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Autore: Lady Moonlight    26/01/2011    9 recensioni
Leggende di Angeli, Unicorni, Fate e Streghe si mescolano con le vicende del Vampiro Sebastian e la sua contraente Clare Rainsworth. Un uomo sta tentando di riportare al mondo il terribile demone Vlad Tepes, il vampiro originario.
Per farlo gli occorre la Pietra di Cristavia, un oggetto che si credeva perso da secoli.
Clare, l'ultima Guardiana dovrà affidarsi a Sebastian ed insieme a lui cercare di ristabilire le sorti del regno, ma il tempo sta scadendo e perfino i ricordi di un passato oscuro sembrano essere contro di lei.
[Clare sussultò quando si rese conto che quello era Sebastian. Un moto di rabbia le salì alla gola.
Il vampiro, ora stava baciando il collo della ragazza e i canini le sfiorarono il collo.
Quando Sebastian affondò le zanne sul viso della giovane gli si dipinse un sorriso di puro piacere.
Clare si voltò disgustata, ma sapeva che Sebastian l'aveva vista. Il cuore le batteva furiosamente nel petto e si maledì per essersi alzata ed aver visto quella scena.
"Non doveva succedere..." continuò a ripetere come una litania per alcuni minuti.
Era terrorizzata. Lei non avrebbe dovuto, mai, vedere Sebastian mentre si nutriva delle sue vittime.
]
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Contratto di Sangue'
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02

Dove tutto ebbe inizio

 

 
Clare s'era rannicchiata sul letto ed aveva aspettato che Virginia preparasse l'acqua calda per potersi fare un bagno. Osservando i diversi affreschi si rese conto di non averli mai trovati tanto ostili come in quel momento.
S'alzò malamente e si diresse verso la vasca contente l'acqua. Mentre si sedeva ripensò al sogno riguardante la sua bisnonna e al caldo abbraccio di Sebastian. Il tepore del bagno riuscì a darle una sensazione di serenità.
Si asciugò e s'infilò la vestaglia per la notte. La veste scivolava morbida sulla sua pelle, segnata dalle cicatrici.
Avanzò silenziosa verso la finestra osservando le stelle. Da bambina era solita guardarle insieme ad Edward, ma era stato Sebastian a fargliele conoscere con i loro nomi.
I capelli, ancora umidi, le erano rimasti incollati al viso e Clare li allontanò, sistemandoli dietro le orecchie.
Un bussare insistente alla porta la fece alzare per andare ad aprire. Davanti a lei Sebastian la guardava nervoso.
"Hai dimenticato che c'è una festa." le fece notare distogliendo gli occhi dalla ragazza.
Clare sussultò. S'era completamente scordata del ricevimento, ma al momento non le importava. Presa dalle sue riflessioni non rispose.
"Puoi controllare tu? Non mi sento bene." si giustificò. In realtà, in quel momento, non le importava nulla della sicurezza di Edward o di quel ballo. Potevano pensarci le guardie del palazzo a proteggere il re, per una notte.
"Cos'hai?" domandò Sebastian, rivelando i canini appuntiti.
"Nulla. È solo stanchezza." ripeté Clare per la decima volta in quel giorno. "Comunque, se non hai voglia di farlo puoi considerare oggi come una breve vacanza." aggiunse. Rabbrividì per il freddo e si strinse maggiormente nella vestaglia. "Ora vai."
"È un ordine?" chiese il vampiro.
Clare ci pensò un attimo e sospirò. "Sì è un ordine." Le parole le scivolarono via dalla bocca. "Lasciami sola."
Sebastian se ne andò, i muscoli tesi e la testa bassa. Clare chiuse la porta e si nascose sotto le lenzuola, come aveva fatto il giorno della morte dei suoi genitori.
Pianse, anche se non ne capiva la ragione.

 
La mattina seguente si svegliò presto. Attese che Virginia entrasse per chiamarla e le ordinò di far preparare due cavalli e alcune provviste per un paio di giorni. Poi lasciò che la serva le facesse una treccia e la arrotolasse su se stessa, fermandola con alcuni fermagli. Indossò i suoi abiti da viaggio. Una camicetta marrone, leggermente aperta sul petto, e delle brache, fin troppo aderenti, ma che le permettevano di muoversi bene.
Alla cintura aveva fissato un pugnale e la spada che le aveva consegnato Simon, il fabbro, il giorno prima. Un pugnale più piccolo e da lancio era nascosto nello stivale destro.
Mangiò una mela mentre andava nelle scuderie dove trovò ad attenderla Sebastian. Vestito con uno dei suoi soliti completi in pelle non la degnò di uno sguardo. Sistemò la sella dei loro cavalli e vi saltò sopra con estrema eleganza.
Clare osservò il profilo della sua schiena, poi con riluttanza montò sul cavallo anche lei. Gli diede una breve carezza sul muso, poi con un colpo dei polpacci lo spronò a partire.
Aveva in mente una meta ben precisa. Durante la notte aveva riflettuto a lungo su cosa fare ed era giunta alla conclusione che per prima cosa doveva risolvere la faccenda dei sogni. Sentiva che celavano un messaggio a lei ignoto e tuttavia estremamente importante.
"Dove andiamo?" gridò Sebastian affiancandola mentre scendevano la rampa di ghiaia che portava al paese circostante il castello.
"A casa..." fu la risposta.
I cavalli accelerarono il passo, mentre la discesa lasciava il posto al piano.
La cittadina di Werya era conosciuta per la sua ricchezza e bellezza, sebbene i poveri aumentassero giorno dopo giorno. Era una grossa cittadina, dove abbondavano il commercio e l'allevamento.
Le case erano costruite con solidi mattoni di pietra dura, di un pallido colore grigio, che conferivano al paese un aspetto irreale. La via principale era attraversata da numerose carovane di mercanti e Clare e Sebastian furono costretti a fermarsi più di una volta per lasciarle passare.
La gente che si vedeva vestiva abiti semplici ed umili. Alla loro destra il richiamo di una fornaia invitava i passanti a comprare del pane, mentre a sinistra un macellaio stava cercando di convincere un contadino ad acquistare le sue carni.
La periferia era costituita da un ammasso di case, costruita l'una sull'altra, dove la maggior parte delle persone viveva di agricoltura.
Si lasciarono ben presto il villaggio alle loro spalle e proseguirono in aperta campagna. Le colline si susseguivano l'una all'altra, intervallate da qualche casa solitaria e cimiteri abbandonati.
"Cinque anni..." bisbigliò Clare. Era troppo tempo che mancava dalla sua casa, il luogo in cui era vissuta con i suoi genitori e Sebastian.
"Puoi sempre tornarci." intervenne il moro. Il suo volto era estremamente pallido.
"Questo è impossibile." rispose.
Era quasi giunto mezzogiorno e decisero di fermarsi sotto un frassino per fare una pausa. Lasciarono i cavalli a brucare dell'erba.
Clare si sedette appoggiando la schiena al tronco e prese un panino che le aveva preparato Virginia, mangiandolo di gusto. Ora che ci pensava, era quasi un giorno che non metteva quasi nulla nello stomaco.
Si strinse nel mantello e lanciò un'occhiata a Sebastian. Il vampiro era in piedi, le mani chiuse a pugno che osservava il paesaggio davanti a sè.
"Dovresti riposarti. Se estremamente pallido." gli fece notare Clare.
Sebastian non cambiò espressione. "Non ho bisogno di riposo."
"Infatti hai bisogno di sangue. Non ti sei nutrito questa notte?" domandò
Il vampiro si voltò verso di lei , gli occhi ridotti a due fessure, i capelli che ricadevano disordinatamente sulle spalle.
"Non l'ho fatto" commentò acido.
Clare scrollò le spalle. Era arrabbiato e lo capiva. Decise che sarebbe rimasta zitta anche lei. Il vento primaverile le soffiò tra i capelli e i suoi occhi celesti vagarono alla ricerca di qualche farfalla. Il panorama brullo e poco ospitale non le permisero di vederne neanche una e alla fine rinunciò.
Sbuffò, strappando qualche ciuffo d'erba gialla con le mani.
Sebastian si voltò verso di lei, osservandola giocherellare con le mani.
"Possiamo ripartire." disse incrociando le braccia sul petto.
"No." fu la risposta secca e concisa della ragazza.
Clare si portò le gambe al petto e si dondolò avanti ed indietro per alcuni minuti. Sapeva che la luce del sole in quelle ore era più intensa e non voleva far indebolire Sebastian più di quanto lo fosse.
Alla fine Sebastian cedette e si lasciò cadere anche lui sull'erba. Il terreno era freddo ed umido e Clare dovette riscaldarsi le mani mettendole nelle tasche.
"Tu hai conosciuto la mia bisnonna, giusto?" chiese all'improvviso.
Vide Sebastian chiudere un istante gli occhi e stringere le mani a pugno.
"Sì."
"Che tipo di donna era?"
"Non saprei, siamo rimasti poco tempo insieme. Tre o forse quattro anni, poi lei è morta. Un attacco improvviso." Sebastian si zittì e rimase immobile. Non si poteva neppure percepire il suo respiro, che di solito imitava per sembrare più umano, ma che di fatto gli era inutile.
"Bugiardo..." bisbigliò Clare, rendendosi conto troppo tardi d'aver parlato ad alta voce.
"Clare?" chiamò il moro.
"Scusa, scusa! Stavo parlando fra me." una scintilla d'odio passò sul suo volto. "La nonna diceva che era una donna molto bella." aggiunse.
"È vero."
Clare poteva vederla, Cassandra, se chiudeva gli occhi. Era una donna dagli intensi occhi verdi, i capelli castani ondulati, la pelle diafana e le labbra sottili e rosee.
"Cassandra. Era questo il suo nome." osservò Clare.
Sebastian annuì e rimase in silenzio il resto del tempo. Ripartirono poco dopo, e arrivarono di fronte alla villa Rainsworth quando era quasi sopraggiunto il tramonto.

 
Il villaggio era semi deserto, c'era solo qualche uomo ubriaco che vagava per le strade. Il rintocco delle campane della piccola chiesetta segnava che erano le sette di sera. Piccole case di pietra e dai tetti in legno, si susseguivano uguali, una dietro l'altra.
Clare accarezzò il dorso del cavallo ed alzò lo sguardo quando i suoi occhi scorsero la sua casa. Era un abitazione più grande delle altre, in pietra e con il tetto di legno. Era circondata da un piccolo giardino, delimitato da una vecchia staccionata in legno.
Era costituita da tre piani e quello centrale presentava un'ampia terrazza. Delle guardie controllavano l'abitazione per ordine di Edward ed erano svogliatamente appoggiate ad un muretto di mattoni.
Clare smontò dall'animale e fece qualche passo nella loro direzione. I due soldati puntarono la spada verso di lei che si bloccò immediatamente.
"Chi siete?" gridò uno dei due.
"Clare Rainsworth." rispose Clare cercando di prendere un atto firmato dal re.
"Ferma!" gridò l'altro. "Alzate le mani." La guardò sospettoso.
Clare non gli badò e velocemente lanciò agli uomini la carta firmata con il sigillo reale che testimoniava chi fosse.
Ci misero qualche minuto per leggere e comprendere tutto. Probabilmente non avevano frequentato la scuola pubblica, da bambini, constatò Clare.
Titubanti allontanarono le armi e fecero qualche passo di lato.
"Benvenuta Lady." mormorarono all'unisono.
"Lui è con me." aggiunse Clare indicando il vampiro. "Sebastian." chiamò. "Occupati dei cavalli." ordinò.
"Vi fermerete per la notte, Lady?" chiese la guardia più anziana.
La ragazza annuì. "Forse alcuni giorni." concluse avviandosi verso l'entrata.
Clare dovette fare forza sulla maniglia per riuscire a spalancare la porta. Entrò, aspettandosi quasi di rivedere sua madre pronta per accoglierla.
Era buio e l'aria sapeva di vecchio e chiuso.
Starnutì, accorgendosi che della polvere aveva ricoperto i mobili. Clare fece qualche passo in avanti fermandosi sul tappeto. Allungò le mani verso le pareti e riuscì ad accendere una lanterna.
La staccò dal muro e camminò verso la cucina. Vasi, argenteria,e mobili erano stati portati in cantina e la casa era quai completamente deserta.
Avanzò, posando le mani sulle pareti di legno, ed accendendo alcune candele rimaste poggiate sui pochi mobili rimasti nella casa.
La schiena le doleva per la lunga cavalcata e si sentiva il corpo pesante. Salì la scalinata di legno, procedendo lentamente verso la sua camera.
Spalancò la porta che cigolò e si guardò attorno. Tutto era rimasto identico all'ultima volta in cui c'era stata.
Un pupazzo di pezza era posato malamente sul comodino, affiancato da una candela, mentre il letto, notò, era stato coperto con un telo nero per impedire alla polvere di infilarsi tra le coperte.
Sentì uno scricchiolare di assi alle sue spalle e si voltò incontrando gli occhi gelidi di Sebastian.
"Ricordi il giorno quando tua madre mi ordinò di leggerti il libro di favole?" chiese Sebastian. I suoi occhi erano ridotti a due fessure, sembrava quasi di osservare un gatto.
"Ricordo." disse Clare andando ad aprire la finestra che dava sulle vie del piccolo villaggio. "Mi avevi fatto piangere." aggiunse nostalgica.
Sentì il vampiro ridere e non potè che imitarlo.
"Mi mancano." si interruppe Clare all'improvviso, riferendosi ai suoi genitori.
"Lo so."
"Devi andare a nutrirti." osservò la ragazza.
"Sì." convenne Sebastian. "Prima che mi attacchi al tuo collo."
Clare distolse lo sguardo, ricordando il giorno in cui aveva stretto il patto con il vampiro. I membri della famiglia Rainsworth erano "speciali". Il loro sangue era in grado di schiavizzare un demone e l'unico modo per stringere il contratto era quello di farsi succhiare il sangue dal vampiro predestinato.
All'età di quattordici anni Clare aveva avvertito le zanne di Sebastian penetrarle nel collo e succhiarle il sangue. Era rimasta a letto due giorni dopo quell'episodio, al confine tra la vita e la morte.
Così facendo aveva sigillato i poteri di Sebastian e lo aveva obbligato a servirla, così com'era tradizione nella sua famiglia da centinaia d'anni. Non sapeva la ragione, ma il vampiro era sempre stato favorevole al contratto. Clare non era mai riuscita a capire che tipo di vantaggio ne traesse.
"Buona caccia." bisbigliò la ragazza.
Sebastian si voltò, pronto per andarsene.
"Chiunque sia, non portarla in casa. Per favore..." aggiunse Clare, stringendo i pugni.
Sebastian si bloccò di colpo. "Non l'avrei mai fatto." Fece per aggiungere qualcos'altro, ma sembrò cambiare idea.

 
Clare si rigirò nel letto, irrequieta. Non riusciva a prendere sonno, malgrado la stanchezza. Si mise a sedere, bevendo un sorso d'acqua dalla sua borraccia.
I capelli le scivolarono sulle spalle e la Guardiana decise d'affacciarsi alla finestra per ammirare le stelle.
Tuttavia la sua attenzione fu attirata da qualcos'altro. Dall'altro lato della casa, dove si trovava la locanda del villaggio, ancora illuminata, c'erano due persone. A giudicare dalle corporature dovevano essere un uomo ed una donna.
In lontananza poté sentire i versi infuriati di due gatti che si stavano affrontando, ma lei non ci badò.
Il suo sguardo era incatenato alle due figure che erano avanzate di qualche metro. La ragazza indossava un abito semplice, con un'ampia gonna sul davanti. La sentì ridere e vide l'uomo accarezzarle una guancia.
Poi le loro bocche si toccarono e il ragazzo spinse la donna contro il muro della locanda.
Clare sussultò quando si rese conto che quello era Sebastian. Un moto di rabbia le salì alla gola.
Il vampiro, ora stava baciando il collo della ragazza e i canini le sfiorarono il collo.
Quando Sebastian affondò le zanne sul viso della giovane si dipinse un sorriso di puro piacere.
Clare si voltò disgustata, ma sapeva che Sebastian l'aveva vista. Il cuore le batteva furiosamente nel petto e si maledì per essersi alzata ed aver visto quella scena.
"Non doveva succedere..." continuò a ripetere come una litania per alcuni minuti.
Era terrorizzata. Lei non avrebbe dovuto, mai, vedere Sebastian mentre si nutriva delle sue vittime.
Si nascose sotto le coperte e lasciò che il sonno le invadesse la mente.

 


Capitolo dedicato a Nihal e KumaCla che sopportano coraggiosamente la mia storia ed hanno recensito i precedenti capitoli! Grazie, ragazze*_*

Next Episode:
"Sapevo che saresti venuta.” le disse porgendole una mano. “I sogni ti hanno portato da me.”
"Cosa sei?” chiese Clare. Aveva sentito di storie di fantasmi, ma in qualche modo percepiva che la figura davanti a lei non era tale.
"Frammenti di anima, ricordi, sigillati in questa casa e...” fece una pausa. “Nel tuo corpo.”
Clare scosse la testa.    





   
 
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