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Autore: Nyam    04/01/2011    2 recensioni
Le quattro volte che Elissa si innamora.
(Perché è sicura che anche lui la vuole sposare, insomma, chi non vorrebbe?)
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(of Howes, Whys, Whos and Whats)

1.

He sits right here,
Looking down his window
At the people down below.
She's nowhere near,
He wishes he could tell her
Cos he doesn't think that she knows.

 

[...]Dicono che l'adolescenza sia la fine di ogni gioia e l'inizio dei dolori. E' strano, perché per me, Elissa Cousland, non è stato affatto così.

Nella mia adolescenza sono sbocciata, ho cercato di capire cosa volevo veramente e, per la prima volta, non ho avuto paura.

A quei tempi non me ne rendevo conto, ma ero davvero felice.[...]

Dal diario di Elissa Cousland

(all' età di 30 anni)

 

La seconda volta lei di anni ne ha quattordici e lui diciassette.

Lei ha degli occhi un po' troppo verdi, lui dei capelli un po' troppo neri. Lei non ha mai visto niente di più splendido in vita sua, lui si stupisce dei cambiamenti di lei.

E' strano come persone alle quali non hai mai prestato particolari attenzioni diventino improvvisamente il centro del tuo mondo. Ma come aveva fatto a non notarlo prima? Lui è alto, muscoloso, intelligente e ha una maniera di parlare così...affascinante.

Anche suo padre, per il quale da bambina aveva sviluppato un'antipatia, si rivela un uomo perfettamente elegante e per bene. E se riteneva Delilah una delle ragazzine più odiose di Ferelden, ora non ne vede più le ragioni.

Tutto è più bello e gioioso da quando c'è lui.

«Ancora a pensare a Nathaniel Howe?»

Di nuovo. Rory Gilmore era diventato un tormento in questi ultimi tempi.

«Sì. E non vedo come la cosa dovrebbe importarti.» Si alza dalla panchina del giardino, di recente diventato il suo posto preferito.

Rory la raggiunge. «Mi importa. Hai saltato di nuovo allenamento.» Oh, ecco lo sguardo. Vuol dire che è arrabbiato e cerca di farglielo capire senza per forza mostrarlo. Lo ignora.

«Oggi sono stata male. E comunque Ser Thréan mi ha deto che non ci sarebbe stato alcun problema. Io lo sorprendo ogni giorno con i miei straordinari progressi.» Con questo lo supera, avviandosi il più possibile lontano.

«Non è vero! Ti ho sentito parlare con Nan di quanto eri stata felice di ricevere quell'abito. Hai passato la giornata a rimirarti. Perchè domani il tuo ragazzo torna al castello.» In questi momenti Rory si faceva odiare.

Come poteva dire certe cose? E' vero, quell'abito color zafferano che la famosa sartoria Merletti di Denerim le ha recapitato è delizioso, ma le sue rispettive prove (che comprendevano anche trucco e acconciatura)erano necessarie. Sua madre dice che un maschio comunque certe cose non le può capire.

«Come osi? Nate non è il mio ragazzo, ed è comunque molto più educato e rispettoso di te! Ora se permetti, devo ritornare dal mio inutile vestito, per l'inutile ricevimento di domani.»

Così si allontana definitivamente, non dando tempo al ragazzo di replicare.

Marcia per il castello, trovando la sua sua camera e chiudendo dietro di sé la porta con un tonfo.

Vuole molto bene a Rory, perché non capisce che per lei tutta questa faccenda è importante?

Ai tempi della sua cotta per Delilah, anche lui era distratto o su di giri ogni volta che gli Howe venivano. Solo che lui era stato molto più bravo di lei a nasconderlo. Ma non le può rimproverare di essere diversa da lui.

Appena si era accorta della sua infatuazione per Nate, era corsa da Rory: era il suo unico amico, a chi altro poteva dirlo?

M se non l'aveva esattamente derisa, di certo aveva cercato in tutti i modi di persuaderla a lasciar perdere. Ovviamente le sue parole avevano avuto l'effetto contrario.

Quando era successo? Semplice. Quattro mesi fa, surante una cena a casa degli Howe, in Amaranthine. Erano stati invitati dalla famiglia in occasione del compimento della maggiore età di Thomas Howe. Così dopo un anno, rivede Nate: è cresciuto, la sua voce è più sicura e le sue spalle più larghe. Quel brutto naso ereditato dal padre è diventato solo una divertente caratteristica e i suoi capelli sono di uno splendido colore inchiostro.

Durante quella settimana di visita, Elissa cerca in tutti i modi di trovare tempo per stare sola con lui. Egli sembra un po' sospreso dalle sue attenzioni, ma si dimostra un vero gentiluomo.

Le mostra il castello e spesso passa con lei pomeriggi nei giardini.

Scopre solo durante gli ultimi giorni che è anche un abile arciere: ma capisce che le sue abilità vengono sottovalutate da Rendon Howe in favore di quelle più 'pratiche' di Thomas.

«Sai cos'è buffo?» le racconta una volta «Mio padre stesso era un arciere. Ma a quanto pare vede il talento di Thomas per la spada un dono del Creatore».

Allora lei cerca di rassicurarlo, dicendogli che anche lei in fondo preferisce un pugnale ad uno spadone (ma è una bugia. Lei è costretta ad usare il pugnale, in quanto se vuole allenarsi con due armi, deve adoperare quello, volente o nolente).

Dopo quei giorni, altre visite e ricevimenti sono seguiri. Ma cosa le fa aspettare con ansia quello di domani è la promessa che Nate le aveva fatto la volta scorsa: le avrebbe insegnato qualche “trucchetto” per svagarsi un po' nel castello, come scassinare lucchetti o porte. O come essere capace a farsi notare il meno possibile. Con queste nuove conoscenze avrebbe stupito finalmente anche Rory.

Ha fatto progressi nel campo del combattimento. Rory la batte in ogni scontro, ma dopo una profonda analisi (e continue lamentele a Ser Thréan) capisce che non è che lui è più forte di lei: solo combattono in maniera diversa. Ovviamente dettagli come “è un maschio” o “ha più esperienza di te” non sono affatto rilevanti; se lei dev'essere brava, lo è, nonostante tutti i possibili ostacoli.

 

«Non mi hai rivolto la parola da ieri.» Il ragazzo è affacciato alla porta della sua camera, mentre lei sistema le ultime rose tra i capelli biondi, nella maniera che voleva lei.

«Non è vero. Oggi ti ho chiesto di passarmi la spada dal cesto.» Seduta su una sedia, il suo sguardo è fisso davanti a sé nello specchio, le pieghe del vestito zafferano tra le sue gambe.

«Volevo solo dirti che ti sbagli: molte fanciulle e donne mi considerano il ragazzo più educato e rispettoso di Highever.»

«Stupendo. Sono contenta per te, Rory. Ora se mi scusi, devo raggiungere mia madre. Gli Howe stanno per arrivare.» Si alza dalla sedia e per la seconda volta in due giorni, lo supera senza neanche salutarlo.


2.

Maybe she's right, he's not the best or her type.
He doesn't like singing to a crowd.
He's just a guy who's staying up all night trying not to sing too loud.

 

I giorni, le settimane, i mesi passano. La sua cotta non fa altro che crescere, Nate diventa sempre più affascinante e l'aspetto esteriore di Elissa sempre più curato.

I capelli biondi e lisci diventano ai suoi occhi tremendamente noiosi e banali: pagherebbe per i capelli ricci e scuri di una delle elfe serve. Fortunatamente è scresciuta molto in statura e ormai supera sua madre. Il continuo allenamento le ha inoltre donato un corpo asciutto e agile. Da due anni si può definire donna a tutti gli effetti, ma considera comunque il suo seno qualcosa di estremamente scomodo durante gli allenamenti.

Suo fratello Fergus tra un anno si sposa e si diverte a tormentarla presentandole ogni ragazzino che gli capita fra le mani come un potenziale marito. Se solo sapesse che lei ha già scelto.

Ma se decide di rinunciare al suo chignon o treccia per lasciare i capelli lunghi sciolti, se decide di indossare quei particolari orecchini o quel particolare abito, vuol direche infatti lui è nelle vicinanze.
Adesso grazie a Nate è tutto più divertente: le insegna nuove mosse con i pugnali e oltrei ai giochetti più leggeri con le serrature, impara le basi del tiro con l'arco. I loro discorsi non si allontanano mai molto da quei argomenti: le va bene, per ora le basta sapere che avranno più tempo insieme nel futuro.

Infine arriva quella notte, forse la sera più aspettata della sua vita: il ballo di metà estate.

Il ballo si svolge alla corte del Re Maric a Denerim: inutile dire che tutta la nobilta di Ferelden e oltre è presente.

Tra qualche mese compie quindici anni e la mamma le ha finalemente concesso qualche libertà in più in fatto di vestiti e trucco. Forse per una sera riuscirà a comportarsi come una donna e non il maschiaccio di casa Cousland.

Dopo la prima ora di festa capisce con un misto di delusione che non è nulla di diverso dalle altre serate di gala: stessa gente, stessi pettegolezzi e riesce ad intravedere anche qualche vestito riciclato. Non ha ancora ufficialemente quindici anni quindi può ballare solo con qualche suo coetaneo. Ma nessuno di loro è ciò che lei vuole. Finalmente lo vede, seduto, bevendo e con la sua solita espressione distaccata.

Appena finita la musica si congeda dal ragazzino con cui stava ballando (e che supera in altezza di dieci centimetri! Se questo non è imbarazzante) e si avvicina a Nate. Attacca discorso salutandolo e parlandogli dei suoi progressi e di quella famosa mossa che finalmente ha imparato.

Lui comunque non sembra impressionato e dopo una parola gentile continua a bere.

Eh no! Non aveva passato giorni e giorni ad aspettare che arrivasse il vestito, ore a vedersi torturare i suoi poveri capelli e mascherare la sua faccia pe niente!

Elissa sta per dire qualcosa ma lui alza gli occhi e la precede: «Ti dispiace se prendiamo un po' di aria fresca sul balcone?»

«Io...oh, sì, ne sarei onorata.» Così si allontanano, la pancia di Elissa invasa da milioni di farfalle.

E' una bella notte, anche se senza stelle. Ci sono varie persone sul balcone che chiacchierano, ma la calma che si riesce a percepire è strabiliante. Si fermano in un angolo oscurati, a lei piacerebbe avvicinarsi alle finestre, più illuminate, ma non dice nulla.

«Allora...mi parlavi di quell'affondo...» Ha ancora il bicchiere in amno e nonostante la guardi, Elissa capisce che la sua attenzione non è affatto su di lei.

«Sì, adesso riesco a far roteare la spada esattamente come mi avevi mostrato, solo che ancora non capisco quando posso avanzare e prendere l'avversario alle spalle contemporaneamente...sono così complicati da usare insieme, non avre...»
«Come sta il ragazzino?» A chi si riferisce? Rory? Vedendo la sua confusione continua:«Mi hai raccontato che hai fatto piangere un ragazzino, un mese fa».

Oh, quello. Se n'era completamente dimenticata. Era un ragazzino venuto da qualche mese al castello per proseguire il suo addestramento e diventare un cavaliere: non sapendo ancora fosse la figlia del teyrn, l'aveva sfidata a duello e si era ritrovato una bella ferita sanguinante sul braccio. Vedendosi umiliato davanti a tutti, che non erano affatto sorpresi, era scoppiato a piangere. Nonostante la sua corporatura il bambino aveva undici anni e ancora molto da imparare.

«Credo abbia rinunciato a combattere ancora con me, non l'ho più visto durante i miei orari di allenamento. So che in seguito un mio amico si è preso cura di lui.» Un vero peccato. Sarebbe stata contenta di imparartigli ancora qualche lezione. Era stato un vero sbruffone.

Ma il suo discorso sembra essersi dissolto nell'aria. Lui non le sta prestando attenzione. Il suo sguardo è dritto davanti a sé, rivolto al cielo scuro. Diamine, faceva male.

«Scusa Nathaniel...se vuoi posso andarmene.» E cercare di recuperare quel po' di dignità che ha perso. Non capisce, perchè voleva parlare con lei se ovviamente non intendeva avere conversazione? Non è abituata a sentirsi così ignorata.

«Uh? No, ti prego. Ho bisogno di distrazioni». Ecco che finalmente i suoi occhi si riconcentrano su di lei.

«Distrazioni? Qualcosa ti affligge?» O Creatore, qualche probelma con qualche ragazza? Sua padre gli ha trovato una moglie?

«Tra un mese parto.Per le Free Marches. Finalmente abbandonerò questa società.» Annuncia con un tono di voce grave.

No...non può essere come pensa lei. Non deve.

Sa già la risposta ma chiede lo stesso. «Per quanto intende restare là?»

Non lo guarda negli occhi, così non sa che espressione ha la sua faccia mentre le dice: «Il più possibile. Mio padre dice che forse in quelle terre imparerò qualcosa di utile. Forse ha ragione, sembra che i miei talenti siano futili. Un giorno ritornerò e gli dimostrerò il mio valore».

Come mai il cuore è diventato più pesante? Tante, tantissime immagini, emozioni e pensieri la percorrono e sente il bisogno pungente di doversi sedere.

Prestando attenzione a non incrociare lo sguardo di lui, rivolge gli occhi alla balconata.

Ora la sente, dopo la calma è arrivata la tempesta.


3.

He can safely say he tried,
Now she's sitting here
with open ears and open eyes,
Better late than never.

 

Io ci sono sempre stato.

Ero presente quando lei ha impungato una spada per la prima volta.

Ero presente quando ha iniziato ad aprirsi al mondo. Ero presente quando da bambina capricciosa è sbocciata in una donna fiera e orgogliosa.

Quando si è presa la sua prima cotta per un ragazzo che io vedevo troppo diverso da lei. Quando è scoppiata a piangere tra le mie braccia, tornata da un soggiorno a Denerim per un ballo, qualche anno fa.

Ero presente quando è riuscita a combattere un intero duello con spada e pugnale, senza commettere errori. Quando in occasione del ballo dei suoi sedici anni, era così bella da cancellare l'immagine della terribile Elissa da tutte le menti presenti. Quando era scappata, da quel ballo, perché Thomas Howe non la lasciava in pace. Era presente quando ha ricevuto come regalo il suo mabari, Nat.

Sarò presente ogni volta che lei lo vorrà.

 

«Oh, non sia così duro con loro, Ser Gilmore!» Eccola, come al solito venuta per disturbare le sue lezioni.

Rory ha diciannove anni e il suo cavalierato è ormai prossimo. Intanto i suoi compiti si sono estesi all'allenare ragazzini. Le cose procederebbero bene, se non fosse per il fatto che Elissa insiste nel partecipare alle lezioni, e con i suoi modi, facendogli perdere tutto il rispetto e l'autorità che lui esercita sui bambini.

«Stanno lavorando benissimo, milady, non vedo come i suoi consigli su come insegnare mi possano essere d'aiuto».

E' estate e si allenano nel cortile. Per fortuna il caldo non è così opprimente come qualche giorno fa e si riesce ad allenarsi a lungo senza stancarsi subito. Ma al suo vecchio maestro, Ser Thréan, deceduto qualche mese fa, non aveva mai fatto differenza. Si allenavano in cortile anche se nevicava e nei locali del castello nonostante fuori il sole splendesse. Il suo successore, Ser Callum, oggi è a caccia con il teyrn, quindi è compito di Rory tenere lezione.

«Non vede come stanno sudando? Io dico di dar loro una tregua. Intanto possiamo duellare, così imparano lo stesso qualcosa guardandoci». Si avvicina al suo fianco, catturando tutti gli sguardi dei bambini.

E non può essere altrimenti. Elissa Cousland ha diciassette anni ed è ormai una donna. I capelli biondi, inscuriti con gli anni, sono raccolti in una treccia alta, lasciando scoperti i tratti severi del viso. Il naso piccolo e leggermente all'insù lascia spazio alle lentiggini che d'estate le spuntano sempre. La bocca sottile e gli occhi verdi abbelliscono il viso, uno un po' troppo comune per una nobile.

Sono la sua posa, il modo in cui cammina e l'espressione del suo volto a donarle una bellezza e un carisma unici.

Quando parla tutti la ascoltano, quando entra in una stanza tutti si girano per guardarla.

E' una donna, tutti lo vedono e ne rimangono piacevolmente meravigliati.

«No. Nessun duello.» La guarda con fermezza. Poi rivolto ai bambini: «Voi continuate. Vado a prendere nuovi manichini con Lady Cousland. Quando ritorno voglio che ciascuno di voi sia riuscito a parare i colpi dell'altro per almeno tre volte di seguito». Con un cenno rivolto ad Elissa si allontana e lei lo segue.

«Questa faccenda del maestro ti ha dato alla testa, Rory». Gli fa notare subito lei, camminando al suo fianco, con un sorriso.

«Sai Elissa, questo gruppo è composto da ragazzini di dieci anni. E' già tanto se non cercano di uccidersi a vicenda; hanno bisogno di disciplina. Ma arrivi tu e rovini tutto». Quante volte ne avevano parlato? Non è un rimprovero, ma a volte vorrebbe solo che lei capisse come la sua presenza fosse una continua distrazione.

«Mio padre non mi permette di insegnare. Voglio comunque che i ragazzi imparino qualcosa anche da me. Lo trovo giusto. Accanto a te, sono la migliore guerriera del castello». Si ferma ed entra nella scuderia.

Rory non vuole proseguire il discorso, che prevede finirà con lei che si arrabbia e lo sfida, cosa successa troppe volte.

«Perché non sei andata a caccia con la tua famiglia?» Le chiede, mentre raccoglie uno scatolone e lei prende l'altro.

«Non ne avevo voglia. Avrei dovuto sopportare Thomas, e francamente è tutta la settimana che lo faccio. Speravo di scaricare un po' di stress con te, ma vedo che non è giornata».

Maledetta la sua abilità di farlo sentire in colpa, sempre. Gli piacerebbe saperle dire di no, ma ha rinunciato all'impresa da tempo.

Con un sospiro, mentre escono dalla scuderia, si arrende: «Io finisco tra un'ora. Se ti fai trovare pronta, possiamo predere i cavalli e fare un giro per le campagne».

Un sorriso - quasi di vittoria, ma anche di felicità – le illumina il volto. «A tra un'ora allora».

 

E' così che passano le loro giornate: ad allenarsi, divertirsi, stuzzicarsi a vicenda e chiacchierare spensieratamente.

Li ha nuovi interessi: le piace studiare. E' abile nel ricordare date e avvenimenti, ma sono i conti e i quesiti logici a catturarla del tutto.

Da tre anni tiene un diario, cosa che prima credeva fosse un'esclusiva per le bambine.

Anche il suo mabari le prende tempo, ma ora che ne è in possesso non ci rinuncerebbe mai.

E' una bella vita, ha tutto ciò che si potrebbe desiderare. Gode e vive la sua libertà.

Solo una cosa la spaventa: che essa le possa venir tolta. E sa già chi e cosa potrebbe privarla di quella felicità.

Il matrimonio.

I suoi genitori non la farebbero mai sposare con una persona che detesta, di questo ne è sicura, ma è una nobile e sa che non potrebbe avere il lusso di passare la vita con la persona che ama. Eleanor e Bryce sono un esempio di matrimonio felice, ma lei non crede in un destino affine.

Il futuro re ha già una promessa regina e la cosa la rallegra.

Il cognome Cousland è importante, e sarebbe stato un ottimo partito per il rampollo Theirin. Cailan è un bambino, nonostante sia di un paio d'anni più grande di lei. Le volte che l'ha incontrato non ha fatto altro che vantarsi delle sue abilità con la spada o della biblioteca del castello, piena di racconti e leggende. Elissa non ha mai prestato attenzione a questi miti, le interessano le cose pratiche, che si possono dimostrare. E per quanto riguarda la sua bravura nel combattimento, lei non ha perso l'occasione di buttarlo a terra durante il loro primo duello.

Pensandoci bene, non ha molta simpatia per la nobiltà in generale. Pochi ai suoi occhi sono meritevoli del loro titolo.

Quindi spera che il suo futuro compagno venga da qualche paese straniero, visto che i rampolli di Ferelden li ha visti tutti e non le piacciono neanche un po'.

Si chiede come sarebbe sposare Rory.

Da piccola ci aveva pensato molte volte, ma da quando sua madre le aveva spiegato che dato il suo rango molto elevato non avrebbe mai potuto sposare un cavaliere, aveva del tutto abbandonato l'idea.

Ma Rory, per quanto non-nobile sia, le sembra l'unico ragazzo dotato di cervello, e l'unico che si potrebbe davvero vantare delle sue capacità.

E' anche vero che, alla soglia dei suoi diciotto anni, non ha mai avuto un rapporto con un ragazzo se non di amicizia.

Quella sarebbe la regola, ma è certa che sua madre l'abbia ignorata nella gioventù. E poi, da quando Elissa segue le regole?

No, se si deve sposare, vuole almeno sapere a cosa va incontro.


4.

He's so glad he changed her mind
Cos he feels so much better
Ever since she's right
He feels better.

 

Così decide che la notte del suo compleanno è quella giusta.

Ovviamente è stata indetta una grande festa, piena di gente più interessata a giudicare il gioiellino di casa Cousland che a festeggiarlo.

Elissa preferirebbe saltare tutto e andare direttamente da Rory. E' presente alla festa, ma oltre al commento su quanto sia bella quella sera, non hanno scambiato parola.

Le vengono presentati ufficialmente tutti gli uomini maritabili, dei quali conosce già il nome. Ma è Thomas che le occupa gran parte del tempo.

Il maggiore degli Howe non è esattamente un ragazzo sgradevole, ma la Elissa prova immediata repulsione ni suoi confronti in quanto tutti danno per scontato che sarà suo marito. Ma si ritrova comunque tra le sue braccia in quasi tutti i balli e la maggior parte dei suoi pensieri vengono scambiate con lui.
E' tarda notte quando ha il permesso di ritirarsi e mentre si allontana ha il tempo si mormorare a Rory di incontrarla più tardi nel loro posto.

Questo è semplicemente la sponda nord di un lago che risiede nel giardino, coperto dall'ombra di una grossa quercia. Più a est inzia la foresta, usata per la caccia.

I due ragazzi hanno spesso usato quel luogo in quanto poco frequentato e offriva loro un ottimo rifugio dove riposare dopo ore di allenamento o di caccia.

Elissa, dopo essersi tolta l'ingombrante vestito ed essersi cambiata con abiti più comodi, raggruuppa alcune cose in uno zaino e si dirige con il suo cavallo verso il luogo. E' buio pesto, ma ormai sia lei che il cavallo sanno la strada a memoria.

Rory arriva poco dopo di lei. Appena sceso dal cavallo inizia a parlare:

«Mi chiedevo quando me l'avresti chiesto. Ho visto come volevi scappare. Eccomi, sono pronto a farti compagnia anche questa notte, anche se credo che avremo poco tempo».

E' vero. Non è la prima volta che Elissa lo “rapisce” da qualche avvenimento per passare con lui qualche momento di tranquillità o scaricare la tensione combattendo.

Le tornano in mente tutte quelle volte dove erano sempre stati solo loro due e pensa che forse quello che vuole questa sera non è così innaturale.

Raccoglie tutto il suo coraggio e cerca di guardarlo:«Non ti ho chiesto di venire qui per quello. Almeno, sì...la pratica è quella, ma...lo stress, scaricare attenzione...è tanto che siamo amici,vero?...oh insomma...» Ecco, non ci riesce. Per Andraste!

Lui si avvicina e gentilmente le posa le mani sulle braccia, costringendola a guardarlo in faccia. «Hey, è tutto a posto. Ora fai un bel respiro e dimmi tutto».

Sei una Cousland, Elissa, pensa. Agisci. Così, chiude gli occhi, alza la testa e posa le sue labbra su quelle del ragazzo.

Non sa come si bacia, ma Rory sembra essersi congelato al suo tocco. Si stacca subito, mortificata. Lo sapeva, non era stata una buona idea.

Ma non ha il tempo di pensare a nient'altro, peché Rory l'ha attirata a sé appoggiando un braccio sulla sua vita e uno dietro la nuca, tra i capelli, e la sta baciando veramente, tenendola stretta.

Oh, così è decisamente meglio. Lei gli getta le braccia attorno al collo e risponde la bacio. Non sa se lo sta facendo nel modo giusto, ma sembra sì dal modo in cui Rory emette un gemito.

Questa volta è lui ad intterompere il bacio, e appoggia la fronte contro quella della ragazza.

«Meglio che mi fermi prima...» la sua voce è un sussurro «Un momento, so che cos'è questo. Un altro mio sogno o fantasia...»

«Cosa? No, ti posso assicurare che...» Elissa si allontana, è troppo confusa per poter elaborare ciò che il ragazzo ha appena detto.

«Oh». Dice solo lui.

«Già». Si impone il silenzio, ma se c'è una cosa che Elissa non ha, è il tempo.

«Senti, io...» pronuncia le parole, ma vengono sovrastate da quelle di Rory: «Non capisc...» Entrambi si interrompono.

Prima che potesse ricadere il silenzio, lei decide di parlare: «Prima tu».

«Mi sembra sia tu quelle che deve dare delle spiegazioni». Incrocia le braccia.

Ma a quanto pare anche tu ne hai qualcuna da fornire. «Sì. Ti prego di non interrompermi.» Fa un bel respiro e parla, senza guardarlo direttamente in faccia:«E' da un po' che ci penso. La questione è questa: voglio fare l'amore con te». Non esistono parole per descrivere il volto del ragazzo. «Ecco, non parlare ancora, ti prego. Sei l'unica persona, oltre la mia famiglia alla quale tengo. Tantissimo. Adoro i giorni che trascorro con te, e so che ad un certo punto della mia vita, se non a breve, mi saranno tolti. E' probabile che me ne dovrò andare, non rivedere più nessuno tutti i giorni, per stare con un altro uomo. Per tutta la mia vita. Io...sento che lo lo devo fare. Mi sembra giusto». Tutte le parole alle quali aveva pensato e ripensato sono svanite, per essere rimpiazzate da questo patetico discorso. Si odia.

Alza la testa per guardare Rory, ma lui si è già voltato e sta cercando il suo cavallo.

«Hey, dove vai?» quasi grida. Lo segue.

Lui si gira di scatto. Elissa in otto anni di amicizia non l'ha mai visto così: è arrabbiato e questa volta non compie nessuno sforzo per mascherarlo.

«Oh, ti sembra giusto! Cosa credi, che io sia un pupazzo? Un giorno ti svegli e decidi di voler perdere la tua virtù? No, mi credo pazzo. Pensavo che l'età per i capricci fosse finita da un pezzo». I suoi gesti sono frenetici, la sua voce alta e quasi irriconoscibile.

Si sente infastidita dalla sua reazione. «E' perché sono la figlia di un teyrn, vero?» Chiede allora.

Rory continua:«Non lo capisci? Io ti ho voluto da sempre. Ti ho vista mentre crescevi, mentre ti prendevi cotte assurde e mentre diventavi un'abile guerriera. Ma non ho mai proferito una parola.

Certo che è perché sei la figlia di un teyrn. Cinque minuti fa mi rendi l'uomo più felice di tutta Ferelden, per poi informarmi che ti servo come passatempo per la notte, per completare il puzzle della tua adolescenza. Non ci posso credere, Elissa».

La sua dichiarazione la lascia senza parole; vuole piangere. Cosa ha combinato? E' possibile rimediare?

«No! Non è come credi!» Sta urlando. La sua voce trema però. «Io...ho bisogno di te. Come farei a non volerti bene? Sei un ragazzo eccezionale, migliore di qualsiasi stupido nobile che mi abbia mai corteggiato. Hai ragione, sei l'unica persona che è stata con me dall'inizio alla fine. Per questo credevo che ci potrebbe essere di più. Ti prego, non dirmi che ho rovinato la nostra amicizia, è ciò che ho di più caro».

Ormai le lacrime scendono liberamente e le sue parole vengono interrotte da singhiozzi. Cade sull'erba in ginocchio, mentre si copre gli occhi con le mani.

Sente delle braccia che l'avvolgono e il calore del corpo dell'amico.

Le sta accarezzando i capelli, inginocchiato come lei. «Shh...non piangere...odio quando piangi, ti prego...» le sussurra all'orecchio, ma la sua voce la fa solo singhiozzare più forte.

Lui scioglie l'abbraccio per prenderle la faccia tra le mani e guardarla negli occhi. «Elissa, non perderai mai la mia amicizia o il mio rispetto. Questo è uno dei pochi punti fermi della mia vita.» I suoi occhi sono pieni di calore. «Hai capito, vero, perché mi sono arrabbiato?»

Lei annuisce, incapace di altro. Non si fida della sua voce.

«Bene. Ora ti prego, non piangere più. Tuo padre mi ucciderebbe se sapesse che sono stato io». Sussura con un sorriso, mentre con le dita le spazza via le lacrime dal viso.

«Rory io...»Tenta di dire lei.

«No, è tutto a posto». La interrompe.

«Non è tutto a posto». Gli toglie le mani dal volto per prenderle tra le sue. Lui guarda le loro dita intrecciate ma non dice niente. «Credi davvero che il nostro destino sia quello di essere semplicemente amici? Dopo tutto ciò che abbiamo passato insieme?» La sua voce si affievolisce sempre di più.

«Non me lo chiedere, Elissa. Sai che...»

«Non mi interessa! Che mio padre si buttasse in un pozzo. Che tutti si buttassero in un pozzo!» Da dove viene quell'improvvisa fiamma? Non lo sa, ma la ringrazia, perché altrimenti non avrebbe avuto il coraggio di pronunciare le parole seguenti. «Voglio stare con te. Che sia per stanotte, domani, il prossimo anno o tutta la vita».

Tocca a lui distogliere lo sguardo, questa volta. Lo posa sul lago, lulle loro mani unite e infine sul suo volto. «Mi stai chiedendo molto». La sua voce è bassa, e appena udibile.

«Lo so.» Davvero, Elissa? Ne sei sicura?

Lui ha il viso a pochi centimetri dal suo e sente il suo respiro caldo sulla sua pelle. I suoi occhi sono chiusi quando lo sente dire:«Se ti concedo questa notte, non credo di essere più capace di stare lontano da te. Ora voglio che tu ci pensi seriamente e mi risponda: lo desideri seriamente?»

Di nuovo Elissa annuisce soltanto. Non ha il tempo di dire niente perché le labbra di Rory sono di nuovo sulle sue, calde.

Il bacio è più intenso, le sue labbra più pressanti. Le stringe la vita quasi disperatamente e lei si ritrova sdraiata sull'erba, con il corpo di lui sul suo.

Sentire la sua lingua tra le sue labbra la lascia interdetta, ma non volendo rovinare il momento apre la bocca, lasciandola entrare.

Oh, se solo avesse saputo. E' nuovo, sensuale e...eccitante. Si stringe a lui, tenendo una mano tra i suoi capelli, volendo sempre di più.

Rory interrompe il bacio e, aprendo gli occhi, la guarda:«Elissa, questa non è la mia prima volta con una donna e so...che per te non potrebbe invece essere tutto perfetto».

Il suo primo istinto è quello di chiedergli tutti i nomi delle sgualdrine con cui è stato, ma si rende conto che non è quello il momento adatto.

«Non ti preoccupare, per una volta ti permetterò di farmi male». Gli sussurra, accarezzandolo. «Nello zaino...c'è un lenzuolo. Credevo potesse servire».

Così quella notte fanno l'amore. Rory è un'amante dolce e paziente, la mette a suo agio e cerca esclusivamente di darle piacere, in ogni modo, finché lei non si ritrova ad implorarlo. Quando si uniscono, fa male. Ma è una guerriera, di certo il dolore non la sconvolge. Rory intanto le sta mormorando dolci parole all'orecchio, alcune non le capisce del tutto, ma è facile abbandonarsi alla crescente sensazione di felicità.

E' diventata una donna completa, finalmente. Forse quella notte è l'inizio di qualcosa di nuovo.

 

L'anno successivo viene passato con una nuova ragione per sorridere, un nuovo segreto, una nuova scarica di adrenalina: loro due.

Non è difficile trovare il tempo per stare insieme.

Da sempre hanno passato soli ore e ore, e tutti avevano capito che tra loro c'era solo amicizia.

A volte riesce anche a convincerlo a passare la notte con lei nella sua stanza, nonostante siano serate difficili da organizzare, in quanto le guardie e altri vari problemi che si potrebbero creare.

Prima che amanti sono sempre solo amici, ed è forse questo che fa funzionare tutto perfettamente.

Questa nuova “dimensione” che hanno aggiunto al loro rapporto non le dispiace. Tra di loro non ci sono più segreti di alcun tipo, si conoscono a memoria.

A volte si sente in colpa. Sa che non potrà mai donare a Rory un futuro insieme e che il giorno in cui tutto finirà gli si spezzerà il cuore. Ma lui sembra così felice quando stanno insieme, quindi forse non è così sbagliato.

Si è sempre comportato da vero gentiluomo, non l'ha mai costretta a dichiarazioni forzate e lei ne è grata.

E' una visita troppo lunga da parte di Thomas Howe a peggiorare la situazione.

Si trovano in una parte isolata del giardino. Sono seduti davanti un platano, lui appoggiato contro il tronco dell'albero e lei con la schiena sul suo petto, la testa tra le sue spalle.

Si stanno godendo il sole primaverile in silenzio qunadoo Rory le pone la domanda:

«Cosa voleva Thomas?»

Non riesce a guardarlo negli occhi ma risponde: «Resta solo per una settimana, mio padre l'ha invitato».

Silenzio.

Lei si gira, guardandolo in faccia: «Non sarai geloso, vero?»

Lui chiude gli occhi e sospira. Poi li riapre e con un'espressione seria dice: «Ti vuole come sua moglie».

«Così dicono. Ma scommetto che l'idea è partita da suo padre».

«Come fai a essere così calma? Stai per essere mandata in sposa ad un uomo che non ami!»

«Rory, ascoltami. Da quando sono nata sapevo che questo era il mio destino. Thomas non è così orribile, ha solo cinque anni in più di me e mi permetterà di vedere spesso la mia famiglia».

Mentre pronuncia queste parole non è presente nessuna traccia di esitazione nella sua voce.

Lui abbassa lo sguardo. «Non voglio perderti. Cosa farò io una volta che te ne sarai andata?» E' da tanto che tiene dentro quella domanda, lo riesce a leggere sul suo volto.

Gli prende il viso tra le mani e lo costringe a guardarla. «Hey, ascolta, sarà fra molto tempo. Non ce ne dobbiamo preoccupare adesso». Gli posa un leggero bacio sulle labbra.

Con un sorriso, aggiunge: «Fossi in te non mi lamenterei. Potrai raccontare ai tuoi nipoti che nella tua gioventà ti sei portato a letto la donna di casa Cousland».

 

Can't you hear him singing out?
 


Allora togliamoci le parti noiose: i disclaimer.
Non possiedo Dragon Age né le canzoni. Quella del primo capitolo è Goodbye Apathy dei OneRepublic, quella di questo capitolo è Him & Her di Jack Savoretti. Io personalmente presto molta attenzione a scegliere una canzone giusta, che possa a grandi linee rispettare il capitolo.
Inoltre, il "
per una volta ti permetterò di farmi male" l'ho rubato al libro Graceling di Kristin Cashore. Era troppo azzeccato.

Bene, ora adesso vi prego di non odiare Elissa. Non era nei miei piani che uscisse così stronza. Si spera che con il tempo apra gli occhi.
Per quanto riguarda la parte con Nate, bhè non ho continuato il paragrafo perché mi sembrava inutile. Insomma, Elissa a quella età, dopo il suo annuncio, non ha più prestato attenzione a ciò che le ha detto lui in seguito. E in futuro se ne è rimmaricata molto.
Thomas dovrebbe essere più giovane di Nate, ma mi sono presa una piccola licenza :D
Questo purtroppo è l'ultimo capitolo riguardante l'origine Umano Nobile. Già, che tristezza.
Sono stata lenta ad aggiornare, ma il capitolo è lungo il doppio del precedente, spero che questo abbia rimediato. ;D
Il titolo del capitolo va ad Anders e ad un suo bellissimo dialogo con Nathaniel in Awakening:
"So you're a Howe?" "Do you have a point, Mage?" "Hey, I'm fond of the Howes! I'm also fond of the Whys, the Whos and the Whats." "How clever." "It's shameful how long it took me to come up with that. " Che dire, amo Anders <3 (sinceramente non saprei come renderlo in italiano <<)
Un bacione di ringraziamento a  TheWhiteFool _Zafrina_, inoltre a tutti quelli che si sono presi la briga di leggere.
Al prossimo capitolo, un bacio.

(P.S: Se qualcuno sa la traduzione per Free Marches e altri luoghi di Ferelden, me la dica pure, non riesco a trovarla da nessuna parte .-.)


  
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