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Autore: MusicAddicted    15/01/2011    13 recensioni
E se Matt e Gaia si incontrassero in un modo diverso? E se si incontrassero in un periodo diverso? E se in qualche modo si conoscessero già.. ancor prima di incontrarsi? E se… ok, basta coi se, non vi resta che leggere!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dominic Howard, Gaia Polloni, Matthew Bellamy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Puff..puff puff… eccomi.
 
ho battuto il record dei ritardi , chiedo scusa.
 
Prima di iniziare, piccolo appello-annuncio-dichiarazione-quello che è :
 
Sappiamo tutte le ultime notizie di questi giorni.
 
In effetti, ho notato una certa calma in questa sezione, da quando s’è saputo.
 
Ok, ammetto che in un primo momento anch’io ero sotto shock, della serie ‘oddio, adesso vado a cancellare ogni storia ‘, ma poi mi son detta.. perché?
 
Alla fine non è successo nulla di tragico, anzi! Se davvero è figlio suo (io della Kate non mi fido, non m’è mai piaciuta, ma è un parere personale )… il nostro adorato Bells diventerà papà, che cosa tenera!!!
 
Inoltre, non credo che questo cambierà drasticamente le cose, ecco perché non mi sento in colpa se proseguo con le FF… alla fine non faccio nulla di male, metto disclaimer su disclaimer , al di là di quale sia la realtà.
 
Lo dico sia per questa FF (e non posso fare a meno di pensare a come l’avrà  presa la vera Gaia, porella! ) sia per tutte le altre BellDom, perché questo non mi ha certo tolto la fede nel BellDom e so che non sono l’unica a pensarla così.
 
Perciò, spero di non fare torti a nessuno se continuo.
 
Ok, detto questo…. GRAZIEEEEEEEEEEEE!! Siete sempre più adorabili!!
 
 
Lyn: aaawwww, ma tu mi fai commuovere così!! Realismo, addirittura? Oddio… Ecco qua l’epilogo, poi prenditi tutto il tempo che vuoi per ‘infiocchettare ‘ le parole, ahaha, ma ti giuro che sei già fin troppo gentile!!
 
Federica: Grazie mille anche a te, spero ti piaccia anche la conclusione.
 
BJ girl: Waaaw, davvero t’ha commosso quella scena? Ma grazie. felice che ti piaccia anche questo Dom ravveduto, ahaha!
 
Excel: carissima, non so come ringraziarti, mi dici sempre cose meravigliose, davvero! Sono felice ti sia piaciuto lo scorso capitolo. E sebbene preferisca riservare il peperoncino per il BellDom, magari c’è qualcosina anche qui … ma proprio poco, poco! ;)
 
 
la_Di : aaaaaaaww, grazie infinite, sia per il pre-stordimento che per il commento vero e proprio. Sei sempre gentilissima anche tu.  Lol per l’issimo ‘ ahahah. Spero ti piaccia anche l’epilogo, che corto non lo è di certo! ^^
 
Roby: tesowaa! M’hai fatto morire con quel commento su Cenerentola e Pretty Woman ahahah! Come sempre, grazie per le stupende cose che mi dici.
 
Bellatrix: uh, non preoccuparti se perdi qualche capitolo, capita. E poi sei già stata supergentile. Sono contenta ti siano piaciuti e spero che ne sia degno anche l’epilogo ;)
 
Nai : aaaaaaaaaaaaw, ecco un’altra che mi fa commuovere. *abbraccia forte forte la Nai * Sono felicissima che ti sia piaciuto il Matt di questa storia e grazie per aver notato quella cosa su end_of… era proprio quello che volevo trasmettere! ^^ don’t worry, che mi ricordo della tua fantastica Pierrot…
 
Ok, e dopo tante chiacchiere eccoci qui.
Ah, spero che mi perdonerete il ‘leggero ‘ salto temporale! Ma soprattutto… secondo voi nel gran finale poteva mancare qualche accennino BellDom? ;)
 
 

eternally-missed-cover
 
 
 
Epilogo.
 
       30 Giugno 2006, da qualche parte a Londra
 
 
“Oh, no! m’è sfuggito anche stavolta. L’avevo quasi preso!” esclamò Jessica, in hot pants grigi e reggiseno rosso, sulla soglia del bagno.
 
“Non preoccuparti, ora viene dalla mia parte e ci penso io a prenderlo!” le assicurò Dominic, in boxer blu, alla fine del corridoio che li separava.
 
E nel mezzo di quella distanza, correva disperatamente Hendrix, nel tentativo di sfuggire alle loro grinfie, perché aveva intuito quali fossero i loro progetti… e non li condivideva affatto.
 
Infatti, nel bagno era già stata preparata la vasca, riempita quanto bastava d’acqua piacevolmente tiepida, con accanto spugna e detergente adeguati.
 
E quelle premure non erano per i due umani, ma per quel cuccioletto di ormai quasi tre anni.
 
La prima volta che i due erano riusciti ad acchiapparlo e portarlo dinanzi alla vasca, decisi a fargli quel famigerato bagnetto, Hendrix era stato così scaltro e svelto, che nella vasca c’erano finiti Jessica e Dominic, fra mille risate.
 
Questo spiegava perché i due fossero rimasti con solo  l’intimo addosso.
 
“Fine della corsa, amico!” ghignò Dom, ponendosi davanti al suo cane, con uno spirito battagliero.
 
Tutte le altre porte erano state prudentemente chiuse, dall’altro lato c’era Jessica che lo attendeva, quindi Hendrix capì di non avere più via di scampo.
E mentre era ancora impiegato a constatarlo, il suo padrone lo aveva già prudentemente afferrato, percorrendo il corridoio, in direzione del bagno, mentre lo teneva saldamente.
 
“Non capisco perché il tuo cane sia così restio a fare il bagnetto.” borbottò Jessica, mentre prendeva la spugna, già imbevuta della schiuma apposita.
 
“Vabbè, non solo il mio. Si sa, quasi tutti i cani detestano fare il bagno.” si giustificò il biondo, mettendo il cagnolino nella vasca, prevenendo ogni suo tentativo di ribellione.
 
“Sì, ma il tuo lo detesta un po’ più degli altri!” ribatté lei, mentre gli passava la spugna sul pelo e Hendrix ringhiava il suo disappunto.
 
“Di certo non è una cosa che ha in comune con il sottoscritto. Se dipendesse da me, io vivrei sotto la doccia!” ridacchiò Dom. “Specialmente, se venissi a farmi compagnia anche tu.” mormorò, languido, accarezzandole la schiena e baciandole una spalla.
 
“Mm… su, Dom, fa’ il bravo. Niente flirt mentre sto lavando Hendrix!” commentò lei, pulendo gli occhietti, il musetto e le orecchie del cagnolino, mentre Dom era tornato alla sua mansione: tenerlo fermo.
 
Jessica levò il tappo dalla vasca, tirò via Hendrix, avvolgendolo dentro un asciugamano e appoggiandolo sul ripiano.
Lo frizionò con cura e il cane si dimostrò ben predisposto a farsi asciugare.
 
Finalmente un po’ di coccole per lui, dopo quell’esperienza traumatica.
 
“Ecco fatto, ora sei a posto.” lo sollevò Jessica, prendendolo sotto le zampe anteriori, prima di tirarlo più vicino per dargli un bacino sul testino, stringendoselo al petto. “Chi è il tesorino adorato di Mammina?” mormorò, con voce zuccherosa.
 
“Fino a prova contraria… dovrei essere io!” borbottò Dominic, incrociando le braccia, offeso.
 
Jessica scoppiò a ridere, spingendolo via da sé, amichevolmente.
 
“Dai, gelosone, non puoi sentirti in competizione con un cane!” lo sbeffeggiò lei.
 
“E’ pur sempre un maschio anche lui… “ brontolò il suo ragazzo.
 
“Ok, Hendrix, ora puoi tornare a scorazzare dove vuoi. “ disse lei, mettendo giù il cagnolino, che corse via, felice. “Mammina deve rassicurare Papino.” aggiunse, in tono più soft, mentre si avvicinava a Dom, che la guardava sorridente.
 
Gli avvolse le braccia attorno al collo e lo tirò più a sé.
 
“Vieni qui, tesorino adorato.” sussurrò, baciandolo.
 
“Così va meglio.” bofonchiò lui, tra un bacio e l’altro. “Ovvio che prima stavo scherzando, figurati se sono geloso del mio Hendrix. Gli voglio un bene infinito. Del resto tutte le ragazze lo trovano irresistibile… proprio come il suo padrone!” si pavoneggiò.
 
“Hey!” gli schiaffeggiò una spalla lei, non gradendo affatto quel che aveva appena detto.
 
“Chi è la gelosona, adesso?” la prese in giro lui, accarezzandole i capelli. “Dai, amore, scherzavo. Quello è un ragazzo che ormai appartiene al passato. Ora hai un uomo migliore di fronte a te ed il merito è soltanto tuo.” le sorrise lui, intrecciando le dita con le sue.
 
“Aawww, Dom!” squittì lei, abbracciandolo forte.
 
“E poi, non dimenticare che dobbiamo molto a Hendrix. In un certo senso è grazie a lui se ora stiamo assieme.” aggiunse il biondo.
 
“Addirittura?” si stupì lei.
 
“Beh, sì, pensaci un attimo. Se non fosse stato che volevo prendere un regalino per lui, quella sera non sarei mai entrato in quel negozio di animali e non ti avrei rivisto.” spiegò lui.
 
“E’ vero. Quella sera ancora me la ricordo. Quando ti ho visto lì non mi sembrava possibile. Certo che… ne è passato di tempo!” commentò lei, tuffandosi con la mente nei ricordi.
 
“Più di due anni e mezzo. Tra qualche mese saranno tre.” ribatté lui, seguendo il suo esempio.
 
 
La verità è che dopo che Jessica e Gaia erano state a quei due concerti a Londra a cui le avevano invitate Dom e Matt, per le due coppie era stato sempre più difficile separarsi.
 
Per questo, avevano fatto del loro meglio per mantenere quelle due storie a distanza, con un notevole impegno da parte di tutti.
 
Non appena Matt e Dom avevano qualche giorno libero o finivano un tour, ognuno raggiungeva quella che ormai era diventata ufficialmente la propria fidanzata.
E, allo stesso modo, quando riuscivano a districarsi dai loro impegni, Gaia e Jessica raggiungevano i fidanzati a qualche tappa dei loro tour.
 
A volte, le due amiche riuscivano a partire insieme, altre volte solo una di loro riusciva a liberarsi.
Ovviamente, non erano state relazioni facili da portare avanti. A volte gli impegni erano insormontabili e le due coppie finivano per passare anche mesi interi senza vedersi, facendosi bastare le telefonate, qualche volta anche intercontinentali, oppure le mail e le chat, tanto care a Matt e Gaia.
 
La cosa migliore era quando riuscivano a trovarsi tutti, non solo ad un concerto, ma anche quando erano Matt e Dom ad andare a trovare le loro ragazze.
Non erano rare le uscite a quattro a Londra, oppure nei pressi di Como. Qualche volta si aggiungevano anche Chris e Kelly e le uscite diventavano a sei.
 
Gli anni non avevano fatto altro che rendere più forte il legame fra Dominic e Jessica.
Nonostante ormai Jessica si fosse stabilita a Londra, i due non vivevano assieme, però ogni volta che tornava a casa Dom, Jessica faceva i bagagli e si trasferiva nel suo appartamento, per trascorrere col suo ragazzo più tempo possibile e quella cosa dava a entrambi la parvenza di una convivenza.
 
Inoltre, era proprio a Jessica che Dom aveva deciso di affidare Hendrix, quando lui era via con gli altri Muse.
Del resto, Jessica stravedeva per quel cagnolino, era stato amore a prima vista, non appena l’aveva incontrato… praticamente, com’era successo con il suo padrone!
 
 
 
 
 
“Ad ogni modo, anche se non ci fossimo incontrati in quel negozio, prima o poi ci saremmo rivisti comunque, essendo Gaia la ragazza di Matt.” commentò Jessica. “Anzi, magari un giorno Matt avrebbe avuto la bella idea di presentarti la migliore amica della sua ragazza.” spiegò lei.
 
“Sì, è probabile.” sorrise lui, accarezzandole le spalle. “Però così, anziché Hendrix, avrei dovuto ringraziare Matt. Almeno Hendrix lo posso ringraziare prendendomi cura di lui, dandogli le sue crocchette preferite e le pappe migliori, facendogli il bagnetto, accarezzandolo, giocando con lui e portandolo fuori.” spiegò lui. “Sai, non credo che Matt gradirebbe se gli dedicassi le stesse attenzioni, uhmm… forse gli andrebbero bene le ultime due!” aggiunse, ridacchiando, contagiando anche Jessica.
 
“Che scemo che sei!” disse lei, fra le risate.
 
“E’ uno dei motivi per cui mi ami.” le sorrise lui, in modo accattivante, ponendo le mani sui suoi fianchi per tirarla più a sé.
 
“E’ vero, non lo posso negare.” sorrise lei, prima di baciarlo.
 
Il bacio cominciò a farsi più coinvolgente e infuocato, tanto che nel giro di qualche secondo Jessica si ritrovò con un indumento intimo in meno addosso.
 
“Dom! Rimettimelo subito… “ lo sgridò lei, indicandogli il reggiseno sul pavimento, ma non fu più così contrariata, quando lui si riempì le mani dei suoi seni, prendendosene gran cura.
 
“Ne sei sicura?” sogghignò lui, baciandola nuovamente.
 
“No! Voglio dire… sì! Non c’è tempo per quello… dobbiamo prepararci, abbiamo un volo da prendere e siamo già in ritardo.” protestò lei, cercando di recuperare il suo reggiseno, ma lui la bloccò.
 
“Appunto, siamo già in ritardo, quel volo è già bello che perso, te lo dico io, quindi evitiamoci una corsa inutile. E poi l’aeroporto è pieno di altri voli per Milano e considerando che passeremo in Italia una settimana, non è che un’ora in meno ci cambi la vita. E’ lecito se tardiamo un po’, sei d’accordo?” la persuase il biondo.
 
“Dannazione, perché devi essere sempre così insopportabilmente convincente?” ribatté la mora, dandogli un bacetto veloce.
 
“Perché ti amo, Jess, e se mi segui sotto la doccia ti dimostro quanto.” le sussurrò lui all’orecchio, prendendola per mano, per trascinarla dentro con sé.
 
Inutile dire che lei accettò molto volentieri quell’invito.
 
 
 
******************************* (Contemporaneamente)
Moltrasio (Como)
 
“Le chiedo ancora un po’ di pazienza, Signor Bellamy. Altre tre domande e abbiamo finito.” disse la giornalista che lo stava intervistando per un magazine italiano.
 
Matthew si sarebbe limitato ad annuire rassegnato, ma si ricordò che era al telefono e quindi c’era necessità di una sua risposta verbale.
 
“D’accordo.” sospirò, passandosi sconsolato una mano fra i capelli, tinti di un bel nero corvino.
 
< Probabilmente devo aver fatto qualcosa che ha fatto incazzare Tom, anche se non ho la più pallida idea di cosa gli abbia fatto. Ma questa è senz’altro la sua vendetta! >  pensò, mentre controllava qualcosa sul suo laptop, prestando comunque attenzione a quella che sarebbe stata la domanda dell’interlocutrice.
 
Quella giornalista non gli andava per niente a genio.
Non tanto per la sua pronuncia parecchio discutibile, tanto che più volte l’Inglese le aveva fatto ripetere la domanda, anche perché Matthew aveva ancora notevoli difficoltà con l’Italiano, quelle poche volte che si sforzava di parlarlo.
 
Quindi era una cosa che comprendeva benissimo.
 
Quello che non riusciva a sopportare era il fatto che ogni domanda che gli faceva ne conteneva almeno altre dieci.
Matthew era al telefono da quasi tre quarti d’ora ormai.
Inoltre, un’altra cosa che lo infastidiva molto era che una di quelle domande riguardava anche la sua vita privata, ma era preparato a fronteggiare quel genere di scocciatura.
 
Finalmente, dopo altri trenta minuti che gli sembrarono interminabili, l’intervista giunse alla conclusione.
 
“La ringrazio di tutto, Signor Bellamy, è stato davvero gentile.” si congedò la giornalista.
 
< Tu no! > pensò lui.
 
“Si figuri, del resto fa parte del mio lavoro.” fu quello che realmente disse.
 
“Alla prossima intervista, allora!” lo salutò lei.
 
“Ci conti.” replicò lui, riattaccando.
 
< A mai più, spero, impicciona, logorroica! > si augurò silenziosamente lui, sfinito da tutte quelle domande.
 
Dopo aver ripreso un po’ di respiro, tornò alla sua attività principale, aggiornò l’homepage del Muse-Messageboard e fu contento di trovare un nuovo topic sull’uscita del loro nuovissimo album e le relative impressioni.
 
L’aveva selezionato e stava leggendo, saltando le parti meno rilevanti, quando il suo cellulare squillò.
 
< No, non sarà mica quella giornalista che ha dimenticato di chiedermi qualcosa… non so, la struttura del mio DNA o il mio gruppo sanguigno? Sarebbero le uniche due cose che ancora non mi ha chiesto! > pensò lui, alzando gli occhi e guardandosi dal rispondere.
 
Mentre il cellulare continuava a squillare, Matt giunse ad altre conclusioni.
 
< Non può essere lei, non può avermi rintracciato, l’ho chiamata mantenendo il mio numero riservato. > congetturò, decidendosi a guardare finalmente il display e quando lo fece cambiò decisamente umore: finalmente una chiamata piacevole.
 
“Hey!” trillò lui, felice.
 
“Hey!” rispose una voce altrettanto felce, dall’altro lato.
 
“Tutto bene?”
 
“Alla grande, e tu?”
 
“Bene, a parte il fatto che ho appena rilasciato la più lunga e sfibrante intervista della mia vita!”
 
“Oh, povero il mio Mattie… e dimmi, hai parlato bene di me, vero?”
 
“Ma è naturale! Come sempre. Avevi qualche dubbio?”
 
“Dicevo per dire.”
 
“Mi manchi tantissimo, lo sai?”
 
“Anche tu, da morire.”
 
“Però dai, ormai manca poco, oggi ci rivediamo. Non vedo l’ora!”
 
“Anch’io. Contavo i giorni che ci separavano.”
 
“Addirittura? Dom… così mi sembra un po’ eccessivo!” commentò Matt, interdetto.
 
“Ovvio che no, ti stavo prendendo in giro! E’ che questa telefonata stava prendendo una piega un po’ insana. “ borbottò Dom, altrettanto interdetto.
 
“Hai ragione.” approvò l’altro.
 
“Dannazione, Matt! Ma perché suoniamo sempre così gay al telefono?” rise Dominic.
 
“Non ne ho proprio idea, Dommie del cuor mio!” scherzò Matt, ridendo con lui. “Allora, che combini di bello? Sei all’aeroporto?” gli domandò.
 
“Ecco, a questo proposito… Matt, c’è una cosa che ti devo dire: Jessica e io tarderemo un po’. Prendiamo il volo tra due ore, c’è stato un inconveniente con quello precedente. “ lo avvisò Dom.
 
“Oh, sì, certo, posso immaginare che genere di inconveniente, quelli dove al termine ti fumi una sigaretta, con l’aria soddisfatta!” ridacchiò Matthew.
 
“Tu sì che mi conosci!” ridacchiò l’altro.
 
“Nessun problema. Vuol dire che Gaia e io verremo a prendervi più tardi.” asserì il primo.
 
“E tu? Che fai di bello? Aspetta, indovino. Considerando che oggi è uscito ‘Black Holes And Revelations ‘ di sicuro sarai di fronte al PC!” commentò il secondo.
 
“Touchè. E comunque stavolta, anche se sono passate poco più di sei ore, è già arrivato un commento.” lo informò Matt.
 
“Ah, sì? E che dice?” si incuriosì Dom.
 
“Ah-ah. Lo vedi che ti ho trasmesso la mania?” incalzò il moro.
 
“Che vuoi che ti dica, Bells? Sei contagioso!” riconobbe il biondo.
 
“Dice che l’album in sé non è male, ma che ‘Take a Bow’ è una canzone da discoteca!” lo informò Matt, un po’ ferito nell’orgoglio.
 
Dominic si mise a ridere.
 
“Allora la faremo uscire come B-side da qualche parte, col giusto remix, così sarà davvero da discoteca!” propose.
 
“Davvero la pensi così? Comincio a pensare che quella recensione l’abbia lasciata tu!” ribatté Matthew, sospettoso.
 
“Figurati, ho di meglio da fare, che perdere il mio tempo su internet, quello semmai sei tu!” ridacchiò l’altro.
 
“Già, dimentico che tu sei il modaiolo. Senti, damerino, fammi sapere a che ora atterrate, così poi veniamo a prendervi. E basta con gli * inconvenienti *!” si raccomandò Matt.
 
“D’accordo, a dopo.” riattaccò Dom.
 
Matt era tornato davanti al PC, ma il rumore di una chiave che girava nel chiavistello gli fece cambiare idea.
 
“Ciao, amore, sono tornata!” esclamò festosa Gaia, rientrando dall’Università.
 
Matt preferì i gesti alle parole e le andò incontro, stringendola fra le sue braccia e dandole un bacio degno di nota.
 
“Però, niente male come accoglienza!” sorrise lei.
 
“Tutto bene, amore?” le domandò lui.
 
“Sì, è stato uno scambio di appunti fruttuoso: la mia amica sapeva cose che non sapevo io e viceversa. Ora entrambe siamo più che pronte per quell’esame.” assicurò lei, posando la sua borsa a tracolla accanto al divano.
 
Notò il PC acceso, appoggiato sul tavolo, in salotto.
 
Poi si ricordò di che giorno fosse e ricollegò i fatti. E quando si avvicinò allo schermo, i suoi dubbi furono fondati.
 
“Accidenti, ma allora Dom non scherzava quando mi ha detto che sei fissato coi feedback quando esce un vostro album!” ridacchiò lei.
 
“Non sono fissato, è un mio diritto sapere. “ si difese lui.
 
“Se ti dico che io lo adoro, che è eclettico, accattivante, audace e mai banale e che ‘Starlight ‘ è la mia canzone preferita, vale come commento?” domandò lei, appoggiando la testa alla sua spalla.
 
“Uhmm… non saprei, non dimentichiamo che la commentatrice in questione va a letto con il cantante- pianista- chitarrista- frontman - autore principale dei testi- della band. “ commentò lui, con una finta espressione seria, accarezzandole i capelli.
 
“Sicuro di non aver scordato nessun altro ruolo? Accidenti, Matthew sei così pieno di te stesso che non capisco cosa aspetti a cambiare il nome della vostra band da ‘Muse ‘ a ‘Matthew Bellamy… e gli altri due ‘!” lo prese in giro lei.
 
“Non è vero che io sono pieno di me stesso.  Io tengo molto a Dom e Chris, senza di loro io non potrei andare avanti. E’ solo che ci tengo a precisare i ruoli che io ricopro e quello che io faccio per la band!” si giustificò il frontman.
 
“Hai detto * solo cinque volte * ‘io ‘. Hai ragione, non sei affatto pieno di te.” ribatté lei, sarcastica.
 
“Uff! ecco le conseguenze di avere una fidanzata psicologa!” sbuffò lui, alzando gli occhi.
 
Gaia scoppiò a ridere.
 
“Dai, amore, stavo scherzando! Però lo sai che adoro psicanalizzarti… “ mormorò lei, scompigliandogli i capelli.
 
“E io adoro farmi psicanalizzare da te.” mormorò lui, baciandola.
 
“Ad ogni modo, davvero mi reputi così parziale nel dare dei giudizi? Lo sai benissimo che se non mi piace un vostro pezzo te lo dico senza farmi problemi, a costo di litigare con te e con il terzo abitante di questa casa.” replicò lei.
 
“Dom?” domandò lui, confuso.
 
“No, * il tuo ego *!” rise lei.
 
“Gaia!” sbottò lui, offeso.
 
“Permalosone, scherzavo. Scusa, tesoro, è solo che è troppo divertente punzecchiarti!” gli fece una spiritosa linguaccia lei.
 
“E deciso. Nella prossima intervista dichiarerò che il passatempo preferito della mia ragazza è prendermi in giro, senza pietà. Lo avrei già potuto dichiarare oggi.” ribatté lui.
 
“Ah, è vero. Oggi avevi quell’intervista. Com’è andata?” si interessò lei.
 
“E’ stata lunga. Dannatamente lunga.  E sfibrante.” sbuffò lui.
 
“E… ti hanno chiesto di me?” azzardò lei.
 
“Sì, quella ficcanaso della giornalista ha invaso anche la sfera privata. E, ancora una volta, è arrivata quella fatidica domanda su come ci siamo conosciuti tu ed io.” spiegò lui.
 
“E, sentiamo, stavolta che ti sei inventato?” domandò lei.
 
“A una riserva di pesca.” ridacchiò lui.
 
“Matthew, ma sei impossibile!” finse di rimproverarlo lei, per poi ridere con lui.
 
“Piccola, lo sai che mi diverto un sacco a dare versioni sempre diverse, un po’ come quando mi chiedono il perché del nome della nostra band.” spiegò lui, per poi prenderle le mani nelle sue. “La verità è che la vera storia di come ci siamo incontrati è così particolare che non ci penso proprio a rovinarla, spifferandola in un’intervista!” aggiunse.
 
“Completamente d’accordo.” approvò lei, dandogli un bacetto veloce. “Sai, amore, è bello averti a casa.” gli sorrise.
 
“Ed è ancora più bello poterla finalmente chiamare casa. “ sorrise lui.
 
 
 
Al contrario di Jessica e Dominic, loro due avevano già esperienze di convivenza vera e propria. Dopo i primi mesi che si frequentavano, Gaia aveva deciso di seguirlo a Londra e avevano vissuto insieme nel suo appartamento. Ma non era potuta durare molto, a causa degli impegni scolastici della ragazza e delle pressioni che le faceva la sua famiglia, così era tornata in Italia. Matthew aveva capito e rispettato la sua scelta, ma dopo quasi otto mesi di distanza, era stato il ragazzo a prendere una decisione e raggiungerla in Italia.
Matt aveva comprato una villa, nei pressi del lago di Como, a lui tanto caro, una villa appartenuta ad un famoso musicista dell’epoca, e da qualche mese viveva lì con Gaia.
 
 
 
“Ti ricordo che tra due settimane c’è il concerto.” disse Gaia.
 
“Tesoro, ti sbagli, ti ho detto che i concerti li riprendiamo il 18 Luglio. “ contestò lui.
 
“Signor Bellamy, le hanno mai detto che il mondo non ruota attorno a lei?” alzò gli occhi lei, incrociando le braccia. “Intendevo il concerto a cui hai promesso di accompagnarmi, quello di Ligabue!” chiarì lei.
 
“Io?! E quando te l’avrei promesso?” si stupì lui.
 
“Probabilmente devo avertelo chiesto mentre eri in una delle tue fasi creative o mentre guardavi ‘Lost ‘, in quei momenti dici sì a qualunque cosa.” osservò lei.
 
“Ma… io non voglio!” protestò Matt.
 
“Ormai me l’hai promesso!” gli fece notare lei.
 
“L’hai ammesso anche tu di avermi estorto quel sì mentre non ne ero pienamente cosciente!” ribadì lui.
 
“Certo, altrimenti non avresti mai acconsentito! Ormai i biglietti li ho presi e non ho nessuna intenzione di perdermelo. E poi sei tu che mi dici sempre che vuoi che ti faccia conoscere un po’ di musica italiana!” insistette lei.
 
“Sì, ma… perché devo cominciare proprio dallo scimmione ammazza- chitarre?” si lagnò il suo fidanzato.
 
“Matthew!” lo mise in guardia lei, sensibilissima su quell’argomento.
 
“Scusa.” borbottò lui, con tono remissivo.
 
“E va bene, non mi vuoi accompagnare? Nessun problema, lo chiederò a Paolo!” decise lei.
 
“Un momento. Paolo, il nostro vicino, quello alto, biondo, palestrato e sempre abbronzato o Paolo, il tuo compagno di corso, quello nerd, bruttino e un po’ sfigato?” domandò lui.
 
“Il primo. Lui sarà felice di accompagnarmi!” lo guardò Gaia, con aria di sfida.
 
“Nemmeno per sogno. Ti ci porto io a quello stradannato concerto!” affermò lui, risoluto.
 
< Gelosia: arma subdola che funziona sempre. E non serve esser psicologa per saperlo! > pensò lei.
 
“Tu però verrai con me a quello dei RHCP!” gli propose Matt.
 
“Andata!” acconsentì lei, per nulla entusiasta all’idea.
 
“Il compromesso è una gran cosa!” sorrise l’Inglese.
 
“Ah, non appena Jess e Dom ripartono, saremo a cena dai miei.” lo avvisò lei.
 
“Di nuovo? Ma ci siamo andati l’anno scorso!” sbuffò lui.
 
“Appunto, mi sembra che ne sia passato di tempo!” gli fece notare lei.
 
“E ti avviso che i miei l’Inglese lo stanno imparando, quindi scordati uscite come quelle dell’ultima volta, quando hai detto che avresti fatto l’amore con me sul tavolo, davanti ai loro occhi!” lo mise in guardia l’Italiana.
 
“E’ stato divertente.” sogghignò Matthew, rimettendosi al PC.
 
“Loro non l’hanno capito, ma io sì! E stavo pure reggendo un vassoio quando l’hai detto, per poco non facevo cadere tutto!” ricordò lei. “Per di più, mio padre era riuscito a capire ‘tavolo ‘, quindi mi sono dovuta inventare qualcosa in fretta e gli ho detto che avevi fatto apprezzamenti sulla tovaglia!” aggiunse, non potendo fare a meno di sorridere al ricordo.
 
Aveva ragione Matt: era stato divertente.
 
“Ora basta stare attaccato a quel PC! Non starai mica pensando di importunare un’altra sconosciuta, vero? Me lo ricordo bene cos’è successo l’ultima volta!” ridacchiò lei.
 
“Esagerata! Io non ti ho importunato.” precisò lui.
 
“E’ vero.” sorrise lei. “Ad ogni modo, Matt, fa’ il bravo, staccati da lì. Così nel mentre arriveranno i commenti da te tanto attesi. “ cercò di dissuaderlo lei.
 
“Tu dici?” la guardò dubbioso, Matt.
 
“Ma certo! E mentre aspetti potremmo fare cose più importanti. “ propose lei.
 
“Uh, sì! Mi piace.” mormorò lui, suadente, alzandosi e avvicinandosi a lei.
 
“No, Matt, non quello! Intendevo dire che dobbiamo ancora sistemare le stanze e poi c’ è la tavola da preparare. Lo sai che da stasera avremo ospiti!” precisò lei.
 
Matt sembrò deluso, ma non si diede per vinto.
 
“A questo proposito, Gaia, abbiamo più tempo di quel che pensi per sistemare tutto.” l’avvisò.
 
“Perché?” si accigliò lei.
 
“Ha chiamato Dom prima, prendono il volo successivo, perché c’è stato un * inconveniente * , non serve che ti dica quale. Andiamo, lo conosci Dom.” spiegò Matt.
 
“Sì, e conosco anche Jess. Non c’è che dire, quei due sono un’accoppiata vincente!” ridacchiò lei.
 
“Beh, noi non abbiamo nulla da invidiare a loro.” sentenziò Matt, tirandola con sé sul divano e ponendola sopra di lui, prima di cominciare a baciarla.
 
“Mm… Matthew, non adesso, non qui… c’è ancora mezza casa da mettere a posto.” ribatté lei, alzandosi, in procinto di andare al piano di sopra.
 
Era già sulle scale, ma il ragazzo aveva un asso nella manica da giocarsi.
 
“E dai, ti prego… “ cominciò a mugolare, con tono supplichevole. “Joyful… “ canterellò.
 
Buffo. Se all’inizio Gaia non poteva sopportare di essere chiamata così, nel corso degli anni era diventato il suo nomignolo preferito, tra quelli con cui erano soliti chiamarsi, tra cui Missed, End o i loro user-name per intero.
 
Come per incanto, lei tornò subito dal suo ragazzo, buttandosi fra le sue braccia.
 
“Lo sai che non resisto quando mi chiami così, Matteo!” mormorò lei, togliendogli la T-shirt gialla e verde che indossava e buttandola sul pavimento.
 
“E’ per questo che lo faccio.” ghignò lui, sfilandole, bottone dopo bottone, la sua camicetta di seta bianca, che andò a tener compagnia alla T-shirt.
 
E su quel divano i baci non tardarono a farsi più appassionati e le carezze più audaci ed esigenti.
 
“Ti amo, end_of_the_world!”
 
“Ti amo, eternally-missed!”
 
--
 
FINE
 
 
 
Ebbene sì, siamo giunti alla fine.
 
Mi sono divertita molto a scriverla… io poi per Gaia stravedo, mi sembra di avervelo fatto capire!
 
E’ l’ultima volta che ve lo dico , ma… liberissime di dirmi qualunque cosa, davvero, qualunque! ^^
 
Grazie infinite a chi ha commentato questa storia da sempre, chi solo all’inizio e poi l’ha abbandonata, chi s’è aggiunto dopo, chi l’ha fatto solo una volta, ma grazie anche a chi l’ha semplicemente letta in silenzio.
 
Grazie  mille a chi l’ha preferita e a chi l’ha seguita, significa davvero molto per me.
 
E per chi mi segue anche nel BellDom sfrenato… appuntamento con le altre storie.
 
Smack!
   
 
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