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Autore: SereILU    01/02/2011    3 recensioni
Dedicata a Win.
Remus Lupin. Il Pensatoio. Un connubio che non abbiamo mai visto.
E se Lupin avesse avuto la possibilità di guardare nel Pensatoio? Nei suoi vecchi ricordi? Cosa avrebbe visto?
Io ho cercato di immaginarlo.
Dalla storia:
"Il suo sguardo cadde sulla Gazzetta del Profeta che probabilmente il preside stava leggendo. Sirius Black in prima pagina. Era così diverso da come Remus lo ricordava, da come tutti lo ricordavano.
Sirius, una stretta al cuore."
Questa Fan Fiction si è classificata seconda al Contest indetto dalla Pagina "Harry Potter Fan Fiction's Contest".
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Questa Fiction si è classificata seconda al contest indetto su Facebook dalla Pagina “Harry Potter Fan Fiction’s Contest”!

 

Personaggi principali: Remus Lupin
Eventuali personaggi secondari: Albus Silente, Sirius Black, James Potter, Peter Pettigrew
Genere: Triste, Malinconico
Rating: Giallo
Avvertimenti: Angst, Missing Moment
Titolo: Cosa sono diventato?

 

Cosa sono diventato?

 

 

 

Quando Remus Lupin aveva ricevuto quella lettera quasi non ci aveva creduto. Lui, un insegnante? Era davvero impossibile. Eppure non c’erano dubbi sul mittente. Albus Silente in persona.

E per questo motivo Remus Lupin si era recato ad Hogwarts, la mente leggera, il cuore pesante, con la notizia che Sirius Black era appena fuggito da Azkaban ad opprimerlo come un’ombra oscura.

Appena entrato nell’ufficio del preside Albus Silente lo attendeva a braccia aperte. Non era diverso da come Remus lo ricordava: stessa barba, stessi capelli, e stessi occhi azzurri pronti a scrutarti dentro.

“Remus, che bello vederti! Siediti pure, però puoi scusarmi un attimo? Devo mandare un gufo al Ministro della Magia con un categorico No alla sua richiesta di poter far appostare Dissennatori  all’interno delle mura della scuola”.

“Certo preside, non ho fretta..” rispose Remus con cortesia.

Silente uscì dal suo ufficio e Remus si guardò attorno, c’era già stato naturalmente più di 10 anni prima, quando gli era stata data la possibilità di entrare ad Hogwarts nonostante quello che James chiamava il suo “piccolo problema peloso”.

James, una stretta al cuore.

Il suo sguardo cadde sulla Gazzetta del Profeta che probabilmente il preside stava leggendo. Sirius Black in prima pagina. Era così diverso da come Remus lo ricordava, da come tutti lo ricordavano.

Sirius, una stretta al cuore.

E tra le tante parole appariva anche Peter.. il piccolo Peter.. era stato il più coraggioso e il più sciocco.

Peter, una stretta al cuore.

E poi, mentre gli occhi di Remus vagavano ancora per la stanza, con il cuore sempre più colmo di tristezza e nostalgia, notò il Pensatoio di Silente. Forse il preside si sentiva oppresso dai suoi ricordi, e lo aveva tirato fuori per poter riguardare il passato e capire il presente.

L’uomo si guardò intorno e si alzò in piedi. Che male c’era a rivedere il suo passato e i suoi ricordi? Per quanto tristi, orribili e oscuri fossero erano comunque parte del suo passato, della sua vita. Prima di avvicinarsi al pensatoio scrutò il proprio riflesso in uno specchio poco lontano dalla scrivania. Non gli piaceva il suo riflesso. Lo odiava. Era il volto di un mostro, di un uomo che aveva perso tutta la sua umanità molti anni prima.

Con un sospiro si avvicinò al pensatoio e con la bacchetta estrasse i propri ricordi e li gettò nella superficie luminosa del bacile, né liquida né gassosa. Subito sul fondo del bacile apparve un scena che sembrava provenire dai suoi peggiori incubi.

Remus si aggrappò con le mani ai lati del bacile e si tuffò a testa bassa nel suo passato.

 

La luce della luna piena rendeva tutto molto spettrale e allo stesso tempo misterioso. Se Remus non avesse saputo cosa sarebbe accaduto da lì a pochi minuti non avrebbe mai pensato che una notte così luminosa lo avrebbe portato ad essere quello che era.  Un mostro.

Eccolo là, seduto sull’erba ad ammirare le stelle. Anche il piccolo Remus Lupin era sempre stato un po’ diverso, un po’ unico. Solitario, speciale, semplicemente un bambino con tanti sogni e troppe speranze. I suoi genitori erano seduti poco lontano, chiacchieravano tranquilli lanciando sguardi affettuosi al loro unico figlio.

Il Remus Lupin adulto sospirò.

Poi un rumore improvviso, passi pesanti nel folto degli alberi.

Fenrir Greyback.

Un nome. Solo quello bastava a far scorrere un brivido gelido lungo la schiena di quell’uomo. Solo quel nome bastava a riempire il suo cuore di disperazione, di nostalgia, e di voglia di sparire per sempre.

Ed eccolo apparire da una pozza di oscurità.

Un enorme Lupo Mannaro.

Un ringhio potente. Aveva superato i genitori del bambino e si era gettato su di lui.

Il Remus adulto non poté far altro che assistere come spettatore. Lacrime gelide, nonostante il calore della sera, gli scorrevano sulle guance. Una cosa era ricordare, una cosa era guardare.

Vide se stesso urlare, cercare di lottare, invano, contro il Lupo. E vide le sue fauci aperte, sentì l’odore  fetido di sangue, sentì l’orrore della sua saliva che gli colava sul viso. E poi i suoi denti.

Il piccolo Remus urlava e urlava, mentre i suoi genitori osservavano incapaci.

E il Lupo Mannaro lo morse.

L’inizio e la fine di tutto.

Sua madre urlò, un urlo straziante, pieno di disperazione e di pianto.

Anche il Remus adulto urlò. E cadde in ginocchio. Non riusciva a rivedere quella scena.

E quella cambiò.

 

Ora si trovava in una stanza. Dalle finestre sbarrate entrava uno spiraglio di luce. Luna piena.

E Remus Lupin, ormai undicenne era rannicchiato in un angolo, con addosso solo una canottiera sporca. I suoi vestiti erano ripiegati sopra un tavolo. Quella sarebbe stata la sua prima trasformazione ad Hogwarts e l’adulto che osservava la scena con gli occhi ancora umidi rabbrividì di nuovo al ricordo del dolore, della disperazione di quelle trasformazioni.

Ed eccola. La trasformazione. Nuove lacrime sul viso del Remus adulto, e un urlo disumano riempì la stanza. Un Lupo Mannaro completamente trasformato si guardava intorno alla ricerca di qualcosa da mordere. Ma non c’era niente. Niente da mordere. Se non se stesso.

E urla e morsi, e distruzione in quella stanza.

E Remus Lupin piangeva ancora.

E la scena cambiò ancora.

 

Ora anche il piccolo Remus piangeva. Era seduto sul suo letto e accarezzava il suo piccolo barbagianni. Era stato un regalo dei suoi genitori per il suo terzo anno ad Hogwarts.

“.. Non posso dirglielo!” sussurrava tra le lacrime, “non capirebbero! Come farebbero a capire?”.

Il Remus adulto si sedette sul letto accanto a se stesso. Ricordava perfettamente quel momento.

“Io sono un mostro! Sono un mostro! E loro mi odierebbero! Loro sono i miei amici! Ma.. ma.. come farebbero a essere amici di un Lupo Mannaro? Io non posso dirglielo!”.

E piangeva, accarezzando le morbide piume del suo gufo, mentre l’adulto che sarebbe diventato era seduto a pochi centimetri da lui, e non poteva abbracciarlo, e non poteva consolarlo.

“Come faccio? Come farò? E se lo scoprissero? E se smettessero di parlarmi?” il bambino aveva ricominciato a singhiozzare, “stanno cominciando ad avere dei sospetti! E se mi abbandonassero.. io.. io..”.

Non concluse la frase e si gettò sul letto, stringendo il cuscino tra le braccia, ancora singhiozzando.

Remus Lupin si alzò da quel letto, osservando il bambino che piangeva, osservando se stesso e la sua debolezza. Aspettò che la scena cambiasse, ma quella lo fece solo dopo che due occhi avessero spiato attraverso uno spiraglio nella porta socchiusa. Erano gli occhi di Sirius.

 

Poi ebbe una fugace visione dei suoi amici che lo abbracciavano, che nonostante si fosse esposto raccontandogli la verità non lo avevano abbandonato. Pochi flash della sua vita felice, delle sue giornate passate coi suoi veri amici, con James, Sirius e Peter. E Lily naturalmente.

 

E poi la scena che più aveva temuto.

In un giorno il suo cuore si era spezzato più volte di quante qualsiasi umano avrebbe potuto sopportare.

James e Lily. Perduti. Traditi. E lui non aveva potuto fare niente per salvarli.

Peter. Distrutto. Ucciso da colui che era un amico.

Sirius. Non poteva essere stato davvero lui. Non poteva aver tradito i suoi migliori amici.

E forse era stata quella certezza ad avergli fatto più male.

La certezza che forse erano state tutte parole, e l’amicizia non era nulla di fronte al potere.

E si vide in ginocchio davanti alla tomba bianca di James e Lily.

Si vide piangere, ancora e ancora.

E poi il Remus adulto sentì una mano leggera che si posava sulla sua spalla.

Era Albus Silente, che leggermente lo portò indietro al presente.

 

 

 

Angolo Writer, cioè mio u.u xD

Non è granché lo so, ma è nata così, quasi dal nulla.

Ho pensato a Lupin e Puff. Eccola.

Ed è dedicata a Win <3

 

SereILU

   
 
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