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Autore: Sara_Skater89    13/01/2011    5 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se Sana e Akito si fossero conosciuti in contesti differenti? Cosa sarebbe accaduto se lei fosse un'aspirante adolescente cantante rock e lui un ricco teppista odioso ma con un segreto alquanto scottante???Se avessero scoperto di non essere poi tanto diversi tra di loro???
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passarono dei giorni prima che lei e Hayama si incontrassero nuovamente. Dopo il loro ultimo incontro Sana non aveva potuto fare a meno di pensare alle parole del ragazzo: aveva cercato di cogliere il significato di quel “ tu mi sorprendi sempre”, ma non era giunta a nessuna conclusione se non quella di detestare profondamente Akito.

Il suono della campanella la ridestò da questi pensieri. Quello era il suono che sanciva le fine delle lezioni e l’inizio delle vacanze natalizie. Da giorni evitava Hisae e Aya: non aveva risposto alle loro telefonate, né si era presentata alle prove. Da giorni,soprattutto,meditava  un modo semplice per poter andare a quel concorso di musica,ma ancora non aveva trovato il coraggio di parlare con la persona che lei temeva di più al mondo: sua madre. Ma quel giorno finalmente si era decisa: l’avrebbe affrontata costi quel che costi. Si avviò così verso casa  con il cuore in gola e una certa preoccupazione.

“Mami sono a casa!”

Sana oltrepassò l’uscio del suo mini appartamento e   la vide: sua madre era intenta a scrivere qualcosa, probabilmente un nuovo romanzo.  Indossava uno strano copricapo giapponese alla cui sommità faceva capolino il piccolo scoiattolino Maro che da anni dimorava  nella sua folta capigliatura .  Se c’era una cosa che bisognava dire   su sua madre era proprio questa : Misako Kurata era una donna decisamente fuori dagli schemi. Era originaria di una famiglia di albergatori, ma in giovane età aveva deciso di prendere una strada diversa da quella designata in origine: la carriera di scrittrice. Così aveva intrapreso quella strada, con coraggio e perseveranza, andando perfino contro i suoi stessi familiari. Era sempre stata una donna straordinaria, ma per quanto amasse le sfide, la vita l’aveva  cambiata. Il lavoro  di scrittrice non aveva portato i frutti che lei sperava e così  era rimasta delusa dalle sue stesse aspettative.  Così, nel corso di quella vita fatta di sogni e speranze andate  per lo più in frantumi, Misako  si era trasformata nella donna che ora sostava dinanzi Sana:  una donna austera e spenta  che non faceva altro che ripetere costantemente che i sogni, per quanto preziosi, non bastassero a sfamare le persone.  Eppure nonostante tutto, la signora Kurata continuava a scrivere, nascondendo il tedio della vita quotidiana attraverso strane acconciature e comportamenti   che rasentavano il ridicolo di giorno in giorno. Forse era proprio per questo che Sana temeva di parlarle: per quanto Misako, si fosse presa cura amorevolmente di lei, dopo averla trovata abbandonata sul ciglio di una strada, aveva pur sempre i suoi difetti.

“Sana perché mi stai fissando?? – disse lei non appena la ragazza si affacciò sulla cucina dove la madre era immersa nelle proprie attività.
“Ciao Mama.. scusami ero sovrappensiero … -  Sana la fissò per l’ennesima volta e il canticchiare della donna le fece capire che era il momento adatto per parlare.

“Ecco ,senti, vorrei parlarti di una cosa!”- aggiunse dopo pochi istanti , facendo un profondo respiro. Le pose con mani tremanti il volantino del concorso . Sana sperava , in cuor suo, che ,una volta tanto , Misako fosse clemente. Le sue speranze, tuttavia andarono in frantumi dopo pochi istanti di silenzio a cui seguì lo sguardo serio e contrariato della donna . Bastò solo questo gesto a farle capire che c’era ben poco da sperare.

 “SANA!! Sai già qual è la mia risposta!!Non sono d’accordo e ti ho detto già che…”

“Che i sogni non sfamano le persone!- concluse Sana ormai esasperata- si mamma lo so però ti prego, credi un po’ in me!!! Lo sai che sono brava a cantare.Lo sai che è solo un concorso e male che vada sarà solo una nuova esperienza!!Quindi ti prego!!!Lasciami andare a provare!!”

Ma Misako, non voleva saperne proprio nulla della faccenda.

“Ascolta figlia mia, so che per te è importante questa cosa ma sei ancora molto giovane e avrai tante occasioni nella vita quindi per ora preferirei che tu non partecipassi a questo concorso…Ora andiamo a cenare che è meglio.”

Non poteva crederci. Non poteva credere che sua madre si fosse rifiutata di permetterle di realizzare quel sogno. Il suo sogno, solo per motivi personali.

“Mangia pure da sola!! Io  me ne vado!!”

Sbattette la porta di casa con le grida della signora Kurata che tentava di fermarla, ma fu tutto inutile Non aveva la minima intenzione di starla ad ascoltare. Presa dalla tristezza si mise a camminare frettolosamente e senza rendersene conto si ritrovò in un luogo che lei tanto amava: il parco. La sera stava calando e la luce della luna mise in risalto la struttura in legno che tanto caratterizzava quel luogo : un enorme gazebo infatti si stagliava al centro della zona, come una sorta di monumento. Sana vi si avvicinò e si sedette . Adorava la calma e la tranquillità di quel luogo, adorava  il silenzio della natura. Per un attimo si dimenticò dei suoi crucci e senza preavviso le sue labbra cominciarono a muoversi per conto proprio intonando una strana melodia.

“Things will go my way…tutututu”*

Rimase lei stessa interdetta da quel ritornello. Era una melodia nuova, sgorgata dalla sua gola senza preavviso. Aveva appena inventato una nuova canzone.  Mentre continuava a a cantichicchiare quella canzoncina , una voce sopraggiunta alle sue spalle , la fece sobbalzare.

“ SanaChan!!”

Sana si voltò e lo vide nuovamente:  il ragazzo occhialuto, quel tale Tsuyoshi , la guardava incuriosito e forse anche quasi imbarazzato.

“Scu..scusa…-disse lui.- scusa, forse chiamarti per nome  era troppo confidenziale non è vero?” Il ragazzo prese  giocherellare con le punta dei suoi piedi  facendole strusciare sul terreno umidiccio del parco come innervosito da qualcosa. Per un attimo Sana provò una strana compassione per  quel  giovane così mingherlino eppure amico di un tipo spregiudicato come Hayama.

“No no tranquillo! Non ti preoccupare!!Chiamami pure Sana!! Ma Cosa ci fai qui?”

“Sono in giro con Akito-Kun !Eravamo andati a fare dei servizi”.

Al solo nominare Akito, Sana avvampò. Si avvicinò di gran carriera a Tsuyoshi e lo

guardò con fare minaccioso. Quando si parlava di Akito il termine “servizio” poteva essere molto pericoloso.

“SERVIZI? Che tipo di servizi?-fece lei con una vocina quasi stridula avvicinando il suo volto a quello del ragazzo- Qualche altro losco affare per caso???!”

“Calma Sanachan!! Mollami-disse Tsuyoshi alquanto sorpreso di quella reazione improvvisa-ho accompagnato Akito a fare la spesa!”

Bella questa, Akito Hayama, il teppista, che faceva una cosa così comune come quella di fare la spesa. Al solo pensiero le venne quasi da ridere ma si trattenne. Subito dopo, però, Tsuyoshi assunse un aspetto serio e ciò le fece capire che il ragazzo voleva dirle qualcosa di importante.

“Senti Sana-Chan…io volevo ringraziarti per l’altro giorno. Ti ammiro tantissimo. Sei l’unica che riesce a tenere testa ad Akito –kun.Però ecco volevo anche dirti..che…bhe dovresti essere meno dura con lui!!”

“ Che intendi dire scusa? È lui che deve smetterla di essere così indisponente!!””

“Lo so, però, ecco…Hayama non è un ragazzo cattivo..-ora Tsuyoshi si guardava la punta delle sue scarpe come se si sentisse in colpa per la cosa che aveva appena detto.

“Vedi-riprese a dire poco dopo- Akito-Kun ha vissuto e vive tutt’ora una situazione molte difficile..Anche se è ricco in realtà è infelice….”

“Infelice?”

 A pensarci bene, ora che sentiva dire queste parole, Sana si rese conto che anche lei aveva avuto da sempre la convinzione che, in realtà, dietro il volto duro di Hayama si nascondesse un mondo imperscrutabile, una realtà solitaria e desolante. D’improvviso ricordò anche quella espressione triste apparsa sul volto del ragazzo quando giorni addietro  le aveva detto che lui non voleva avere amici.

“Si ..infelice…ecco è per questo motivo che anche se mi tratta male io non voglio allontanarmi da lui. Perché anche se si comporta male lui non è così!! Quindi Sana Chan sii meno dura . Vedi Akito ha un segreto….”

“ Ma come faccio ad essere carina con lui? È sempre così antipatico, insopportabile, una testa di rapa…”

“CHI SAREBBE UNA TESTA DI RAPA SCUSA?”  .

Una voce la fece sobbalzare.  Si voltò verso il punto da cui aveva sentito parlare, giusto in tempo per vedere avanzare una figura familiare verso di lei.Ancora una volta, Hayama aveva fatto un entrata in scena in grande stile.  Anche al buio Sana riuscì ad intravedere lo sguardo del ragazzo che più che inferocito sembrava infastidito nell’aver colto in fragrante il suo presunto migliore amico e la sua peggiore nemica discutere amichevolemente. Tsyoshi si fece più piccolo e ritornò a fissare imperterrito le suole delle sue scarpe cercando, forse , un buon motivo  per giustificare il fatto di essere in compagnia di  Sana.

Akito si fece più vicino ai due. Ora era a pochi passi da loro.

“Non ho capito bene Kurata! Chi sarebbe una testa di rapa?”Disse quella frase minacciosa che però, a dispetto di quanto si potesse pensare, sembrasse non celare ,dietro di sè, intento alcuno di incutere timore. Sembrava quasi che le stesse chiedendo come stesse.

“ Ma è ovvio!!  Tu sei una testa di rapa!! Chi altri sennò!!” Sana lo guardò con aria di sfida aspettandosi uno scatto di ira da parte del ragazzo, ma Hayama inaspettatamente si mise a fissare intensamente Tsuyoshi come se volesse dirgli qualcosa con aria di rimprovero.

“Tsyoshi hai finito i tuoi convenevoli con Kurata? Se si ti pregherei di andare  a fare quella commissione che ti avevo già detto prima.”

Tsuyoshi ovviamente non se lo fece ripetere due volte, e con un “ sissignore” si allontanò dal gazebo lasciando Sana e Akito soli. Di nuovo. Sembrava ormai essere diventata un abitudine per loro due ,in quei giorni, trovarsi ad una distanza così ravvicinata. Per qualche istante nessuno dei due parlò. Akito si limitava a fissarla come se stesse passandola ai raggi X. Sana però riuscì a reggere ben poco a quel silenzio imbarazzante e così fu la prima a parlare.

“ Si può sapere cosa stai guardando Hayama?”

Ma Hayama non proferì parola e di tutta risposta avanzò verso di lei. Come se nulla fosse, le poggiò una mano sul petto, proprio lì all’altezza di un suo seno. Quel contatto per un attimo la fece sobbalzare. Mai un ragazzo , in vita sua, l’aveva sfiorata in quelle zone così proibite. L’attimo dopo però l’ira mista ad imbarazzo le si accese . Non poteva credere che Akito fosse stato così sfacciato.

“Ma che diavolo sai facendo?????!!!!!COME OSI LURIDO MASCALZONE!SEI UN DEPRAVATO!!”

Hayama ritrasse la mano dalla punto in cui l’aveva accarezzata  e prese a guardarla con aria di strafottenza.

“Su avanti Kurata!!! Stavo solo cercando di capire se sei davvero una donna!!”

“COME?? MA COME OSI???!”

“COME SEI SCOCCIANTE..QUANTE STORIE PER UNA MISERA TOCCATINA. E poi credimi Kurata, non ho avuto alcun beneficio nel toccarti. Sei piatta come una tavola!”

 GRR che rabbia. Se solo avesse potuto Sana avrebbe spaccato la faccia a quel teppista da strapazzo. Nessuna persona  in quel momento gli appariva detestabile quanto lui.

“Basta mi hai già scocciata!!ora me ne vado!!! Arrivederci Hayama!!Non so se ci rivedremo”

“Che intendi con “Non so se ci rivedremo?” L’espressione canzonatoria di poco prima  sul volto del giovane era stata sostituita da una  di sorpresa.  .

“Che sto partendo Hayama! Vado al concorso!!”

“ Questo  significa che hai ottenuto il consenso?”

“No, ma ci andrò lo stesso!!”

“E scusa come pensi di fare?”

“Quante domande! Ma a te che te ne importa!!?in qualche modo farò! Ci vediamo!”

Prese ad allontanarsi verso l’uscita del  parco. Non vedeva l’ora di allontanarsi da Akito; quella conversazione l’aveva già estenuata fin troppo. Tuttavia mentre si avviava verso l’uscita , sentì qualcosa tirarla per un braccio: Akito si era precipitato  nuovamente verso di lei e ora le bloccava il braccio destro , impedendole di muoversi. Quel gesto improvviso la lasciò di stucco.

“Cosa vuoi ancora?” disse guardandolo dritto negli occhi, quegli occhi così profondi.

“Ti ricordo Kurata che non puoi lasciare il discorso a metà soprattutto se IO ti sto facendo delle domande.”

“ Ma per favore!! Ti ricordo che l’ultima volta sei stato tu a mollarmi nel bel mezzo di un discorso!!!quindi lasciami in pace adesso!!!Mollami!!”

Riuscì ad allontanarsi dalla presa dal ragazzo che tuttavia aveva solo allentato la forza .

“Va bene ti lascio andare…volevo solo dirti…ecco..METTICELA TUTTA!!”

Sana lo guardò stupita. Questo proprio non se lo sarebbe mai aspettato.Non da Hayama comunque . Lo fissò sconcertata sul da farsi per qualche secondo. Cosa avrebbe dovuto dire? Era un presa in giro, oppure era davvero un incitamento? E cosa sarebbe stato più adeguato rispondere? Un grazie di certo non sarebbe bastato. Non se la persona in questione era un tipo abituato ad essere probabilmente servito e riverito 24 ore su 24.

Alla fine decise soltanto di annuire, non sapendo cos’altro dire . Anche al buio Sana potè notare una strana nota di rossore apparsa sul  volto di lui. Era forse imbarazzato?  Hayama si voltò nella direzione opposta alla ragazza ,pronto ad allontanarsi, ma una frazione di secondo dopo sembrò ricordarsi di qualcos’altro .

“e…Kurata?”

“SI?”

“Prima ti ho sentita cantare. Non sei stonata!”

Sana lo guardò per l’ennesima volta   cercando di capire se il ragazzo la stesse prendendo in giro.  Che diavolo voleva dire “non sei stonata”??Di certo non poteva essere un complimento.Una persona normale avrebbe detto “ canti bene” non “NON SEI STONATA.” “Ma sul volto di lui non c’era alcuna espressione: continuava a fissarla intensamente come se non avesse più parole. E difatti poco dopo, senza dire altro, Sana  lo vide allontanarsi. Rimase sgomenta. Non c’erano dubbi: Akito Hayama aveva davvero un segreto e lei avrebbe fatto di tutto per scoprirlo.

 

Spolier prox capitolo:

Akito sorseggiava un drink in solitaria guardano il chiaro di luna. Ma il bussare alla sua porta lo risvegliò da questi mesti pensieri facendolo sobbalzare.

“Avanti”-

“Signorino Hayama. Volevo dirle che  è tutto pronto per la serata. Se vogliamo andare l’auto la sta aspttando giù”

Il suo maggiordomo di fiducia  era apparso sull’uscio della porta. Akito non rispose ed annuì soltanto sentendosi alquanto sollevato. Finalmente la notte era arrivata. Finalmente avrebbe fatto la cosa più adorava fare da quando era piccolo.




Angolo Autrice

 

Salve a tutti. Eccomi come promesso con un nuovo capitolo di questa storia. Prima di proseguire ringraziando chi mi ha recensito e chi mi sta seguendo vorrei fare alcune puntualizzazzioni su questo capitolo. Il ritornello che canta sana nel parco è la canzone Things will go my way dei the Calling...Scusate la mia mancanta di orniginalità ma mi era venuta in mente sono quella canzone e tra l'altro ho pensato che le parole fosse adatte alla  situazione di Sana. Poi immgino che vi starete chiedendo perchp Sana esce da scuola e deve cenare anzicchè pranzare...bhe ho immaignato che avesse delle lezioni pomeridiane , inoltre l'incontro notturno con Hayama mi sembrava alquanto interessante. Bhe dette queste cose spero che il capitolo sia divostra gradimento...diciamo che è un capitolo un pò di passaggio questo dove ho voluto descrivere un pò anche l'ambiente dove vive Sana e sopratutto la signora Kurata che forse risulta un pò OOC ..Spero cmq che vi sia piaicuta la sua descrizione. Per il resto ringrazio chi h ainserito la storia tra le seguite, chi tra le preferite e chi mi ha recensite e spero che mi lascerete i vostri pareri=) Alla prossima settimana. Un bacio.

  
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