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Autore: Clodie Swan    31/01/2011    2 recensioni
Storia dedicata ad uno dei personaggi minori di Twilight, ovvero Esme Cullen. Dalla sua adolescenza al momento in cui sposa Carlisle e forma una famiglia con lui ed Edward. La ff ripercorre le tappe fondamentali della sua vita che l'hanno portata a diventare un vampiro ma anche una madre dolce e premurosa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Esme Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Il periodo che seguì fu piuttosto difficile a causa dei miei nuovi istinti ma i miei due nuovi amici, in particolare Carlisle, fecero tutto il possibile per aiutarmi. Carlisle mi spiegò che avrei potuto nutrirmi di sangue animale senza alcun bisogno di uccidere nessuno. Lui stesso in tanti secoli, non aveva mai assaggiato il sangue umano. Per Edward era stato un pò più difficile, ma grazie anche al suo potere, riusciva a resistere. Come mi spiegarono in seguito, infatti, i vampiri potevano avere delle capacità paranormali o dei doni speciali. Edward aveva quello della telepatia.
Quando uscivamo per la caccia, il giovane faceva da vedetta, cercando di intercettare se c'erano dei pensieri in avvicinamento prima che l'odore di qualche sventurato umano giungesse fino a noi. Prima di uscire di casa, Carlisle si preoccupava di chiudere per bene ogni finestra e ogni imposta e ci raccomandava di non uscire e di non aprire a nessuno. Era una semplice precauzione per proteggerci da noi stessi dal momento che eravamo vampiri ancora molto giovani e non avevamo ancora sviluppato un forte autocontrollo. Passavo il mio tempo a leggere libri della vasta libreria di casa Cullen e li commentavo con Edward.
Ero contenta di aver ripreso il mio passatempo preferito e di condividerlo con una mente brillante come quella del mio giovane amico. Mi disse che si stava preparando per l'ammissione alla facoltà di medicina e che ,non appena il suo autocontrollo verso la sete si fosse rafforzato, avrebbe iniziato a frequentare le lezioni. Lo aiutavo spesso a ripetere con il libro davanti ma Edward poteva leggermi le risposte nella mente e così gli preparai delle verifiche scritte che gli facevo svolgere mentre io mi dedicavo ad altre faccende. Mi divertivo in particolare a pulire e ad arredare la grande e bellissima casa in cui vivevamo.
"Sarei contento se riprendessi gli studi anche tu, Esme." mi disse una sera Carlisle. "Il denaro non è un problema, posso ordinare tutti i libri che ti servono."
"Ma cosa potrei studiare? Mi ci vorrà molto tempo prima di poter avere contatti diretti con le persone?"
"Il tempo non manca." mi fece osservare. "Per la materia da scegliere...credo che dovresti coltivare il tuo senso estetico." Con un cenno mi indicò i mobili della casa che io avevo disposto in un nuovo ordine dando all'abitazione un'aria più armoniosa ed elegante.
"Saremo costretti a trasferirci spesso negli anni. Ci saranno altre case da sistemare." mi disse regalandomi uno dei suoi sorrisi splendenti.
Da quel momento lo studio divenne il mio pensiero fisso oltre alla sete. Quest'ultima era qualcosa di insopportabile all'inizio ma poi cominciò a scemare a farsi sempre meno pressante lasciando di nuovo posto ad altre emozioni. E a nuovi sentimenti.
Me ne resi conto soltanto una notte, durante una battuta di caccia.

Avevo scelto un vestito azzurro con le maniche corte che mi arrivava fin sotto il ginocchio. Era di uno di quei nuovi tessuti detti sintetici e lo trovavo molto comodo. Mi raccolsi i capelli con due pettinini e mi preparai ad uscire.
"Sei bellissima." mi disse Carlisle con una strana emozione nella voce. Edward lo guardava con uno strano sorriso.
"Grazie." risposi sopresa. Non mi sembrava di avere un'aspetto particolarmente diverso dal solito. Non mi ero nemmeno truccata, tanto non ne avevo bisogno.
"Vi dispiace se non vi accompagno?" chiese Edward. "Devo finire una tesina per l'esame di ammissione alla Darthmouth e vorrei finirlo entro domani mattina."
"Ne sei sicuro?" gli chiesi apprensiva.
"Stai tranquilla Esme." mi rispose con un sorriso sghembo. "Posso farcela fino a domani sera. Non ho troppa sete." I suoi occhi erano più scuri ma non erano ancora neri. Carlisle lo salutò esitante e gli poggiò una mano sulla spalla.
"Torneremo presto in ogni caso..."disse Carlisle con un certo imbarazzo.
"Non vi preoccupate per me. Divertitevi, ragazzi."ci ripetè lui scambiandosi uno sguardo con Carlisle.
Li guardai incuriosita ma non me ne curai più di tanto e saltai giù dalla finestra insieme a Carlisle in direzione del bosco.
Ormai cacciare era diventato uno scherzo. Correre era come volare e i miei sensi mi guidavano verso la preda infallibili e letali come sempre. In pochi minuti trovammo quello che cercavamo e potemmo bere a sazietà.
"Ti va di andare fino al ruscello?" proposi a Carlisle ,desiderosa di togliermi il sangue dalla faccia. Non ero ancora capace di cacciare in modo pulito mentre lui, dopo secoli di esperienza alle spalle, addentava le vittime e le prosciugava senza versare una goccia.
"Certo, volentieri." mi disse con un sorriso. Era di ottimo umore come sempre.
Fummo sulla riva in un baleno e mi lavai il viso sciogliendomi i capelli. Carlisle mi osservava pensieroso accarezzando l'acqua con il palmo della mano. Ogni volta che lo guardavo restavo sorpresa per quanto fosse bello. Quella sera poi lo era in modo particolare. Quando mi alzai in piedi il vento portò alle mia narici l'odore del mare. Ci dovevamo essere allontanati parecchio. Qualcosa che non compresi mi spinse in quella direzione.
"Vieni, Carlisle. Facciamo una corsa."
"Sarebbe meglio rientrare, sta per piovere."notò lui.
Io risi. "E allora? Noi non possiamo ammalarci."risposi cominciando a correre.
Lui mi raggiunse con facilità nonostante fossi ancora più veloce di lui grazie alle mie forze da vampira neonata. Risalendo il corso del ruscello in breve arrivammo vicino al mare. Lì vidi un luogo molto familiare : la scogliera da cui mi ero buttata.
Nei miei fumosi ricordi della mia vita da umana rividi me stessa in quel giorno e provai il desiderio di piangere, ma non potevo farlo.
Sentii le mani di Carlisle posarsi gentili sulle mie spalle.
"Il mio bambino..." dissi voltandomi verso di lui.
"Si lo so." mormorò lui rattristandosi."Quando ti trovai all'obitorio ti riconobbi immediatamente e uno dei miei colleghi mi raccontò di te e del bambino. Io ero l'unico a sentire il tuo cuore battere ancora. Approfittai di un momento di distrazione da parte dei colleghi e ti portai via."
Il mio antico dolore si risvegliò travolgendomi e lo sfogai stringendomi forte a Carlisle. Lui mi cinse con le braccia e mi accarezzò i capelli. In quel momento scoppiò a piovere ma me ne accorsi a malapena. Pensavo solo al mio passato che si dissolveva e a tutto l'amore che avrei voluto donare a mio figlio, rimasto inespresso, intrappolato, nel mio cuore ghiacciato.
"Andrà tutto bene, Esme"mi ripeteva lui."Ce la farai. Tu sei più forte di quanto immagini." Mi commossi a quelle parole.
"E' solo che non so più chi sono..." sussurrai mentre la pioggia mi scivolava sulle guance prestandomi le lacrime che non potevo versare.
"Te lo dirò io." mi disse lui con decisione prendendomi il volto tra le mani. Era bellissimo con  i capelli biondi resi più scuri dall'acqua che gli ricadevano lisci sulla fronte. "Sei la ragazza che a sedici anni amava leggere. La ragazza che ha salvato la sua gattina dall'albero. La stessa ragazza che dieci anni fa mi ha guardato con una tale dolcezza quasi da leggermi dentro. Come se fossi di nuovo umano. E non ho mai più potuto dimenticare quello sguardo. Noi vampiri siamo immutabili e duri come la roccia, ma se un piccolo cambiamento s'imprime nella nostra vita la segna per sempre in maniera indelebile. Per me quel cambiamento sei stata tu. E quando ti ho rivista, ti ho voluto tenere con me. Ti ho trasformata per me stesso. Sono stato un grande egoista, perchè... ti amo, Esme."
Ascoltai le parole di carlisle senza respirare mentre una nuova felicità cominciò a diffondersi dentro di me, mentre le nostra labbra si avvicinarono fino a sfiorarsi per la prima volta. "Ti amo anch'io."gli sussurrai prima di baciarlo

  
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