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Autore: Quiyu    03/01/2011    10 recensioni
Ciao a tutti, siamo Yuko chan e Quistis18, ed abbiamo deciso di unirci e scrivere una storia tanto per torturare un pò Sasuke! Speriamo possa piacervi e vogliate seguirci in questo nostro piccolo delirio ^^!
Sono cresciuti insieme, come migliori amici, come due fratelli.
Il loro legame è saldo, indissolubile. I loro sentimenti sono profondi, come l'amicizia che li lega.
Ma piano questi sentimenti, si trasformano, diventano più profondi, molto più forti di una semplice amicizia.
Unico problema, riuscire a far capire ad un dobe, quello che
si prova realmente per lui.
Questa è la missione di Sasuke, riuscire a conquistare il suo dobe,
e tenere lontani tutti i malintenzionati che tentano di portarglielo via.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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prova

Visti e imprevisti

 

 

-Mhh, sicuro che siano tutti Aniki?- domandò serio, continuando a spulciare il fascicolo che aveva davanti.

-Sì otouto. Ormai quelli della lista li abbiamo puniti tutti, dobbiamo trovare gli altri per poter riprendere la caccia!- sbuffò, senza smettere mai di fissare lo schermo del pc.

La caccia agli ex fidanzati aveva subito un brutto arresto dovuto a cause di forza maggiore: avevano finito di punire coloro che si trovavano sulla loro lista. Ed ora i due Uchiha si stavano dando da fare per cercare di trovarne altri, perché ne erano sicuri, ce ne dovevano essere per forza altri nascosti. Altri subdoli esseri indegni di vivere ancora, che con inganno e spirito suicida avevano osato toccare ciò che non era loro! Ahh, ma loro li avrebbero trovati, e a quel punto quei dannati l’avrebbero pagata cara!

O almeno questo era il piano iniziale. Peccato solo che, passata una settimana, non avessero ancora trovato nessuno da rasare. Nessun nuovo nome saltato fuori dal nulla. Niente di niente. I mitici Uchiha si erano arenati, come continuava a sostenere (a rischio continuo della sua vita) Deidara.

Ma colui che non riusciva davvero a sopportare tutta quella situazione era il padrone di casa.

 

Gaara fissò, cercando di ghiacciarli sul posto, i due ospiti indesiderati che da troppi giorni ormai avevano scambiato la sua dimora per una base militare segreta, o un ricovero per pazzi a suo dire.

Non bastava averli avuti intorno depressi, e aver dovuto poi sopportare i loro deliri quando avevano iniziato questa assurda caccia. No, ora doveva anche subirsi la loro presenza ventiquattro ore su ventiquattro mentre cercavano su internet altri dementi da pelare!  E, come se non bastassero loro due, ogni tre per due doveva subirsi anche tutta l’allegra brigata di pazzi che erano gli Akatsuki, mentre elaboravano piani assurdi per far avvicinare Sasuke e Naruto, piani che finivano poi ovviamente per fallire miseramente. E allora il ciclo si ripeteva da capo, inesorabilmente.

 

Lui era sempre stato un tipo calmo e paziente, ma tutti hanno un limite, e due Uchiha farebbero superare quel limite anche al Dalai Lama in persona!

Fu quando vide Sasuke uscire dal suo appartamento con aria depressa seguito a ruota da un determinato Itachi, che decise.

Si alzò da divano sul quale si era rifugiato e afferrò la cornetta. Pochi minuti ed una voce cristallina lo salutò dall’altra parte.

-Vieni subito a casa mia Naruto, dobbiamo parlare- e detto questo riattaccò, senza dare al biondo la possibilità di replicare.

Si era stufato di tutta quella situazione, era ora che qualcuno aprisse gli occhi a Naruto, e se a farlo non ci riusciva Sasuke allora ci avrebbe pensato lui.

 

Nel frattempo, Itachi si era attaccato al telefono spedendo messaggi a tutti. Dovevano incontrarsi, dovevano mettere in atto la loro strategia numero uno di riappacificazione teme-dobe! Sì, avrebbero aiutato suo fratello a conquistare il suo biondino! Perché lui era un bravo fratello maggiore infondo, e perché il regno delle scommesse non poteva crollare così! E su questo erano stati tutti d’accordo con lui, all’ultima riunione, ovviamente lo erano stati anche sul riunire Sasuke e Naruto, ma gli affari sono affari, come si sul dire!

Ghignando come uno scemo, si avviò alla sua auto. Doveva incontrare gli altri e preparare la cena a sorpresa.

Ora che ci pensava, se n’era andato senza salutare Gaara. Accidenti, sperava solo che il suo amore non se la fosse presa con lui! Bhè, si disse, finita la cena a sorpresa sarebbe andato di corsa da lui a farsi perdonare, eheh, ed aveva già una mezza idea di come fare, uhuh.

 

***

 

-Scusa, puoi ripetere?- domandò scioccato, Naruto, continuando a fissare Gaara come se fosse un alieno con due teste.

 

-Hai capito bene. Ho detto che Sasuke ti ama da anni, e che tu finora sei stato l’unico a non accorgertene- sbuffò, rigirandosi la tazza di tea tra le mani. Era passata un’ora, una lunghissima ora in cui aveva dapprima cercato di far sì che Naruto arrivasse da solo all’ovvia conclusione, parlando per metafore e frasi in sospeso aveva sperato capisse da solo, collegando i punti. Poi si era reso conto che forse Sasuke non aveva tutti i torti a chiamarlo dobe. Per cui, visto che la sua pazienza era già stata duramente logorata dai due Uchiha, aveva deciso di essere più diretto e crudo, arrivando subito al punto.

Aveva cominciato a raccontare ciò che per tutti era ovvio da anni. Tutti i fatti più salienti che avrebbero fatto capire anche ad un cieco, ma non a Naruto Uzumaki evidentemente, che Sasuke Uchiha era stracotto di lui. Non aveva tralasciato niente, partendo da quando avevano il pannolone fino ad arrivare ai tempi più recenti.

Aveva visto crescere stupore ed incredulità sul volto del suo migliore amico. Ovviamente scoprire di essere sempre stato amato dal suo migliore amico e di essere sempre stato l’unico a non capirlo lo aveva sconvolto, ma almeno ora sapeva, e forse sarebbe riuscito a togliergli di torno i due dementi. Ed anche a coronare il sogno d’amore con il piccolo Uchiha ovviamente.

 

Una risata cristallina e tremendamente divertita invase l’ambiente circostante.

Naruto si stava piegando in due dalle risate.

Non  riusciva a credere a quello che Gaara gli aveva raccontato. Certo, era stato dettagliato e preciso ma, andiamo, il teme innamorato di lui?! Non sapeva che il rosso avesse un così grande senso dell’umorismo! Perché quello era assolutamente impossibile! Se Sasuke si fosse innamorato di lui, lui di sicuro se ne sarebbe accorto.. vero?

 

-Smettila di ridere. Sono serio Naruto.- lo fulminò con lo sguardo. Insomma, lui mica aveva parlato per un’ora filata, stabilendo il suo nuovo record personale di parole messe in fila in un discorso, solo per prenderlo in giro. Come poteva crederlo?

 

-Cioè, stai dicendo che sul serio, Io, ma proprio Io piaccio al teme?- domandò, per l’ennesima volta, indicandosi ad ogni IO ripetuto.

 

Gaara quasi bestemmiò in cinese, e diviso a metà tra la voglia di buttarlo giù dal balcone o spaccargli la testa contro il muro, si decise a rispondere per la centesima volta, ribadendo l’ovvio.

-Sì! E non gli piaci, ma ti ama. Diavolo, è un Uchiha, quelli non hanno vie di mezzo lo sai, o amano o odiano. E sto con uno di loro, per cui fidati, è così-

 

-Ma, ma non ha senso! Perché non me lo avrebbe detto? E poi come ho fatto a non accorgermene? Sei sicuro di quello che dici?- si buttò a peso morto sul divano, spiazzato e ancora confuso ed incredulo –ora le scommesse di quei pazzi degli amici di Itachi acquistano un altro senso e.. oddio che vergogna!- sbottò, coprendosi la faccia con le mani –ma davvero la città scommette su quando andremo a letto insieme io e Sasuke?!-

 

Si limitò ad annuire, riprendendo a sorseggiare il suo tea. Aveva parlato anche troppo per i suoi gusti. Ma sapeva che non aveva ancora finito.

-Senti, so che ti è difficile da credere, ma le cose stanno davvero così. Se vuoi puoi verificarlo da te. Chiedilo a Sasuke, Itachi oppure analizza il comportamento di Sasuke quando state insieme. Lo conosci in fondo- si fermò un attimo, fissandolo negli occhi –ma dovrai mettere da parte i tuoi pregiudizi. Cerca di capire se quello che dico è vero, ma non pensare con la tua testa basandoti sulle tue convinzioni. Resetta la mente, quando state insieme, e analizza tutto guardandolo con occhi nuovi. Vedrai che ti sarà tutto più chiaro.- e sperò di non dover parlare ancora a lungo, già sentiva la gola iniziare a dolergli terribilmente.

Ma di una cosa era certo, se quei due non si fossero messi insieme dopo che lui aveva sprecato tanto fiato per aprire gli occhi a Naruto, allora li avrebbe scorticati vivi con le sue mani, questo era poco ma sicuro!

 

Naruto annuì, debolmente. Quello che diceva Gaara era giusto, se non si era accorto di nulla in tutti quegli anni, non se ne sarebbe accorto neanche ora. Per cui l’unica soluzione era guardare tutto con occhi nuovi. Doveva verificare che il fatto che Sasuke lo amava fosse vero, credeva a Gaara e sapeva che non gli avrebbe mai mentito ma per lui era difficile accettare questa nuova realtà. Quindi avrebbe verificato con i suoi occhi, poi avrebbe deciso cosa fare.

 

***

 

 

I giorni trascorrevano uno dietro l’altro, monotoni. Naruto si alzava, faceva colazione con il suo adorato ramen, poi andava a lavoro, come tutti i giorni da molti anni a quella parte.

Ma qualcosa era cambiato, la sua mente era altrove. Persino il suo sorriso solare che rivolgeva a tutti, colleghi, segretarie, collaboratori esterni era svanito, per lasciar spazio ad un volto pensieroso, a volte triste.

Minato da giorni osservava suo figlio preoccupato, dove era finito quell’uragano tanto somigliante a sua moglie che per anni lo aveva fatto impazzire con le sue marachelle? Persino adulto e laureato, dopo che aveva iniziato a lavorare nel suo studio non mancava giorno che non gli facesse qualche scherzo, qualche battuta, portandolo quasi all’esasperazione.

Nell’ultima settimana però non era accaduto nulla, silenzioso suo figlio arrivava, mogio salutava per poi rinchiudersi nel suo studio, alla sera terminato il lavoro, tornava a casa, non un sorriso, uno scherzo, una bambinata che lo contraddistingueva da tutti gli altri.

Anche la sera in cui aveva cenato con lui e sua moglie, per quanto tentasse di mantenere viva la conversazione, qualcosa lo portava a perdersi nei suoi pensieri, a posare le iridi cristalline come le sue fuori dalla finestra e perdersi in chissà quali pensieri, decisamente Minato cominciava a preoccuparsi, che fosse accaduto qualcosa di terribile al suo bambino?

Né aveva parlato con Kushina la stessa sera della cena, dopo che Naruto li aveva salutati per tornare a casa, anche sua moglie era preoccupata.

Il giorno seguente aveva telefonato a Mikoto per sapere se fosse accaduto qualcosa fra suo figlio e Sasuke, ma oltre alle ultime informazioni passategli da Itachi, cioè la strana tattica di conquista che l’Uchiha aveva messo in atto, ovvero ignorare suo figlio, non era accaduto nulla fra i due, i due geni Uchiha erano stati troppo intenti a dare la caccia agli ex di Gaara e Naruto per occuparsi di altro.

Minato scrollò le spalle, poi sconfitto si concentrò sulle carte che aveva in mano, per quanto considerasse Naruto ancora un bambino, sapeva che suo figlio era grande e sapeva cavarsela da solo, se avesse avuto un problema insormontabile sarebbe andato da solo a parlare e a chiedere consiglio ai suoi genitori; così seppur controvoglia tornò a concentrarsi sul suo lavoro.

 

 

Di pensiero contrario a quello di suo marito era Kushina, che si anche per affetto materno, ma più per curiosità, voleva assolutamente scoprire cosa fosse accaduto al suo bambino. Così non appena suo marito era uscito di casa aveva alzato la cornetta del telefono e aveva convocato Itachi e la sua combriccola a casa sua, per interrogarli e nel caso escogitare un piano definitivo per far avvicinare suo figlio e l’idiota minore di casa Uchiha.

Sinceramente parlando, escludendo Itachi che le stava particolarmente simpatico, molto simile a sua madre, più che a quel broccolo di Fugaku, Kushina si era sempre domandata come la sua migliore amica si potesse essere innamorata di un concentrato di orgoglio, privo di senso dell’umorismo, quale era l’attuale capo clan degli Uchiha. La cosa più tragica era che stava spingendo suo figlio fra le braccia del più piccolo degli Uchiha, fotocopia sputata del padre, almeno per quanto riguardava il carattere. Ma in fondo sapeva che Sasuke sarebbe stato il ragazzo ideale per il suo bambino, con il suo carattere freddo e pacato avrebbe smorzato un pochino l’esuberanza di Naruto, tale e quale a quella di Minato.

Anche ora che erano adulti entrambi, a volte le sembrava di avere a che fare con due bambini delle elementari, rumorosi, pestiferi e giocosi.

La donna sorrise fra se e sé mentre ricordava la faccia di suo marito quando Naruto era andato a vivere da solo, per l’uomo era stato un vero e proprio colpo, in poche settimane non aveva visto andar via suo figlio, ma partire il suo compagno di giochi, una vera tragedia per l’uomo.

Venne riportata alla realtà dal campanello di casa che scampanellava insistente, i suoi ospiti erano arrivati, era ora di scoprire cosa fosse accaduto fra i due ragazzi.

 

Il vapore fuoriusciva dalle tazzine da tè, annebbiava la sua visuale, ma non troppo per non notare lo sguardo serio di Kushina Uzumaki davanti a lui.  I ragazzi dell’Akatsuki erano arrivati rumorosi a casa Uzumaki poche ore prima, e dopo aver parlato amabilmente con la signora Kushina, lui aveva preso la parola per raccontare gli ultimi avvenimenti, ma obiettivamente non sapeva cosa potesse essere accaduto a Naruto, tanto da farlo impensierire per un’intera settimana.

Le iridi scure continuavano a fissare la donna dai capelli color delle fiamme, poteva vederle le rotelle del suo cervello muoversi ed escogitare qualcosa, un piano per far riavvicinare i due pargoli delle rispettive famiglie.

In cuor suo avrebbe preferito che continuassero a rincorrersi per parecchio tempo ancora, ma in fondo un cuore lo aveva anche lui, gli dispiaceva vedere suo fratello con quell’aria afflitta da cane bastonato che non gli si addiceva proprio.

Avrebbe trovato un altro modo per divertirsi e far passare il tempo più velocemente, e per quanto riguardava le scommesse, Kakuzo se né sarebbe fatto una ragione, trovando un’altra forma di guadagno, magari far prostituire quella serpe del suo compagno, un ghigno gli comparve sul volto ripensando alla sua punizione, anche se lo avrebbe torturato ancora un pochino, se proprio il suo amico tirchio non lo avesse fermato, affermando che gli serviva ancora.

Scacciò dalla mente quei pensieri, per tornare ad osservare la donna

 di fronte a lui, lo sguardo prima assente ora era vivo e luminoso, probabilmente un’idea si era formata nella sua mente.

 

Geniale, così semplice eppur geniale, era questo quello che stava pensando Itachi mentre il telefono di suo fratello squillava aspettando che questo rispondesse, lui e i suoi amici per farli avvicinare avevano progettato i piani più assurdi, ed invece quella donna in meno di dieci minuti aveva creato la cosa più semplice e geniale del pianta.

Una cena, una semplice cena, un incontro al buio, spacciato per un’incontro di lavoro, in cui i due ragazzi si sarebbero potuti  chiarire, parlare tranquillamente, e chissà che finalmente non sarebbe nato qualcosa, forse Naruto si sarebbe reso conto di cosa provasse suo fratello per lui.

La voce di Sasuke seria rispose al telefono riportandolo alla realtà:

 

-Il fatto che tu faccia finta di lavorare non significa che io non prenda sul serio il mio lavoro, oggi ho provato a chiamarti in ufficio, e mi hanno detto che non ti sei presentato a lavoro. Quindi sbrigati a dirmi cosa vuoi Itachi. -

 

Le iridi scure d’Itachi si alzarono verso il cielo, in quei momenti non era poi così sicuro di voler affidare quella croce che era suo fratello a Naruto, quel povero ragazzo si sarebbe suicidato prima di raggiungere i trent’anni.

 

-Dai Sasuke non essere così ligio al dovere, e non rimproverarmi, sono ancora giovane, ogni tanto anche io ho bisogno di un po’ di svago. - un sorriso malefico sul bel volto, tanto suo fratello non poteva vederlo. Sé avesse saputo quali erano i suoi svaghi non sarebbe stato troppo contento, soprattutto le scommesse su di lui e il bel biondino.

 

-Comunque Itachi perché mi hai chiamato, ho veramente molto lavoro da portare a termine. –

 

-Si è proprio una questione di lavoro, mi ha chiamato nostro padre, e mi ha chiesto di presenziare ad una cena di lavoro, ma questa sera proprio non posso, ho promesso a Gaara di passare la sera con lui, non credo che prederebbe molto bene un mio impegno improvviso. Quindi ci andrai tu, e non voglio proteste. Detto questo fratellino ti saluto, fammi sapere come è andata. – Senza attendere una risposta riagganciò il telefono e si voltò verso Kushina intenta in una telefonata molto simile alla sua.

 

 

***

 

 

 Naruto si gettò sul letto, le iridi cristalline fissavano il soffitto della sua camera, non ci voleva proprio quell’impegno improvviso, quella cena di lavoro. Avrebbe volentieri passato la serata a riflettere su quello che gli aveva detto Gaara. Possibile che non si fosse mai accorto di nulla in tutti quegli anni? Possibile che le parole di Sasuke, i suo comportamenti strani fossero dovuto all’attrazione che provava per lui?

Non si era mai reso conto di nulla. Chissà quanto aveva sofferto il teme!

Sbuffò, quella sera avrebbe volentieri voluto rimanere a casa e pensare a come comportarsi con Sasuke, ma il lavoro era importante, se non fosse stata una cosa seria sicuramente suo padre avrebbe rimandato la cena, così di malavoglia iniziò a prepararsi, nel frattempo sul cellulare componeva il numero di Sai, avrebbe chiesto all’artista di accompagnarlo, magari finita la serata avrebbe potuto parlare con lui e chiedergli qualche consiglio su come comportarsi, seppur maniaco, il giovane artista era un buon osservatore, forse lui avrebbe potuto consigliargli come comportarsi con il teme.

 

 

***

 

 

Sasuke si avviava verso il ristorante, lo sguardo oscurato, una vena di disappunto che pulsava sulla sua fronte, sia per quell’uscita non programmata, sia per il ragazzo seduto accanto a lui che non faceva altro che cianciare di cose inutili.

Ancora si chiedeva perché avesse chiesto a Suigetsu di accompagnarlo, in fondo una cena di lavoro era qualcosa di cui si sarebbe potuto sbrigare anche da solo, ma qualcosa lo aveva spinto a chiamare quello che poteva ritenere uno dei suoi più cari amici. Per quanto esuberante e chiassoso, Suigetsu aveva un ottimo intuito, ed aveva sempre saputo dargli degli buoni consigli, che lui testardo ed orgoglioso non aveva mai seguito, ma a mente lucida, in seguito, si era sempre reso conto di  quanto fossero giusto, sempre troppo tardi.

Forse dopo la cena avrebbero potuto parlare, o meglio le chiacchiere continue di Suigetsu lo avrebbero distratto dal continuo pensare al suo migliore amico. Da quegli occhi luminosi. Dal suo sorriso raggiante che lo faceva sciogliere come neve al sole.

Quando si ridestò dai suoi pensieri erano finalmente giunti davanti al ristorante, con sguardo serio lasciò la macchina al parcheggiatore, e si diresse verso il tavolo che era stato prenotato.

 

I minuti erano trascorsi, la rabbia che lentamente cresceva, insieme al ghigno del suo amico seduto al suo stesso tavolo, venti minuti di ritardo, chiunque fossero i soci con cui doveva concludere l’affare, sicuramente li avrebbe uccisi con le sue stesse mani, odiava i ritardatari, più di ogni altra cosa.

Furente era quasi pronto per andarsene quando vide avvicinarsi al suo tavolo il cameriere con due persone.

Due ragazzi che conosceva bene.

 

Lo sguardo sgomento che si rivolsero Sasuke e Naruto stava facendo sbellicare dalle risate Suigetsu, che non aveva mai visto il biondo di persona, ma dalle descrizioni che gli aveva fatto l’Uchiha, aveva immaginato subito fosse lui.

E dal volto dei due ragazzi aveva immaginato che in quello strano incontro ci fosse di mezzo Itachi, il maggiore dei fratelli Uchiha probabilmente solo per divertimento o perché realmente preoccupato per il suo otooto aveva organizzato quella cena che doveva essere intima.

I due invece chissà per quale oscuro motivo avevano portato due ospiti, che in quel momento risultavano decisamente indesiderati, almeno per Sasuke.

Il silenzio era calato fra di loro, lui seduto in un angolo continuava a fissarli divertito mentre mille emozioni passavano sui volti dei due. Naruto indeciso su cosa fare, un’irritazione che cresceva verso sua madre per quello scherzetto, stava quasi per scappare, quando Sai aveva preso l’iniziativa e si era messo seduto di fronte a Sasuke trascinando il biondo con se.

 

-Sembra che la cena di lavoro sia sfumata. – affermò allegro. –Ma a quanto pare ce né una fra vecchi amici e nuove conoscenze. –

 

Il silenzio li circondava ancora, ma sembrava che le parole del pittore avessero leggermente rotto il ghiaccio, vedeva il biondo rilassarsi, mentre la faccia scocciata e furiosa di Sasuke riprendeva la sua solita compostezza.

 

-Io mi chiamo Sai. – si presentò il moro seduto di fronte a Sasuke –sono un vecchio compagno di scuola sia di Naruto che di Sasuke. –

 

-Piacere mio, io sono Suigetsu, un amico di Sasuke. –

 

Un ghigno che si andava formando sui visi di entrambi, pregustandosi la serata che si preannunciava molto divertente, almeno per loro.

 

Naruto maledì dentro di se sia sua madre che Sai, sua madre per quella cena improvvisa, in cui non sapeva come comportarsi con il teme, Sai per non avergli permesso di andarsene, visto che non era una cena di lavoro. Con una scusa forse avrebbe trovato il modo di defilarsi, ora al contrario si trovava seduto davanti a quel ragazzo dagli strani capelli celesti, che lo fissava con sguardo intenso, un sorriso che non riusciva a definire sul suo volto. Sicuramente però era simpatico, in meno di dieci minuti era riuscito a rompere il ghiaccio, chiacchierando amabilmente con lui e con Sai, mentre il teme li fissava sempre più di pessimo umore e con sguardo duro fulminava Suigetsu.

Piano piano che il tempo passava, nella sua mente si stava formulando un pensiero, il modo di scoprire se realmente le parole di Gaara fossero veritiere. Forse tentare di far ingelosire il teme non sarebbe stata una cattiva idea, e quel ragazzo seduto di fronte a lui sarebbe stato un alleato prezioso per quella serata. Da come ghignava osservando Sasuke, si sarebbe divertito molto nell’aiutarlo, sperava solo che il teme non perdesse il controllo come suo solito e meditasse vendetta contro quel povero ragazzo.

 

 

***

 

 

Il tempo sembrava essersi fermato.

La serata era volata, tra chiacchiere e risate, degli altri ovviamente. Lui aveva risposto a monosillabi, l’irritazione che cresceva di minuto in minuto, quanto la complicità fra Suigetsu e Naruto.

Le risate dei due, le battute che il ragazzo dai capelli celesti faceva al biondo, doppi sensi, e frasi sussurrate sotto voce.

A stento riusciva a trattenere il suo istinto omicida verso l’amico, ma di una cosa era sicuro, lo avrebbe fatto a pezzi.

Il vento soffiava gelido e lui scrutava la strada buia dove fra le risate erano scomparsi Suigetsu e Naruto. Una passeggiata, Naruto voleva fare una passeggiata fino a casa, aveva bisogno di un po’ di aria fresca, e l’altro aveva colto la palla al balzo, offrendosi di accompagnarlo, visto vivevano nella stessa parte della città.

Sai sorridendo si era preso la macchina del biondo, affermando che glie l’avrebbe riportata il giorno seguente, e sghignazzando dopo averlo osservato un’ultima volta era partito fischiettando.

Lui da solo era rimasto lì ad osservare il suo biondino svanire nella notte, con qualcuno che non era lui, una rabbia sempre più grande che cresceva dentro di lui.

La consapevolezza di essersi fatto sfuggire l’ennesima occasione.

 

 

***

 

 

Le due di notte.

Tardissimo, fortunatamente il giorno seguente non sarebbe andato a lavoro, il sabato si dormiva, e lui aveva bisogno di riposo, molto riposo e di pensare seriamente.

Con Suigetsu si era divertito un mondo, soprattutto quando il ragazzo era stato al gioco, flirtando con lui, per dargli l’opportunità di osservare la reazione dell’Uchiha. Allo sguardo ferito e furente del teme si era sentito in colpa, ma non poteva fare altro, doveva essere sicuro delle parole di Gaara.

Ora il problema, era capire quali fossero i suoi sentimenti per Sasuke, per tutta la sua vita lo aveva visto come un amico, come suo fratello.

L’amore e la passione li aveva provati per una sola persona fino a quel momento, che la sua storia con Kakashi era stata solo un’illusione?

Non lo sapeva, sfinito si era gettato sul letto la mente più confusa di prima, non sapeva cosa fare, come comportarsi.

Chiuse gli occhi pensando a Sasuke, non sapeva cosa provasse realmente per il teme.

Più confuso di prima lasciò che il sonno e la stanchezza prendessero il sopravvento, portandolo nel mondo dei sogni, il giorno seguente avrebbe affrontato tutti i suoi problemi, ora aveva solo bisogno di riposarsi.

 

 

 

Angolino del delirio:

 

Chiediamo umilmente perdono, veramente per il ritardo, ma impegni vari di entrambe hanno fatto in modo che non potessimo postare il capitolo. Ringraziamo tutti coloro che seguono la storia, ringraziandole immensamente, speriamo continuerete a seguirci anche se con questi imperdonabili ritardi, risponderemo ai commenti non appena il tempo a nostra disposizione ce lo permetterà, per ora non possiamo fare altro che ringraziare chi legge la storia, la commenta e l’ha messa fra le preferite,seguite, e ricordate.

Un bacione.

  
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