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Autore: CHOU    11/01/2011    6 recensioni
La seconda guerra magica si è finalmente conclusa. Harry, Ron ed Hermione ritornano ad Hogwarts per finire gli studi. Anche Draco Malfoy si trova a scuola ma la sua posizione non è più la stessa. Il giovane serpeverde viene preso di mira con scherzi e piccole vendette. Riuscirà qualcuno ad aiutarlo a uscire dal baratro nel quale è caduto? Malfoy riuscirà a mettere da parte l'orgoglio e accettare la mano che gli verrà tesa?
9/9 + epilogo
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Erano passate poco più di tre settimane dall'inizio della scuola ed Harry avrebbe tanto voluto che fosse già finita. Non che la scuola lo annoiasse, no quello no, ma non riusciva proprio ad abituarsi ad avere tutti gli occhi perennemente puntati su di lui. Non era come gli altri anni in cui, sì era famoso, ma nessuno bisbigliava al suo passaggio. Da quando aveva sconfitto Voldemord la gente aveva preso la spiacevole abitudine di fissarlo . Le ragazze lo attorniavano, causando la fastidiosa gelosia di Ginny, i ragazzi lo salutavano nei corridoi ogni volta che lo incrociavano. Letteralmente ogni volta. Così Harry si ritrovava salutare per l'undicesima volta la stessa persona nell'arco di poche ore. Era snervante. Fottutamente snervante.
Neppure Ron ed Hermione se la cavavano meglio. Come amici ed compagni dell'eroe del mondo magico , erano costantemente tampinati da fan molesti.
La cosa peggiore era che, se da un lato tutta la popolazione di Hogwarts pendeva dalla sue labbra, dall'altra non passava giornata che non insultassero i serpeverde. In particolare Draco Malfoy.
Harry si era ritrovato nella disarmante situazione di vedere dei ragazzi del terzo anno di tassorosso insultare il principe delle serpi. Aveva visto gli occhi di Malfoy assottigliarsi e gelare con lo sguardo i tassorosso ma questi non avevano desistito.
La cosa che però colpiva Harry era la totale assenza di reazione nel biondo. Con lui era sempre stato mordace e velenoso mentre adesso sembrava come svuotato di tutte le forze. Solo il suo solito ghigno di disprezzo assicurava al moro che quello che aveva davanti era lo stesso Malfoy che per anni aveva odiato.
Una sera ne aveva parlato ad Hermione, mentre Ron era intento a giocare a scacchi magici con dei primini.
"Hai notato anche tu lo strano comportamento di Malfoy?"
La ragazza mordicchiò leggermente la punta della piuma, gli occhi fissi sulle pagine di un enorme tomo.
"Cioè?"
"Se ne sta sempre per i fatti suoi. Non risponde agli insulti e si comporta in modo da risultare invisibile. Non parla nemmeno più con noi" raccontò Harry giocando con la bacchetta.
"Bhe, tutti i suoi compagni si sono già diplomati, sono solo lui e Goyle adesso. Inoltre... oh! Ecco! Essenza di mandragola! Mi pareva che mi stesse sfuggendo qualcosa – disse iniziando a scrivere veloce sulla pergamena. Il moretto sbuffò- comunque , stavo dicendo...è ovvio che non risponde agli insulti! Cosa può dire? Sì è quello che ho fatto e me ne vanto? Quei ragazzi dicono la verità infondo e lui lo sa. Per questo non ribatte. E poi, Harry, quando mai Malfoy ha parlato con noi?”
Il grinfondoro roteò gli occhi.
"Lo sai cosa voglio dire"
"Oh Harry, per l'amor del cielo. Goditi questo momento di pace. Se vuoi proprio preoccuparti, preoccupati per Ron. Quello stupido sta perdendo tutti i suoi galeoni a quella stupida scacchiera."
"Non dovresti essere tu ad aiutarlo visto che sei la sua ragazza?"
Hermione arrossì.
"Io vado a fare due passi. Tu assicurati che gli rimangano almeno le mutante. Buonanotte Herm"
Quasi non sentì lo 'scemo' che la ragazza gli lanciò mentre stava attraversando il ritratto della signora grassa.
Si era portato con sé il mantello dell'invisibilità.
"Certe abitudini sono dure a morire" disse tra sé e sé sorridendo.
Si godette l'aria fresca della sera mentre passeggiava assorto per il castello deserto. Ma gli occhi speranza non vedevano i corridoi bui e deserti ma davanti a lui scorrevano le immagini della battaglia finale. Rivedeva quella sera, ancora così viva nella sua memoria.
Distrattamente si chiese se la stanza delle necessità esistesse ancora. Non aveva avuto ancora il coraggio di cercarla, temeva che una volta aperta, il fuoco maledetto che infuocava quella sera fosse ancora vivo.
Senza volerlo si ritrovò a pensare a Malfoy e al suo comportamento. Forse Hermione aveva ragione, doveva godersi questo momento di pace. Eppure...eppure scontrarsi con quella stupida serpe lo faceva sentire tranquillo, a posto con se stesso.
In tutti quegli anni lui aveva sempre usato Malfoy come valvola di sfogo. Per anni aveva tenuto dentro di sé una grande rabbia, rabbia contro il suo destino, conto Piton, contro il fatto che la gente lo proclamasse un eroe. E rabbia contro se stesso. L'aveva tenuta tutta dentro e sarebbe scoppiato se non fosse stato per Malfoy. Ogni vota che si insultavano riversava la sua rabbia su di lui, sentendosi poi leggero.
Si vergognava ad ammetterlo ma lui odiava così tanto quel biondo solo per riflesso della rabbia che gli vomitava addosso per poi sentirsi meglio.
Altro che eroe del mondo magico. Harry Potter era un egoista. Per sentirsi meglio con se stesso continuava ad assillare Malfoy con frecciatine e faceva di tutto perché il biondo attaccasse briga con lui. Aveva bisogno di sfogarsi su di lui. Un bisogno quasi viscerale. Forse, se fosse stato meno egoista e più attento all'altro avrebbe capito che dietro la tregua che aveva stipulato silenziosamente il sesto anno nascondeva un terribile segreto. Forse se fosse stato più attento avrebbe potuto vedere la disperazione nei suoi occhi e aiutarlo...aiutare Silente. Scosse la testa amareggiato dai suoi stessi pensieri. Non aveva senso fare questo ragionamento ora che era tutto finito. Doveva accettare quello che era stato e andare avanti.
Stava per tornare al dormitorio rosso-oro quando delle voci sconosciute attirarono la sua attenzione. Silenzioso si infilò il mantello e si diresse verso la biblioteca.
La stanza era illuminata da molte candele. Harry scivolò attraversò la porta semiaperta.
"Allora, stronzetto, non fai più il principino adesso?" soffiò fuori un ragazzo del settimo anno che indossava una divisa di corvonero.
"Cos'è, ora che papi non ti para il culo non riesci nemmeno a difenderti?" cantilenò un altro.
Draco Malfoy strinse le labbra. Sul viso pallido iniziava già ad affiorare lo spettro di un livido.
"Fate schifo. Voi tutti! Dovreste morire. Invece feccia come te osa mettere piede in questa scuola"
Harry dovette far violenza su se stesso per non intervenire. Aveva la gola che gli bruciava dalla voglia di urlare che non era vero, che non avevano il diritto di offenderlo così. Sapeva per che se fosse intervenuto , Malfoy non glielo avrebbe mai perdonato.
Draco si sistemò i vestiti sgualciti, nascondendo l'orgoglio ferito con una maschera di indifferenza.
"Per colpa tua pure il tuo caro amico Goyle è finito in infermeria. Spero che gli siano piaciuti i cioccolatini a quell'animale"
Harry vide un lampo di puro odio saettare negli occhi di mercurio fuso.
"Bastardo!" sibilò Draco tirando fuori la bacchetta e schiantando il ragazzo più vicino.
Il corpo schiantato del corvonero andò a colpire uno dei suoi due compagni e entrambi volarono contro la porta della biblioteca in un tonfo sordo.
"Assassino"ringhiò il corvonero lanciando un incantesimo che in una striscia rossa andò a colpire il viso di Malfoy.
Il ragazzo corse verso gli altri suoi due compagni.
"Tod, Richard, andiamocene presto"
I tre corvonero lasciarono la biblioteca, spaventati che potessero arrivare dei professori attirati dla rumore.
Harry era rimasto a guardare immobile la scena. Alzò gli occhi su Draco e quello che vide gli fece male al cuore. Malfoy aveva una mano sul viso a tamponare un enorme taglio da cui usciva copioso del sangue. Aveva gli occhi più tristi che Harry avesse mai visto.
Il moro sentì crescere dentro una rabbia cieca nei confronti di quei ragazzi che avevano osato ridurre così l'orgoglioso serpeverde.
Avanzò di qualche passò verso la figura del biondo , sempre nascosto dal mantello.
Vide Malfoy prendere la bacchetta e puntarsela al viso, iniziando a mormorare degli incantesimi di guarigione.
Per Harry fu troppo. Deciso si tolse il mantello e in pochi passi colmò la distanza che c'era tra loro e blocco il polso di Malfoy.
"Potter...?" il biondo spalancò gli occhi trovandosi improvvisamente la mano del grifondoro a bloccare la sua.
"Ma cosa..."
"Lascia fare a me , Malfoy"
Harry estrasse la sua bacchetta cominciò a ripetere l'incantesimo che Draco stava mormorando poco prima. In pochi secondi il taglio smise di sanguinare e si rimarginò. Anche i lividi erano spariti.
"Ce la facevo anche da me, sfregiato. Sono molto più bravo da te con gli incantesimi di guarigione"
"Lo so" mormorò solo Potter non riuscendo a distogliere lo sguardo dagli occhi feriti di Malfoy.
Sapeva benissimo che Malfoy era un mago -gli costava ammetterlo- in gamba. Ed era ben certo che sapesse auto medicarsi ma....non aveva resistito. Sarebbe stato troppo triste da sopportare vederlo curarsi da solo.
Draco lo spostò malamente da lui e fece per uscire dalla stanza.
"Non voglio il tuo aiuto Potter, non cercare di fare l'eroe" disse velenoso prima di uscire dalla sala.
Harry rimase a guardare a bocca aperta la porta chiudersi.
Sentì le guance imporporarsi dalla rabbia. Maldetto Malfoy! E lui che si era pure preoccupato.
"Sei sempre il solito stronzo" gridò all'aria.

Quando ritornò nella camerata si accorse di essersi assentato per un paio d'ore,
"Sei impazzito? Ci siamo preoccupati idiota!" Ron lo stava aspettando in sala comune e sembrava furente.
"Scusate, ho incontrato Malfoy"
"Malfoy? Non vi siete picchiati vero?" chiese Hermione, sbucando dal divano.
"No, almeno, non sono stato io a picchiarlo"
Il rosso alzò un sopracciglio.
"Tre corvonero, l'hanno ferito"
"La situazione peggiora sempre di più" mormorò la ragazza.
Ron represse uno sbadiglio, poco interessato alla salute del furetto.
"Hermione, tu per caso sai cos'è successo a Goyle?"
La ragazza piegò leggermente il capo a destra, frugando nei ricordi, intorpiditi dal sonno che sentiva pesante addosso.
"Ho sentito che da qualche giorno è ricoverato al san mugo perché aveva mangiato dei dolci avvelenati. Un qualche scherzo pesante si pensa"
Potter spalancò gli occhi.
"Quel pacco...era destinato a Malfoy, l'hanno detto i corvonero" disse vacuo ripensando allo sguardo addolorato che aveva Malfoy. Senso di colpa, quindi.
"E' terribile. Dovrebbero smetterla con questa storia di vendicatori del bene"
"Quello che è terribile- l'interruppe Ron- è la straordinaria estraneazione di Harry! Come non hai potuto sapere di Goyle, è di dominio pubblico. Dove vivi amico mio?"
Il moro lo ignorò 

***

La sveglia suonò fastidiosamente. Harry mugugnò qualcosa mentre allungava il braccio per afferrare gli occhiali.
"Ron...RON!"
Il rossino si girò di lato continuando a russare.
Santo merlino, pensò il moro alzandosi.
"Ron...sai che se arriviamo in ritardo Hermione si arrabbierà"
Ron scattò a sedere sul letto con un espressione sconvolta.
"Se arrivo in ritardo anche oggi mi scuoia vivo" biascicò con voce impastata dal sonno.
Potter rise per poi sparire in bagno.

"Oh, siete in orario. Non ci speravo" sorrise Hermione vedendo i suoi due amici uscire dal dormitorio. Ron sembrava più morto che vivo, con gli occhi ancora mezzi chiusi dal sonno.
"Che lezione abbiamo oggi?" chiese il moro
"Due ore di trasfigurazione e due ore di cura delle creature magiche. Le lezioni pomeridiane non le conosco ancora"
"Questo si che è un evento!"
La riccia ignorò il suo ragazzo ,limitandosi a tirargli un'occhiataccia.
Harry rise e iniziò a dirigersi verso la sala grande per fare colazione, seguito dai suoi amici.

Dopo una abbondante colazione il trio si diresse nell'aula della professoressa McGranitt.
"Non ne posso più giuro!"
"Eh Harry, il brutto dell'essere famosi"
Potter lanciò un occhiata in tralice al suo amico.
"Oh, insomma, per loro sei un eroe. Gli hai dato un mondo migliore, ovvio che si emozionano quando ti vedono" fece pratica Hermione entrando nell'aula già piena di gente.
"Si lo so , lo so ma offrirsi di sbucciarmi la mela è un po' troppo no?"
I due ragazzi risero ed Harry si sarebbe unito a loro se la sua attenzione non fu attirata da una chioma bionda seduta in prima fila.
Draco Malfoy stava seduto compostamente su uno dei banchi in prima fila. Attorno a lui, leggermente staccati, c'erano gli altri studenti. Nessuno si era voluto sedere affianco al serpeverde.
Il grifondoro assottigliò gli occhi. Non era giusto. Forse era il suo istinto da grifondoro ma trovava profondamente ingiusto che Malfoy dovesse sopportare quell'isolamento carico di disprezzo.
"Ragazzi io vado a sedermi vicino a Malfoy" bisbigliò.
"Ma sei matto?!" urlò Ron.
"Shh! Guarda! Lo stanno ignorando"
"Ti vorrei ricordare che quella è la serpe che ci ha reso la vita impossibile per sei lunghi anni!" fece Ron abbassando nolente il tono di voce.
Harry rimase in silenzio. Ron aveva ragione ma quello...quello non era il vero Malfoy. O per lo meno non era più lo stesso Malfoy che adesso sedeva isolato in un'aula gremita di persone. L'aveva visto. Aveva visto la sua espressione sofferente in quei mesi. L'aveva – si vergognava ad ammetterlo- studiato a lungo in quei mesi e ora aveva l'assoluta certezza che stesse soffrendo.
"Ron , anche lui è-"
"Si, si lo so! È un'altra vittima di tu-sai-chi. Fa come vuoi. Ma per me ti sei bevuto il cervello, amico"
Hermione rimase in silenzio ad osservare il suo ragazzo e il suo migliore amico. Sinceramente non riusciva a capire Harry. Aveva visto anche lei che Malfoy era stato solo un burattino nelle mani di un pazzo e che non voleva fare tutto quel dolore. Sapeva anche che il serpeverde soffriva per quello che era stato costretto a fare. Ma lo stesso non capiva perché il suo amico prendesse la sua situazione tanto a cuore.
"La lezione incomincia. Ron vieni a sederti" disse solamente.
Harry sorrise all'amica e andò a sedersi al fianco a Malfoy.
Il ragazzo che era sopravvissuto poté notare una curiosa reazione. Sulla stanza era scesa un pesante silenzio e poteva sentire gli occhi di tutti perforargli la schiena. Un po' poteva capirli, lui e Malfoy non erano mai stati a contatto, se non quando facessero a botte. Inoltre tutti vedevano nel biondo serpeverde un mangiamorte, nemico quasi naturale di Harry.
"Cosa ti dice che voglio sedermi vicino a te?" chiese Malfoy altezzoso.
"Nessuna cosa mi dice il contrario, Malfoy" ribbattè Harry tirando fuori il calamaio e la piuma. Non aveva voglia di dare spiegazioni.
Draco rimase a guardare il moro trafficare con la borsa e per un attimo sentì un calore salirgli al petto.
"Fai come vuoi Potter" disse solamente per aver l'ultima parola.
Harry sorrise trionfante.
La lezione scorreva veloce e i due ragazzi si comportavano come se l'altro non esistesse.
Malfoy , però, continuava a lanciare occhiate di traverso al moro quando quetsi non poteva scorgerlo, quasi per assicurarsi che fosse vero. Che Harry Potter fosse seduto vicino a lui. Lui! Draco Malfoy, il ragazzo che per anni l'aveva tormentato e cercato di ucciderlo.
Si morse il labbro inferiore senza riuscire a impedirsi di provare una sensazione di calore.
Era da quando aveva teso per la prima volta la mano a quello stupido grifondoro che desiderava averlo così vicino.
Se le occhiate di Malfoy erano discrete, non si poteva dire altrettanto di quelle perforanti di Ron. Harry ne era quasi certo: se avesse continuato a guardarlo così gli avrebbe perforanti la testa.
La campanella suonò e la McGranitt decretò che la lezione era finita. Senza nemmeno salutare Malfoy raccolse le sue cose velocemente uscì dall'aula. Il moro lo seguì con lo sguardo finchè, dopo aver ricevuto una leggera spallata uscì dall'aula. Sospirò.
"Com'è andata con Malfoy?" chiese Hermione mettendosi al suo fianco.
"Non ci siamo uccisi a vicenda, è già tanto"tentò di scherzare il moro.
"Non penso che Malfoy attaccherà ancora qualcuno. È ancora troppo sconvolto per la guerra"
Ron sbuffò sonoramente, prendendo Hermione per mani e dirigendosi a passo svelto verso la capanna di Hagrid dove si sarebbe svolta la seguente lezione.
"E basta con sto Malfoy di merda!"


"Harry! Ron ,Hermione. Che piacere vedervi. C'ho preparato per oggi una vera chicca. Questi animaletti – Hagrid indicò uno strano animaletto di piccole dimensione all'apparenza innocuo- sono fantastici."
I ragazzi guardarono il mezzo gigante e sorrisero benevoli.
Presero posto in semicerchio.
"Non vai da Malfoy? È lì solo soletto" fece sarcastico il rosso.
"Qui non siamo in coppia. L'ho fatto solamente perché qui tutti lo odiano e nessuno gli si avvicina se non per insultarlo."
"Harry. Ora cercherò di spiegartelo con calma. Anche noi lo odiamo, ti ricordi vero?"
"Ronald!"
Il ragazzo guardò preoccupato Hermione. Odiava quando la ragazza usava il suo nome per intero, presagiva guai.
"Questi sono Fireph. Sono bestiole particolari. C'hanno il pelo infiammabile" iniziò a spiegare Hagrid prendendo in mano uno di quegli esserini col muso a punta.
"Guardate qui.- con la manona andò a sfiorare il manto fulvo dell'animale - vedete che fiammata. Forte eh?" continuò entusiasta mostrando come dal corpo del Fireph uscissero delle vere e proprie fiammate.
I ragazzi guardavano atterriti quelle palle di pelo incendiarie.
"E cosa ci dovremmo fare noi?" chiese un ragazzotto di tassarosso con un brutto principio di acne.
"Ci dovete prendere cura di loro. Lavarli. Bene mettetevi a coppie e iniziate. Voi tre potete stare anche tra voi" concluse Hagrid rivolgendosi ad Harry Ron ed Hermione.
"Non ancora!" gemette Weasley prevedendo che l'amico sarebbe andato da Malfoy.
Harry azzardò un mezzo sorriso.
"Forse non ce n'è bisogno" intervenne la ragazza indicandogli un ragazzo con la divisa di tassorosso che si avvicinava a Malfoy.
Il moro scattò in piedi e in poche falcate raggiunse la serpe.
"Mi spiace, ma con Malfoy ci sto io" disse semplicemente , cercando di ignorare quanto quelle parole giungessero strane alle sue orecchie.
Il tassorosso indurì l'espressione ma acconsentì.
"Come vuoi Harry" grugnì prima di allontanarsi.
"So difendermi anche da me Potter. Non ho bisogno di una balia"
Harry incatenò lo sguardo con quello magnetico del biondo. Allora aveva avvertito anche lui il pericolo. Infondo Harry stesso aveva visto in più di un'occasione quel tassorosso sputare veleno su Malfoy.
"Sai com'è, sarà la sindrome dell'eroe"
Draco, non riuscì a trattenere un mezzo sorriso. Harry non disse nulla ma registrò quell'alzarsi leggero delle labbra.
"In così poco tempo ed è già la seconda volta che devo averti vicino. Mi sa che la mia buona stella mi ha abbandonato"


"Io non ci credo Herm! Perché lo aiuta?"
" Harry mi ha raccontato che la sera della battaglia Malfoy l'ha ringraziato" bisbigliò la ragazza.
"Cosa? Il furetto? Non ci credo!"
Hermione alzò le spalle.
"Ora possiamo smettere di preoccuparci per Harry e tentiamo di lavare sto coso?"

***

"Harry!"
Ginny raggiunse il moretto, che stava pulendo la sua scopa, nella sala grande di grifondoro sorridendo.
"Ciao Ginny"
"Ho sentito che stai facendo il buon samaritano come al solito" lo prese in giro la rossa sedendogli affianco.
Potter alzò un sopracciglio in una muta richiesta di delucidazioni.
"Malfoy. Sei sulla bocca di tutti. Mezza scolaresca si sta chiedendo perché stai aiutando quel traditore e l'altra metà sta invidiando Malfoy perché può stare vicino al salvatore del mondo magico.
"E' proprio impossibile che tu e Ron vi riferiate a Malfoy senza chiamarlo traditore o mangamorte?" chiese Harry stanco da quella situazione.
"Bhè è quello che è" mormorò confusa.
"Non è vero! Non è-... oh basta è inutile. Vado al campo da Quidditch"
Il ragazzo si alzò dirigendosi fuori dal dormitorio con la sua scopa.
Ginny rimase a guardare il ritratto della signora grassa con un espressione di profonda tristezza nello sguardo.

Il vento freddo invernale sferzava il viso congestionato di Harry.
La firebolt sfrecciava veloce in mezzo al campo.
Si sentiva bene, libero. Sospeso in aria era libero di dare sfogo ai suoi pensieri.
Curvò leggermente a sinistra.
Possibile che solo lui si preoccupasse delle sorti di Malfoy? Perché la gente non riusciva ad andare oltre la apparenze?
Virò a destra.
Anche lui aveva passato anni a odiare l'atteggiamento spocchioso dell'altro. Era solo un ragazzino viziato di buona famiglia. Senza rispetto per niente e nessuno. Era questa l'opinione che aveva di lui. Ricco, viziato e prevenuto. Per anni era stato convinto che Draco Malfoy fosse il sunto di tutto quello che un ragazzo potesse avere per farsi detestare.
Poi era iniziata la vera guerra.
Impennò la scopa verso l'alto.
Aveva iniziato a scorgere la fragilità che stava dietro quella maschera da spocchioso bastardo. Aveva visto le sue lacrime disperate e come il padre aveva sacrificato la vita del proprio figlio per i suoi ideali. L'aveva venduto a Voldemort che l'aveva obbligato a uccidere e torturare.
L'aveva visto cercare di salvare la vita a Goyle e ringraziarlo.
Forse, proprio in quel momento, aveva capito quanto c'era dietro alla maschera che il serpeverde indossava.
Per cui non avrebbe permesso a nessuno di umiliarlo e fargli pagare una colpa non sua e che stava già, comunque, pagando a caro prezzo.
Atterrò con grazia in mezzo al campo.
Volente o nolente Malfoy si sarebbe arreso alla sua presenza . Perché lui non aveva intenzione di lasciarlo solo anche a costo di far tornare il 'vecchio Malfoy'.
Gli sarebbe rimasto affianco finché la bionda serpe non sarebbe stato ancora capace di gelare tutti con la sua lingua velenosa.


Chiedo scusa per la atroce impaginazione... çAç ma oggi la tecnologia mi odia!!!

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e/o recensito ^^ grazie di cuore!

  
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