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Autore: Miss Ron    28/01/2011    11 recensioni
A Isla che sposò un Babbano
A Phineas che lottò per i diritti dei non maghi
A Marius che nacque Magonò
A Cedrella che divenne la moglie di un Weasley
Ad Andromeda che mischiò il suo sangue con quello di un Nato Babbano
A Sirius che scappò di casa
Ad Alphard che nominò un rinnegato suo erede universale
A tutti coloro che sono stati rinnegati,
ma che hanno continuato a guardare le stelle
e a bruciare dentro.
Fieri di essere dei membri rinnegati della Nobile e Antichissima Casata dei Black
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
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 A MARIUS

 
A Marius Black che nacque Magonò
 
Ci hai sperato fino all’ultimo, vero Marius?
 

Hogwarts possiede una piuma
in grado di rilevare la nascita di ogni bambino dotato di poteri magici
e registrarne il nome su un grande libro di pergamena.
Questo testo viene, poi, consultato, ogni anno, dal vicepreside della scuola
per sapere a quanti bambini vicini al loro undicesimo compleanno
deve mandare i gufi.

 

Vedevi tuo fratello maggiore Pollux far esplodere e levitare gli oggetti,
tua sorella maggiore Cassy sfoggiare un diverso colore di capelli ogni giorno,
Dorea, più piccola di te, volteggiare in aria senza sforzo alcuno
e speravi.
Speravi che, prima o poi, sarebbe giunto il tuo momento.

 
I giovani Maghi entrano ad Hogwarts
il settembre successivo al loro undicesimo compleanno.
Di conseguenza, la lettera arriva
prima di quella data.
 

I tuoi genitori hanno smesso di sperarci prima, vero Marius?
Successe quando Dorea, la tua sorellina adorata,
litigò con vostra cugina Charis
e le fece spuntare sul viso un becco da gufo.
Lei era già in grado di utilizzare una forma,
per quanto primitiva,
di Trasfigurazione e tu…
Tu…

 
 
Non tutti i bambini magici inglesi frequentano Hogwarts.
Le loro famiglie potrebbero decidere
di farli studiare all’estero,
o di farli seguire le lezioni da un istruttore privato,
ma tutti ne hanno diritto.
Quindi, se la lettera non arriva,
significa una cosa sola.
 

 
Tu eri un Magonò.
E’ una realtà difficile da accettare.
Per tutti.
Per la famiglia,
a prescindere da quanto sia tollerante,
nessuno accetta di avere per figlio un Magonò
con un sorriso sulle labbra;
ma, in particolare, per il bambino,
che scopre che sarà per sempre escluso
dal mondo in cui è cresciuto.
 

Significa che il bambino
è un Babbano.
Anche se proviene da una famiglia magica,
è un Babbano.
Non si conosce la causa,
ma può accadere.
 

 Tu, però, ci hai sperato fino all’ultimo, vero Marius?
Può succedere che un bambino
non manifesti mai i suoi poteri magici,
durante l'infanzia.
E’ raro,
ma può succedere.
Magari tu sei uno di quei bambini, giusto Marius?
No, non lo sei.
E, una parte di te, lo sa,
ma non lo accetti,
neghi l’evidenza,
ti arrampichi sugli specchi,
perché non puoi accettarlo,
perché sai cosa significherebbe
esserlo.
 

Per le famiglie non è facile accettarlo,
ma una volta di fronte all’innegabile verità,
devono compiere delle scelte.
Quale sarà il destino del loro bambino?
Potrebbero decidere di continuare
a farlo vivere nel Mondo Magico,
tentando di trovare un posto in esso
per un Babbano.
Cosa diventerà?
Un lavapiatti?
Un custode?
Un bibliotecario?
Oppure, potrebbero iscriverlo
ad una scuola babbana,
cercando di farli integrare in un mondo
che loro stessi non conoscono.
Queste sono le reazioni migliori,
ma, naturalmente,
non tutti reagiscono in maniera tanto positiva.
 

 

Non è tanto la consapevolezza di essere uno di quei luridi Babbani
che ti hanno insegnato a disprezzare,
non è tanto la consapevolezza
che non possederai mai una bacchetta magica,
che non giocherai mai a Quidditch,
che non pesterai mai il suolo di Hogwarts,
oddio, è anche quello,
ma, soprattutto, è la consapevolezza che loro,
i tuoi famigliari,
coloro che ami,
gli unici in cui ti hanno insegnato a riporre fiducia,
non lo accetteranno.
Ti ripudieranno.
Non li rivedrai mai più.
Lo sai,
lo sai.
 
Non sentirai mai più il profumo del dopobarba di tuo padre,
non vedrai mai più sorridere tua madre,
non parlerai mai più con Pollux,
non giocherai mai più con Cassy,
non abbraccerai mai più Dorea,
non coccolerai mai più la piccola Walburga.
Mai più, mai più.
Loro non saranno mai più la tua famiglia.
 
E piangi.
Ti hanno insegnato a non farlo mai,
ma ora cos’altro ti rimane da fare?
Piangi.
Piangi perché domani è il primo settembre successivo al tuo undicesimo compleanno:
il tempo che avevi a disposizione è finito.
Domani, tua cugina Cedrella prenderà per la prima volta il treno per Hogwarts
mentre tu verrai allontanato per sempre dalla tua famiglia.
Tuo padre brucerà il tuo nome dall’albero genealogico
e, da quel momento, tutti fingeranno che tu non sia mai nato.
 
Lo sai, avverrà così.
Un Magonò in famiglia è un’onta che i Black non possono accettare.
Cosa ne faranno di te?
Ti abbandoneranno in mezzo alla strada,
o faranno almeno lo sforzo di trovarti
un orfanotrofio babbano in cui stare?
Che importanza ha?
La tua vita è, comunque, finita.
 
Non li rivedrai mai più,
nessuno di loro.
Vorresti avere la forza di non piangere
e di accettare con stoicismo
il destino che ti aspetta,
l’unica azione che puoi compiere
per non disonorare ulteriormente la tua famiglia:
sparire, fingere di non essere mai nato,
di non aver mai portato il cognome di famiglia,
ma sei solo un bambino
e, dopotutto, di tempo per essere forte ne avrai in abbondanza
perciò, ora, Marius piangi pure.
Tanto, nessuno si aspetta più che tu sia fiero e orgoglioso.
Non sei più un Black.
Piangi, Marius, piangi.

 
 

  
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