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Autore: OttoNoveTre    10/01/2011    5 recensioni
Camilla Wates posò nella culla il fagotto, e chiamò il loro maggiordomo.
- Signora?-
- La figlia di mio marito starà con noi. Vivrà, mangerà e crescerà in questa casa, ma niente di più. Dillo anche agli altri.-
- Come conviene che la trattiamo, dunque?-
- Come se esistesse il meno possibile.-
[Personaggi: Corin]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aro, Corin, Santiago, Volturi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Vento focoso e passionale sotto le magnolie'
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Suzie, la loro cameriera, le servì il suo pezzo di fagiano freddo, poi passò al fratello. Era un fine settimana in cui straordinariamente la famiglia mangiava unita, prima che il padre partisse di nuovo per l'India. Ernest si versò tre cucchiaiate abbondanti di salsa sul fagiano, poi passò la ciotola a Catherine, che si servì e la allontanò.
- Scusami, Ernest, la salsa servirebbe anche a me.-
Il fratello scrollò le spalle e continuò a mangiare. Corin si alzò da tavola e andò a prendersi la salsiera. Catherine aveva cominciato a chiacchierare con Lucy di quanto fosse gentile un certo Matthew. A capotavola, il padre si ripulì la bocca a scostò la sedia, segno che stava per lasciare la stanza.
Sua madre cominciò ad interessarsi pure lei di Matthew, in particolare della rendita mensile che poteva garantire alla sua figliola. Questi discorsi parevano giovare parecchio alla sua emicrania.
Corin masticò una quarantina di volte ogni boccone che le rimaneva, sbucciò l'uva chicco per chicco e centellinò la sua fetta di pudding.
Lasciò la sala da pranzo con una scusa borbottata e si precipitò su per le scale fino allo studio del padre.
Bussò.
Il padre le aprì in veste da camera.
- Voglio sapere chi era la mia vera madre e come sono nata.-
Aveva ripassato quella frase per tutta le cena, se l'era ripetuta sulle scale, e l'aveva sputata tutta d'un fiato, con il cuore che le stava sfondando la cassa toracica.
Suo padre era rimasto con la pipa in un angolo della bocca. Lentamente prese una boccata, guardando il pavimento. Soffiò fuori il fumo.
- Entra.-
Corin crollò su una poltroncina, e fissò le volute di fumo che uscivano dalla pipa del padre. Lui fece per un paio di volte la stanza avanti e indietro, poi si mise a guardare fuori dalla finestra.
- Tua madre era una prostituta, ma anche la donna più bella di tutta Londra. La frequentavo spesso, poi un giorno si è presentata con te in braccio. Ti ho presa con noi.-
- Oh…-
Le braci della pipa si accendevano ad intermittenza. Corin si guardò attorno e cominciò ad accarezzarsi una ciocca di capelli.
- Mi sembri delusa.-
- Non so, è stata una spiegazione… rapida?-
- Non c'è molto da girarci attorno, non credi?-
Jason Wates aveva molte qualità, ma il tatto non vi era compreso.
- Pearl mi ha giurato che eri figlia mia. Ora non stento a crederlo, hai lo stesso naso importante del tuo prozio Herbert.-
- Grazie, papà…-
- Ma gli occhi sono i suoi, quelli di Pearl. Forse è per questo che Camilla non ti guarda mai in faccia.-
Tirò due o tre boccate dalla pipa.
- So per certo che era malata già quando ti ha dato al mondo, è morta qualche mese dopo.-
Corin guardava il fumo azzurrognolo che si disperdeva nella stanza.
- Mi chiedevo quando te ne saresti accorta. Non ti sei mai sentita troppo la benvenuta qui dentro, eh?-
- Beh…-
- Mi dispiace, Corin, io volevo tutto il bene per te quando ti ho preso dalle braccia di Pearl. Per farmi perdonare decisi di darti un nome capace di sostenere il peso di questa società.-
- Il gigante primo re di Cornovaglia…-
- Mascherato nella "fanciulla".-
Il padre tese una mano verso i suoi capelli, ma a mezz'aria tentennò. Gliela posò sulla spalla.
- Sei una brava figlia. Fai la brava quando ripartirò, e non odiare troppo tua madre, cioè, Camilla.-
Corin posò la sua mano sopra quella del padre.
- Grazie.-
- A proposito, ho saputo della tua impresa alla lezione di letteratura…-
Oh cielo.

Con la stagione più calda, le sedute di lettura si erano spostate sul terrazzo di casa Bennett. Nonna Gloria non aveva detto a nessuno della loro parentela. Alle domande di Corin rispondeva semplicemente - A tempo debito.-
Corin aveva appena finito di leggere il primo capitolo di "Crepuscolo rosso sangue", dove avevano fatto la conoscenza dell'orfana Marie, allevata in una casa di piacere a dispetto delle sue discendenze regali. Ed era sbucato un personaggio ambiguo, un certo Laurence, principe della notte.
- Sarà anche di moda, questo genere gotico, ma a me non dice molto…-
- Oh nonna! Io trovo Laurence molto affascinante.-
- Come fai ad appassionarti a una frignona come Marie? E quel Laurence mi puzza. Voglio continuare a leggere giusto perché la maitresse, madame Suspiria, mi sta simpatica.-
- Dai, guarda! Nel secondo capitolo iniziano a trovare cadaveri misteriosamente dissanguati...-
- Va bene, va bene, non dirmi altro. Ci vediamo la prossima settimana?-
- No, te l'ho detto che parto per il Gran Tour. Vedrò l'Italia! Sai, Venezia, Milano, Roma, Firenze…-
- Allora divertiti, bambina. E portami un souvenir!-
Corin le diede un bacio in fronte.
- A prestissimo, nonna. Quando torno vedrai che ti farò appassionare al tenebroso Laurence.-

Passarono sette anni.

Con la loro prima stretta di mano, Aro aveva già saputo tutto della sua vita da romanzetto d'appendice, quindi si presentò davanti al trono e le bastò dire:
- Nonna Gloria sta male.-
E Aro le diede il permesso di tornare in Inghilterra.
Per tutta la Germania pensò se raccontarle la verità o inventarsi una bugia . Passata in Normandia si chiese che bugia fosse meglio raccontare. Arrivata sul terrazzo di casa Bennett, si rese conto che nonna Gloria non avrebbe creduto nemmeno alla bugia più arguta del mondo.
Inspirò l'aria umida di Londra, una, due, tre volte.
Si fuse con le ombre della casa e passò nella fessura sotto la finestra. Strisciò fino alla camera della nonna. Pian piano riprese consistenza ai piedi del letto, dalle punte dei piedi fino a quelle dei capelli, che fluttuarono ancora qualche instante confuse con le ombre.
Nel letto a due piazze, la nonna sembrava ancora più piccola. Sentì il respiro faticoso ma regolare del sonno.
Si sedette sul bordo del materasso e si mise ad accarezzarle la fronte.
Che ci faceva lì?
Rischiava di farla morire lei di spavento: la nipotina scomparsa che riappare sul bordo del letto sette anni dopo.
Gloria aveva aperto gli occhi.
- Ce ne hai messo di tempo! Avanti, sentiamo un po' come va avanti sta storia del tenebroso Laurence.-
Corin scosse la testa. In sette anni ne aveva avuto decisamente abbastanza di vampiri.
- Nonna, avevi ragione: è un libro pieno di sciocchezze. Non vale la pena leggerlo.-
- Aiutami a mettermi seduta.-
Le sistemò i cuscini dietro la schiena, prese uno scialle posato sul comodino e le coprì le spalle.
- Allora, sei gelida ragazza mia, eppure siamo in maggio.-
- Nonna, io devo dirti una cosa…-
- Giusto, sono curiosa. Sei scappata con un italiano? Ti hanno rapito i briganti?-
- Sono una vampira.-
Gloria la guardò con il suo solito modo scrutatore. Corin le prese una mano e le fece toccare i canini appuntiti. I suoi capelli si confusero per un istante con l'ombra del baldacchino, poi tornarono a posarsi sulla sua schiena.
La nonna chiuse gli occhi, si massaggiò le tempie e li riaprì. Prese una chiave dal comodino e la porse a Corin.
- Armadio in fondo, antina in basso a sinistra, quello invecchiato 12 anni.-
Corin corse ad aprire l'armadio e ne prese la bottiglia di scotch. Nonna Gloria buttò l'acqua che aveva sul comodino in una piantina d'erica e riempì il bicchiere. Poi ci ripensò e si scolò metà della bottiglia.
La rimise sul tavolino e guardò di nuovo Corin.
- O beh, hai scelto un modo insolito di distinguerti, ragazza mia. Ma l'importante è che tu sia viva.-
- Tecnicamente in verità…-
- Hai capito cosa intendevo. Sono contenta di vederti, perché è quasi giunto il momento debito in cui fare la nostra dichiarazione.-
- Cosa? La nos… Cosa?-
- Tra poco morirò. No, inutile che mi guardi così, lo sai anche tu che è vero, infatti sei qui. Ma voglio che la mia uscita di scena sia spettacolare. E sarai tu la comprotagonista.-
- Nonna, io sono sparita da sette anni, come posso ripresentarmi come se non fosse successo nulla? Cosa diranno tutti?-
- Ragazza, è questo che voglio: che tutti dicano.-
- Ma nonna, io…-
- Ascoltami, Corin. Ci sono due tipi di persone che vengono ignorate: quelle poco interessanti e quelle troppo interessanti. Tu hai permesso fino ad adesso che la tua vita troppo interessante rimanesse comodamente nascosta nell'ombra. E' ora di far parlare un po' di sé.-
Le prese le mani nelle sue.
- Ora ascoltami bene…-

La signora Gloria Bennett era morta senza soffrire, nel suo letto, circondata dall'affetto di cugini e nipoti di decimo grado che si erano ricordati di avere una parente malata e decisamente benestante. Al ricevimento, dopo il funerale, c'era buona parte della bella società di Londra, comprese le allieve e le insegnanti del St. Ann, che così generosamente era stato finanziato dalla cara estinta.
Ora attendevano tutti la lettura del testamento.
Il notaio si aggirava per il buffet spiluccando tartine al cetriolo e sorseggiando champagne. Una delle bis-bis nipoti lo fermò mentre era impegnato con una conchiglia d'argento piena di gelato alla vaniglia.
- L'apertura del testamento era stata stabilita per le 16.00, come mai è passata mezz'ora e ancora non ha cominciato?-
Lui continuò a mangiare il gelato.
- Manca una delle dirette interessate, ma dovrebbe essere qui a momenti. Mi ha comunicato di essere sbarcata poco fa.-
- Non ricordo altri parenti che non siano già qui.-
- Ricorderà male. Compermesso, ho visto che hanno portato dei canapè dall'aspetto invitante.-
Mentre il notaio accoglieva con gioia il nuovo vassoio, si sentì un clacson dal viale d'ingresso. Tutti si affollarono sul bordo del terrazzo e videro un'enorme macchina nera tirata a lucido. Dal posto di guida scese l'autista, che andò ad aprire l'abitacolo. Da esso scese un uomo alto con lunghi capelli neri legati in una coda e un paio di occhiali con le lenti oscurate, che si calcò il cilindro in testa e roteò il bastone da passeggio con aria divertita.
Il secondo personaggio era un marcantonio dalla pelle olivastra, che si passò una mano nei capelli mossi, in modo che gli ricadessero sulle spalle. Si infilò una giacca color crema e si accese una sigaretta. tirò qualche boccata, poi porse la mano al terzo passeggero, una giovane donna con un ampio cappello, la cui velina le nascondeva il viso.Quest'ultima si rassettò le pieghe dell'abito e aprì il parasole. L'uomo con la giacca color panna le alzò la veletta e le diede un bacio leggero sulla guancia.
Lei prese a braccetto il marcantonio e si diresse verso il notaio.
- Mi scusi se l'abbiamo fatta attendere, signor Bull. Questo è il signor Rirou Volta,mio padrino. E lui è Tiago Rodriguez, il mio accompagnatore.-
- Signorina Wates, bentornata a Londra.-
- Wates?-
- Corin Wates?-
- Così ha detto il notaio!-
- La Wates scomparsa anni fa?-
- E chi sono i tipi con lei?-
- Rodrigues, ha un amante spagnolo!-
- L'uomo coi capelli neri è affascinante!-
L'onda dei bisbigli passò dalle prime file al resto della folla radunata.
Il notaio prese posto alla scrivania apprestata sul terrazzo, e un po' alla volta tutti si sedettero nelle sedie davanti ad essa, non prima di aver sporto più possibile il collo per dare un'ultima occhiata alla Wates e ai suoi due accompagnatori. L'uomo col cilindro sorrise alle due ali di folla, stringendo mani a caso.
- Signorina Lauren, giusto? Corin mi ha parlato tanto di lei! Deve offrirmi un bicchiere del suo ottimo Sherry, prima o poi… E l'adorabile Wilhelmina! Non sa che piacere enorme conoscere persone tanto care alla mia figlioccia. Lei caro signore è imparentato talmente tanto alla lontana con la povera signora Bennett che dovrebbe tenere un promemoria dell'albero genealogico in tasca!-
Due colpetti di tosse calmarono il brusio.
- Bene, ed eccoci dunque. Ehem…- il notaio lucidò gli occhialetti a pinza e li inforcò sul naso - " Io sottoscritta Gloria Bennett, nel pieno possesso delle mia facoltà mentali, nomino mia erede unica e universale Corin Wates, figlia di Pearl Bennett e Jason Wates, nonché mia nipote. Confermo poi il mio lascito  annuo al collegio St. Ann per l'educazione delle fanciulle, finché tale istituzione opererà." E' tutto signori. Signorina Wates, se vuole seguirmi deve firmare alcune carte.-
Un calabrone che girava pigro tra le petunie del giardino era l'unico suono a riempire l'aria.
D'un tratto si sentirono dei singhiozzi provenire dalla parte del signor Rirou.
- Non è commovente? La mia Corin che diventa la ragazza più ricca di tutta Londra…-
Tirò fuori un esagerato fazzoletto di pizzo e si asciugò gli occhi.
Lo spagnolo aiutò Corin ad alzarsi e la accompagnò nel salotto, dietro al notaio.
I commenti si scatenarono.

- Bimba, leggi qui! "Testamento a sorpresa: spunta una signorina Bennett", "L'eredità più ambita", "Scomparsa in Italia, rispunta per diventare milionaria".-
Erano nel salotto di villa Bennett. Corin si era abbandonata sulla poltrona dove a volte leggeva i romanzi alla nonna. Sul tavolino c'erano una pila di giornali che parlavano della sua entrata in scena, due giorni prima. Il signor "Rirou Volta" stava guardando con interesse i volumi della biblioteca. Aveva cambiato gli occhialetti affumicati con un monocolo, e girava per il soppalco in veste da camera, con in mano un bicchiere da brandy.
- Byron! Adoro Byron, era un personaggio così interessante. Corin, cara, la tua nonna aveva dei gusti eccellenti.-
Santiago era ancora occupato a leggere i quotidiani.
Ne stava sfogliando uno giallo pallidino. Arrivò ad una delle pagine centrali, la scorse con gli occhi e scoppiò a ridere.
- Questa è la migliore, bimba!-
Sul paginone centrale stavano due articoli, uno attorno ad una fotografia di Gloria Bennett da giovane, l'altro accompagnato da un'acquaforte in cui una ragazza, in un bosco, si portava languidamente una mano alla fronte, in procinto di svenire tra le braccia di un uomo muscoloso. L'uomo impugnava una pistola per tenere a bada una banda di ceffi che si facevano largo tra gli alberi. Il primo articolo, Amore indiano, era la storia della nonna, più o meno come le era stata raccontata anni prima (a parte un excursus su come il selvaggio Rajesh avesse usato le arti magiche della sua gente per sedurre la povera, ingenua Gloria).
Santiago cominciò a leggere ad alta voce il secondo.
- "Corin Wates, in questi giorni sulla bocca di tutti come unica erede della defunta Gloria Bennett, non ha avuto vita facile nei suoi anni in Italia.
Rapita durante una gita a Firenze, è stata rinchiusa per mesi in una grotta in mezzo alla foresta, nel covo di una banda di criminali, che progettavano di chiedere un riscatto in cambio della sua vita. Ma uno di essi, di nome Tiago Rodrigues, si impietosì per le numerose lacrime della ragazza" mi ricordavo un ceffone, ma se lo dice il giornale"…numerose lacrime della ragazza. Sappiamo che i nostri lettori penseranno, spinti da pruriginose dicerie, che la povera ragazza, disperata, abbia fatto profferte carnali al Rodrigues per convincerlo a liberarla, ma il nostro giornale non crede a queste bieche accuse, e afferma con convinzione che la purezza della signorina Wates è illibata." e qua purtroppo hanno ragione.-
- Non c'è modo di evitare le note alla lettura?-
- Eddai illibata senorita Wates! Fammi continuare… "Condotta su una strada, La povera Corin percorse molti chilometri sui nudi piedi, poiché i banditi avevano venduto anche le sue scarpe pur di guadagnare qualcosa. Giunse infine ad un circo di zingari, dove una vecchia ebbe pietà di lei, la sfamò e  le diede un lavoro nell'accampamento come addestratrice di colombi. Girò con il circo di città in città, ed i suoi soavi colombi ammaestrati erano molto ammirati da grandi e piccini. Finché un gentiluomo italo-francese, Rirou Volta, assistette allo spettacolo, e fu meravigliato dai modi aristocratici della ragazza. La volle conoscere, e scoprì la verità sul suo tragico passato. Pagò alla vecchia il riscatto per averla, e la prese in casa sua come fosse una figlia. Corin passò anni sereni in compagnia del signor Volta, ma ripensava a volte al brigante a cui doveva la vita." Come sei dolce, querida "Un giorno i carabinieri in città annunciarono la cattura di una banda di briganti. Corin passava di lì in carrozza, e quale non fu la sua sorpresa quando riconobbe Tiago. Supplicò Volta per ottenere la sua scarcerazione. Le influenze del padrino ottennero l'effetto desiderato, e Corin ebbe accanto a sé il suo salvatore. Con questi due nuovi affetti la neo-milionaria Wates ha fatto la sua ricomparsa a Londra. La nostra cronista ha visto di persona la sua gioia nel riabbracciare i suoi cari e le lacrime di cordoglio per la morte dell'adorata nonnina." Il lieto fine, che bellezza!-
- Andiamo! Briganti? Zingari? Addestratrice di colombe? Sembra la trama di "Silvia, regina della carovana". Come si possono essere diffuse delle voci così assurde?-
Aro Rirou canticchiò con innocenza dal piano di sopra una cosa come "se si vogliono fare le cose, che sia con stile".
Corin mise da parte i giornali scandalistici e prese in mano l'album col disegno di Rajesh. Nelle pagine successive c'erano alcune foto di Gloria da giovane, una sola del matrimonio, la sua casa a New York e alcuni schizzi delle pianure americane. L'album si chiudeva con una foto più recente: Gloria anziana sulla poltrona dove sedeva Corin adesso, e lei in piedi alle sue spalle.
- Ora non possono fare a meno di parlare di me, esattamente come voleva lei.-
Corin tornò alla pagina dove era immortalato Rajesh.
- Era un uomo molto bello.-
- Già.-
- Sai, penso che mi somigli.-
- Modesto come al solito, Santiago.-
- Davvero, cambia solo il colore degli occhi! Quelli che a te non toglie nessuno, nemmeno l'immortalità.-
Corin sorrise, pensando a come si era arrabbiata quando, oltre ad aver scoperto di non brillare, aveva visto che i suoi occhi non diventavano rosso rubino quando beveva sangue: era come se il colore cercasse di emergere dal nero con qualche guizzo, ma fosse subito riassorbito.
Gli occhi di Rajesh avevano vinto ancora una volta.













Come ogni bravo romanzetto d'appendice, siamo giunti alla punizione dei malvagi e al lieto fine. Corin giura che la storia è tutta vera, Santiago sostiene che ci sono un po' più ammazzamenti e prostitute di quanto ricordasse, Aro si è limitato ad aggiungere che una storia interessante vale sempre la pena di essere raccontata, la verità è un ornamento aggiuntivo.
Rirou Volta è l'anagramma di Aro Volturi, lo usava quando ha girato l'Europa con la sua compagnia teatrale.  Tiago si spiega da sè. Rodriguez è il cognome spagnolo che viene in mente a tutti, non il vero cognome di Santiago.
Corin è un nome bisex con due significati: in greco vuol dire "fanciulla", ma è anche un personaggio della mitologia anglosassone, un guerriero prodigioso fondatore della Cornovaglia. Tanto per cambiare, scappava da Troia pure lui, come anche Enea (la qual cosa ci fa capire che la maggior parte degli europei sono figli della gloriosa Ilio?).
Dopo la partenza, si colloca la storia della trasformazione di Corin, qui, e da quella storia vengono i riferimenti al libro gotico "Crepuscolo rosso sangue" e allo schiaffo di cui parla Santiago.
Nient'altro da dire, oggi ricomincia il duro lavoro per tutti, ora di finire l'ultima fetta di panettone e rigettarsi nella mischia!
Buon lavoro/scuola/università/ a tutti quelli che leggono :)  
   
 
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