Nella mia città vi erano due cimiteri, uno era molto antico
risaliva al XIII secolo, ad esso erano attribuite strane leggende; alcune erano
terrificanti. Giravano voci che fosse abitato da esseri spaventosi, chi vi
entrava di notte non faceva più ritorno.
Per questi motivi gli abitanti del posto ne costruirono un altro,
e l’altro fu abbandonato…
C’incontrammo come al solito vicino al cimitero nuovo.
“Dove andiamo stasera?” mi domandò curioso
“Ti va di fare una passeggiata nel vecchio cimitero?” chiesi
“Nel vecchio cimitero?” mi domandò molto stupito
“Si si proprio li. O hai paura?” lo stuzzicai.
“No, non ho paura” mi rispose sorridendo
“E allora andiamo, sai conosco dei posti davvero carini anche se
non ci vado da un po’” dissi ricambiando il sorriso
“Cosa? Conosci dei posti carini?”
“Mmh? Si perché?”
“Sai piccola tu mi stupisci”
“Ti detto che la mia era una lunga storia, tu non mi credi” gli
risposi facendo finta di offendermi
“Io ti credo, solo che m’incuriosisci, a volte sei misteriosa” mi
rispose
“Non sono l’unica ad essere misteriosa” gli dissi scherzando
“Per caso l’altro sarei io?” mi domandò
“No, il ragazzo che ho di fronte” gli risposi ridendo “Dai ora andiamo,
altrimenti si fa tardi”
“Ok andiamo”
Mi afferrò per mano e ci avviammo verso il vecchio cimitero.
“Come mai vuoi andare nel vecchio cimitero?” mi domandò curioso
“E’ un posto davvero carino; tutto quello che si dice su quel
luogo non è vero” gli risposi
“Ne sei sicura?”
“Si, prima ci andavo ogni tanto e come vedi sono ancora qui. E poi
ho la sensazione di esserci già stata quando ero piccola” dissi cercando di
ricordare; ma nulla era tutto inutile!
Nella sua voce notai nostalgia e dolore, com’era possibile che una
ragazza non avesse paura, mi incuriosiva, sembrava fosse legata alle creature
delle notte in qualche modo, modo che forse neanche ricordava. Ormai era un po’
che stavamo insieme o che comunque ci frequentavamo, ma mi resi conto che non
la conoscevo per niente.
Per il resto della strada nessuno dei due parlò, si creò uno strano
silenzio.
“Siamo arrivati” dissi interrompendo quel silenzio
“Bene, sei ancora sicura di voler entrare?” mi domandò un po’
preoccupato
“Si sono sicura, ma perché quella domanda? Hai paura?”
“Ti ripeto che non ho paura è solo che prima, quando abbiamo
parlato del cimitero ti sei intristita e non voglio vederti così”
“Non preoccuparti” gli dissi cercando di sorridere “Ho dei bei
ricordi in questo luogo, anche se sono vaghi, può sembrare strano ma è cosi”
“Allora andiamo che aspettiamo” e mi trascinò dentro
Le luci dei lampioni erano troppo distanti e deboli per illuminare
il cimitero, l’unica luce che lo illuminava era quella della luna.
Si vedevano delle tombe sparse qua e la tra le numerose cripte.
A vederle erano molto vecchie sembravano essere in stile gotico e
avevano delle ampie vetrate.
“Allora dove si va di bello?” domandai a Yuki
“Non eri tu quella che conosceva dei posti carini?” mi domandò con
un tono sarcastico
“Giusto ero io” risposi “che ne dici di fare un giretto per le
varie cripte?”
“Come vuoi” mi rispose rassegnato “Tanto non riuscirò a farti
cambiare idea” e iniziammo il nostro giro.
Giravamo da una cripta all’altra senza sosta, finche non arrivammo
vicino ad un albero dove mi bloccai.
Provavo una strana sensazione, qualcosa in me si stava
risvegliando, sentivo delle voci lontane, una bambina piangeva…
“Aki che succede? Che hai?” mi domandò Yuki, ma sentivo le sue parole distanti, mi sentivo debole
non capivo che mi stava succedendo, caddi a terra forse mi addormentai non lo
so ma quando mi risvegliai Yuki non c’era ma di
fronte a me vidi un uomo alto e pallido, vestito di nero con un cappotto lungo,
anch’esso nero.
Avevo la sensazione di
conoscerlo. Lo guardai negli occhi; avevano qualcosa di familiare, ma non
ricordavo dove lo avevo visto.
Era con una bambina, forse quella che avevo sentito piangere. La
guardai, aveva degli occhi neri come la notte ma erano tristissimi, mi
avvicinai
“Scusatemi per caso avete visto un ragazzo?” ma nessuno dei due mi
rispose, sembrava che non mi avessero sentita, mi avvicinai ancora di più ma
nulla, non mi vedevano.
“Piccolina devo andare via” disse quell’uomo
“No papà non voglio, voglio stare con te” rispose la bambina
cercando di trattenere le lacrime ma inutilmente “Voglio venire con te”
“Non posso portarti con me, è troppo pericoloso” l’uomo continuava
a cercare di convincere la bambina che ormai piangeva senza sosta
“Non voglio rimanere con loro, sono cattivi con me, sono diversi
da me” continuava a supplicarlo cercando di convincerlo
“Il tuo posto per ora non è con me, ma con loro” disse l’uomo
mentre prendeva in braccio la bambina per cercare di calmarla
“Non è vero papà, io sono come te” gli disse abbracciandolo forte
“Ancora non lo sei, e se un giorno lo sarai ci ritroveremo” disse
poggiando la bambina a terra, si inginocchiò e guardandola le disse “Sii forte
e non abbatterti mai, ricorda la notte è tua amica non avere mai paura di lei
perché finche avrai fiducia in lei sarai sempre al sicuro”
“Va bene” disse singhiozzando “Sarò
forte e non piangerò più e la notte sarà sempre mia amica”
“Brava piccolina così mi piaci e
ora devo andare”
L’uomo si alzò e andò via. Mi
avvicinai alla bambina per cercare di consolarla, in lontananza sentii delle
parole “Finche non sarai pronta sarà meglio che non ricordi nulla, fino ad
allora avrai solo dei vaghi ricordi di me e dei momenti passati insieme ma non
ricorderai che cosa sono se faccio questo è per il tuo bene Aki,
ti voglio bene piccola mia, sarai sempre nel mio cuore”
Mi girai di scatto, non era
possibile, non poteva essere lui mi alzai per inseguirlo ma mi sentii di nuovo
debole e caddi a terra “Papà” sussurrai.