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Autore: Kuro Kun    09/01/2011    1 recensioni
Okay, dopo le Fanfic di Death Note tento di dedicarmi alle storie originali, e con la collaborazione di DJ tenteremo di tirarne fuori un manga decente...Comunque, buona lettura!
Genere: Avventura, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Compagni? Restare fermi in un deserto con la faccia per terra inveendo contro dei Reaper che al momento non erano nemmeno presenti non era una grande mossa, a parere di Sen.
Quindi, dopo essersi ricomposta, quest' ultima decise che se non era possibile tornare a casa -che tra l' altro era vuota, visto che lei era l' unica ad abitarla- avrebbe dovuto come minimo cercare qualcuno o qualcosa nei paraggi.
Ma cosa?
Intorno a lei c'era solamente sabbia. Un' enorme distesa di sabbia.
In cielo non era presente nemmeno una nuvola. In circostanza normali, quella sarebbe stata una bella giornata. Una di quelle giornate dove si ha sempre la voglia di uscire di casa. Ma Sen era già fuori casa, anche se desiderava ardentemente tornarci.
E come?
Si trovava in uno sconfinato deserto per colpa di un Reaper che all' improvviso era sbucato fuori dal nulla e le aveva distrutto la vita in cinque minuti netti.
E aveva ucciso la sua migliore amica.
Futa.
Sen si sentì avvampare. Si rese conto di non essere riuscita nemmeno a vendicarla.
Era stata sconfitta da Hiro.
Le lacrime cominciarono a scorrere sul viso di Sen.
Ripiegò ancora di più la sua testa contro la sabbia e strinse i pugni.
E urlò. Un urlo straziante, liberatorio, e pieno di rabbia.
Ma doveva andare avanti.
E soprattutto, doveva vendicare Futa.
Sen tirò su col naso, e si asciugò le lacrime.
Quando rialzò la testa, un paio di scarpe le stavano a pochi centimetri dalla faccia.
"Avanti, alzati."
Chi parlava era in controluce, quindi l' interlocutore di Sen si presentava come un' ombra che si stagliava sul deserto.
Sen riuscì a tirarsi su, e vide più chiaramente il ragazzo che le stava parlando.
Era alto più o meno quanto lei, con dei capelli di un colore rosso sangue così intenso che sembrava quasi irreale.
Per non parlare degli occhi.
Occhi di fiamma, dove non c' era traccia di ombra.
Così forti e decisi che la pupilla sembrava bruciare.
Ma c' era qualcosa di strano, in lui.
Un' espressione gelida.
Come se non provasse nessun' emozione o sentimento.
Un' espressione decisamente opposta ai suoi occhi.
Il ragazzo portava un mantello e al suo fianco era legata una spada.
"Hai intenzione di restare a fissarmi ancora per molto, ragazzina?"
Sen avvampò di nuovo, ma poi raccolse il coraggio e trovò la forza di rispondergli per le rime.
"Tu non sembri molto più grande di me, con che diritto mi chiami ragazzina?!"
"Hmph. Almeno hai del fegato, ragazzina."
"Dacci un taglio!"
"Non c' è tempo di stare qui a discutere, quindi, direi che una presentazione è dovuta. Qual' è il tuo nome, ragazzina?"
In quel momento Sen perse del tutto le speranze e ignorò le provocazioni del ragazzo.
"Mi chiamo Sen. E tu saresti?"
"Puoi chiamarmi Core. Bene, fine delle presentazioni. Seguimi, ragazzina."
Secondo me si sta' divertendo, pensò Sen indispettita.
"Aspetta, Core.. Dove siamo? Dove mi vuoi portare? Sei un Reaper?"
"Hmph. Io, un Reaper? Vedi ali, qui in giro, ragazzina?"
Sen avvampò per la terza volta, e si ricordò del fatto che tutti i Reaper che aveva incontrato prima avevano le ali, quindi, a rigor di logica, era un loro punto in comune.
"Hai ragione. Ma non hai risposto: dove siamo e dove mi vuoi portare?"
Core la guardò con uno sguardo gelido.
"Vuoi sapere dove siamo? Allora, benvenuta all' Inferno."



  
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