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Autore: Silver_Hex    26/01/2011    4 recensioni
Dal secondo capitolo.
«Donne, Sirius. Parliamo di donne...» disse Harry tra l'esasperato e il divertito. «Sai un piccolo Black e magari un piccolo Potter, in giro per Hogwarts non sarebbe male?»
«Ma sentitelo il poppante che vuol parlare di donne...» disse ridendo Sirius.
«Di che parlano gli scapoli d'oro della società magica.» disse James raggiungendo i due. «Ehi non c'è bisogno di guardarmi così lo siete.»
«Chiedevo a Sirius se aveva intenzione di fare un piccolo Black.»
«Ah, non è una cosa facile. Prima bisogna trovare qualcuna disposta a sopportare quel vecchio borbottone...» spiegò al figlio. «Poi dovremo aiutarlo a capire che è la sua occasione migliore... in pratica una missione impossibile.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Hermione Granger/ Sirius Black
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 25.

War, part two.

«Allora com’è il divano?» chiese Harry entrando in cucina la mattina presto.

«Non credevo che lo avrebbe fatto davvero.» rispose ridacchiando.

«Dai domani ha l’esame, pensa ha passato questi due giorni a studiare, notte e giorno.» proseguì Harry.

«Almeno era sola…» commentò a bassa voce.

«Non dire sei geloso, ancora.» disse cercando di stuzzicare il padrino.

«Credo sia ora di porre fine a queste chiacchierate di buon mattino. Tu dici idiozie ed io non ho voglia di pestarti.» rispose Sirius un po’ stanco.

«Uff vado a fare quattro chiacchiere con Kreacher.» replicò Harry offeso.

«Tieni passa al Whiskey. Meglio.» propose Sirius ghignando perfido appellando una vecchia bottiglia di Whiskey.

«Buongiorno…» disse Hermione entrando nella cucina ancora in pigiama e con due profonde occhiaie.

«Ehi Herm il vecchietto non può passare tutte le notti sul divano…»

«Domani ho l’esame guai a chi mi disturba…» rispose lei tanto per essere chiara.

«Ti porto il pranzo più tardi.» disse Sirius a Hermione che spariva con un’enorme tazza di caffè.

«Come mai sorridi?» chiese Harry incredulo.

«Mi ignora, fa di tutto per non stare nella stessa stanza con me. Teme di non riuscire a resistermi…» disse sorseggiando il caffè.

«Tu devi smettere di bere…» disse Harry portando via dal tavolo la bottiglia a metà.

«Quando partite?» chiese Sirius cambiando argomento.

«Domani mattina presto.» rispose Harry pensieroso.

«Bene ci vediamo al pomeriggio…»

«Sicuro che l’esame finirà in mattinata?»

«In ogni caso ho sempre con me lo specchietto per comunicare con James. In caso di ritardo avviso lui.» disse Sirius salutando Harry prima di sparire per tutto il giorno.

Infatti, da alcune mattine a quella parte, trascorreva molto tempo della giornata chiuso nella vecchia biblioteca. Molti dei vecchi libri presenti erano di trasfigurazione, alcuni di trasfigurazione umana.

Stava studiando un modo per aiutare Hermione con la sua trasformazione. Aveva impiegato decisamente poco tempo per imparare a trasformarsi, e lo aveva fatto quando era praticamente incosciente. Se le fosse accaduto qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato, quindi decidere di studiare attentamente il caso era il minimo.

Anche perché Remus e la McGranitt gli avevano fatto notare quanto potesse essere pericoloso e che il problema non andava sottovalutato.

Con il loro aiuto e quello della biblioteca di casa Black aveva approfondito il caso e studiato possibili soluzioni. Al momento era impegnato nella scrittura degli appunti, più che altro erano dubbi e domande.

Queste ricerche speciali lo avevano tenuto lontano e occupato. Ma quelle notti senza di lei erano state davvero pesanti.

Le mancava sentire il suo corpo caldo accoccolato sul suo. Tenerle la mano, stringerla in vita, affondare il viso trai suoi capelli, baciare la pelle candida e morbida.

«Ah Hermione mi farai morire.» disse Sirius tra sé passandosi le mani tra i capelli e sbottonandosi i primi bottoni della camicia.

«Sirius…» disse Hermione attirata dai rumori in biblioteca. «Come mai qua?»

«Raccoglievo alcune informazioni.» disse riponendo le pergamene e i libri. «Come va con lo studio?»

«Hn bene.»

«Non ti ho disturbato?»

«No affatto. Stavo scendendo di sotto per mangiare qualcosa quando ho sentito dei rumori…» disse guardandosi in giro.

«Credo ci sia qualcosa di pronto, se vuoi ti porto io qualcosa…» propose lui alzandosi in piedi per raggiungerla sulla porta.

«Ok.» rispose lei poco convinta.

«Torna a studiare, non ti preoccupare.» disse passandole accanto e cancellandole dal viso un rigo d’inchiostro.

«Grazie.» rispose un pò scombussolata.

Da quando lo aveva “buttato fuori” dalla loro camera la evitava, di questo lei ormai ne era certa. E a meno che non si incontrassero in cucina o per i corridoi non si rivolgevano la parola.

E quando si scambiavano qualche parola lui era sempre gentile e sorridente, e pronto a rendersi utile in qualsiasi modo. E quando la sua mano si era posata sulla guancia aveva improvvisamente perso sensibilità alle gambe.

Approfittò della sua proposta per sfuggire a quello sguardo inquisitore, e anche per evitare di arrossire troppo davanti a lui, dopotutto era ancora un po’ arrabbiata con lui visto lo scherzetto di qualche giorno prima.

Quello che non si aspettava era quella strana sensazione di disagio al pensiero che a causa dello studio non ricordava nemmeno quanti giorni erano passati da quando lui le aveva carezzato il viso, troppi.

Cercò di non pensarci e prese a domandarsi che cosa facesse in biblioteca. Come era entrata aveva subito messo via libri e pergamene.

Si diede della sciocca, forse stava cercando un modo di rendersi utile per l’ordine. E in quel momento la raggiunse consapevolezza di quanto i libri la allontanassero dalla realtà, e anche da lui… e lui odiava essere ignorato.

«E adesso che faccio!» disse sbuffando mentre si buttava sul letto.

Dopo qualche minuto arrivò Sirius con un vassoio carico di cibo che lievitava davanti a lui. Posò tutto sul tavolo basso che stava davanti al caminetto.

«Resta.» disse Hermione prima che lui potesse anche solo pensare di fare qualunque cosa.

«Con piacere.» disse accomodandosi ai piedi le letto. «Come procede la preparazione?»

«Sto facendo gli ultimi ripassi. Per fortuna domani c’è l’esame.» disse addentando un sandwich.

«Andiamo assieme ad Hogwarts per la riunione?» propose dopo un po’ Sirius versando da bere ad entrambi.

«Sì per me va bene. Dovrei finire entro l’ora di pranzo. Come andiamo?»

«In moto?» disse con un sorrisino birichino.

«Non scherzare…» rispose lei trattenendo una risata.

«Sono serissimo. Vedere il castello e il parco è uno spettacolo magnifico.» rispose improvvisamente serio.

«Magari un’altra volta, mi sa che fa troppo freddo per far tutta quella strada in moto, no?» propose lei.

«Ci conto.» disse con un sorriso. «Tutto bene? Ti vedo triste… se è per l’esame…»

«No, non è per l’esame.»

«Per cosa?» disse porgendole una fetta di torta. «Sempre se ti va di parlarne.»

«Non saprei nemmeno da che parte iniziare… sono preoccupata ma forse ne possiamo parlare domani?»

«Come preferisci.» disse riprendendosi il piatto vuoto per posarlo sul vassoio.

Nel compiere quel gesto le sfiorò lievemente la mano. Lei arrossì, lui sorrise felice.

«Ho aspettato questi due giorni, posso aspettare fino a domani.» disse rompendo quello strano silenzio. «Se ti serve qualcosa, sono in biblioteca.»

«Ok.» rispose lei ancora scossa e preoccupata.

Lei sarebbe riuscita davvero ad aspettare un altro giorno?

Riprese a studiare, ma non riusciva a concentrarsi. Altro che aspettare, voleva parlarci subito. E così chiuse e libri e si armò di tutto il coraggio di una vera Grifondoro e scese in biblioteca.

Aprì la porta.

«Sono una stupida.»

«Mm no sei tante cose, ma non stupida.»

«Sirius è una cosa seria. Mi sono comportata come una stupida in questi ultimi giorni.»

«Vieni qua.» disse indicando il bracciolo della poltrona su cui era seduto. «Se può servirti a star meglio ti do ragione, ma non sarebbe vero.»

«Sirius…» tentò di replicare lei.

«Shh, so benissimo cosa ti preoccupa. Non sono arrabbiato con te. Questo non vuol dire che mi stia bene dormire sul vecchio divano e senza di te. Ho capito che ho esagerato l’altro giorno ed ho pensato di non stressarti troppo con estenuanti corteggiamenti e di lasciarti i tuoi spazi per studiare.»

«Sirius…» disse Hermione con uno sbuffo tra il divertito e l’arrabbiato.

«A cosa ha pensato la tua testolina?» disse abbracciandola e facendola scivolare tra le sue gambe.

«A come vendicarti?» rispose lei titubante.

«Mm interessante… non pensavo a niente di simile… stavo solo studiando la tecnica migliore per raggiungere la tua preziosa torre.» e detto questo la baciò assaggiando finalmente le sue labbra.

«Meglio se torno a studiare…» disse ancora abbracciata a lui.

«Sì direi che è il caso, se resti qua ancora un minuto di più non riuscirei a controllarmi. Mi sei mancata, ogni singolo istante.»

«A dopo. Poi mi dirai davvero cosa fai qui dentro?»

«Le informazioni si pagano, Granger. Possiamo trovare un accordo…»

«A dopo.» rispose lei con il primo vero sorriso di quei giorni.

Hermione riprese a studiare, un pò più tranquilla, ma non poi così tanto, dato che si trattava di un malandrino e chi sa che cosa aveva davvero in mente.

La sera passò anche troppo velocemente e se ne rese conto quando Sirius bussò alla porta con il vassoio della cena. Parlarono un poco e promise di andare a letto presto, o meglio non troppo tardi.

La sveglia per l’indomani era per le sei, e per tutta Grimmauld Place. Chi doveva partire per Hogwarts, chi doveva andare a lavoro e chi aveva un esame.

In cucina Molly e Kreacher si davano da fare per preparare da mangiare. Verso le sette del mattino arrivò, per la gioia di Sirius, Malfoy. A quanto sembrava aveva appuntamento con Hermione per andare al campus.

Un modo magnifico per iniziare la giornata.

«Quel dannato elfo non si lamenta mai quando arrivi tu.»

«Black anche per me è sempre un piacere vederti.» rispose Draco con un ghigno. «Tranquillo prendo la mezzosangue e me ne vado.» disse quando vide Sirius sparire nelle scale diretto ai piani superiori.

«Di sotto c’è il biondo.» disse posandosi sullo stipite della porta.

«Oh è in anticipo.» rispose quasi senza accorgersi del broncio. «Che c’è?»

«Niente, niente.»

«Non mi dire, ancora con questa storia… dai lo sai che lo fa apposta e tutte le volte tu ci caschi.»

«Non mi piace per nulla.»

«E ne sono molto felice… senti dovremo finire per mezzogiorno, mi vieni a prendere… così parliamo un po’?» propose per cambiare argomento.

«Per mezzogiorno, ok. Andiamo a pranzo a Hogsmeade o preferisci restare a Londra.»

«Londra, e poi ho voglia di cinese, tu no?»

«Vada per il cinese.» disse baciandola. «Non mi dire che è tardi…» disse mettendo a tacere il brontolio. «E poi non posso farti il mio personale in bocca al lupo?» chiese carezzandole il viso.

«Certo che puoi, ma ti conosco e mi farai fare tardi.» rispose lei ridacchiando.

Prima che Sirius saltasse al collo del malcapitato di turno, ovvero Draco, decise che era meglio levare le tende e anche se con un po’ di anticipo uscì di casa.

L’esame di diritto magico, molto simile all’esame di diritto privato dei babbani, era tra i più importanti e difficili in quanto comprendeva e regolava molti campi.

Proprietà magiche, matrimoni, patrimoni ed eredità.

L’esame andò bene per entrambi e per qualche giorno avrebbero potuto respirare e vivere.

Sirius era arrivato un po’ prima e aveva con sé una cartella nera tenuta chiusa da un nastro, piena zeppa di fogli di pergamena che Hermione scrutava curiosa.

Durante il pranzo in un affollatissimo ristorante cinese, in cui poterono parlare tranquillamente, Sirius spiegò il contenuto delle pergamene e quindi fu chiaro come mai passasse così tanto tempo in biblioteca.

Hermione leggeva quei fogli ammirando la calligrafia elegante e ordinata, quelle domande intelligenti e sensate da cui traspariva non solo la sua conoscenza della trasfigurazione, ma anche l’interesse nei suoi confronti.

Sorrise grata. Trascorsero gran parte del pomeriggio passeggiando per St James’s Park quando all’improvviso la voce di James Potter uscì dal taschino della giacca di Sirius.

Erano attesi per il primo pomeriggio e James Potter mostrò loro tutta l’ansia che solo un padre preoccupato per il suo pargolo poteva mostrare. Passato il primo momento d’imbarazzo per la strigliata, Sirius prese a ridacchiare.

Decisero di non mettere ulteriormente alla prova la pazienza di Potter e si smaterializzarono immediatamente a Hogsmeade, dove erano attesi.

Ovviamente la strigliata via specchio era nulla in confronto al fiume di rimproveri che si riversarono su di loro lungo il tragitto. Tutto accompagnato dalle risatine di Lily e Remus.

Il picco delle risate aumentò all’esclamazione “Ne riparleremo quando avrai dei figli, poi mi dirai come si cambia, incosciente.” da parte di James esasperato dall’indifferenza di Sirius.

Finalmente arrivò l’ora prevista per la riunione con gli auror. Era arrivata un sacco di gente e senza dare troppo nell’occhio raggiunsero il corridoio dell’ala est dei sotterranei al momento disabitata.

Quando Hermione tirò fuori pergamene con cartine topografiche e planimetrie tipo delle case della zona di Portland, Sirius si chiese quando aveva fatto tutte quelle ricerche, visto il poco tempo.

Harry e Ron ridacchiavano.

«Se le informazioni di Dung sono corrette, si trovano in una di queste case vicino al mare, e abbastanza isolate dal resto del paese.» spiegò Hermione mentre ingrandiva una cartina che rappresentava Portland e le sue case.

«Non intendo mettere in discussione le vostre fonti, ma abbiamo fatto delle ricerche e non ci risulta attività magica da quelle parti.» spiegò Dalton.

«E come lo avete scoperto?» chiese Ron scettico.

«Abbiamo fatto dei controlli, sono tutte abitazioni babbane.»

«Quale nascondiglio migliore di uno sotto gli occhi di tutti?» disse Lucius Malfoy entrando nella sala. «Alcuni amici mi hanno confermato la stessa cosa. O ci stanno preparando una trappola, o è il vero luogo.»

In tutta la stanza si levarono proposte di intervento. Chi voleva andare subito, chi chiedeva maggior controllo sulle fonti. E poi c’era chi, in silenzio, ponderava entrambe le possibilità, sia la trappola, sia il loro punto di ritrovo.

«Penso sia necessario andare e controllare che non ci sia davvero attività magica e che sia in qualche modo frequentata costantemente.» disse Harry.

«Concordo Potter.» disse la McGranitt.

«Signori un po’ di silenzio non ci possiamo precipitare tutti a Portland. Dobbiamo essere sicuri che non sia una trappola. Volontari per le ronde?»

Sirius, James, Harry, Ron e Hermione sollevarono subito la mano.

«Qualcuno meno noto… le vostre facce sono ovunque.»

«Ma quasi nessuno sa delle nostre capacità extra.» disse James con un sorrisino malandrino scoccato in direzione di Sirius.

«Sarebbe a dire?»

«Beh vede io e Sirius siamo animaghi, Harry ha il mio vecchio mantello dell’invisibilità…» spiegò James.

«E il ministero lo sa?»

«Tecnicamente dobbiamo sbrigare le ultime pratiche… sa io ero morto fino a due anni fa e lui…» disse indicando Sirius. «Beh lui era ad Azkaban accusato di omicidio… abbiamo dovuto sistemare altre cose prima.» rispose continuando a sorridere.

«Non voglio sapere altro.» rispose Mason esasperato. «Visto che ci siamo ci sono altri animaghi?» tutti scossero la testa. «Mantelli dell’invisibilità?» tre o quattro alzarono la mano. «Bene organizzeremo dei turni di ronda in cui verrete accompagnati da un auror. Farete rapporto all’ordine, dobbiamo essere certi che sia il loro quartier generale.»

La riunione fu interrotta dall’arrivo del ministro che chiamò fuori dalla stanza Hermione e Sirius e con un cenno invitò anche Mason e la McGranitt.

Purtroppo non portava buone notizie.

«Hermione sono stato informato un ora fa che qualcuno ha tentato di violare gli incantesimi di protezione in casa dei tuoi genitori.»

«Come stanno?»

«Tranquilla loro stanno bene, ma chi ha provato a disfare gli incantesimi non ne è uscito molto bene. La zona ora è chiusa dagli obliviatori, sai spiegarmi perché?»

«Non saprei, gli incantesimi non dovrebbero produrre magia. Semplicemente impedire l’accesso…»

«Non è che hai imposto qualche incantesimo reverso, magari è quello che ha respinto gli incantesimi.» chiese la McGranitt.

«No sono sicura di non averne applicati.»

«Possibile che siano così idioti da aver provocato dei danni di proposito?» chiese Sirius riflettendo. «Non riescono a farci fuori con le brutte e cercano di metterci nei guai con metodi “legali”.»

«Temo che tu abbia ragione, domani verrà aperta una pratica per accertare i fatti.» spiegò il ministro pratico.

«Chiamo Shephard.» disse Sirius pensando al suo avvocato.

«Meglio se per qualche giorno vi allontaniate da Londra e dall’Inghilterra. Non ti preoccupare qua ci pensiamo noi.» disse il ministro. «Minerva penso tu possa parlare con l’avvocato e decidere la strategia migliore e noi nel frattempo ci occupiamo della sicurezza dei tuoi genitori.»

«Possiamo andare in Francia.» disse Hermione sotto shock.

«Prima partite meglio è. Tra qualche giorno, quando le acque si saranno calmate tornerete qua.» disse allora Mason.

Così in fretta e furia la McGranitt trasformò una vecchia piuma in passaporta. I due sparirono nel giro di pochi istanti, la riunione sciolta e attivati i primi contatti con gli avvocati.

Hermione e Sirius arrivarono nel sud della Francia verso le tre del mattino. Ancora abbracciati e vicini.

✎ Info & Co.

Ciao, come vanno le cose? Beh che ne dite di questo nuovo colpo di scena? La verità è che nemmeno io voglio far finire la storia . … La povera Hermione è nei guai, sembra che i novelli mangiamorte si stiano dando parecchio da fare…

Grazie mille per le letture e le recensioni.

P.S.: per motivi di tempo e connessione non ho potuto ricontrollare il capitolo. Vi chiedo scusa in anticipo per errori e sviste ;).

P.S.: Aaa:“Cercasi beta reader folle per consulenza!”

Aspetto numerosi commenti!
Jalilah♔ .

©Tutti i personaggi sono stati creati da J.K. Rowling.

Storia modificata nel 2014. Tutti i capitoli sono oggetto di sostanziose modifiche, tagli e correzioni.

   
 
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