What’s behind your Aristocratic Mask?
Part 2 of 5
Londra è bella soprattutto il sabato sera, quando le
strade della città sono percorse dai giovani alla volta dei locali più in della
città. Io non sono mai stata una grande amante delle discoteche.
Prima di
trasferirmi qui, a dire il vero.
Poi ho
sviluppato come una sorta di amore-odio per i locali dove la musica veniva
sperata a palla per il semplice fatto che li si trovavano i ragazzi più belli
che nei piccoli pub, per l’appunto, all’inglese, in cui c’era un’alta
concentrazione di nerd…
Mi siedo al
bancone con un sorrisetto mentre guardo Lynn ballare
con il suo uomo. Mi sono ritrovata ad invidiarla molto, anche io spero in un
ragazzo il prima possibile visto che ormai vivo qui da un anno e da quando ho
lasciato l’Arizona non ho più avuto un, come definirlo, ‘contatto umano
approfondito’ con nessuno.
Detto così
suona male, ma guardando oltre il sesso penso che tutti sentano l’esigenza di
avere qualcuno al proprio fianco, no? Io poi sono sempre stata una scettica in
questo campo, e mi farebbe piacere cambiare idea.
Sarà che sto
pensando a queste cose, sarà che non riesco a levarmi dalla testa un paio di
occhi neri come il carbone, ma quando finalmente mi volto verso sinistra e mi
ritrovo davanti Theodore Nott
per poco mi prendo un colpo “Ma sei apparso come per magia?” gli urlo tentando
di trattenere un sorriso radioso.
Tentativo
fallito, Connely.
Lui mi
guarda affabile “Diciamo di sì” mi risponde prima di puntare gli occhi sulla
pista da ballo e, lo si nota chiaramente, la cosa non gli piace affatto “Ma
perché voi Babbani amate così tanto la confusione?”
“Cosa? Noi… Cosa?!”
“Oh no,
nulla” immerge il viso in un bicchiere pieno di quello che sembra Wishey e poi sbuffa irritato appoggiandolo con forza
“Questa roba va giusto bene per lucidare i calder… I piatti…”
“Sei davvero
strano” gli dico scuotendo il capo “Non ho ancora capito se sei del tutto pazzo
oppure se sei solo molto eccentrico…”
“Non vado
bene nemmeno stasera?” chiede allargando le braccia pretendendo che i miei
occhi scivolino come l’acqua lungo il suo corpo. Non c’era bisogno di
chiederlo, carino, è da quando mi sono accorto che sei qui che non riesco a non
guardarti.
“Sei troppo
elegante anche stasera” gli rispondo appoggiandomi col gomito per poterlo
guardare bene. Il completo elegante, di
un blu notte così scuro da sembrare nero, con tanto di camicia cremisi lo fa
sempre sembrare un vecchio, abbinandosi perfettamente al suo nome. Io mi sento
una cretina accanto a lui, con addosso un vestito azzurrino forse troppo corto,
e con questa grossa cintura marrone chiara lievemente pacchiana. Come si fa a
stare accanto ad un ragazzo così splendido e non sfigurare? “Ma quanti anni
hai?” chiedo prendendogli il bicchiere di mano e bevendone un sorso molto più
piccolo di quelli che si prende di solito lui. Mi viene subito da tossire come
una pazza tanto è forte.
Mi osserva
divertito prima di schiarirsi la voce e parlare con un tono sufficientemente
alto da farsi sentire, ma che comunque non gli fa perdere questa sua
compostezza formale “Ventisei… e tu?”
“Ne faccio
venticinque fra un paio di mesi” replico passandomi una mano fra il caschetto
argentato e spostando il ciuffo lievemente umido di sudore dietro. Ballo da
quando sono entrata, un paio di orette fa, e quindi trucco e parrucco ormai sono andati. Vorrei fargli lo stesso effetto
che lui fa a me, ma è impossibile. Starà pensando a come portarmi a letto in
fretta per poi scaricarmi come una poveraccia, quale sembro. Tanto vale
semplificargli il tutto no? “Stavo pensando” dico riportando la sua attenzione
su di me “Qui vicino c’è un pub in cui poter parlare più….
Tranquillamente”
“Oh, per
Salazar, pensavo non mi avresti mai chiesto di abbandonare questo tugurio
infernale!” replica sollevato alzandosi. Io ci rimango un attimo, di certo non
mi aspettavo che accettasse così rapidamente, poi mi dirigo al guardaroba a
prendere cappotto e borsa.
Camminare
fianco a fianco con questo strano individuo per le vie notturne di Londra mi
mette in un certo senso tranquillità ma anche ansia. Non sono mai stata una
persona facile da mettere in soggezione, me ne sono sempre fregata di quello
che i ragazzi pensavano della sottoscritta ma con lui è diverso.
Lui è troppo
‘perfetto’ dal punto di vista estetico, e ricevere una critica da una persona
tanto nobile nei modi di fare sarebbe molto triste.
Entriamo nel
pub e io mi avvicino al bancone a chiedere due birre mentre lui va a sedersi
nel tavolo più lontano di tutti. Positivo o negativo? Che intenzioni avrà?
Beh, sono
proprio curiosa di saperlo.
Mi siedo
dalla panca davanti a lui e poi con nonchalance prendo in mano il telefonino
controllando nel vetro se mi si è sbavato il trucco o altro….
Lui mi osserva dubbioso così lo riabbasso immediatamente. Oddio magari ha
pensato che gli stessi facendo una foto!!
“Allora…” cerco di rompere il ghiaccio, nervosa. Il fatto
che lui sia del tutto a suo agio però non mi aiuta, ma mi scoraggia
notevolmente “Come mai eri all’ambasciata ieri?”
Lui alza le
spalle “Sono un ambasciatore…”
Lo guardo
stupita. Così giovane e già ambasciatore? Senza contare che a me pare un
inglese perfetto nel modo che ha di parlare “Di quale paese?”
“Diciamo che
non è proprio un paese” dice lievemente in difficoltà “diciamo che è una sorta di… Beh… Io lavoro presso un
ufficio”
Ridacchio “E
che razza di ufficio ha bisogno di un Ambasciatore scusa?”
Si morde la
labbra “Io non credo di poter rispondere a questa domanda…
Non adesso per lo meno…”
“Wow sembra
una cosa molto segreta” dico con scarso entusiasmo, un po’ piccata dal fatto
che non mi vuole nemmeno dire dove lavora…
“Si lo è” si
limita a dirmi, lapidario, a sua volta infastidito dal mio fastidio. Le birre
arrivano e almeno abbiamo un alibi per smetterla si fare gli stizziti.
Sa, signor Nott, so che tra noi non potrà mai esserci nulla di più di
una semplice scopata visto quanto siamo differenti quindi perché non mi prende
e mi sbatte violentemente in questo angolino buio?
Perché non
sarebbe da persona di classe quale lo siete voi?
Ma per
favore!
Non c’è
bisogno di aver classe per far sesso…
“E tu come
ti sei ritrovata qui? Non sei inglese…”
Alzo le
spalle, stizzendomi ancora di più perché mi sento discriminata “No sono americana…”
“Interessante…”
Come far
arenare un discorso: lo stai facendo bene Cassadee!
Sospiro
prendendo un altro sorso di birra e lui pare innervosirsi molto di più “Se
davvero ti sto annoiando così tanto, diamo un taglio a tutta queste
tediosità e andiamocene a letto…”
Lo guardo
prima ferita e poi arrabbiata “Non è colpa mia se tu non sei in grado di tenere
una conversazione….”
“Io sono un
diplomatico” mi dice con sarcasmo come se fossi pazza “Se non so parlare io,
chi sa farlo??”
“Anche ho
studiato per diventare agente diplomatico, sai?” ribatto con forza prima di
accasciarmi sulla panca. Non ci sopportiamo quasi eppure non voglio alzarmi ed andarmene…. Questo ragazzo ha qualcosa che mi incuriosisce
troppo, vorrei aprirgli la testa e leggerne tutti i pensieri che lì vi sono contenuti…
Cosa mi
nascondi, Theodore? Perché non vuoi parlarmi di te?
È lui ad
alzarsi, ma non perché vuole andarsene. È l’oste che ci invita a levare le
tende perché è tardi e vuole chiudere velocemente per potersene andare a letto.
Peccato che
così mi ostacola…
“Dove vivi?”
mi chiese Theodore facendomi sussultare. Non lo dice
in tono rude, lo dice dolcemente, con voce velata, come se provenisse da un attore dai toni mielosamente impostati. E penserei che stesse recitando, se
solo non suonasse così naturale.
“Qui vicino… A White Chaple…”
“Ti accompagno…” E riprendiamo a camminare in silenzio come
prima. Una goccia di pioggia mi cade sul naso e io sbuffo, non avendo ne un
cappello, ne un cappuccio, ne un ombrello.
Altre due
gocce.
Odio Londra,
perché deve sempre piovere qui?
Mentre guardo
con odio verso il cielo sento un braccio di Theodore
appoggiarsi sulle mie spalle, avvolgendole dolcemente.
Mi volto
verso di lui ma non mi sta guardando, continua a camminare con il suo solito
sguardo austero guardando davanti a se. Mi piacerebbe sapere come fa a
distrarmi al punto tale che non sento nemmeno più l’acqua cadermi addosso.
Aspetta…
Alzo il viso
e no, non mi sta cadendo proprio nulla addosso!
“Ma… Non trovi strano che…”
“No, è tutto
normale” replica frettolosamente senza nemmeno darmi il tempo di dire altro.
Arrivati sotto
al mio appartamento noto che non c’è nessuna luce accesa, segno di Lynn ancora non è tornata. Che faccio? Agisco? Non agisco?
“Senti”
guardo Theodore negli occhi e lui subito ricambia lo
sguardo “Se ti va…” Prendimi, se ti va prendimi
adesso, qui, in questo momento… “Potresti salire…”
Lui mi
sorride appena prima di alzare gli occhi sull’orologio del piccolo campanile
infondo alla via “No, non mi sembra il caso” replica con tranquillità e la mia
voglia di sotterrarmi sale alle stelle.
“Magari
potremo scambiarci il numero” dico afferrando il cellulare speranzosa, cercando
di riprendere un po’ di contegno “Cosa, se hai voglia potremo replicare la
serata..” la serata di silenzio e punzecchiature? Wow sarebbe il massimo.
Il suo modo
di guardare il mio cellulare senza sapere bene cosa dire mi spiazza ancora di
più.
Smettila di
far figure di merda, Cassadee! Non ti vuole più
vedere e ti ha accompagnata solo perché è un verso gentleman!
“Non importa”
infilo il cellulare in borsa prendendo le chiavi, prima di sforzare un
sorrisetto per celare la delusione “Buona notte…”
Mi blocca un
secondo come se volesse dirmi qualcosa e io, attendendo speranzosa mi illudo.“Magari
potremo rivederci…”
È ufficiale,
non gliene frega nulla…
“Sì certo… Magari” entro chiudendogli quasi la porta in faccia
e poi mi appoggio ad essa.
Aspetto un
paio di minuti e poi quando sono certa che lui se ne sia andato inizio a tirare
delle testate contro il legno massello.
Insomma, non
penso di aver mai fatto tante figure di merda tutte assieme…
Non è voluto salire e non mi ha nemmeno
dato il numero che, logicamente, non avrei dovuto nemmeno chiedere….
Non avevo grandi aspettative su di lui, lo avevo capito che non ero molto al
suo livello ma non pensavo di non ottenere proprio nulla…
Bah, forse è
meglio così.
Forse è
meglio che sia sparito dalla mia vita prima di incasinarmela, prima di farmi
del male.
Perché allora
mi sento come se me ne avesse già fatto?
Un sospiro
più forte del precedente e salgo le scale andando fino al mio appartamento.
Mi ha anche
detto le uniche due cose che nessuno vuol sentirsi dire…
Magari possiamo rivederci, della
serie magari no…. Ma cosa diavolo mi aspettavo? Ci siamo
praticamente accapigliati in quel pub…
Appoggio la
borsa sul comò e, senza volerlo, lancio un’occhiata alla foto di Lynn e Nigel.
Troverò mai
anche io qualcuno di speciale? Qualcuno per il quale vale la pena alzarsi la
mattina, farsi belle, sorridere….
Troverò mai
qualcuno che porti un po’ di magia nella mia vita?
Continua….
Angolo dell’Autrice:
Eccomi
tornata con questa breve storia nata così, dalla mia mente bacata xD
Passo subito
a ringraziare coloro che hanno recensito ovvero __Coffee, grazie mille, ora hai più materiale su cui basarti per
dirmi che ne pensi! Come avrai capito non è la classica storiella d’amore dove
due si guardano, si innamorano e pace… Ho cercato di
dare un tono più pesante anche perché questi due ragazzi vengono da due mondi
molto diversi… Spero di non aver deluso le tue
aspettative!grazie anche ad Isagoodbye! Spero che continui ad interessarti^^
A presto!
Nocticula.