05/01/2011
0 recensioniCapitolo 2. Edward
.L’ultima volta era stato un mese prima. Quel cagnolino ancora non capiva. Continuava a tentare, ma senza risultati. Esisteva un unico modo per “svegliarla”. Eppure, nonostante fosse l’unico modo, non era ancora giunto il momento.
Ma quel dannato cane si era messo in testa che io avrei potuto aiutarla.
Lo vidi quasi sfondare la porta della casa, arrivando come una furia, mentre io ero seduto sul divano con Bella. Mi alzai tranquillo e sospirai. Lei mi osservò stranita.
- Ciao Jake. Edward, che c’è?-
- Andiamo Jacob - Lui annuì e uscì. – Torno tra poco, ho bisogno di parlare con lui- Le sorrisi e sparii dalla sua vista.
Trovai Jacob abbastanza lontano, vicino al confine con il territorio Quileuite.
- Cullen, devi aiutarla- Come al solito, diretto come pochi.
-Cosa ti fa credere che IO possa aiutarla?- Mi guardò scocciato. Non ne poteva più.
- Perché siete amici, no? E poi non sopporto di vedermela saltare al collo ogni volta che provo a farla reagire. Magari con te sarebbe diverso- Scossi la testa, affranto.
-Sai chi è l’unico che possa farla tornare. Sai che è l’unico, ma che non è il momento. Entrambi non sono ancora pronti-
- Almeno provaci! Sarà sempre meglio che stare fermo a non fare nulla!- Sospirai
- Va bene, ma non servirà a nulla-
***
Eravamo arrivati davanti alla casetta in cui la tenevano. Avevo già visto in che condizioni era, dalla mente di Jacob, ma non sapevo se ero pronto a vederla con i miei occhi. Però, dovevo provarci. Per lei.Entrai tranquillo mentre Jacob restava fuori, e lei era li, appoggiata al muro.
Rimasi ad osservarla per qualche secondo. Era davvero sciupata. Le occhiaie nere sotto gli occhi erano molto evidenti, segno che non si nutriva da parecchio. I vestiti erano stropicciati e sporchi.
- So già che non ascolterai, come so già che non ti muoverai da li ancora per un po’. Solo quel cagnolino non lo capisce- Sentii un “hei!” provenire da fuori la porta ma non ci feci caso. Mi avvicinai a lei e sfiorai una guancia.
- Immagino sia un po’ che non senti il gelo di un vampiro- Ridacchiai ma tornai quasi subito serio.
- Sei in uno stato pietoso, e mi duole vederti così. Non proveresti a rimetterti? Per noi?- Lei sollevò il viso e mi guardò.
Improvvisamente, fece l’ultima cosa che mi aspettavo. Mi abbracciò. Mi strinse talmente tanto da farmi quasi male. Se avessi avuto bisogno di respirare sarei soffocato. Prese a scuotere la testa sulla mia spalla e l’unica cosa che potei fare fu sospirare e carezzarle i capelli.
- Nemmeno se ti faccio vedere quel momento?- Mi strinse ulteriormente e, allora, ricordai.
Ricordai il momento in cui aveva detto apertamente di amarla, sin da quando erano umani. Ricordai il suo dolore nel sapere della sua morte. Ricordai la sua furia verso Jacob. L’unica reazione che ricevetti fu un singhiozzo. Qualcosa mi bagnò la camicia, ma sapevo cos’era. Scosse ancora la testa e fu scossa da un altro singhiozzo.
- Va bene. Prenditi tutto il tempo che vuoi. Noi ti aspetteremo- La lasciai andare e lei tornò ad appoggiarsi al muro.
Sorrisi amaramente vedendola chiudere gli occhi e sospirare. Le poggiai un bacio leggero sulla fronte.
Ancora per un po’, sarebbe rimasta li. Ancora per un po’, avrebbe vissuto nell’oblio. Era giusto così.
***
. Poco dopo io e Jacob stavamo correndo verso casa Cullen. Il lupo non aveva aperto bocca, o almeno non lo fece fino a quel momento.- Non aveva mai reagito così- Ridacchiai, ma senza alcuna felicità.
- Beh, di certo non avrebbe abbracciato te. - feci una pausa in cui lo sentii sbuffare – resterà li ancora per un po’. Come ti avevo detto, il mio intervento non è servito-
Lui scosse la testa, ma non disse altro, perché eravamo arrivati. Lo salutai mentre lui tirava dritto verso Forks e io entravo.
Nel salotto non vi era nessuno, così decisi di mettermi seduto al piano. Poggia le dita sui tasti d’avorio sospirando. Quella non era per niente una bella situazione. Ringraziai che nessuno avesse un potere simile al mio, altrimenti ci saremmo trovati in grossi guai.
Le mie dita avevano preso a suonare la ninna nanna che avevo composto per Renesmee, senza che me ne rendessi davvero conto.
In un attimo mia moglie e mia figlia erano di fianco a me. La seconda era tranquilla, ma Bella, lei aveva gli occhi sbarrati. La guardai senza capire il motivò di quella espressione. Compresi solo quando il salotto fu invaso da tutta la famiglia. Bella mi si avvicinò, con la stessa espressione presente sui visi di tutti.
Mi guardò intensamente, prima di parlare.
- Perché hai il suo odore addosso?- Continuai a guardarla senza capire.
-L’odore di chi?- ma in quel momento compresi.
Avevo l’odore di Sairen addosso. Lei mi aveva abbracciato e io non avevo fatto nulla per mandare via l’odore. Che stupido. Ero davvero uno stupido.
Bella non mi rispose, perché mi presi il viso tra le mani. Carlisle mi poggiò una mano sulla spalla come per rassicurarmi.
-Figliolo, forse devi darci una spiegazione- Sorrisi mesto. Guardai uno per uno i componenti della mia famiglia, prima di parlare.
- Sairen è ancora viva-