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Autore: Marzia93    28/01/2011    2 recensioni
In questa fanfiction ho voluto creare una nuova vita per Harry.
Unisce il personaggio di Harry Potter con il mondo del Signore degli Anelli.
Dal capitolo uno:
"Il tuo corpo è morto"
[..]
"No Harry, non puoi tornare"[..]
"Vedi..il tuo corpo è morto, perciò la tua magia si è unita a quella di Voldemort e, visto che essa ti appartiene e fa parte di te, si è fusa con la tua anima[..]"
"[..]ma esistono altri mondi, dove tu non esisti ed è possibile creare un corpo per te, così potrai averne accesso[..]"
Hehe, lo so è poco ma se volete di più leggete ^.^
Fase di bataggio, ringrazio la mia Beta!! senza di lei, che corregge i miei molti errori morirei!! ^.^
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Titolo: Dal principio, nuova vita
Capitolo 2: L'inizio
Autore: Marzia93
Beta: Ginevrasux

I personaggi citati in questa storia appartengono a Joenne K. Rowling. E J.RR. Tolkien, non scrivo questa storia a scopo di lucro ma per divertimento personale .





 Quando la nebbia cominciò a svanire, mi ritrovai in mezzo a un prato di erbacce e cespugli. Sopra di me, nel cielo limpido, vi era un sole che, per quanto pallido fosse, splendeva dietro le montagne. La rugiada scintillava sulle foglie secche da cui ero circondato.


 Dopo un tempo indefinito, forse mezzora o anche solo pochi minuti, sentii delle voci. Non ne riconobbi neanche una. La prima che sentii sembrava appartenere ad un uomo. Mi affacciai per poterlo vedere e per poco mi sembrò di essere in un sogno.

Quell'uomo, se così lo si poteva definire, sembrava non avere età. Aveva il viso circondato da capelli neri, occhi grigi scintillanti come stelle e in testa aveva un cerchio d'argento, che creava riflessi sulla terra piatta intorno a lui e alle altre persone da cui era circondato.

Era impossibile non prestare attenzione alle sue parole, dette con quella voce melodiosa, ma allo stesso tempo autoritaria.

Quello che venni a sapere in quelle poche ore, mi sconvolse. Non bastava la mia vecchia vita, aver combattuto contro un mostro per tutti questi anni e averlo sconfitto perdendo il mio corpo, anche in questo mondo ci dovevano essere guerre. Un altro Signore Oscuro da dover sconfiggere.

Ma continuai comunque ad ascoltare il discorso, maledicendo, nel frattempo, la mia sfortuna in tutte le lingue da me conosciute, incluso il Serpentese.

Ovviamente, da lì le cose non fecero altro che peggiorare. Usando anche la legimanzia, in poco tempo appresi che in questo mondo esistevano molte razze differenti -Nani, Mezzuomini, Umani normali o con una vita più lunga e Elfi-, vari reami e vari Re per ogni razza. La persona che aveva parlato si chiamava Elrond ed era un Re Mezzelfo incoronato molto tempo fa.

Venni anche a conoscenza che mi trovavo a Gran Burrone, Reame di Re Elrond.

Ma da quel che capii, per quanto pieni di risorse, la loro situazione era veramente grave. Avevano appena scoperto un tradimento da parte di uno stregone molto potente di nome Saruman ed erano anche in possesso dell'arma che il nemico tanto cercava, un certo Anello del Potere. Per questo dovevano partite subito, per provare a distruggerlo, visto che, da quel che dicevano, l'Anello possedeva volontà propria e bramava di ritornare nelle mani del suo padrone, Sauron di Mordor, al quale si era unito Saruman.

Ma dopo un po’, vidi qualcosa brillare al centro del cerchio che aveva formato quella gente e, per pura curiosità, mi sporsi un po’ al di là del cespuglio, capendo, subito dopo, di aver commesso un grave errore.

A quel punto mi ritrovai in piedi, in mezzo a quel consiglio, con le braccia avanti a me in segno di pace.

'Ma chi me l'ha fatto fare di origliare? Non potevo semplicemente farmi gli affari miei, magari prendendomi una bella casetta in montagna e vivendo la mia vita in pace? Ma certo che no, Harry! Tu devi sempre ficcare il naso in tutto e, alla fine, finire sempre nei casini!' pensai sconfortato.

Intanto, tutta la gente intorno a me si chiese chi io fossi e molto probabilmente era dovuto anche al mio inusuale aspetto. 
Indossavo pantaloni stretti e un po’ stracciati di un tessuto chiaro con poche righe scure, che dubitavo esistesse da quelle parti, e una maglietta di un verde acceso.

Vedendo la reazione delle persone presenti, mi accigliai. Pensavo di dover affrontare sguardi ostili e sospettosi, invece tutti mi guardarono...sorpresi?

Confuso usai la legimanzia per capire i loro pensieri. Mi stavano analizzando. Non ero molto alto, ma dai vestiti si potevano scorgere i miei muscoli tesi e la pelle abbronzata, il mio viso, a quanto pare, pensavano fosse bello e giovane, dai tratti delicati, ma impavidi, i capelli neri come la pece brillavano alla luce del pallido sole. Ma quello che li meravigliava di più erano i miei occhi, contornati da folte ciglia nere, lo smeraldo dell’iride splendeva come le gemme più preziose.

''Beh, credo sia arrivato il momento delle presentazioni.'' dissi, passandomi la mano tra i capelli, gesto ormai abituale, interrompendo fortunatamente lo stato di trance in cui si trovavano gli altri.

Nel giro di pochi minuti, mi ritrovai con una lama all'altezza del collo.

''Comincia tu" mi disse quel che riconobbi essere Aragorn, erede di Isildur, un uomo dalla chioma scura, di un marrone acceso, alto e possente, con postura regale, viso pallido e fiero e con due occhi grigi penetranti.

''Parla!!'' mi ripeté assottigliando gli occhi e spingendo leggermente la spada sul mio collo.

 ''L’ho sentita '' gli risposi lanciandogli un'occhiataccia, ''ma ciò non toglie che il suo comportamento sia molto scortese e dubito di volerle ancora rispondere Signore, se questo è il trattamento che riservate ai visitatori che arrivano da luoghi lontani, in cerca di un po’ di pace.''continuai con tono gelido.

Seguì un momento di silenzio, ma, dopo poco, finalmente Re Elrond prese parola '' Ci scusi, ma in tempi come questi dobbiamo essere molto cauti, non può darcene colpa, se ha davvero udito tutto quello di cui si è discusso durante il consiglio..'' mi dice lanciandomi un'occhiata.

Io in risposta sorrisi appena, da quel che vedevo gli Elfi erano molto astuti. 

'' Sì, Signore. Ed è per questo che chiedo perdono '' dissi rivolgendomi a tutti '' il mio nome è Harry, ma sono arrivato da poco a Gran Burrone e, in una così bella giornata primaverile, volevo fare una passeggiata per ammirare meglio questo splendido luogo. Purtroppo, mi sono appoggiato ad un tronco finendo per addormentarmi, laggiù!'' proseguii il racconto indicando un cespuglio, dove dietro si vedono un paio di grandi alberi ''Mi sono svegliato proprio a causa vostra, ma, vedendo alla mia destra dei mezzuomini intenti ad origliare, ho pensato che non fosse nulla di importante. Mi sono accorto troppo tardi che non era affatto così, purtroppo.'' conclusi con tono neutro.

Come a testimonianza delle mie parole, in quel momento, uscirono fuori dai loro nascondigli Sam Gengee, Pelegrino Tuc e Meriadoc Grandibuck, soprannominati rispettivamente San, Pipino e Merry, Hobbit della contea.

Sembravano molto simili agli umani, di statura bassa, con occhi chiari e capelli ricci, ma un'occhiata alle loro menti mi fece capire che non erano affatto comuni. Avevano usanze straordinarie, per non parlare della Contea! Luogo splendido con quei grandi campi fioriti e le casette sotto terra.

''…naturalmente verrà anche Harry, il nostro ragazzo misterioso.''

Mi giunse quest’ultima frase all’orecchio, facendomi sgranare gli occhi e focalizzare tutta la mia attenzione su di loro. 

  
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