Hazy Shade of Winter
“Un
bacio è un apostrofo rosa tra le parole t'amo.”
Edmond
Rostand
Dopo
la colazione e le sevizie psicologiche ai piccoli Tassorosso, la sua
mattinata tipo si concludeva con il pranzo in compagnia dei suoi
compagni di casa. Dal suo primo giorno a Hogwarts sedeva sempre allo
stesso posto anche a costo di far sloggiare chiunque ci fosse seduto
prima di lui. Ormai i Serpeverde erano a conoscenza delle bizzarre
abitudini di Draco Malfoy e lo lasciavano fare per non avere
ritorsioni di nessun tipo. Con i tempi che correvano, non era saggio
inimicarsi un Malfoy, indifferentemente che si trattasse di quello
grande o di quello piccolo.
Anche
quella mattina di Natale, Draco trovò libero il suo posto e
vi si
sedette con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto affilato.
I
posti alla sua destra vennero prontamente occupati da Tiger e Goyle,
le sue fedeli ombre, e quelli di fronte da una Daphne Greengrass con
la stessa espressione soddisfatta che aveva avuto il maledetto
Ippogrifo Fierobecco subito dopo aver deturpato il braccio del
principino, e da Blaise Zabini che sembrava avere un diavolo per
capello. E
Blaise Zabini aveva una chioma piuttosto folta.
Il
posto alla sua sinistra venne prontamente occupato da Pansy
Parkinson, stranamente. Solitamente la ragazza sedeva affianco a
Zabini e il posto alla sinistra di Draco veniva occupato da Theodore
Nott. Quella mattina di Natale, invece, Pansy aveva capito
immediatamente che non tirava l'aria giusta e sedersi affianco a
Blaise Zabini incollerito poteva non essere una scelta saggia.
D'altronde lei ci teneva alla sua incolumità fisica e non
voleva che
il ragazzo, incazzato nero (e dire “incazzato nero”
era un
dannato eufemismo), se la prendesse con lei.
Draco la guardò
interrogativo e lei rispose stringendosi leggermente nelle spalle.
Il
biondo serpeverde sospirò frustrato.
Niente
stava andando secondo i suoi piani, ma decise di soprassedere
pensando che, forse, durante quella mezza giornata aveva sfruttato
fin troppo il suo spirito cavalleresco. Anzi, considerò,
molto
probabilmente non riusciva a cacciare Pansy da quel posto
perché
temeva una sua reazione.
Che
il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti,
quadri e statue compresi.
Senza
contare che le ragazze Serpeverde erano subdole, meschine e
senz'anima.
E
Pansy rispecchiava in pieno tutte quelle caratteristiche, tanto che,
se solo Salazar Serpeverde in persona avesse potuto vederla all'opera
anche per un solo attimo fugace, si sarebbe commosso per tutta quella
perfidia racchiusa in un metro e sessanta scarso. Era per quel motivo
-badate bene però! Soltanto per quello!- che Draco ogni
tanto la
fissava come se non ci fosse stato niente di più bello al
mondo di
quei quaranta chili scarsi di cattiveria, perfidia, machiavellico
ingegno ed irrispettosità. La cosa che però gli
piaceva più di
tutto di Pansy era la sua corporatura minuta. Tutte le altre ragazze
avevano continuato a crescere mentre lei sembrava essersi fermata
alle fattezze di una tredicenne, forse un po' troppo precoce.
Pansy
si sentì fissare. Si girò e lo fulminò
sul posto con un'occhiata
truce delle sue.
Come
volevasi dimostrare.
Anzi,
forse a lui non piaceva solamente la sua corporatura, ma anche i suoi
occhi. Non sarebbe sopravvissuto senza quelle occhiate minacciose
particolarmente cruenti che dedicava solo a lui colpevole, a sua
insaputa, di averla sedotta ed abbandonata.
«Vuoi
una foto?» gli chiese irritata.
Oh
sì.
***
Non
era un comportamento tipicamente made-in-Malfoy il suo. Non solo si
era lasciato irretire da quella ragazzina di Pansy, ma l'aveva
lasciata tranquillamente fare mentre lei si accingeva a tirar fuori e
ad esibire con orgoglio quasi grifondoro il suo repertorio di battute
acide da ragazza in pieno ciclo mestruale contro di lui. No, questo
non avrebbe dovuto permetterglielo. Chi era lei per trattarlo alla
stregua di un Tassorosso del primo anno? Ok, si era lasciato
leggermente andare nella contemplazione della ragazza e nella sua
mente erano passati pensieri poco decorosi e fin troppo tinti di
rosa, ma lei che diritto aveva di ribellarsi?
Se
Draco Lucius Malfoy avesse deciso che voleva guardare te, sì
proprio
te, tu cosa avresti dovuto fare? Semplice, chiaro e conciso:
lasciarti guardare senza nessun commento.
Pansy
era ottusa.
«Parkinson,
smettila.» esordì gelido interropendo la ragazza
in pieno
sproloquio permeato di acidità. La sua
freddezza non raggelò
all'istante Pansy come si era aspettato, ma la fece sorridere. Una
specie di sorrisetto soddisfatto a dire il vero, uno di quelli che
stanno a significare: “Oh, era ora! Ancora un po' che
aspettavo una
tua reazione, mi sarebbe cresciuta la barba!”. Ma Draco non
lo
interpretò così, ma come se significasse:
“Mi stai
particolarmente simpatico oggi, Malfoy.”
Tuttavia
Pansy disse solo: «Siamo
tornati ai
cognomi, Malfoy?»,
prima di ritrarsi. A Draco sembrò un gattino piccino che sta
per
sferrare il suo attacco alle caviglie del povero malcapitato di
turno. Eppure Pansy non aveva nessuna intenzione di attaccarlo
nuovamente.
«Ma
voi due, non avete mai pensato di tornare insieme?» chiese
loro
Daphne Greengrass con il suo tatto impressionante facendo strozzare
Draco con il succo di zucca e arrossire Pansy fino alla punta dei
capelli in un'ottima imitazione del consolidato Weasley-style.
Daphne
scambiò quel silenzio (ovviamente, aveva deciso
volontariamente di
non considerare la reazione dei due) per un invito a continuare:
«Penso che fare un po' di sano sesso vi aiuterebbe a
scaricare i
vostri nervi e a non farci respirare la vostra tensione sessuale che,
sono sicurissima, renda i capelli crespi. A forza di respirare la
tensione sessuale emanata da Potter e la Weasley piccola, alla
Granger sono venuti i capelli crespi. Vero Blaise, amore
mio?»
chiese a Blaise nel tono più pacato del mondo, sbattendo le
sue
lunghe ciglia in un'espressione di falsa ingenuità.
Il
ragazzo ghignò e colse l'occasione al volo:
«Daphne, non sono mai
stato così d'accordo con te prima d'ora.»
Stronza
di una serpeverde,
aggiunse ma
questo lo pensò solamente trattenendosi dall'esternarlo ad
alta
voce. Avrebbe sicuramente avuto l'appoggio di Draco e Pansy, ma
nemmeno loro sarebbero stati in grado di salvarlo da un'Avada Kedavra
lanciata ad alta voce da quella vipera bionda. Meno di un'ora prima
aveva avuto come regalo di Natale un'altra delle perle di Daphne
Greengrass e sinceramente non riusciva a capire come era riuscito a
farsi incastrare così alla leggera e a tornare con lei.
Quel
“Blaise,
io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.”
gli rimbombava ancora nelle orecchie come uno strano e insistente
mantra.
Faceva
bene lui ad odiare le donne, esseri meschini, subdoli, cattivi e
sicuramente senza coscienza.
E
Daphne e Pansy erano esattamente così. A dirla tutta, era un
po' per
colpa loro se lui aveva quell'idea del gentil
sesso.
Proprio
in quell'istante, mentre stava decidendo se intraprendere il
seminario e farsi prete o scappare in Thailandia per internarsi in un
monastero buddista, Draco si stava riprendendo e Pansy stava
cominciando a riprendere un colorito normale, Theodore si sedette a
tavola affianco a Blaise.
«Che
mi sono perso di bello?» chiese il ragazzo appena arrivato
notando
l'innaturale silenzio, il sorrisino soddisfatto di Daphne e
l'espressione atterrita di Pansy e Draco.
E
Daphne colse l'occasione al volo e si lanciò in una
filippica
elencando modi e posizioni
in
cui Draco e Pansy avrebbero potuto affrontare i loro problemi.
«Daphne,
senza offesa, ma dove sei cresciuta? In un porto di mare?».
Anche
il pazientissimo Theodore Nott ora era disperato.
«Voi
donne siete la nostra dannazione.» sospirò Blaise
mentre Draco e
Theodore annuivano, leggermente rinfrancati dal fatto che qualcun
altro la pensasse come loro.
***
Draco
Malfoy era costernato, attonito e sbigottito. Oltretutto era anche
pronto a dover affrontare anni di sfiga immane per aver deciso di
mandare a quel paese la sua routine quotidiana.
Era
scappato a metà pranzo con quella che a detta di tutti era
una scusa
bella e buona, ma che purtroppo per lui era una mera verità:
il mal
di testa lancinante con cui si era svegliato quella mattina era
tornato prepotentemente a fargli compagnia.
Ma
la cosa che più lo lasciava costernato, attonito e
sbigottito era il
fatto che Pansy avesse deciso di riaccompagnarlo al dormitorio.
Avevano fatto finta di niente quando Daphne aveva intimato a
Theodore e a Blaise di non tornare in dormitorio per nessuna ragione
al mondo. Non avrebbero dovuto disturbarli o sarebbero stati cruciati
alla pazzia da Daphne, possibile nuova migliore amica per Bellatrix
Lestrange.
E
fu così che si trovarono soli, costretti in un silenzioso
carico di
cose non dette.
Pansy
era fin troppo abituata ai silenzi profondi del ragazzo, ma in quel
momento avrebbe desiderato con tutta se stessa affrontare una
conversazione su un argomento qualsiasi. Il tempo atmosferico era
forse banale? Sì, ma avrebbe potuto salvarli dall'ondata
d'imbarazzo
che avrebbe potuto scagliarsi su di loro e non andarsene più.
Doveva
dire qualcosa, qualsiasi cosa. Smise di fissare per un attimo dritto
davanti a sé e rivolse lo sguardo verso Draco giusto per una
frazione di secondo. Quel tempo così esiguo però
fu abbastanza.
No,
non aveva il coraggio di iniziare lei una conversazione.
Con
sua enorme sorpresa vide il ragazzo fermarsi in pieno corridoio e
voltarsi verso di lei con un ghigno dei suoi stampato sul volto.
«Sei
imbarazzata.» esordì. Pansy lo odiò per
una frazione di secondo.
Cos'era quel modo per rompere il ghiaccio?, pensò arrabbiata
non
rendendosi conto che almeno lui aveva avuto il fegato necessario per
iniziare una conversazione che li aspettava da fin troppo tempo e che
entrambi avevano rimandato. Ora però non potevano
più continuare a
procrastinare. Il tempo del chiarimento era arrivato.
«Non
sono imbarazzata!» esclamò lei con un tono troppo
veemente per
sembrare vero. «Insomma, quello che ha detto Daphne era
imbarazzante, ma io non mi imbarazzo per così
poco.» e stavolta
sembrava quasi sincera.
«No,
scusa, rettifico: sono io che ti imbarazzo.»
chiarì Draco
sorridendo apertamente e facendo affluire un po' di sangue alle
guance di Pansy. La osservò fiero del risultato ben
consapevole di
essere l'unico ragazzo in grado di scatenarle quelle reazioni. La
serpeverde non era mai stata timida, ma con lui nei paraggi
solitamente ritraeva le unghie e si trasformava da leone imbestialito
in una micina paurosa.
Pansy
non seppe replicare, d'altronde quella appena pronunciata era la pura
e semplice verità ed era stata detta in un tono
così disarmante che
lei non seppe reagire. Si chiuse in un ostinato silenzio e riprese a
camminare seguita a breve distanza da Draco.
«Io
l'ho saputo ammettere, Pansy. Ho ammesso di essere disposto a
cambiare la mia vita, a cedere ciò che è mio solo
per te. Perché
non riesci ad ammetterlo anche tu?»
Era l'ennesima verità di
quel giorno, tanto che Pansy non riusciva più a sopportare
quell'ondata di sincerità che sembravano trasmettere tutti
quanti
quel dannato giorno.
Si
fermò e degnò il ragazzo di una sola occhiata.
Avrebbe voluto
regalargli una delle sue famose occhiate intimidatorie, eppure, non
appena incriociò gli occhi grigi di Draco la sua espressione
si
addolcì istantaneamente.
«Perché
fai così?» gli chiese quasi esasperata.
«Non devi più sentirti in
dovere di cambiare per me. Hai avuto la tua occasione e ora basta,
non stiamo più insieme, Draco. Non capisco che succede oggi
a tutti.
Prima Theodore e Tracey, poi Daphne e Blaise! E ora cosa? Io e
te?»
il suo tono di voce si era alzato rapidamente di un'ottava facendo
sembrare le domande più simili ad uno sfogo di quanto
volesse.
Draco
sorrise e si trattò di un vero sorriso, lontano anni luce
dai suoi
soliti ghigni. Fece un paio di passi verso la ragazza e le si
parò
di fronte facendola indietreggiare fino a che le sue spalle non
toccarono il muro.
«Forse
che a Natale siamo tutti più buoni?» le chiese
lontano solamente un
paio di dita dalle labbra di lei.
E
si chinò su di lei, baciandola.
_____________
Angolino dell'autrice:
è arrivata alla fine
anche questa mini storia che sinceramente a me piace discretamente. I
commenti si son fatti desiderare e ringrazio LoveChild per avermi
espresso il suo parere :)
Purtroppo non ho potuto aggiornare prima dal momento che mio padre mi
ha trascinato in una vacanza dell'ultimo minuto a Firenze. Magnifica
città, per inciso, anche per una che come me non
è decisamente fanatica della storia dell'arte.
Fatemi sapere, va :)
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite.
Fay :)