Revenge and the memories
-Sappi
che non ho intenzione di arrivare in ritardo alla nostra prima lezione di Cura
delle Creature Magiche, e che se non ti sbrighi, ti lascio qui!-
Leila
Morgan era una studentessa modello, eseguiva sempre i compiti, alzava la mano
per prima alle domande dei professori e dava ripetizioni ai compagni in
difficoltà. Discendeva da una famiglia discretamente ricca, suo padre lavorava
al ministero e la madre era una vera e propria maniaca dell’ordine e dalla
perfezione. Aveva cresciuto la figlia inculcandole l’idea che una donna deve
essere bella e presentabile in ogni occasione e, proprio per questo, Leila
teneva sempre i suoi lunghi e ricci capelli neri in ordine e non si lasciava
vedere da nessuno senza un filo di matita sugli occhi e un po’ di lucidalabbra.
Era stata smistata a Grifondoro ed era il lider
perfetto di tutte la ragazzine del loro anno, facendo da rappresentante, da
guida e da esempio.
-Calmati,
dannazione!- imprecò la ragazza che correva dietro di lei, sforzandosi
inutilmente di tenerle il passo. –Non siamo poi così in ritardo!-
Se
già per Leila era un affronto mettersi a correre come un maschiaccio fuori
dalla scuola, con i ricci al vento e la divisa tutta in disordine, sentirsi
dire che aveva torto e che, magari, stava pure esagerando, era decisamente
troppo.
-Non
è colpa mia se ti sei alzata tardi, la puntualità è tutto. Facciamo che ci
vediamo direttamente a lezione!-
E
detto ciò Leila Morgan accelerò mettendosi a correre verso la sua meta, senza preoccuparsi
della ragazza alle sue spalle.
Quest’ultima
si fermò piegandosi sulle ginocchia per riprendere fiato, e i suoi capelli
ramati le coprirono il viso per un istante, nascondendole la vista dall’amica,
decisamente troppo lontana per essere raggiunta. Il cielo era privo di nuvole e
la capanna di Hagrid era già visibile dal sentiero di
gradini su cui si trovava. Stava ancora riprendendo fiato, quando, mentre si
ravviava la liscia chioma fiammante, un rumore di passi alle sue spalle la
costrinse a voltarsi.
-Scusami,
ma hai perso questo-
Dietro
di lei c’era un bel ragazzo, con il fiso slanciato e allenato, i capelli biondi che
ricadevano in ciuffi ordinati sulla fronte, la pelle pallida e i lineamenti del
viso taglienti e decisi. Gli occhi brillavano di un grigio tenue, quasi verde,
le labbra erano sottili e piagate in un mezzo sorriso.
Tuttavia, per quanto attraente potesse essere, la
Grifondoro notò con disappunto la divisa dei Serpeverde che indossava.
-Deve essere tuo- insistette lui, porgendole un
libro.
La ragazza studiò ancora il ragazzo e il suo
sorriso educato, rimanendo sulla difensiva. Abbassò in fine lo sguardo sul
libro e lo prese fra le mani, dubbiosa. Riconobbe il fiore scarabocchiato sulla
copertina e, aprendolo alla prima pagina, lesse il suo nome.
Samantha King.
-Ho visto che ti è caduto dalla borsa, così ti ho
seguito per riconsegnartelo-
Alle parole del ragazzo la giovane Grifondoro non
rispose, rimanendo concentrata sul libro. Dopo secondi interminabili alzò gli
occhi di smeraldo e prese a fissare il biondo con insistenza, ma senza dire
nulla.
-Che maleducato- disse il giovane, dandosi
teatralmente un colpetto sulla fronte. –Sono Draco Malfoy-
Samantha King, adesso, si trovava davanti la mano
pallida di Malfoy e, il sorriso con cui quest’ultimo rimaneva in attesa, non
prometteva nulla di buono.
C’era qualcosa, nella sua voce e nel suo modo di
porsi, capace di attrarre e stregare chiunque. Proprio come il fuoco: magnetico ma letale.
La ragazza, senza smettere di fissarlo negli occhi,
accettò la sua stretta di mano.
-Piacere, sono Samantha King-
disse brevemente, con un sopracciglio alzato.
Draco Malfoy chinò il capo per un istante, in un
elegante sorriso, e ribelli ciuffi biondi gli solleticarono la fronte e lo
sguardo. Quando i suoi occhi argento si posarono sulla ragazza, mostravano un
particolare luccichio, sensuale e sinistro al tempo stesso. Osservò Samantha e
la vide stringersi nelle spalle, timida, quasi avesse improvvisamente paura di
lui.
E faceva bene.
Ad un tratto, però, la Grifondoro parve riscuotersi
come se avesse lento nella mente di Draco e, sorprendendosi a fissarlo, abbassò
subito il volto quando vide che lui se ne era accorto.
-Certo che è strano- esclamò Samantha.
-Cosa?- chiese Draco, con un sorriso cordiale ma distaccato,
che lo rendeva ancora più seducente di quanto non fosse già di suo.
-Oggi non ho incantesimi- spiegò lei, mentre
sistemava il libro nella borsa che aveva a tracolla. –La guida agli incantesimi
sarebbe dovuta essere in camera mia-
Quando Samantha lo guardò, risistemandosi i capelli
color rame, Draco la stava fissando con gli occhi grigi ridotti a due fessure,
le narici frementi e la mascella contratta. Era lo sguardo di un serpente
davanti ad una preda e, proprio quello sguardo, la terrorizzò per un secondo.
-Devo averlo messo per sbaglio nella borsa, che
sbadata!- si affrettò a dire.
Per un solo istante la ragazza guardò Draco negli
occhi e lui vide quelle gemme verdi tremare appena, subito dopo scappò via.
-Buona giornata- gli augurò, affrettandosi verso la
capanna di Hagrid.
Draco Malfoy rimase fermo dov’era, a fissare con
odio crescente quella ragazzina e, le sue labbra, si curvarono in un sorriso
crudele.
Una
nebbiolina leggera avvolgeva il bagno e appannava lo specchio sul lavabo,
mentre un silenzio tranquillo ed unicamente disturbato dai suoi respiri,
permetteva a Draco Malfoy di rilassarsi e di analizzare i propri pensieri. La
vasca era stata riempita con acqua calda e oli rigeneranti e lui vi si era
immerso già da un po’, ma non era intenzionato a terminare il suo bagno, troppo
stanco e pensieroso.
Un
bagno caldo era l’unica cosa che riuscisse ad aiutarlo a pensare e, in quel
momento, ne aveva davvero bisogno. Osservò la propria pelle, pallida, e si
accorse di non essere in grado di concentrarsi né di provare a ragionare.
Era
semplicemente troppo esausto.
I
capelli biondi, appena umidi, aderivano contro la sua fronte e gli
solleticavano la nuca. I muscoli appena delineati sull’addome erano coperti
dalla schiuma e le sue mani affusolate sfioravano elegantemente i bordi della
vasca. Lasciò ricadere la testa all’indietro e si lasciò scivolare appena un
po’ di più nell’acqua, con il calore e il silenzio che lo accompagnavano in
quel suo attimo di riposo.
…
-Vorrei
ricordarti che qui ci sono anch’io, o sei troppo impegnato a pensare a te
stesso come al solito?-
Il
biondo aprì pigramente gli occhi e si accorse dell’angelica figura che occupava
la vasca insieme a lui, seduta sul lato opposto. Era una ragazza bellissima, la
pelle rosata, i capelli biondi raggruppati in un elegante chignon e le guance
imporporate dal calore. I suoi occhi azzurri splendevano, maliziosi, e le sue
labbra delicate si curvarono all’insù in un tenue sorriso.
Draco
la vide mentre tentava di avvicinarsi la schiuma al petto, per coprirsi, e
mostrò un sorrisino divertito e maligno.
-Guarda
che ti ho già vita nuda, devo forse ricordartelo?-
Claire
non arrossì neppure per un secondo, piegò il collo da un lato e alzò le
sopracciglia. Ci fu un attimo di silenzio in cui i due si concessero un intenso
scambio di sguardi, la giovane fece scivolare il suo piede lungo i pettorali
del ragazzo, fino a puntarglielo sulla spalla, sensuale, silenziosa. Poi, nel
momento in cui Draco stava per muoversi, lei lo colse di sorpresa facendo schizzare
un po’ d’acqua sul suo viso e, quando lo vide lanciarle un’occhiataccia,
scoppiò a ridere.
Il
ragazzo rimase incantato da quella risata cristallina, dal modo in cui gettava
la testa all’indietro e si toccava il collo con la punta delle dita, divertita.
L’attimo
dopo Claire si era sollevata per avvicinarsi a lui, lo sovrastò e con le sue
labbra di rosa gli sfiorò dolcemente un guancia, il collo, il naso, fino a
ripercorrere ogni linea del suo viso e, solo in fine, scese sulle sue labbra.
Fu
un bacio lento, profondo, un tenero susseguirsi di piccoli morsi e intrecciarsi
di lingue. Le labbra di Claire era morbide, calde ed irresistibili, tanto che
Draco avrebbero continuato a baciarla per sempre, ma…
-Draco è tutta la mattina che ti cerco, devo parlarti, vieni fuori da
lì!-
Urlò
qualcuno con ben poca gentilezza, mentre batteva i pugni contro la porta del
bagno.
Draco
si svegliò di soprassalto, si guardò in torno per qualche secondo, confuso,
come se cercasse qualcuno. Poi, quando capì di essere appena stato sottratto ad
un sogno, colpì l’acqua con la mano.
Era
stato tutto magnifico, reale, travolgente ma niente a che fare con la realtà.
Quella verità lo sconvolse e lo fece infuriare, si passò una mano sulla fronte
portandosi indietro i capelli e prendendo un lungo respiro.
-Draco? Mi rispondi o no?-
Il
biondo fece un smorfia, infastidito.
-Blaise, mio padre ha sborsato fior di galleoni
perché avessi una camera tutta mia in questo dormitorio. Ciò significa, che se
sono in bagno, nessuno deve venire a bussare alla mia porta mettendomi fretta.
E, soprattutto, non saresti dovuto entrare nella mia stanza!-
-Poche
aree, non sei l’unico studente del quinto anno ad avere una camera tutta tua.
Io e Nott abbiamo pagato per avere il tuo stesso
trattamento-
Draco
Malfoy sbuffò, strinse i pugni e si decise ad uscire dalla vasca. Con Blaise
non c’era poi tanto da discutere, poteva infuriarsi e ruggire quanto voleva
tanto l’amico sarebbe sempre rimasto a guardarlo con la stessa espressione
impassibile stampata in viso e avrebbe continuato i suoi discorsi come se nulla
fosse.
Il
biondo si asciugò con un asciugamano candido e rimase per qualche istante a
guardarsi allo specchio, che dovette ripulire con la mano dato che si era tutto
offuscato.
Studiando
la sua immagine riflessa pensò di essere ridotto proprio uno straccio, aveva
lividi scuri sotto gli occhi e la sua espressione era a dir poco minacciosa.
Quando
Draco uscì dal bagno, con indosso la sua divisa scolastica e i capelli in
ordine, Blaise Zabini era comodamente disteso sul suo letto, le scarpe ancora
ai piedi e le mani dietro la nuca.
-Ci
vuole così tanto per fare un bagno?- lo salutò il moro.
Draco
lo ignorò, raggiungendo l’armadio e sistemando alcune cose.
-A
cosa devo l’onore della tua visita? Non hai niente di meglio da fare?-
-Certo
che sei gentile! Non potrei semplicemente essere venuto a fare un po’ di
compagnia al mio vecchio amico?-
Draco
lo guardò seriamente, ancora infastidito e per nulla intenzionato a scherzare.
Blaise lo guardò e si trovò a pensare che, per quanto Draco fosse sempre stato
un tipo irritabile e pronto ad accendersi per un non nulla, non era mai stato
tanto tetro e di cattivo umore come lo era in quel periodo.
Fortuna
che la scuola era ricominciata solo da due giorni.
-Frequenta
il terzo anno- Disse unicamente Blaise.
Draco
fece un ghignò avvicinandosi alla scrivania. –Lo so, ho preso il suo libro di
incantesimi: guida del terzo livello-
Blaise
alzò un sopracciglio. –Hai preso il suo libro?-
Draco
si voltò rimanendo appoggiato con la schiena alla scrivania, per poter guardare
l’amico. Fece un sorriso astuto.
-Si
da il caso, che un sua compagna di stanza, sia stata con me ad inizio dello
scorso anno. È stato un giochetto convincerla a portarmi quel libro, che mi ha
anche permesso di scoprire il suo nome-
Blaise
non disse nulla, per un attimo osservò con insistenza la parete alla sua
sinistra, in cerca delle parole corrette.
-Pensi
che ne valga davvero la pena?-
Draco
udì perfettamente il sussurro dell’amico e lo guardò con letale freddezza.
-Mi
chiedi se ne valga la pena? È una mezzosangue, una stupida Grifondoro e non è
neanche lontanamente all’altezza di Claire, ma le ha rubato la faccia ed io non
posso permettere che vada in giro ad umiliarla. È un’offesa alla sua memoria,
quella King è l’opposto di Claire, non è degna di essere la sua sosia-
Blaise
alzò gli occhi al cielo e si mise a sedere. –Come sai che è una mezzosangue?-
Draco
ghignò furbo, incrociando le braccia al petto. –Ho indagato, ieri notte, per la
precisione. I King sono maghi da secoli, ma suo padre sposò una strega dal
padre mago ma con la madre babbana-
-Wow! bhé con i
tempi che corrono, e con tutti gli incroci con i Babbani, questa King potrebbe
anche considerarsi una vera strega. Ormai i Purosangue non valgono quasi più
nulla-
Il
biondo lo fulminò con lo sguardo, serrando la mascella. –Non per me…- specificò
in un rauco sussurro.
A
quel punto, Blaise si alzò in piedi. –Sto solo dicendo, Draco, che non puoi
accanirti contro una ragazzina solo perché somiglia a Claire-
-Somiglia,
Blaise? Somiglia? È identica!-
-Oh,
ma certo! Solo se non consideri gli almeno venti centimetri di altezza che
questa King ha in meno di Claire, o il fatto che siano totalmente opposte, a
partire dallo status di sangue per finire con la casa di appartenenza!-
-Tu
non capisci Blaise, hai visto il suo volto? Io non posso perdonarglielo, voglio
farla pagare a quello dannato scherzo della natura, Sanguesporco,
nullità di una Grifondoro!- fece un pausa accompagnata da un mezzo sorriso. –Ti
rendi conto? Non so neanche quale offesa usare per prima con lei!-
-Maledizione
Draco, ha quattordici anni! Non ha fatto nulla di male e, per quanto sgradevole
possa essere o con tutti i difetti di questo mondo, non vale la pene finire nei
guai per lei. Vuoi farti espellere? Perché l’ultima volta che hai usato i tuoi
giochetti mentali su una ragazzina, ci sei andato molto vicino!-
-Non
dire sciocchezze! Non ho alcuna intenzione di spaventarla o di torturarla
psicologicamente. Niente magia nera o filtri strambi, promesso! Voglio
solo…divertirmi!-
-Divertirti?-
chiese Blaise, guardandolo di traverso.
Draco
fece un sorriso sinistro e affascinante insieme. –Non ti ricordi cosa facevamo
noi due, solo l’anno scorso, prima che trovassi Claire?-
Blaise
parve pensarci, face un mezzo sorriso e, quando parlò, lo fece con disprezzo e
repulsione. -Ma certo! Fare innamorare una qualsiasi ragazza di noi, usarla e
divertirci con lei fino a quando non ci stancavamo, e poi gettarla via come un
fazzoletto usato-
-Esatto!-
esclamò Draco, esaltato. –Questo è proprio quello che voglio fare con lei. Te
le ricordi tutte quelle ragazze, Blaise? Il modo in cui piangevano disperate?
Ti divertivano queste cose, un tempo!-
-Sì,
ma poi si cresce. Per quanto bello possa essere comportarsi da eterno bastardo,
prendere di mira una ragazza, con il solo intento di farla soffrire, mi sembra
alquanto scorretto-
-Risparmiami
le tue moralità, non è una ragazza qualunque quella! Le ho parlato, dovevi
vedere con che arroganza si rifiutava di sostenere il mio sguardo, quella
Mezzosangue!-
Blaise
scosse il capo, non c’era verso di far ragionare Draco Malfoy quando si metteva
in testa una cosa, e non cambiava opinione finché non andava a sbattere la
testa contro le sue dannate convinzioni.
-Dammi
solo la tua parola che non supererai il limite-
Mentre
Blaise appariva scocciato ed arrabbiato, Draco fece un ghignò malvagio.
-Sammi, davvero mi dispiace, sei sicura che non vuoi che ti aiuti?-
-Dacci
un taglio!- sbottò la Grifondoro dai capelli rossi, sollevando finalmente la
testa dal grosso libro che aveva sotto al naso.
-Non
essere così aggressiva!- Protestò Leila Morgan.
Le
due amiche erano sedute ad un tavolo della biblioteca, l’una di fronte
all’altra.
-Non
sono aggressiva, Leila, sei tu che mi ci fai diventare- Spiegò Samantha. –Da
quando siamo usciti dall’aula di pozioni non fai che assillarmi con frasi tipo:
mi dispiace, vedrai che andrà meglio la prossima volta, lascia che ti aiuti,
non abbatterti, ci penso io… piantala adesso!-
-Volevo
solo rendermi utile- si lamentò Leila, fingendosi offesa.
-Sono
in grado di terminare i miei cinque rotoli di pergamena sulla pozione
soporifera, assegnatami come punizione, anche da sola!-
Leila
fece roteare gli occhi, giocò per qualche minuto con i suoi riccioli corvini e
dopo di ché si alzò in piedi.
-Dato
che sei così tanto di cattivo umore- Disse, facendo sbuffare l’amica. –Torno in
sala comune, ho premesso a Meg di aiutarla con i compiti di trasfigurazione-
Detto
ciò, la graziosa Leila Morgan, lasciò la biblioteca a passo di danza.
E
Samantha King fu libera di respirare, o
forse no.
Ebbe
il tempo di sistemarsi un ciuffo di capelli ramati dietro l’orecchio,
spolverarsi la divisa, che qualcuno alle sue spalle la fece sussultare.
-Eccolo
dov’era! Sto cercando il manuale di pozioni livello intermedio da un po’. Ti
serve ancora per molto?-
Sammi alzò gli occhi, trovandosi ad ammirare l’impeccabile figura di
Draco Malfoy.
Era
uno dei ragazzi più belli e chiacchierati della scuola, biondo e perfetto, ed
era proprio al suo fianco. Le sorrise seducente indirizzandole uno sguardo
ammaliatore.
-Mi
dispiace, ma devo fare una relazione di cinque rotoli di pergamena- spiegò la
ragazza, guardandolo mentre si stringeva nelle spalle.
Draco
Malfoy parve non ascoltare quelle parole, sulle sue labbra si disegnò un
sorriso ambio quanto temibile.
-Aspetti
qualcuno?- le chiese indicando i posti liberi attorno al tavolo.
Lei
fece di no con la testa.
-Ti
dispiace se mi seggo qui con te, così possiamo usare il libro in due?-
Sammi lo guardò dubbiosa, poi, incapace di reggere il suo sguardo
argentato, fece spallucce.
Il
biondo prese posto di fronte a lei, le sorrise ancora con spacciata arroganza,
e solo dopo tirò fuori carta e piuma.
-Oggi
è la seconda volta che ci incontriamo, e c’è sempre di mezzo un libro - disse
Samantha, quasi a sé stessa.
Draco
alzò gli occhi su di lei e la osservò per un lungo istante. I capelli rossi
erano lisci, con un ciuffo che ricadeva perfino dallo stesso lato di quello di
Claire e, nascosto proprio da quel ciuffo ramato, c’era una minuscola cicatrice
orizzontale sul suo zigomo pallido. Il viso sembrava quello delicato di una
fata, con gli occhi caldi ed espressivi, color smeraldo, e le labbra rosee.
La
ragazza lo guardava, eppure, sembrava voler fare tutt’altro. Forse se ne
vergognava, ma riuscire a resistere a Draco Malfoy, d'altronde, non era cosa
facile e lui ne era perfettamente consapevole.
Le
rivolse l’ennesimo sorriso affascinante e lei abbassò gli occhi, rossa in viso.
Lui si concesse un ghignò soddisfatto per quella reazione.
-Hai
ragione, ma devo ripassare alcune vecchie pozioni e mi serve il manuale di un
livello più basso-
Sammi non disse nulla, ma nella sua mente si stava chiedendo perché
mai il ragazzo avesse fatto quella specificazione, quasi come se avesse bisogno
di giustificarsi.
Scosse
il capo e cacciò via quell’assurda idea.
Rimasero
in silenzio per qualche secondo, poi Draco parlò:
-Di
solito il professor Piton non lascia molti compiti…-
Sammi non si preoccupò neppure di alzare lo sguardo. –A quelli che
gli hanno fatto esplodere una pozione contro, alla prima lezione dell’anno, sì-
Draco
rise, una risata arrogante e sensuale, composta e rauca.
Da brivido.
-Io
sono molto bravo in pozioni- disse, scivolando sulla sedia accanto alla ragazza.
–Perché non lasci che ti aiuti-
Samantha
King rimase ad occhi spalancati davanti a lui, come un topolino impaurito al
cospetto del serpente. E, in effetti, Draco Malfoy sembrava proprio un serpente
con quel suo sguardo ipnotico e il suo strisciare audacemente verso di lei. Le
accarezzò una mano con la punta delle dita, fredde, e i suoi occhi color
tempesta si fissarono in quelli smeraldo della ragazza.
Fece
un sorriso. -E allora?-
Samantha
abbassò di corsa lo sguardo, improvvisamente si sentiva il fiato corto. Lo
guardò un altro solo istante e i suoi occhi verdi tremarono, si portò i capelli
rossi dietro le orecchie e prese un profondo respiro abbassando il viso.
-Anch’io sono sempre stata brava in quella materia, quello di oggi è
stato solo uno spiacevole incidente- Precisò, togliendo di scatto la propria
mano dal tavolo, su cui il ragazzo era intendo a disegnare cerchi immaginare
con la punta dell’indice.
-Credo
di aver preso abbastanza informazioni dal libro, puoi usarlo tu. Finirò la mia
relazione in sala comune-
Detto
ciò la ragazza si alzò dalla sedia, raccolse le sue cose e, senza osare neppure
per un istante incrociare lo sguardo di Draco, lasciò la biblioteca a grandi
passi.
Draco
Malfoy rimase a guardarla mentre usciva, senza dimenticare la sua fretta, il
modo in cui teneva la testa incavate nelle spalle e neppure i suoi occhi bassi.
In quel momento capì che quella di Samantha King non era arroganza.
Era Paura.
Sogghignò.
Continua…
Grazia a chi ha letto, spero
che questo secondo capitolo sia piaciuto. So che è una storia un po’ strana, ma
sarei felice se qualcuno lasciasse qualche commento, giusto per farmi capire
cosa pensa. Ve ne sarei infinitamente grata ^^