di pietra, distrutto, e portandosi una mano
davanti al volto quasi a coprirsi dagli sguardi di invisibili spettatori del
suo dolore, si lasciò andare ad un lungo pianto pieno di disperazione.
Ops… Come sono cattiva! Vi lascio con l’ansia
fino al capitolo 3… Mah, non so se ci sia tutta questa ansia, ma spero vi sia
piaciuto comunque questo capitolo. Scriverò presto ma non vi dico come
continua… Eh eh eh, sono malefica!!!
Bene bene, eccomi giunta ai ringraziamenti. Oh
mio dio che emozione!!!
Allora…
Magica: Grazie mille, mi rincuora
sapere che tu abbia apprezzato Draco. Hermione è una ragazza molto intelligente
e ha capito che se era importante per Harry doveva sostenere la sua decisione.
Ely_scorpioncina: Ecco
a te il seguito! (Grazie a tutte coloro che mi hanno detto di continuarla, non
me l’aspettavo proprio!!!) Questo capitolo non è andato proprio tutto bene ma…
Non posso dirtelo, è un segreto! Un bacione.
Loki: Grazie mille, continuerò,
spero con meno lentezza!
Little Fanny: Bacio anche a te e
grazie per l’incoraggiamento!
Lou: La tua recensione mi ha
emozionato tantissimo. Non mi aspettavo di poter trasmettere qualcosa di bello
ad altri, sono sempre molto insicura di me e di ciò che scrivo, mi sembra
sempre tutto scritto male. Grazie e continua a leggere!
DarkPoison: Grazie mille, non so
cosa dire per sdebitarmi di tanti complimenti.
Aviendha: Ecco anche per te il nuovo
capitolo. Grazie dei complimenti issimi issimi!
Naife: Ho letto tantissime storie
tue, sei bravissima! Sono stata contentissima quando ho visto che mi avevi
commentato. Grazie mille!
Colgo l’occasione anche per ringraziare chi ha
recensito la one-shot che ho scritto nel frattempo, “Something borrowed,
something blue”, anche se sono solo due persone mi hanno fatto un sacco
piacere.
Un bacio a tutte alla prossima!!!!!!!!