Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: kamomilla    13/12/2005    13 recensioni
Questo è il seguito di "Una nuova vita". Hermione e Draco sono ormai adulti e molto innamorati. Vivono insieme a Malfoy Manor, anche se la loro vita non è sempre tutta rosa e fiori. Ma è la loro vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
QUANDO L’AMICIZIA DIVENTA AMORE

OUR LIFE

- Epilogo-

 

 

 

 

 

Come da migliore tradizione, Harry Potter era confuso.

Tutta la sua famiglia era impegnata ad agghindarsi e ad impacchettare regali per un qualche motivo a lui sconosciuto. Inoltre, sua moglie era come scomparsa. Si spostò in salotto dove, stranamente, regnava la calma più assoluta.

-Dov’è Ginny?- domandò a Simon, che seduto sul divano era immerso in una pergamena sgualcita. Lui nemmeno lo sentì, emise un flebile sospiro, si strinse la lettera contro il petto e poi fece una cosa molto strana: la annusò.

Harry si avvicinò, sedendosi accanto a lui.

-Simon, che caspita… ma che schifo, cos’è questa puzza?-

Il ragazzo alzò gli occhi su di lui, stupito che nella stanza ci fosse qualcun altro.

-Ah, papà. Non ti ho sentito arrivare.-

-Me ne sono accorto. Cos’è questa puzza? Tua sorella non starà di nuovo tentando di cucinare…

-No, Dana non c’entra. È la lettera. E non è puzza, è profumo! Ha profumato la lettera!-

Harry corrugò la fronte.

-La lettera?-

-Non la lettera, papà. La lettera!-

-Non capisco cosa… no! La lettera che hai in mano… è di Michelle? La ragazzina di Tassorosso che ti piace?-

-Sì!- esclamò Simon, mentre uno sguardo ebete s’impossessava del suo volto.

-Davvero? E bravo il mio ragazzo!- commentò il moro con il tono che riservava a quei virili momenti di confessioni padre-figlio, dandogli una poderosa pacca sulla spalla. –Cosa dice?-

-Che le farebbe piacere che ci vedessimo durante l’estate. Cosa dico? Cosa le rispondo? La invito a Diagon Alley? O forse ad Hogsmead? Lì c’è quel localino di Madama Piediburro dove…- s’interruppe, intercettando lo sguardo di Harry, ed arrossì furiosamente. –Io in realtà non so com’è, me ne hanno parlato alcuni miei amici che ci hanno portato le loro ragazze.-

-Oh, anche tuo padre lo conosce benissimo!- assicurò la voce divertita di Ginevra, che fece il suo ingresso in salotto in un frusciante vestito di raso rosso. –Durante il suo quarto anno ci ha portato la sua prima ragazza, Cho Chang, bellissima Corvonero di un anno più grande. Nel bel mezzo dell’appuntamento le ha detto che dopo doveva vedersi con Hermione e lei l’ha piantato nel locale sotto lo sguardo di tutti gli altri.- sorrise al marito e si chinò per dargli un lieve bacio sulle labbra. –È uno degli aneddoti preferiti di Ronald.- poi passò in rassegna con lo sguardo sia Harry che Simon e si oscurò in volto.

-Non siete ancora pronti!- esclamò contrariata. Padre e figlio si scambiarono uno sguardo.

-Per la festa a Malfoy Manor, dici?-

-Certo, per cosa altrimenti?!-

-Perché, bisognava vestirsi eleganti?-

Ginny roteò gli occhi, sbuffando esasperata.

-Secondo te perché mai mi sono vestita così, se non si richiedeva un certo abbigliamento? Sarei andata in jeans!-

-Ah.- mormorò Harry. Si alzò sbuffando. –Che io, poi, non ho ancora capito cosa diamine si festeggia stasera.-

-Il diploma di Camilla!- disse prontamente Simon, gli occhi che scintillavano. Camilla era la persona con cui aveva legato di più in assoluto. Avevano qualche anno di differenza, cinque, che nel periodo dell’adolescenza erano molti, ma si volevano davvero tanto bene. Come se fossero due fratelli, ma non solo. Erano amici e confidenti. Camilla gli parlava di scuola, dei G.U.F.O e dei M.A.G.O, e delle cotte, e sebbene fossero problemi che lui ancora non aveva affrontato, la ascoltava attentamente e cercava sempre di darle un buon consiglio. E lei ricambia, naturalmente. Era stato grazie ai suoi consigli se era riuscito a dire a Michelle Berrys che gli piaceva.

-E anche per il compleanno di Alex.- dissero in coro due bimbe dai capelli rosso fuoco, appena entrate nel salotto mano nella mano. Sarah e Joanne, quattro anni. Gemelle. Due coppie identiche della madre. Anche in quanto a carattere determinato.

-E per l’inizio dell’estate.- aggiunse il tono saccente Dana, cinque anni. La bambolina della famiglia. Aveva preso i capelli scuri del padre, con l’unica differenza che i suoi non erano costantemente in disordine, ma erano lunghi e boccolosi, e gli occhi azzurri della madre. Una bellezza.

-C’erano tutte queste cose da festeggiare e così hanno deciso di mettere tutto insieme e fare una festa grandissima!- riassunse Lily in tono spiccio, strattonando con un gesto seccato il vestitino azzurro. Se Dana era la signorina, lei era il maschiaccio. Aveva sei anni e passava il tempo a giocare a Quidditch con Simon.

Harry la fissò, percorrendola con lo sguardo. Sulla fronte, appena sopra al sopracciglio destro, c’era una piccola cicatrice, una piccola strisciolina di pelle un poco più chiara. Non visibile come la sua, anzi, quasi trasparente, ma c’era. Il ricordo di una cosa brutta, che però aveva dato a lui e a Ginny la possibilità di crearsi la numerosa famiglia che avevano ora. Gli sembrava strano vederla con la gonna, quando solitamente non indossava altro che jeans, spesso e volentieri rotti in vari punti, e comode magliette larghe. Sorrise. Lily era la sua consolazione in quel mondo di donne.

-Allora mi sa proprio che ci dovremo cambiare, papà.- sbuffò Simon incamminandosi su per le scale. Harry lo seguì, sospirando pesantemente. Il ragazzino si voltò e gli sorrise.

-Dai, papà, andiamo a salutare e poi ce la svignamo.-

-Come no, Sim. Tu te la svigni con Camilla e io me ne devo stare lì, impagliato come un pinguino nel mio smoking.-

-Ah, non so proprio se Camilla avrà tempo per me. Ci saranno tutti i suoi amici, stasera.- fece una smorfia. –Anche quel Handers.-

-Handers? Jonathan Handers? Quello che ha portato a casa questo Natale? Credevo si fossero lasciati.-

-Si erano lasciati.- puntualizzò Simon sbuffando. –Poi lui le ha regalato delle rose e si sono rimessi assieme. Tu come la chiami una cosa del genere, papà? Io la chiamo abbindolamento.-

-Sono perfettamente d’accordo con te.- annuì Harry.

-Già. E poi a me quello non è mai piaciuto. È così arrogante!-

-Oh, neanche a me piace! E neanche a Malfoy, sta’ tranquillo. Deve fare attenzione a quello che combina, stasera. Hai visto come lo guardava Malfoy a Natale, quando l’ha baciata sotto il vischio?-

-Eccome se ho visto!- ridacchiò Simon. –Se zia Hermione non l’avesse trattenuto gli avrebbe staccato la testa!-

Harry si concesse un ghigno.

-Vero. Senti, Simon, ma tu… lei con te parla, no? Non è che… insomma, tra lei e Daniel…

Il ragazzino scosse tristemente la testa.

-Niente da fare.-

-Ma non le piace? Io proprio non le capisco le donne! C’è questo ragazzo che morirebbe per lei e lei se ne frega!-

-Non è che se ne frega, pa’. È che… non crede che Daniel sia innamorato di lei. Se lui l’abbraccia lei crede che sia perché sono amici. E quando cerco di aprirle gli occhi sai cosa fa? Mi si mette sa ridere in faccia e mi da del ragazzino. Dice che tra loro funziona così, sono solo amici. E quando le chiedo come mai secondo lei Daniel non abbia ancora avuto una storia seria, lei mi risponde che evidentemente non ha ancora trovato la ragazza giusta. Io allora ribatto che è perché secondo Daniel è lei la ragazza giusta, ma Camilla sbuffa, scrolla le spalle e cambia argomento. È una testarda tremenda!-

-Influenza di Malfoy.- disse Harry annuendo gravemente. I due si sorrisero, poi Simon gli diede una pacca sul braccio e si chiuse in camera sua per cambiarsi.

 

 

 

 

 

-Sabri, che pancione!- esclamò Hermione facendole la linguaccia, mentre la bionda avanzava per il salotto a braccetto con Blaise ostentando orgogliosamente la pancia che si intravedeva appena sotto la stoffa verde chiaro del vestito elegante.

-Stai zitta, tu! Stai solo morendo d’invidia perché tu, a cinque mesi, eri già enorme, mentre io sono in perfetta forma!-

Le due amiche si abbracciarono, mentre Draco e Blaise si scambiarono una virile pacca sulla spalla.

-Come ti va, Blaise?-

-Tutto bene. Non è terribile come dicevi tu, avere una ragazza incinta.-

-Non è terribile? Vuoi dire che ti piace impazzire per cercare gelato al gusto di panettone?-

-Non so… Sabrina mi ha sempre chiesto cose strane, quindi immagino di esserci abituato.-

Draco ghignò.

-Anche questo è vero.-

-Blaise… tesoro, Hermione chiede a quando la proposta di matrimonio.- disse Sabrina girandosi verso il ragazzo e fissandolo con sguardo penetrante.

-Quanto sei bugiarda! Hermione non l’ha chiesto… Hermione, l’hai chiesto?-

La ragazza scosse la testa, beccandosi un’occhiataccia da parte dell’amica.

-Vedi, non l’ha chiesto. Devi smetterla, Sabri!- la cinse con un braccio e la baciò sulle labbra. –Ho intenzione di stupirti, quando ti chiederò di sposarmi. Quindi smettila di buttarmi lì la cosa. Tanto te lo chiedo, cosa credi?-

-Sì, ma muoviti!-

-Con calma, amore mio. Con calma. E poi fino a ieri mica volevi avere il bambino prima di sposarti? Dicevi che faceva più star del cinema.-

-Infatti, ma Hermione ha detto che così la copio.- disse con voce lamentosa.

Blaise e la mora scoppiarono a ridere, mentre Draco riempì due calici di champagne e glieli tese.

-Tu no, Sabrina.- disse ghignando. –L’alcol farebbe male al bambino. E dato che vista la madre la sua sanità mentale è già andata a farsi benedire, vorrei salvaguardare almeno la sua salute.-

Lei inarcò un sopracciglio e lo guardò con aria di sufficienza.

-Sono arrivati Ginny, Harry e la mandria. Andiamo a salutarli Blaise.- suggerì in tono fintamente offeso.

-Va bene, andiamo. Ci vediamo dopo, ragazzi.-

Draco li osservò andarsene e strinse Hermione tra le braccia.

-Sono una bella coppia, non trovi?- chiese affondando il naso tra i suoi capelli.

-Sono fantastici insieme. Sabrina è così felice di diventare mamma!-

-Anche Blaise lo è. Però adesso non parliamo dei nostri rispettivi migliori amici, tesoro.-

La mora sorrise baciandolo dolcemente sulle labbra.

-E di cosa vorresti parlare?-

-Di una cosa a cui stavo pensando.-

-Sentiamo.-

-Che ne diresti se noi due… aggiungessimo un altro Malfoy alla collezione?-

Lei lo fissò fintamente perplessa.

-Facciamo collezione di Malfoy?-

-Naturalmente. Per ora abbiamo due pezzi: la bruna ed il biondo. Io proporrei di provare un’altra volta. Chissà che non ne venga fuori il giusto mix tra me e te. Che so, una mora con dei profondi occhi azzurri. Sarebbe una bellezza, non credi? O magari un maschio, così diventerebbe un playboy come me.- intercettò lo sguardo della moglie. –Voglio dire, come lo ero una volta.- la baciò. –Che ne dici?-

-Dico che dovresti chiedermelo stasera.-

-A letto?-

-Sì.-

-Perché sono talmente bravo che non puoi far altro che dirmi di sì.-

-Precisamente.- sorrise Hermione.

-Va bene, lo farò. Però forse potremmo anche darci da fare adesso, ci imboschiamo da qualche parte e…

-Che schifo!- esclamò una voce strascicata in tono indignato. –Mamma, papà, non in pubblico!-

I coniugi Malfoy si staccarono e si ritrovarono davanti il ghigno di Alex, del tutto identico a quello del padre. Erano davvero due gocce d’acqua. Stessi capelli biondi e stessi occhi azzurri. Erano gli stessi anche i lineamenti, duri e fieri.

-Che c’è tesoro?- domandò Hermione sorridendo al figlio.

-Sono arrivati gli zii ed i Weasley. Posso andare a giocare con Stefy, Simon e Lily in giardino?-

-Certo che puoi.-

-Va bene, allora ciao, ci vediamo dopo. Ah, papà…

-Sì?-

-È arrivato anche Jonathan Handers.-

Draco si sporse in avanti, in modo da guardare il figlio negli occhi.

-Novità?-

-Draco!- lo rimproverò Hermione. –Fatti gli affari tuoi! Camilla è abbastanza grande per…

-Shh!- la zittì il marito con un gesto seccato. –Dai, Alex.-

-Li ho visti qualche minuto fa in giardino. Stavano litigando.-

Il biondo ghignò.

-Bene, bene, bene. Perché?-

-Non ho capito, ma a quanto pare lei gli ha detto di non volerlo più vedere.-

-Perfetto!- frugò nelle tasche, tirando fuori due galeoni. –Bel lavoro, Alex!-

Il bambino incassò i soldi e se ne andò, ignorando lo sguardo inquisitore della madre.

-Draco!- sbottò Hermione. –È una cosa… subdola e meschina! Corrompere tuo figlio per impicciarti degli affari di tua figlia! Io davvero non posso tollerare…

Lui la zittì con un bacio.

-Hermione, io ti amo. Però… stai fuori da questa cosa, va bene? Sono suo padre e devo proteggerla. Quello è un cretino che la prende in giro ed io non ho intenzione di lasciare che soffra per un idiota del genere. Lascia fare a me.-

-Ma…

Non ebbe il tempo di replicare, che lui era già sparito.

 

 

 

 

 

Ronald Weasley cercava di stare dietro alla moglie, che correva da una parte all’altra del salone sbracciandosi a destra e a manca per salutare.

-Calì, tesoro, vorresti cortesemente aspettarmi e non…

-Ron, guarda là, c’è Elisabeth!-

-E chi è Elisabeth?-

-La moglie di Neville! E il loro bimbo. Guarda com’è carino, così paffutello! Andiamo a salutarli, dai.-

-Vai tu, cara. Io… mi cerco qualcuno con cui parlare, va bene?-

-Come vuoi. Ci vediamo dopo.-

Lui annuì e si guardò intorno. Si sentiva sempre spaesato quando c’erano le feste a Malfoy Manor. Nessuno lo acclamava e nessuno gridava il suo nome, tanto per cominciare. Non che fosse una cosa necessaria, per carità, ma lo faceva sentire più a suo agio. A casa Malfoy, invece si sentiva costantemente fuori luogo. I suoi rapporti con Hermione non erano più freddi come dopo la epica litigata, ma neanche particolarmente affiatati. Si trattavano con distaccata cordialità e dopo i primi dieci minuti non sapevano più cosa dirsi. Di Malfoy era meglio non parlare, Ronald immaginava che non lo uccidesse solo per il bene della figlia che “avevano in comune”, come piaceva dire a Camilla. Con Zabini e Sabrina non aveva alcuna confidenza, ma era sicuro che fossero piuttosto ostili nei suoi confronti. E poteva anche capire, naturalmente. Insomma, lui era il migliore amico di Malfoy, non si poteva aspettare altro, mentre lei era la migliore amica di Hermione, era colei che l’aveva vista piangere per colpa sua. Ginny, sua sorella, era come la loro madre: sempre impegnata. O in cucina, o con i bambini, ma per lui non aveva mai tempo.

Poi c’era Harry. Poteva dire che erano amici. Non come ai tempi di Hogwarts, naturalmente, ma erano amici. Ad entrambi piaceva la compagnia dell’altro e qualche volta andavano a bere qualcosa al Testa di Porco.

Poi c’era Camilla, la sua bambina che bambina non era più. Una volta, non appena lo vedeva, gli saltava al collo e non lo mollava più. Lo ascoltava raccontare delle partite di Quidditch, degli allenamenti e di tutto quanto e pendeva dalle sue labbra. Ora, invece, lo liquidava con un abbraccio ed un bacio veloce e poi tornava ai suoi affari, lasciandolo in balìa di quegli adulti che non lo prendevano poi tanto in considerazione.

Si sedette su uno sgabello del bar che avevano allestito in un angolo ed ordinò un Whisky Incendiario. Lasciò che lo sguardo vagasse sulla pista da ballo ed individuò la figlia stretta ad un ragazzo dai capelli biondi. Corrugò la fronte, notando la mano di lui muoversi sulla sua schiena, lasciata scoperta dall’elegante vestito color panna, ed avvicinarsi sempre di più al suo fondoschiena.

-Uccideresti, Weasley?- sussurrò una voce strascicata alle sue spalle. –Anche io.-

Ronald si girò, ritrovandosi davanti il ghigno di Draco Malfoy.

-Fino a Natale non stava con un altro?-

-Sì, con Jonathan Handers. Ma a quanto mi ha detto il mio informatore dieci minuti fa si sono lasciati e lei gli ha detto che non vuole più vederlo.-

Ron inarcò un sopracciglio.

-Simon?-

-Alex. Li ha visti in giardino.-

-E allora questo con le mani a ventosa chi sarebbe?-

-Stuartson, Grifondoro.-

-Il figlio del Viceministro?-

-Precisamente. A quanto mi ha detto Potter, che glielo ha detto Simon, sta dietro a Camilla da un bel po’. A lei è sempre piaciuto, ma non più di quanto le piacesse Handers. Sembra un bravo ragazzo, eppure le sue mani sono disgustosamente appoggiate sul corpo di mia figlia. La cosa non mi va bene.-

-Oh, nemmeno a me!- esclamò Ronald annuendo. –Ma cosa ci possiamo fare? Dopotutto Camilla ha diciotto anni, non possiamo immischiarci nella sua vita, no Malfoy? A quest’età è normale che si interessi ai ragazzi e noi non possiamo impedirglielo. Non possiamo controllarla costantemente.-

-No, infatti. Se avessi potuto controllarla o impedirle di frequentare i ragazzi lo avrei già fatto; da solo, senza neanche venire a chiedere il tuo aiuto.-

L’altro lo fissò intensamente.

-Che vuoi dire?-

-Che si può arrivare ad un compromesso.-

-Cioè?-

-Lei può frequentare un ragazzo. Un bravo ragazzo che la stimi, la rispetti e soprattutto la ami. Hai presente di chi sto parlando?-

Gli sguardi di entrambi saettarono verso la parte opposta della pista da ballo dove, seduto su un divanetto, Daniel chiacchierava con una bella ragazza dai capelli color mogano. Era diventato davvero un bel ragazzo, alto più di un metro e ottanta, il fisico asciutto ma compatto. Con i suoi capelli scuri e gli occhi verde brillante erano molte le fanciulle che gli ronzavano intorno. Ma lui non si era mai aperto più di tanto con nessuna. Le sue storie erano fugaci e tra le ragazze della scuola era risaputo che se lui si fosse mai imbarcato in una relazione seria con una di loro, avrebbero dovuto costantemente combattere contro Camilla Malfoy.

-Nott?-

-Già.-

-Se devo essere sincero non l’ho mai stimato particolarmente.-

-Perché sei imbottito di pregiudizi, Weasley. Daniel Nott è stato un Serpeverde, cosa secondo me tutt’altro che negativa, e tu lo giudichi per questo. Però lo hai visto assieme a Camilla. Dimmi se nei suoi occhi non hai visto amore, solo una marea d’amore.-

Ronald ci pensò su, rivedendo nella sua testa tutti i Natali, compleanni e varie festività in cui li aveva visti assieme. Annuì.

-Quindi sei d’accordo con me?- domandò Draco ghignando.

-Questa volta sì, Malfoy. Ma Camilla…

-Camilla non ha mai detto di essere innamorata di lui, ma non ha mai nemmeno smentito. Camilla crede che lui non sia innamorato di lei. Quindi, dobbiamo solo dire a Daniel che deve essere più esplicito.-

-Hai… hai intenzione di parlare con Daniel?-

-Ovviamente. E tu mi accompagnerai.-

-Io?- Ron scosse la testa. –No, non voglio immischiarmi.-

Draco lo raggelò con un’occhiata.

-Non vuoi? Guarda la pista, Weasley. Guarda Camilla. Guarda la mano di quel bastardo che si muove su e giù per la sua schiena. Lo vedi Stuartson che si china in avanti e le sussurra all’orecchio? Sai cosa le sta dicendo? Le sta dicendo: “usciamo a prendere un po’ d’aria, piccola. Andiamo in giardino, dove possiamo stare un po’ in pace da soli.” Questo le sta dicendo.-

-Come fai a sapere cosa le sta dicendo?-

-Perché ho detto cose del genere alle ragazze per anni. Tecnica perfetta. Sai qual è il passo successivo? La si porta in giardino e poi si tenta di baciarla. E ti ricordi di quella mano che vagava sulla sua schiena, Weasley? Ti assicuro che si sposta dalla schiena! Sfiora prima gli zigomi, poi il collo… poi il seno e…

-Da Nott, subito!- sbottò Ronald scattando in piedi.

Draco lo seguì ghignando.

-Sapevo che saresti stato d’accordo.-

Si avvicinarono a Daniel e alla ragazza, che sembravano piuttosto impegnati in una conversazione che coinvolgeva senz’altro la lingua, ma ben poche parole.

-Malfoy… sembra che Nott non sia poi così innamorato di Camilla, non ti pare? Forse dovremmo lasciar perdere, non disturbiamoli…

-Bazzecole, Weasley. Sta a vedere.- si schiarì rumorosamente la voce ed i due ragazzi si staccarono di colpo, imbarazzati. Lei raccolse la sua borsetta e si diresse indispettita verso il bar, fulminando Daniel con lo sguardo. Lui sospirò.

-Salve signor Malfoy. Signor Weasley. Posso fare qualcosa per voi?-

-In realtà sì, Daniel, volevamo parlarti un attimo.- Draco si sedette alla destra del ragazzo e fece cenno a Ron di accomodarsi dalla parte opposta. –Disturbiamo?-

-Ecco… non esattamente. Sybille è… solo una compagna di scuola, niente di più.-

-Perfetto, immaginavo. Senti, conosci il ragazzo che sta ballando con Camilla?-

-Heric Stuartson, figlio del Viceministro.- disse prontamente lui, senza bisogno di guardare in pista. –Grifondoro appena diplomato.-

-Sai perché Camilla sta ballando con lui e non con Handers?-

-No.-

-Perché Camilla ha scaricato Handers qualche minuto fa.-

Daniel alzò lo sguardo su Draco, stupito, mentre il suo cuore mancava un battito.

-Davvero?-

-Sì, davvero.- assicurò Ronald annuendo. –Adesso è single e quel porco di Stuartson ci sta già provando.-

-Esatto.- disse Draco. –Ma noi per Camilla non vogliamo né Handers né Stuartson. Non fanno per lei.-

-Già, sono d’accordo. Lei è dolce e gentile e bellissima, mentre loro sono così boriosi ed arroganti e…

-E non la amano.- concluse Ronald sospirando.

-E invece noi vogliamo qualcuno che la ami.- mormorò Draco. –Noi vogliamo te, Daniel. Perché tu la ami, vero?-

Daniel arrossì, sprofondando nei cuscini del divanetto.

-Ecco, io…- trasse un profondo sospiro. –Sì. Sì, la amo da un mucchio di tempo. Mi sono innamorato di lei la prima volta che l’ho vista al vostro matrimonio, seduta da sola sotto il salice in giardino. Io la amo, farei di tutto per Camilla, ma lei non…

-Tu non le hai mai detto niente di preciso e lei è confusa.- sbottò Draco.

-Io ho cercato di dirglielo. In tutti questi anni non ho fatto altro che tentare di farle capire che vorrei più dell’amicizia. Mi dispiace signor Malfoy, nemmeno sa quanto mi dispiace, ma lei non mi ricambia. Lei non mi ama.- disse Daniel amaramente.

Draco inarcò un sopracciglio, guardandolo da sotto in su.

-Camilla è timida ed ingenua. L’hai conosciuta che era troppo piccola per rendersi conto che le occhiate che le dedicavi nascondevano sotto qualcosa di più di quello che si vedeva. Hai continuato a dedicarle quelle occhiate mentre cresceva, senza alcuna spiegazione, e lei ha continuato ad interpretarle come segno d’amicizia. Devi smettere di cercare di farle capire, devi dirglielo e basta. Devi essere diretto.-

Daniel sospirò frustrato.

-Ma lei non pensa a me in quel modo! Se le dicessi che la amo lei mi risponderebbe di no e tutto sarebbe compromesso. Se da lei non posso avere l’amore, almeno non voglio perdere l’amicizia.-

-Ascolta, Daniel.- disse Ronald sorridendogli. –So come ti senti. Per me ed Hermione è stato così.- Draco fece una smorfia e Ron gli lanciò un’occhiataccia. –Vuoi che Camilla si metta con Daniel? E allora lasciami parlare. Dicevo, per me ed Hermione è stato così. Mi sono innamorato di lei al primo anno e fino al sesto non ho avuto il coraggio di fare niente. Sono stato a guardarla mentre si tramutava in una bellezza ed usciva con persone importanti come Viktor Krum. Mi sentivo impotente… era la mia migliore amica e non aveva mai dimostrato interesse per me in quel senso.-

Daniel lo ascoltava attentamente.

-E poi? Come ha fatto a dichiararsi?-

-Come ho fatto? Nemmeno mi ricordo come ho fatto. Come ho fatto a trovare il coraggio.- sospirò al pensiero. –Mi era arrivata voce che Terence Higgs aveva deciso di chiederle di uscire. Ero arrabbiato da morire e lo ero con me stesso, perché sapevo quello che stava per succedere e non avevo il coraggio di fare niente. Mi sembrava di morire. Mi dicevo: “ha sedici anni, Ron. Vuole un ragazzo, vuole una storia seria. E Higgs gioca a Quidditch, a lei piacciono quelli che giocano a Quidditch. E poi lui è un bel ragazzo, lo dicono tutte. Si metteranno assieme, si sposeranno, faranno dei figli, si ameranno, staranno assieme per tutta la vita. E tu starai a guardare. Starai a guardare, razza di coglione”. Se non avessi fatto niente, non me lo sarei mai perdonato. Così sono andato da lei. Eravamo in Sala Comune, davanti al camino. Lei stava leggendo un libro. Io mi sono avvicinato da dietro, intenzionato a farle tutto un bel discorso, qualcosa di romantico tipo “è da un po’ che penso a te in modo differente”, “mi piacerebbe che approfondissimo la nostra amicizia” e cose del genere.-

-E cosa le ha detto?- domandò Daniel, che pendeva dalle labbra di Ronald.

-Che l’amavo. Le ho detto che l’amavo, nient’altro.-

-E lei?-

-Prima ha sgranato gli occhi. Poi è scoppiata a ridere. Anch’io mi sono messo a ridere e l’ho baciata. Avevo paura, ancora non mi aveva dato una risposta affermativa. Però lei ha ricambiato il bacio ed io in quel momento ho pensato che saremmo rimasti insieme per tutta la vita.- sospirò, lanciando uno sguardo a Draco. –Purtroppo non è andata così, ma… beh, siamo stati assieme. E se io quel giorno non glielo avessi detto, probabilmente adesso non me lo sarei ancora perdonato. Devi tentare, Daniel. Magari non vi sposerete e non vivrete assieme per tutta la vita, ma se non tenti non lo saprai mai.-

Daniel lo fissò. Poi fissò Draco.

-Signor Malfoy…

-Anche secondo me dovresti andare, Daniel. Buttati. Secondo me Camilla vuole te. Forse non se n’è ancora resa conto, ma anche lei ti ama. Anche quando stava con Handers, non appena tu chiamavi lei correva da te. Devi buttarti, Merlino, devi buttarti!-

-Devo buttarmi.- ripeté Daniel annuendo con convinzione. Scattò in piedi. –Ora mi butto. Ora mi butto!- si voltò verso i due uomini, che lo guardavano incoraggianti. –Fatemi gli auguri.-

-Auguri!- risposero in coro Draco e Ronald. Poi si fulminarono con lo sguardo, entrambi schifati. Lo guardarono avviarsi con passo deciso verso la pista da ballo.

-Non… non sapevo che vi foste messi assieme così, Weasley.- mormorò il biondo senza guardarlo. –Tu ed Hermione, intendo.-

L’altro scrollò le spalle.

-Mi sono inventato quella storia di Higgs. Era solo per adattare il racconto alla situazione di Camilla. Se solo Daniel sapesse chi è Higgs, non avrebbe creduto ad una parola.-

-Perché?-

-Higgs era un Serpeverde.-

Draco ghignò.

-Ah già. Certe volte mi dimentico che li odiava.-

Ron gli lanciò un’occhiata di traverso.

-E chissà perché.-

 

 

 

 

Daniel batté due dita sulla spalla di Stuartson, sorridendo con finta cordialità.

-Mi cederesti la dama per un ballo?- domandò.

Il ragazzo emise un verso che assomigliava parecchio ad un grugnito e si scostò di malavoglia da Camilla.

-Ci vediamo dopo?- le chiese stampandole un bacio sulla guancia.

-Forse.- sussurrò lei sorridendogli e lasciandosi avvolgere dalle braccia forti di Daniel. Non appena il precedente cavaliere se ne fu andato, sbuffò.

-Heric balla come un cane.- commentò facendo una smorfia. Daniel scoppiò a ridere, stringendola un poco di più.

-Evidentemente lui non ha preso lezioni come ho fatto io.- disse ghignando.

-Immagino di no. Lui non è abbastanza raffinato.-

-Naturalmente. Sono pochi quelli raffinati come me. Ma cosa vuoi, se si desidera far colpo su una signora saper ballare è fondamentale.-

-A quanto ho visto poco fa anche l’arte di saper usare la lingua non è da sminuire.-

Daniel arrossì.

-Mi hai visto con Sybille, vero?-

-Sarebbe stato difficile non vedervi, dato che quel divanetto è piazzato in mezzo alla sala.-

-Giusto.-

-Allora che mi dici, lei ti piace? Ti può interessare?-

-No, direi di no.-

Camilla ghignò, alzandosi in punta di piedi ed avvicinandosi al suo orecchio.

-Sei sicuro di non essere gay, Dan?-

-Sicurissimo. Comunque non parliamo di me, parliamo di te. Ho saputo che hai mollato Handers.-

-L’hai saputo dalla strana coppia, vero?-

Daniel la fissò perplesso.

-Scusa?-

-Sì, la strana coppia. Papà e papà. Malfoy e Weasley. Ho visto che ti hanno braccato.-

Il ragazzo ridacchiò.

-Ah. Sì, l’ho saputo da loro. Ma tanto me l’avresti detto tu, no?-

Camilla sospirò, appoggiando la testa sulla sua spalla. Doveva ammettere che Daniel sapeva ballare proprio bene. Sapeva condurla perfettamente e la faceva volteggiare come se non pesasse nulla.

-Immagino di sì, ti dico tutto di solito.-

-Già. Perché l’hai lasciato, Camilla? Pensavo ti piacesse.-

-Mi piaceva, infatti. Però… Dan, non lo so. Non voglio più stare con lui. Gli interessava solo…- arrossì. –Insomma… quello.-

Daniel sussultò.

-Voi due non…

-No!- esclamò Camilla scuotendo la testa.

-E lui non ha nemmeno tentato di toccarti, vero?-

-No. Sì. Cioè…

-Se ti ha fatto qualcosa, giuro che gli lancio una Maledizione senza…

-No, Daniel, no! Non ha tentato niente! Solo… me l’ha chiesto.- arrossì ulteriormente. –Voglio dire… non è una richiesta tanto strana, siamo stati assieme per più di sei mesi, però… non me la sentivo. E lui iniziava veramente ad insistere. Non che lo dicesse esplicitamente, ma ci provava. E io con un ragazzo voglio anche poterci parlare. Insomma, tutte le volte che eravamo da soli non facevo nemmeno in tempo a salutarlo che lui mi baciava e… ma non so nemmeno perché ti sto raccontando tutto questo.-

-Perché sai che con me puoi parlare, Cami. Con me puoi parlare.-

Lei annuì, sorridendo.

-Sì, con te posso parlare.- si staccò dalla sua spalla e lo scrutò in volto. –Ma anche tu puoi parlare con me, lo sai. Ultimamente sei stato così freddo… c’è qualcosa che non va?-

Daniel sospirò. Da quando era diventato freddo? Da quando aveva Camilla ed Handers avevano festeggiato l’anniversario dei tre mesi. Tre mesi. Da quando lui aveva capito che per lei stava diventando una cosa seria.

-C’è una cosa che voglio dirti, Camilla.- sussurrò piano, la voce che gli tremava.

-Cosa?-

-Ecco…- tirò fuori la bacchetta. –Lascia che faccia una cosa.-

La ragazza si staccò appena, aveva la bacchetta puntata contro il petto.

-Che… che vuoi fare?-

-Giuro che non voglio ucciderti.- ridacchiò lui. –Voglio fare una cosa. Ti fidi di me, vero?-

-Naturalmente.-

Lui sorrise e mormorò qualche parola sottovoce. Poi rimise via la bacchetta.

-Fatto.-

-Cos’hai fatto?-

-Guarda la tua collanina.-

Camilla mise una mano nel corsetto del vestito, estraendo la collanina con inciso il salice ed i loro nomi. La osservò attentamente e spalancò la bocca. Le loro iniziali erano rimaste invariate, ma il salice non c’era più. Al suo posto, un cuore. Alzò lo sguardo su Daniel, che la fissava ansioso.

-Daniel… cosa vuol dire?-

-Non potevo più fare finta di niente, Camilla. Non riesco più a far finta che la tua amicizia mi basti. Non mi basta più. Sono innamorato di te.- confessò tutto d’un fiato.

-Daniel… oh, Dan… non so cosa dire… io…

-Non ricambi.- disse lui amaramente. Non stavano più ballando, erano fermi in mezzo alla pista. –Va bene, va bene anche così. Ti prego solo di non respingermi. Ti prego di non rompere l’amicizia che ci lega, perché io ci tengo moltissimo e…

-No! No, aspetta…- mormorò Camilla in preda al panico. –Non è così… cioè, non lo so. È solo che… adesso viene fuori che ti sei innamorato di me, noi due siamo amici, non mi sono mai accorta di niente, non… è così improvviso!-

-Non è improvviso. Mi sono innamorato di te dalla prima volta che ti ho visto. Sono sette anni che sono innamorato di te. Ed io ho cercato di farti capire, ma… evidentemente non sono stato abbastanza bravo. Scusami se ho aspettato tutto questo tempo. Scusami… scusami anche se ti amo, perché non so se sia una cosa buona. Se tu non provi la stessa cosa forse non è una cosa buona. Però…

-Daniel, ascoltami, ti prego. Mi sento così… confusa! Tu sei Daniel, il mio Daniel… non so cosa fare.-

-Nemmeno io so cosa fare.- disse lui sottovoce. –Tu sei… così bella. Adoro tutto di te.- la guardò e quelle parole gli parvero ancora più vere. Adorava veramente tutto di lei. I suoi occhi per prima cosa. Così scuri e… caldi. E poi quelle lentiggini. Le avrebbe baciate una per una se solo lei glielo avesse permesso. Sorrise. –Tu mi ami?- domandò chiudendo gli occhi.

-Oh, Daniel. Una domanda così… non so rispondere. Non so cosa mi sta succedendo. Anche io adoro tutto di te. Io ti adoro e… il mio cuore non hai mai battuto tanto forte. Lo senti?-

Lui rimase zitto. Riusciva a sentire solo il suo, di cuore, che sembrava come impazzito. Allora si sporse in avanti, appoggiando l’orecchio sul petto di Camilla. E lo sentì. Sentì come batteva forte. E allora sorrise. Perché forse lei non l’aveva ancora capito, ma quella era la prova. Lei lo amava.

Camilla arrossì. Mosse il viso in avanti, affondando il naso tra i capelli di Daniel. Era così… suo. E si rese conto in quel momento che lo era sempre stato. Le venne in mente come stava bene con lui. L’aveva sempre considerata una cosa normale, ma capì che non lo era. Si era sempre chiesta perché con gli altri ragazzi non si sentisse mai bene come con Daniel. Ora aveva la risposta.

-Anche io ti amo.- sussurrò. Lui si tirò su e la strinse. Una stretta forte e dolce e decisa e tenera e tante altre cose che Camilla non riusciva a descrivere.

-Davvero mi ami?- le chiese con gli occhi che luccicavano.

Lei gli sorrise.

-Baciami, Daniel.-

Si baciarono. Poi si staccarono, si sorrisero e si baciarono ancora e ancora. Molte altre coppie si erano fermate a guardarli, ma non importava. A loro non importava.

 

 

 

 

 

-Draco, tesoro, che sta succedendo? Cosa stai…

Lui le mise due dita sulle labbra e le indicò la pista da ballo con un dito. Hermione guardò e scrollò le spalle.

-Camilla si è rimessa con Handers e si stanno sbaciucchiando. Che novità! Quei due si lasciano e…

-Tesoro…

-… e si riprendono come se fossero…

-Amore…

-… non so che cosa e…

-Hermione!-

La mora fulminò il marito con lo sguardo.

-Che c’è?-

-Quello non è Handers.-

Hermione tornò a guardare la pista da ballo. I due ragazzi avevano ripreso a ballare e mentre volteggiavano lei poté vedere in faccia il ragazzo. Spalancò la bocca.

-È Daniel!- esclamò sorpresa.

-Già!-

-Ma… cos’è successo?-

-È tutto merito mio!- disse Draco gonfiandosi d’orgoglio. –E di Weasley.- aggiunse a voce più bassa sentendo il rosso che si schiariva eloquentemente la voce. –Abbiamo parlato a Daniel, lui ha parlato con Camilla e… vittoria, stanno assieme!-

Hermione scosse lentamente la testa.

-Ti avevo detto…

-Di non impicciarmi, lo so. Ma io non ti ho ascoltato e quello che ho fatto li ha fatti mettere assieme. Perciò vedi di non trovare niente da ridire.-

-Non sono d’accordo sul metodo, però dato il risultato eviterò ogni rimprovero nei tuoi confronti. Ma sappi che non condivido.- si voltò verso Ron. –E non appoggio nemmeno te. Non avresti dovuto dargli retta!-

-Scusa.- mugolò lui intimorito. Si dileguò, dicendo che doveva andare a cercare la moglie, prima che Hermione prendesse a sgridarlo.

Draco si chinò sulla mora e la baciò dolcemente sulle labbra.

-Ti va di ballare?-

-Sì, certo.-

Si spostarono sulla pista, iniziando a volteggiare sulle note della canzone. Passarono accanto a Daniel e Camilla, che si muovevano lentamente, abbracciati, e Draco rispose con un ghigno al sorriso del ragazzo. Girarono e lui si ritrovò faccia a faccia con Blaise. Rivolse un ghigno anche a lui.

-Quante cose sono cambiate da quando ci siamo sposati, Hermione.- sussurrò all’orecchio della moglie.

-È vero.- sospirò lei appoggiando il capo contro il suo petto. –Guarda com’è cresciuta Camilla. È così bella innamorata.-

-E poi Alex. Sta diventando uguale a me in tutto e per tutto.-

-Ancora non ho deciso se sia una buona cosa.- ridacchiò Hermione.

-È una buona cosa, te lo dico io.-

-Se lo dici tu.- sorrise. -Poi Ginny ed Harry, con la numerosa famiglia che sognavano.-

-La piccola Weasley non poteva averne nessuno e poi ne ha avuti quattro.- ghignò. –La macchina dei bambini.-

-Non è carino definirla così, però… è quello che voleva lei. Tanti bimbi, tanti dolci bimbi.-

-Che crescono e diventano tanti scorbutici adolescenti.-

Hermione sorrise.

-Ah, questi sono affari suoi e di Harry!-

-Indubbiamente, io non ho intenzione di dare una mano. Tranne che con Simon, ma lui è tranquillo.-

-Lui non è stato creato con gli spermatozoi di Harry e per te è questo che conta.-

Draco ghignò.

-Come sono trasparente per te, donna.-

-Infatti. Poi ci sono Blaise e Sabrina, la bella ed il Mangiamorte.-

-La pazza ed il Mangiamorte.- la corresse il biondo.

-Sottigliezze. La bella o pazza che tu voglia sta con Blaise, che nel frattempo non è più un Mangiamorte, ma un rispettabilissimo Auror ed insieme aspettano un bambino.-

-E si sposeranno.-

-Se lui glielo chiederà.-

-Se lei gli permetterà di chiederglielo.-

Hermione gli lanciò un’occhiataccia.

-La vuoi smettere di contraddirmi?-

Draco scoppiò a ridere e la face volteggiare più velocemente.

-Non ci riesco, è troppo divertente.-

-Non sono dello stesso parere.-

-Non lo sei quasi mai, ci sono abituato.-

-Questo non è vero. Quando dici che mi ami sono del tuo stesso identico parere.-

Lui inarcò un sopracciglio.

-Ma davvero?-

-Sì.-

-Allora devo dirti che ti amo?-

Hermione alzò il volto verso di lui ed accolse il suo bacio.

-Sì.-

-Ti amo, Hermione.-

Lei sorrise, scostandogli una ciocca di capelli biondi dal viso.

-Anche io ti amo, Draco.-

 

 

 

 

 

E così siamo arrivati alla fine. Sono un po’ triste, però… beh, prima o poi doveva finire, no?

Comunque, ci terrei a ringraziare tutte le persone che mi hanno seguita e che hanno letto e recensito, siete state tutte mitiche! Minako-chan (mia cara… e me lo devi pure chiedere se puoi pubblicizzare la mia fic sul forum?! Mi fai il regalo di Natale! Comunque ho sistemato Daniel e Camilla… fammi sapere se ti ho soddisfatta!), alex (cosa posso dire… grazie! ^^), flycka – cla, JulyChan (Ginny e Sabrina incinta… eccome se mi immagino il casino! La seconda che continua a far casino e la prima, Medimaga superdiligente, che ha un attacco isterico ogni volta che Sabrina si muove. E poi me li vedo, Blaise ed Harry che pendono dalle labbra di Draco che fa l’esperto e che racconta come cambiare pannolini ecc ecc… vabbé, lasciamo stare! ^^ Sempre mille grazie per i tuoi commenti troppo carini e divertentissimi!), Lucilla91 (beh, la fine proprio fine è questa… spero ti sia piaciuta!), bimba88 (Herm/Blaise? No, non ci ho mai pensato, perché mi sono sempre concentrata su altre coppie. Doveri inquadrare per bene il carattere di Blaise, però potrebbe essere una cosa interessante! Appena la scuola mi lascerà un po’ di tempo – sto impazzendo, non ho più tempo di fare niente! – ci penserò su. Grazie dei commenti, sono sempre troppo carini!)

   
 
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: kamomilla