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Autore: Hyperviolet Pixie    30/01/2011    6 recensioni
Draco Malfoy ha una routine, sempre la stessa da anni. Daphne ha la cattiva abitudine di dormire nel dormitorio maschile. Pansy ha la lingua biforcuta di una vipera. Blaise odia le donne.
Questi comportamenti abitudinari verranno però presto soppiantati.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hazy Shade of Winter

Un bacio è un apostrofo rosa tra le parole t'amo.”
Edmond Rostand


Dopo la colazione e le sevizie psicologiche ai piccoli Tassorosso, la sua mattinata tipo si concludeva con il pranzo in compagnia dei suoi compagni di casa. Dal suo primo giorno a Hogwarts sedeva sempre allo stesso posto anche a costo di far sloggiare chiunque ci fosse seduto prima di lui. Ormai i Serpeverde erano a conoscenza delle bizzarre abitudini di Draco Malfoy e lo lasciavano fare per non avere ritorsioni di nessun tipo. Con i tempi che correvano, non era saggio inimicarsi un Malfoy, indifferentemente che si trattasse di quello grande o di quello piccolo.
Anche quella mattina di Natale, Draco trovò libero il suo posto e vi si sedette con un ghigno soddisfatto dipinto sul volto affilato.
I posti alla sua destra vennero prontamente occupati da Tiger e Goyle, le sue fedeli ombre, e quelli di fronte da una Daphne Greengrass con la stessa espressione soddisfatta che aveva avuto il maledetto Ippogrifo Fierobecco subito dopo aver deturpato il braccio del principino, e da Blaise Zabini che sembrava avere un diavolo per capello.
E Blaise Zabini aveva una chioma piuttosto folta.
Il posto alla sua sinistra venne prontamente occupato da Pansy Parkinson, stranamente. Solitamente la ragazza sedeva affianco a Zabini e il posto alla sinistra di Draco veniva occupato da Theodore Nott. Quella mattina di Natale, invece, Pansy aveva capito immediatamente che non tirava l'aria giusta e sedersi affianco a Blaise Zabini incollerito poteva non essere una scelta saggia. D'altronde lei ci teneva alla sua incolumità fisica e non voleva che il ragazzo, incazzato nero (e dire “incazzato nero” era un dannato eufemismo), se la prendesse con lei.
Draco la guardò interrogativo e lei rispose stringendosi leggermente nelle spalle.
Il biondo serpeverde sospirò frustrato.
Niente stava andando secondo i suoi piani, ma decise di soprassedere pensando che, forse, durante quella mezza giornata aveva sfruttato fin troppo il suo spirito cavalleresco. Anzi, considerò, molto probabilmente non riusciva a cacciare Pansy da quel posto perché temeva una sua reazione.

Che il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti, quadri e statue compresi.
Senza contare che le ragazze Serpeverde erano subdole, meschine e senz'anima.
E Pansy rispecchiava in pieno tutte quelle caratteristiche, tanto che, se solo Salazar Serpeverde in persona avesse potuto vederla all'opera anche per un solo attimo fugace, si sarebbe commosso per tutta quella perfidia racchiusa in un metro e sessanta scarso. Era per quel motivo -badate bene però! Soltanto per quello!- che Draco ogni tanto la fissava come se non ci fosse stato niente di più bello al mondo di quei quaranta chili scarsi di cattiveria, perfidia, machiavellico ingegno ed irrispettosità. La cosa che però gli piaceva più di tutto di Pansy era la sua corporatura minuta. Tutte le altre ragazze avevano continuato a crescere mentre lei sembrava essersi fermata alle fattezze di una tredicenne, forse un po' troppo precoce.
Pansy si sentì fissare. Si girò e lo fulminò sul posto con un'occhiata truce delle sue.
Come volevasi dimostrare.
Anzi, forse a lui non piaceva solamente la sua corporatura, ma anche i suoi occhi. Non sarebbe sopravvissuto senza quelle occhiate minacciose particolarmente cruenti che dedicava solo a lui colpevole, a sua insaputa, di averla sedotta ed abbandonata.

«Vuoi una foto?» gli chiese irritata.
Oh sì.


***



Non era un comportamento tipicamente made-in-Malfoy il suo. Non solo si era lasciato irretire da quella ragazzina di Pansy, ma l'aveva lasciata tranquillamente fare mentre lei si accingeva a tirar fuori e ad esibire con orgoglio quasi grifondoro il suo repertorio di battute acide da ragazza in pieno ciclo mestruale contro di lui. No, questo non avrebbe dovuto permetterglielo. Chi era lei per trattarlo alla stregua di un Tassorosso del primo anno? Ok, si era lasciato leggermente andare nella contemplazione della ragazza e nella sua mente erano passati pensieri poco decorosi e fin troppo tinti di rosa, ma lei che diritto aveva di ribellarsi?
Se Draco Lucius Malfoy avesse deciso che voleva guardare te, sì proprio te, tu cosa avresti dovuto fare? Semplice, chiaro e conciso: lasciarti guardare senza nessun commento.
Pansy era ottusa.
«Parkinson, smettila.» esordì gelido interropendo la ragazza in pieno sproloquio permeato di acidità. La sua freddezza non raggelò all'istante Pansy come si era aspettato, ma la fece sorridere. Una specie di sorrisetto soddisfatto a dire il vero, uno di quelli che stanno a significare: “Oh, era ora! Ancora un po' che aspettavo una tua reazione, mi sarebbe cresciuta la barba!”. Ma Draco non lo interpretò così, ma come se significasse: “Mi stai particolarmente simpatico oggi, Malfoy.”
Tuttavia Pansy disse solo: «Siamo tornati ai cognomi, Malfoy?», prima di ritrarsi. A Draco sembrò un gattino piccino che sta per sferrare il suo attacco alle caviglie del povero malcapitato di turno. Eppure Pansy non aveva nessuna intenzione di attaccarlo nuovamente.
«Ma voi due, non avete mai pensato di tornare insieme?» chiese loro Daphne Greengrass con il suo tatto impressionante facendo strozzare Draco con il succo di zucca e arrossire Pansy fino alla punta dei capelli in un'ottima imitazione del consolidato Weasley-style.
Daphne scambiò quel silenzio (ovviamente, aveva deciso volontariamente di non considerare la reazione dei due) per un invito a continuare: «Penso che fare un po' di sano sesso vi aiuterebbe a scaricare i vostri nervi e a non farci respirare la vostra tensione sessuale che, sono sicurissima, renda i capelli crespi. A forza di respirare la tensione sessuale emanata da Potter e la Weasley piccola, alla Granger sono venuti i capelli crespi. Vero Blaise, amore mio?» chiese a Blaise nel tono più pacato del mondo, sbattendo le sue lunghe ciglia in un'espressione di falsa ingenuità.
Il ragazzo ghignò e colse l'occasione al volo: «Daphne, non sono mai stato così d'accordo con te prima d'ora.»
Stronza di una serpeverde, aggiunse ma questo lo pensò solamente trattenendosi dall'esternarlo ad alta voce. Avrebbe sicuramente avuto l'appoggio di Draco e Pansy, ma nemmeno loro sarebbero stati in grado di salvarlo da un'Avada Kedavra lanciata ad alta voce da quella vipera bionda. Meno di un'ora prima aveva avuto come regalo di Natale un'altra delle perle di Daphne Greengrass e sinceramente non riusciva a capire come era riuscito a farsi incastrare così alla leggera e a tornare con lei.
Quel
Blaise, io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.” gli rimbombava ancora nelle orecchie come uno strano e insistente mantra.
Faceva bene lui ad odiare le donne, esseri meschini, subdoli, cattivi e sicuramente senza coscienza.
E Daphne e Pansy erano esattamente così. A dirla tutta, era un po' per colpa loro se lui aveva quell'idea del
gentil sesso.
Proprio in quell'istante, mentre stava decidendo se intraprendere il seminario e farsi prete o scappare in Thailandia per internarsi in un monastero buddista, Draco si stava riprendendo e Pansy stava cominciando a riprendere un colorito normale, Theodore si sedette a tavola affianco a Blaise.
«Che mi sono perso di bello?» chiese il ragazzo appena arrivato notando l'innaturale silenzio, il sorrisino soddisfatto di Daphne e l'espressione atterrita di Pansy e Draco.
E Daphne colse l'occasione al volo e si lanciò in una filippica elencando modi e
posizioni in cui Draco e Pansy avrebbero potuto affrontare i loro problemi.
«Daphne, senza offesa, ma dove sei cresciuta? In un porto di mare?».
Anche il pazientissimo Theodore Nott ora era disperato.
«Voi donne siete la nostra dannazione.» sospirò Blaise mentre Draco e Theodore annuivano, leggermente rinfrancati dal fatto che qualcun altro la pensasse come loro.


***


Draco Malfoy era costernato, attonito e sbigottito. Oltretutto era anche pronto a dover affrontare anni di sfiga immane per aver deciso di mandare a quel paese la sua routine quotidiana.
Era scappato a metà pranzo con quella che a detta di tutti era una scusa bella e buona, ma che purtroppo per lui era una mera verità: il mal di testa lancinante con cui si era svegliato quella mattina era tornato prepotentemente a fargli compagnia.
Ma la cosa che più lo lasciava costernato, attonito e sbigottito era il fatto che Pansy avesse deciso di riaccompagnarlo al dormitorio. Avevano fatto finta di niente quando Daphne aveva intimato a Theodore e a Blaise di non tornare in dormitorio per nessuna ragione al mondo. Non avrebbero dovuto disturbarli o sarebbero stati cruciati alla pazzia da Daphne, possibile nuova migliore amica per Bellatrix Lestrange.
E fu così che si trovarono soli, costretti in un silenzioso carico di cose non dette.
Pansy era fin troppo abituata ai silenzi profondi del ragazzo, ma in quel momento avrebbe desiderato con tutta se stessa affrontare una conversazione su un argomento qualsiasi. Il tempo atmosferico era forse banale? Sì, ma avrebbe potuto salvarli dall'ondata d'imbarazzo che avrebbe potuto scagliarsi su di loro e non andarsene più.
Doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa. Smise di fissare per un attimo dritto davanti a sé e rivolse lo sguardo verso Draco giusto per una frazione di secondo. Quel tempo così esiguo però fu abbastanza.
No, non aveva il coraggio di iniziare lei una conversazione.
Con sua enorme sorpresa vide il ragazzo fermarsi in pieno corridoio e voltarsi verso di lei con un ghigno dei suoi stampato sul volto.
«Sei imbarazzata.» esordì. Pansy lo odiò per una frazione di secondo. Cos'era quel modo per rompere il ghiaccio?, pensò arrabbiata non rendendosi conto che almeno lui aveva avuto il fegato necessario per iniziare una conversazione che li aspettava da fin troppo tempo e che entrambi avevano rimandato. Ora però non potevano più continuare a procrastinare. Il tempo del chiarimento era arrivato.
«Non sono imbarazzata!» esclamò lei con un tono troppo veemente per sembrare vero. «Insomma, quello che ha detto Daphne era imbarazzante, ma io non mi imbarazzo per così poco.» e stavolta sembrava quasi sincera.
«No, scusa, rettifico: sono io che ti imbarazzo.» chiarì Draco sorridendo apertamente e facendo affluire un po' di sangue alle guance di Pansy. La osservò fiero del risultato ben consapevole di essere l'unico ragazzo in grado di scatenarle quelle reazioni. La serpeverde non era mai stata timida, ma con lui nei paraggi solitamente ritraeva le unghie e si trasformava da leone imbestialito in una micina paurosa.
Pansy non seppe replicare, d'altronde quella appena pronunciata era la pura e semplice verità ed era stata detta in un tono così disarmante che lei non seppe reagire. Si chiuse in un ostinato silenzio e riprese a camminare seguita a breve distanza da Draco.
«Io l'ho saputo ammettere, Pansy. Ho ammesso di essere disposto a cambiare la mia vita, a cedere ciò che è mio solo per te. Perché non riesci ad ammetterlo anche tu?»
Era l'ennesima verità di quel giorno, tanto che Pansy non riusciva più a sopportare quell'ondata di sincerità che sembravano trasmettere tutti quanti quel dannato giorno.
Si fermò e degnò il ragazzo di una sola occhiata. Avrebbe voluto regalargli una delle sue famose occhiate intimidatorie, eppure, non appena incriociò gli occhi grigi di Draco la sua espressione si addolcì istantaneamente.
«Perché fai così?» gli chiese quasi esasperata. «Non devi più sentirti in dovere di cambiare per me. Hai avuto la tua occasione e ora basta, non stiamo più insieme, Draco. Non capisco che succede oggi a tutti. Prima Theodore e Tracey, poi Daphne e Blaise! E ora cosa? Io e te?» il suo tono di voce si era alzato rapidamente di un'ottava facendo sembrare le domande più simili ad uno sfogo di quanto volesse.
Draco sorrise e si trattò di un vero sorriso, lontano anni luce dai suoi soliti ghigni. Fece un paio di passi verso la ragazza e le si parò di fronte facendola indietreggiare fino a che le sue spalle non toccarono il muro.
«Forse che a Natale siamo tutti più buoni?» le chiese lontano solamente un paio di dita dalle labbra di lei.
E si chinò su di lei, baciandola.

_____________

Angolino dell'autrice:

è arrivata alla fine anche questa mini storia che sinceramente a me piace discretamente. I commenti si son fatti desiderare e ringrazio LoveChild per avermi espresso il suo parere :)
Purtroppo non ho potuto aggiornare prima dal momento che mio padre mi ha trascinato in una vacanza dell'ultimo minuto a Firenze. Magnifica città, per inciso, anche per una che come me non è decisamente fanatica della storia dell'arte. 
Fatemi sapere, va :)
Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite.

Fay :)

   
 
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